domenica 16 Novembre 2025
Home Blog Pagina 1471

Cina, varate sanzioni penali per indipendentisti Taiwan

0

La Cina ha dichiarato le persone che sostengono l’indipendenza di Taiwan penalmente responsabili a vita, secondo quanto riportato da un portavoce dell’ufficio cinese per gli affari di Taiwan. Coloro che si troveranno sulla lista di persone “pro indipendenza di Taiwan” non potranno più di entrare nel continente, ad Hong Kong o a Macao, né potranno beneficiarne monetariamente. Si tratta della prima volta in cui la Cina definisce sanzioni concrete per gli indipendentisti. Tra coloro che sono stati inseriti nella lista vi sono il premier di Taiwan Su Tseng-chang, il presidente del Parlamento You Si-kun e il ministro degli Esteri Joseph Wu, identificati come “ostinatamente pro indipendenza di Taiwan”.

Milano: la polizia irrompe all’Università contro gli studenti

2

Polizia e Digos hanno fatto irruzione nella sede dell’Università Statale di Milano per sgomberare con la forza gli studenti che da tre settimane occupavano le aule studio. La protesta pacifica rivendicava l’accesso a spazi per la didattica quali biblioteche o aule studio, chiusi o fortemente contingentanti dall’inizio della pandemia. Il rettore, in risposta, ha richiesto l’intervento della polizia, inscrivendo così l’episodio nel clima di crescente intolleranza per il dissenso che non risparmia nemmeno le università.

Gli studenti facevano parte del collettivo universitario Cric (Collettivo Rottura in Corso) e da settimane chiedevano al rettore una soluzione “alla carenza e inadeguatezza degli spazi accademici”. La risposta del rettore è stato la richiesta alla polizia di sgomberare gli spazi occupati: “a dimostrazione che l’università non lascia margini di dissenso”, scrivono gli studenti sulla pagina Facebook Ecologia Politica. Ventotto studenti sono stati denunciati.

L’episodio si inserisce in un clima generale che mostra poca tolleranza per il dissenso, il quale viene criminalizzato a fronte di una militarizzazione del consenso. Le realtà scolastiche e formative non ne sono esenti: solamente poche settimane fa avevamo assistito al violento intervento della polizia nel liceo romano Ripetta, dove studenti (molti dei quali minorenni) che protestavano pacificamente erano stati presi a manganellate.

“Riteniamo che aver lasciato passare le forze dell’ordine all’interno di un luogo di istruzione e avergli permesso di sgomberare un’occupazione pacifica sia una forma di repressione politica che non possiamo accettare” scrivono gli studenti sui social, accusando il rettore di “nascondersi dietro alle forze dell’ordine”.

[di Valeria Casolaro]

Bill Gates finanzierà il vaccino italiano contro il Covid

1
Bill Gates (UN Photo / Jean-Marc Ferré)
Bill Gates, Co-Chair the Bill & Melinda Gates Foundation shows a vaccine during the press conference. UN Photo / Jean-Marc Ferré

Con un investimento di pochi spiccioli del proprio conio, il magnate Bill Gates ha deciso di tenere in vita la sperimentazione sul vaccino anti-Covid prodotto dall’azienda italiana ReiThera. 1,4 milioni di euro che nelle intenzioni del donatore serviranno a sviluppare vaccini di seconda generazione in grado di fornire una copertura più ampia contro le varianti di SARS-CoV-2, e supportare l’iniziativa contro l’HIV della Fondazione Bill & Melinda Gates per la generazione di vaccini innovativi.

Il vaccino anti-covid di ReiThera aveva mostrato promettenti risultati nella prima fase di ricerca, ma si era fermato prima dell’approdo alla decisiva fase III della sperimentazione per mancanza di fondi. La Corte dei Conti, con una decisione del maggio scorso, aveva infatti negato un finanziamento da 50 milioni di euro al progetto, stabilendo di fatto che l’Italia non possa continuare a fare altro che rimanere semplice cliente delle big pharma statunitensi. I fondi destinati dalla fondazione Gates sono una somma piuttosto piccola anche in rapporto alle necessità dell’azienda per sviluppare il vaccino anti-Covid, basti sapere che la tedesca BioNtech, per sviluppare il vaccino commercializzato da Pfizer, ha ricevuto oltre 400 milioni di euro solo dal governo tedesco.

