sabato 14 Dicembre 2024

Bill Gates e Jeff Bezos finanziano attività estrattive in Groenlandia

La nuova sfida di oggi, per molte multinazionali, è la ricerca di nuove fonti di cobalto, vista la richiesta sempre crescente di veicoli elettrici. È così che nascono progetti in cui coinvolte sono grandi società, dove vengono riscontrati ingenti investimenti da parte di uomini d’affari, come è accaduto per il progetto Disko-Nuussuaq in Groenlandia: la società di esplorazione mineraria KoBold Metals, e la londinese Bluejay Mining (JAY.L) hanno infatti firmato un accordo col fine di cercare i principali materiali che danno vita ai veicoli elettrici. Il territorio di interesse delle società è appunto la Groenlandia, e tra chi ha scelto di finanziare il progetto, spuntano i nomi di due magnati contemporanei: Jeff Bezos e Bill Gates. Quest’ultimo, conosciuto per essere il fondatore di Microsoft Corporation, ha in mano, insieme al fondatore di Amazon.com Inc., Jeff Bezos, la supervisione del fondo per il clima e la tecnologia Breakthrough Energy Ventures che è tra i principali investitori della società privata KoBold Metals. Rod McIllree, presidente esecutivo di Bluejay, ha infatti parlato di Gates e Bezos come coloro che «Portano molta capacità tecnica e finanziaria a questo progetto. Quello che portiamo è la risorsa e la capacità di operare efficacemente in Groenlandia». Altri fondamentali investitori del progetto sono poi Andreessen Horowitz e la compagnia energetica norvegese Equinor ASA.

Per andare alla ricerca di materie prime, la KoBold Metals utilizza l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e altre tecniche di calcolo per raccogliere dati sui terreni, capire quali acquistare e quale sia il punto giusto per trivellare così da scoprire nuovi giacimenti minerari. Per il nuovo progetto Disko-Nuussuaq la società avrà, entro il 31 dicembre 2024, una spesa di 15 milioni di dollari in finanziamenti per il piano di esplorazione sulla costa occidentale della Groenlandia, in cambio di una quota del 51% nel progetto, come precisato dall’inglese Bluejay in un comunicato. La decisione di investire nell’area della Groenlandia occidentale viene poi dalla conferma, grazie ad alcuni studi, di una particolare somiglianza da parte dell’area in Groenlandia, con la geologia della regione russa di Norilsk-Talnakh, che è tra le più ricche di nichel e palladio. Come specificato da Rod Mclllree, presidente esecutivo di Bluejay, «Il tipo di mineralizzazione è molto simile, sono elementi del gruppo nichel-rame-cobalto-platino. E’ di altissimo grado. E’ stata identificata per la prima volta alla fine del XIX secolo, quando hanno scoperto un masso di metallo di 20 tonnellate che era in realtà caduto da una scogliera e rotolato sulla riva». Rod Mclllree ha poi aggiunto «Il prossimo anno il piano è quello di ottenere una comprensione più profonda utilizzando la tecnologia KoBold, e potremmo anche vedere alcune trivellazioni».

Un progetto, il Disko-Nuussuaq, enorme e che potrebbe portare a serie conseguenze. L’area del progetto, è paragonabile, per estensione, a quella del Lussemburgo: ben 2.776 km2. Ci sono per ora venti target pronti per la trivellazione su larga scala, per.i quali già sono state ottenute le licenze e non solo; le licenze sono state anche ampliate. Il fatto che il progetto sia innanzitutto per investire sulla realizzazione di veicoli elettrici, dimostrati essere una grande risorsa – anche se discussa – per la lotta contro il cambiamento climatico, preveda una così rischiosa operazione, apre dei punti di domanda. L’area è infatti molto delicata e l’operazione mineraria è gigantesca, in un momento storico in cui la situazione della Terra va peggiorando in tempi record: qualche giorno fa, infatti, c’è stato un ulteriore, importante allarme lanciato dall’Ipcc. Tra l’altro, è proprio un fondo per il clima e la tecnologia (il sopracitato Breakthrough Energy Venture) a finanziare un progetto che rischia di portare gravi conseguenze ambientali.

[di Francesca Naima]

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3 Commenti

  1. Non mi sembra scandaloso.
    Si tratta di interventi che vanno controllati e ben supervisionati, ponendo condizioni ben chiare ed assistite da fideiussioni miliardarie, se davvero ci si vuole tutelare da abusi che possano incidere sull’ambiente.

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