Resta da notare come la ricerca italiana debba essere sempre più alla mercé di possibili interessi privati, quasi sempre provenienti da capitali stranieri. In questo caso provenienti dal controverso magnate americano, che passa con fenomenale spregiudicatezza dal finanziare attività dei più disparati generi: dai farmaci al turismo di lusso, dalle attività estrattive in Groenlandia all’acquisto di enormi appezzamenti di terreno. Dietro ognuna di queste attività Gates ha sempre mostrato un interesse muoversi dietro i presunti scopi filantropici, interessi che evidentemente avranno una collocazione anche nel suo piano per ReiThera.

Portogallo, Presidente scioglie il Parlamento: elezioni anticipate al 30 gennaio

0

Il presidente del Portogallo ha annunciato lo scioglimento del Parlamento e indetto elezioni anticipate per il 30 gennaio per le “divisioni alla base di appoggio del Governo”. Il Parlamento ha infatti rigettato la proposta di bilancio statale per il 2022, bloccata dai partiti di estrema sinistra che fino ad ora avevano appoggiato il governo socialista del primo ministro Antonio Costa. Si andrà così alle elezioni, anticipate di due anni rispetto al previsto. Costa, in carica dal 2015, non ha alcuna intenzione di uscire di scena e ha annunciato che metterà in piedi, in vista delle elezioni, “una maggioranza rafforzata, stabile e duratura”.

Livorno, benzene fuori legge: bonifica attesa da anni ma si pensa a un nuovo impianto

0
SAMSUNG CSC

Nella zona industriale Livorno-Collesalvetti è presente un’area contaminata al punto da esser inserita tra i Siti di interesse nazionale (SIN). Qui, a causa della concomitante attività di più industrie, sia nelle acque che nel suolo, le concentrazioni di idrocarburi quali il benzene, cancerogeno certo per l’uomo, sono oltre ogni limite di legge. Ciononostante Eni – la cui pertinenza sull’area è pari al 95% – e Regione Toscana, nel 2019 hanno siglato un accordo per la realizzazione di un nuovo impianto destinato a bruciare ogni anno fino a 200 mila tonnellate di plastica non riciclabile e combustibile solido secondario. Con un investimento da 250 milioni di euro, l’obiettivo sarà quello di produrre metanolo da utilizzare come carburante.

Un settore particolarmente critico, per cui la bonifica prevista e attesa da anni è ferma, di tutto ha bisogno tranne che di un progetto simile. È quanto ha denunciato l’unità investigativa di Greenpeace dopo aver visionato i documenti relativi al sito. Da questi sono emersi, nelle acque sotterranee, picchi di 2.350 microgrammi/litro (μg/l) di benzene quando il limite di legge è di 1 μg/l. Le ultime analisi del 2019 segnalano poi superamenti fino a 162 μg/l confermando che nulla è stato fatto in termini di messa in sicurezza dell’area. Nel 2003, l’allora Ministero dell’ambiente si limitò a perimetrare il sito ma, come ha ribadito Francesco Basso, ex ispettore dell’Agenzia regionale per l’ambiente «non basta tratteggiare un confine su una mappa per essere certi che un inquinante resti entro una data soglia». Così infatti non è stato. Il Ministero della Salute, attraverso lo studio Sentieri, da almeno due decenni evidenzia come a Livorno si registrino «eccessi della
mortalità per tutti i tumori in entrambi i generi», segnalando chiaramente la presenza sul sito della raffineria del Cane a sei zampe e dell’area portuale. Inoltre, rispetto ai nuovi nati, «sono stati osservati 576 casi con malformazione congenita contro i 402 attesi». La prevalenza delle malformazioni nei neonati è quindi superiore rispetto alla media della regione Toscana di oltre il 40%.

Tuttavia, nonostante sia stato richiesto a gran voce da più parti, ancora non è stato condotto nessuno studio epidemiologico per l’area inclusa tra le 42 più inquinate d’Italia. «Regione Toscana non diffonde i dati capillari di mortalità e morbosità perché ha paura dei risultati preoccupanti che potrebbero uscirne – ha commenta senza mezzi termini la Onlus Medicina Democratica – se attorno alla raffineria Eni si facesse lo stesso studio realizzato per i quartieri accanto all’Ilva, si potrebbero scoprire delle problematiche che farebbero diventare Livorno la nuova Taranto». Nel mentre, la multinazionale petrolifera continua a tamponare l’inquinamento con misure di contenimento previste dalla legge ma tutt’altro che risolutive. E anziché individuare le aziende effettivamente responsabili e obbligarle a bonificare, la Regione ha approvato un accordo che autorizza un nuovo impianto potenzialmente in grado di compromettere ulteriormente l’area.

[di Simone Valeri]

Lo sciopero generale spontaneo dei lavoratori americani

2

I media statunitensi non hanno dato molto peso al grande sciopero che sta avendo luogo nel paese. È disorganizzato, praticamente privo di presenza sindacale, e quasi non si potrebbe chiamare uno sciopero generale, ma è la prima volta in decenni che i lavoratori americani si stanno davvero mobilitando, in massa e in lungo e in largo in tutto il paese. Dalle miniere di carbone dell’Alabama al personale degli ospedali californiani al mondo del cinema e della televisione. È la più grande ondata di fermento che gli USA abbiano visto almeno negli ultimi tre anni.

Si è parlato di “carenza di forza lavoro“, ma la realtà è ben più complessa. Secondo il report appena rilasciato dal dipartimento del lavoro, al termine di questo anno e mezzo di pandemia, è cresciuto esponenzialmente il numero di offerte di lavoro (+62%), ma allo stesso tempo si assume poco. Molti poi lasciano il proprio posto (circa 4 milioni di persone al mese, da aprile ad oggi) e diversi hanno optato per il prepensionamento. A motivare questa spinta sono le condizioni lavorative, spesso pessime. Salari bassi, pochi benefit a livello sociale, capi irrispettosi. E la pandemia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Come ha riportato un recente sondaggio realizzato dal sito di annunci Monster.com su un campione di 649 lavoratori statunitensi, il 95% degli intervistati si dichiara intenzionato a lasciare il proprio posto di lavoro, e la prima ragione è il burnout (in un terzo dei casi). Solo ad agosto, 4,3 milioni di persone (il 2,9% di tutta la forza lavoro) si sono licenziate, il dato più alto dal 2000.

Parliamo quindi di milioni di lavoratori, per lo più impiegati in settori poco retribuiti e non organizzati in sindacati, che si stanno mobilitando in vari stati per ottenere salari più dignitosi e migliori condizioni lavorative. Si stanno licenziando in massa in numerosi settori, dall’educazione al settore sanitario, passando per i lavori manuali. Un vero e proprio sciopero di milioni di persone che spesso lasciando il proprio impiego stanno rimanendo senza nulla.

Persino Hollywood è stata coinvolta – non le star, ma tutti i personaggi che lavorano dietro le quinte, come gli operatori di ripresa, i truccatori e gli assistenti, cui sono stati imposte modalità di lavoro estreme dopo lo stallo della pandemia. Questi lavoratori chiedono non solo una maggiore retribuzione, ma anche di avere delle vere pause pranzo e dei momenti di riposo tra i vari turni. Come loro anche i medici e soprattutto gli infermieri, esasperati dai turni, diventati particolarmente duri durante la pandemia. Ma anche gli insegnanti, i minatori e migliaia di dipendenti Kellog’s, costretti a turni estenuanti e privati dei giorni di malattia.

Uno sciopero non organizzato a livello sindacale, ma sicuramente organico, perché sta interessando moltissimi stati, moltissime categorie di lavoratori. Disorganizzato solamente perché spontaneo, generato naturalmente dalla frustrazione e lo scontento di milioni di persone.

[di Anita Ishaq]

La sperimentazione del vaccino Pfizer sarebbe stata viziata da falsificazioni e violazioni delle procedure

8

Una ex dirigente della Ventavia Research Group, organizzazione di ricerca impegnata nelle prime sperimentazioni del vaccino anti-Covid prodotto da Pfizer, ha denunciato una lunga serie di cattive pratiche messe in atto nel corso della sperimentazione. Tra queste: falsificazione dei dati, violazione delle procedure di ricerca e cattiva conservazione dei vaccini. Le dichiarazioni rilasciate a The BMJ, prestigiosa rivista medica britannica, sollevano non pochi dubbi sull’integrità dei dati e sulla regolarità delle supervisioni che vengono effettuate all’interno di queste aziende.

Brook Jackson è stata per un breve periodo direttore regionale del gruppo di ricerca texano Ventavia, il quale nell’estate 2020 ha cominciato i trial clinici per la sperimentazione del vaccino Pfizer contro il Covid-19. Durante il breve periodo in cui Jackson ha ricoperto tale incarico ha riscontrato diverse problematiche nelle metodologie di conduzione dello studio, dalla falsificazione dei dati alla non adeguata preparazione degli impiegati che somministravano il vaccino, alla violazione delle procedure che avrebbero garantito lo svolgimento in cieco dello studio. Con il termine “in cieco” si definiscono quegli studi condotti senza che il paziente che si è prestato alla sperimentazione sappia se sta ricevendo il medicinale o il placebo, garantendo così l’autenticità dei risultati ottenuti. L’efficacia dello studio aumenta quando condotta “in doppio cieco”, ovvero quando nemmeno il ricercatore sa quale delle due sostanze sta somministrando.

Dopo vari tentativi inascoltati di notifica delle irregolarità ai dirigenti di Ventavia, Jackson ha inviato una mail di notifica dei fatti alla FDA, ovvero l’ente statunitense che si occupa dell’approvazione dei farmaci: la mattina dopo, il 25 settembre 2020, è stata licenziata da Ventavia in quanto “persona non idonea” per l’incarico. Jackson, esperta nel coordinamento e nella gestione della ricerca clinica, con 15 anni di esperienza alle spalle, ha così deciso di fornire a The BMJ un’enorme quantità di foto e documenti che comprovano le accuse da lei rivolte all’azienda. Alcune foto mostrano l’inadatto smistamento degli aghi usati, gettati in sacchetti di plastica per rifiuti biologici (col rischio di bucarli e ferire il personale) invece che negli appositi contenitori, altre i materiali di imballaggio del vaccino con i numeri di identificazione dei partecipanti alla sperimentazione scritti sopra e lasciati incustoditi, col rischio potenziale di compromettere lo studio in cieco.

Quest’ultima violazione, potenzialmente in grado di compromettere risultati della sperimentazione, potrebbe essere avvenuta su scala molto più ampia: Jackson ha dichiarato infatti che le stampe di conferma dell’assegnazione del farmaco sono state lasciate nelle cartelle dei partecipanti, in tal modo visibili per il personale medico. Come misura correttiva, presa a distanza di due mesi dall’inizio del trial, è stato semplicemente intimato al personale medico di rimuoverle.

Tra le irregolarità registrate da Jackson vi sono poi la cattiva conservazione dei vaccini a temperature non idonee, errori nell’etichettare i campioni di laboratorio, il non monitoraggio da parte del personale medico dei pazienti che avevano subito l’iniezione e il mancato follow up di coloro che avevano sperimentato reazioni avverse. Jackson riporta che coloro che hanno denunciato la mala gestione sono stati vessati dall’azienda, nonostante i dirigenti sapessero che gli errori commessi fossero “significativi”, come emerge da una registrazione di fine settembre 2020. Due ex dipendenti hanno accettato di parlare con BMJ in forma anonima, confermando tutto quanto era stato rivelato da Jackson. I documenti dimostrano che i problemi sono continuati per settimane, già prima che Jackson fosse assunta.

FDA (la quale, come abbiamo scritto qui, è piena di medici legati a Pfizer) una volta ricevuta la segnalazione di Jackson, ha deciso però di non portare avanti un’ispezione. Un documento informativo redatto da Pfizer e presentato a una riunione del comitato consultivo FDA tenutasi il 10 dicembre, durante la quale si è discusso dell’autorizzazione all’uso di emergenza del vaccino, non ha menzionato i problemi riscontrati a Ventavia. Il giorno dopo, FDA rilascia l’autorizzazione per il vaccino. Quando, ad agosto 2021, FDA pubblicherà la lista dei siti di sperimentazione ispezionati (9 su 153) quelli di Ventavia non vi figureranno: ad oggi ancora nessuna ispezione è stata fatta.

Da quando Jackson è stata licenziata, Pfizer ha subappaltato altri quattro studi clinici sui vaccini a Ventavia: uno sugli effetti su bambini e giovani adulti, uno sulle donne incinte e un terzo sulla somministrazione della dose booster.

[di Valeria Casolaro]

Whirlpool, rigettato il ricorso: via libera a 340 licenziamenti

0

Confermati i licenziamenti di 340 operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli, dopo che il Tribunale ha rigettato il ricorso per condotta antisindacale presentata da Fim, Fiom e Uilm riguardo alla chiusura della struttura di via Argine. La decisione è arrivata stamattina, ma l’azienda ha cominciato a inviare le prime lettere già ieri pomeriggio, dopo che nei giorni scorsi non era stata trovata una soluzione per assicurare la continuità occupazionale. I sindacati hanno diffuso nella serata di ieri una nota nella quale hanno accusato il governo e il Ministero dello Sviluppo Economico di non aver saputo tutelare i lavoratori e “non avere nessun progetto concreto” per scongiurare i licenziamenti degli ormai ex dipendenti della Whirlpool.

Latti vegetali: quali sono i migliori e sono davvero indicati per tutti?

0

Le bevande vegetali, considerate oggi un’alternativa più salutare al latte vaccino, non sono in realtà indicate per tutti. Inoltre non si tratta affatto di “ottima alternativa” al latte in quanto i nutrienti che contengono le due bevande sono completamente differenti e diverso è anche l’impatto nutrizionale, come è ovvio che sia. Approfondiamo nei dettagli le varie tipologie di bevanda vegetale e vediamo per quali categorie di persone questi “latti” non sono particolarmente indicati.

Latte vegetale di riso

Apparentemente è la bevanda più delicata e innocua che ci sia. In realtà, ha un elevatissimo contenuto di zuccheri (anche senza che venga aggiunto dello zucchero dalla azienda che mette in commercio il prodotto o dal consumatore a casa). In medi contiene 9-10 grammi di zuccheri ogni 100 ml di bevanda, il che significa che in un bicchiere standard di latte (200 ml) abbiamo già la bellezza di 18-20 grammi di zuccheri (corrispondono a 4-5 cucchiaini di zucchero). In questo caso parliamo di zuccheri semplici di rapida assimilazione nell’organismo, non di amidi che sono a più lento assorbimento. Si veda l’etichetta di una qualsiasi confezione di latte di riso, e si legga il valore degli zuccheri per rintracciare la quantità.

Questi zuccheri sono di conseguenza anche ad alto indice glicemico dal momento che sono a rapido assorbimento e perchè il latte di riso non contiene fibre. Pertanto il consumo di questa bevanda non è adatto a tutte quelle persone che presentano problemi di glicemia alterata, diabete di tipo 1 e di tipo 2, e insulino-resistenza (pre-diabete). Non è adatta neppure alle persone in sovrappeso che cercano il dimagrimento, perché l’alto indice glicemico del latte di riso farà alzare i livelli di insulina in maniera importante e quindi spegnerà in automatico l’interruttore del dimagrimento nell’organismo (è noto infatti che con livelli di insulina elevati è impedita la lipolisi dei grassi nell’organismo). Pensate ad una colazione dove già mettiamo in circolo 18-20 grammi di zucchero solo con il latte di riso, magari mangiamo anche delle fette biscottate con marmellata o dei biscotti e il carico di zuccheri aumenta ancora…ecco che abbiamo preparato per il nostro corpo qualcosa di assolutamente non funzionale per lo stato di salute!

Non adatto alla colazione dei bambini

Per queste ragioni il latte di riso non è adatto nemmeno per la colazione dei più piccoli, specialmente se il pasto è impostato, come da tradizione italiana, a base di zuccheri, biscotti, brioche da inzuppare e succhi di frutta anch’essi pieni di zucchero. Questo tipo di colazione – è stato dimostrato da numerosi studi – è svantaggiosa per la salute dei bambini, portando ad una stimolazione eccessiva del sistema nervoso con sintomi come eccitazione ed euforia (nella fase di glicemia alta nelle prime 2 ore), irrequietezza, noi, apatia e sindrome da deficit di attenzione che influenza anche il rendimento scolastico (nella fase successiva di ribasso glicemico).
La causa di tutto questo sconvolgimento ormonale è l’enorme carico di zucchero mattutino non bilanciato da un adeguato introito di proteine, fibre e grassi sani. Per i bambini tale bevanda potrà andare bene solo dopo l’attività fisica, perché la ricchezza in zuccheri non produrrà scompensi e turbamenti a carico di fegato e pancreas (dopo un lavoro fisico e muscolare gli zuccheri assunti vanno a ripristinare le scorte di glicogeno muscolare e non si accumulano sotto forma di calorie in eccesso e grassi). Vedremo come per i bambini a colazione è molto più adatto il latte di avena o di miglio, per esempio. Un’altra categoria di persone (donne) che non dovrebbero consumare questa bevanda ricca di zuccheri sono coloro che soffrono di candidosi. La proliferazione del batterio della Candida Albicans aumenta, infatti, in presenza di una alimentazione ricca di zuccheri.

Per chi è adatto allora il latte di riso?

Senz’altro per tutti gli sportivi, una categoria di individui che ha un aumentato fabbisogno di carboidrati e zuccheri rispetto alla persona comune e sedentaria. Gli sportivi hanno una sensibilità insulinica molto buona, tutto il tessuto muscolare diventa più recettivo agli zuccheri (proprio con un aumento del numero di recettori nel muscolo) rispetto a quello delle persone comuni che non svolgono attività fisica. Il metabolismo dello sportivo è molto elevato e quindi più attivo, questo comporta che il corpo di uno sportivo non solo può permettersi di assumere più cibi a base di carboidrati rispetto al sedentario, ma che addirittura ne ha bisogno per continuare a mantenere la prestazione fisica a determinati livelli e il metabolismo sempre alla massima efficienza (il metabolismo rimane più elevato di quello del sedentario sia che la persona stia praticando sport, sia quando è a riposo nelle ore successive all’attività fisica).
Infine, a mio avviso il latte di riso è ottimo per la preparazione di frullati (purché non si aggiunga frutta e zucchero, chiaramente), nella preparazione di dolci fatti in casa, oppure per macchiare il caffè quando ci si vuole abituare a non zuccherarlo.

Latte vegetale di avena, meno zuccheri

Passando al latte di avena, il contenuto in carboidrati e zuccheri di questa bevanda è invece inferiore rispetto al latte di riso, circa la metà. Quindi diventa già una bevanda accettabile per la colazione, anche per i diabetici, perché al contrario del latte di riso contiene anche un certo quantitativo di fibra. Inoltre il latte di avena contiene anche una piccola percentuale di proteine, che il latte di riso invece non presenta. Anche questo aspetto contribuisce ad avere un impatto glicemico più basso sull’organismo e a rallentare l’assorbimento dei carboidrati dell’avena.

Latte di soia

Questo latte vegetale, essendo ottenuto da un legume, al contrario del latte di riso o di avena che provengono dai cereali, presenta delle caratteristiche differenti. Innanzitutto abbiamo un bassissimo contenuto in zuccheri e carboidrati, pari a circa 1 gr di carboidrati per 100 ml di bevanda (10g soltanto di carboidrati per litro). Questo elimina alla radice la preoccupazione riguardo gli sbalzi glicemici e gli aumenti di insulina. Inoltre, il latte di soia ha un buon contenuto di proteine, circa 3,5 grammi per 100 ml, pertanto un bicchiere normale di bevanda da 200 ml apporterà circa 7g di proteine, che se assunte a colazione, saranno un toccasana per l’italiano medio, abituato ad una colazione dolce ricca di zuccheri e priva di proteine.

Occhio alle allergie

Per contro il latte di soia può scatenare episodi allergici in alcune persone, dal momento che questo legume contiene diverse sostanze allergizzanti (allergeni).

Problemi ormonali

La soia contiene delle sostanze chiamate isoflavoni, che funzionano come fitoestrogeni, ovvero composti di origine vegetale che possono attivare i recettori degli ormoni estrogeni nel corpo umano. In gergo medico-nutrizionale si dice che queste sostanze sono appunto dotate di attività estrogenica. L’assunzione in eccesso o troppo frequente di latte di soia e altri alimenti derivati della soia (tofu, hamburger di soia ecc.) può provocare pertanto squilibri ormonali, specialmente negli uomini in cui possono verificarsi episodi di ginecomastia (aumento della ghiandola mammaria), calo della libido e diminuzione della conta spermatica (calo degli spermatozoi). Queste problematiche ormonali sono state già rilevate in vari studi scientifici sulla soia.
Gli isoflavoni della soia possono aumentare il rischio di cancro al seno, specialmente nelle donne che hanno già avuto episodi di tumore al seno. Alcuni studi hanno evidenziato che gli isoflavoni della soia possono stimolare la proliferazione e l’attività delle cellule tumorali nel seno.

Le buone notizie

Ma non ci sono solo notizie negative sulla soia: infatti gli studi scientifici sulla soia e sugli isoflavoni (in particolare uno dei suoi isoflavoni, la genisteina) hanno mostrato anche degli effetti positivi per le donne in menopausa. Poi ci sono studi che mostrano l’utilità nell’abbassare i livelli di colesterolo cattivo e per ridurre il rischio di cancro alla prostata.
Vediamo meglio alcuni di questi studi: nelle donne in età post menopausale, in cui l’attività degli ormoni estrogeni viene meno in maniera fisiologica e naturale, un’integrazione della dieta a base di soia e di isoflavoni della soia ha mostrato di recare benefici con diminuzione significativa dello stato d’ansia, della depressione, dei sintomi vasomotori (vampate di calore) e della perdita di interesse sessuale.
Alcuni scienziati hanno messo in evidenza come l’utilizzo di isoflavoni di soia possa costituire addirittura un metodo alternativo e valido alla terapia ormonale sostitutiva farmacologica (TOS) per la donna in menopausa.

Coltivazioni di soia: problemi di etica ambientale?

Di recente abbiamo assistito ad un grande clamore mediatico a livello istituzionale sull’olio di palma e sulle questioni di etica ambientale che la produzione di questo alimento comporta. Anche sulle coltivazioni di soia si discute da anni a livello internazionale, in quanto sono emersi problemi di tipo ambientale ed etico. Non siamo arrivati ad una presa di posizione ufficiale e sanzionatoria come nel caso dell’olio di palma, tuttavia ritengo che in breve tempo anche questa questione verrà portata alla ribalta definitivamente.
La produzione di soia infatti ha dietro di sé una scia di sangue e di crimini ambientali su cui andrebbe fatta una riflessione molto seria: si tratta di una coltivazione molto controversa perché legata alla sofferenza e a volte anche all’uccisione degli Indios, alla distruzione di aree della foresta Amazzonica grandi come nazioni o allo sfruttamento della popolazione rurale cinese.

[di Gianpaolo Usai]

EMA, prorogata di un anno commercializzazione vaccino Pfizer

2

La Commissione Europea ha dato il via libera per il rinnovo di un altro anno dell’autorizzazione alla commercializzazione condizionata del vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNTech contro il Covid-19. Si tratta di una procedura concepita appositamente per consentire la rapida messa a disposizione di medicinali d’emergenza in caso di situazioni eccezionali come l’attuale pandemia. A comunicarlo è il sito dell’EMA, che ha anche pubblicato i dati a supporto dell’estensione di Cominraty per includerne l’uso nei giovani tra 12 e 15 anni.