giovedì 20 Novembre 2025
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L’Italia sostiene Cuba: aiuti economici per un valore di 1,5 milioni di euro

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L’Italia ha mostrato il proprio sostegno e la propria solidarietà per l’isola di Cuba, nella difficile lotta contro il Covid. Il Bel Paese ha infatti risposto all’appello di Miguel Díaz Canel – presidente cubano – vista la situazione molto difficile in cui Cuba è immersa, tra l’emergenza sanitaria, la diffusione repentina della variante Delta e l’inasprimento del blocco economico degli Usa contro l’isola. Da Milano Malpensa è quindi partito un volo con diversi aiuti da parte dell’Italia: farmaci, attrezzature, forniture mediche… una donazione che ha un valore di circa 1,5 milioni di euro.

La pagina, la caverna, il corpo

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Non sono più tempi di scrittura a mano libera. Utilizziamo stili di programmi grafici e di editing già predisposti, ci siamo quasi disabilitati a tracciare segni con penna o matita, a incidere su fogli le nostre tracce. Ho letto che i francobolli stanno per uscire di scena, il senso epistolare in effetti svanisce. Non si riempiono più pagine ma si rincorrono concitate mail, SMS, WhatsApp.

Nessuno è più riconoscibile attraverso il proprio stile scrittorio, le singole lettere vengono digitate disgiuntamente, non si forma più un legame tra di loro. Roland Barthes aveva scritto quasi sessant’anni fa “Il grado zero della scrittura” dove parlava di una dimensione aurorale dello scrivere, del bloccare la voce, i disegni della mente e del cuore, affermava che scrivere a mano è come riempire un vuoto, vincere una attesa.

In effetti la scrittura è un atto magico, è un imprimere nuvole nel cielo, onde nel mare, screziature nel deserto, rughe sui volti, decori sulle stoffe.

Scrivere è memoria, è lasciare il segno. Forse esiste una parentela tra i graffiti sulle rocce e nelle caverne preistoriche e i writers delle metropoli, tra la religione primitiva e l’attuale ansia di mostrare. Per esserci nel mondo, bisogna farsi sentire, farsi leggere, farsi vedere. Di recente un negoziante di Torino ha trovato al mattino la saracinesca del suo negozio trasformata in una stupenda prospettiva iperrealista.

In Francia (Anduze, La bambouseraie) ho incontrato la porta di ingresso a un giardino zen di bambou che richiamava il segno giapponese per “Hana”, ‘fiore’. Ancora Roland Barthes, nel suo studio ‘L’impero dei segni’, 1970, annotava che la scrittura giapponese è vuota e insieme tridimensionale. Appunto. Una scrittura che segna, quasi con un gesto, l’apertura al senso. Nella scrittura è davvero contenuto un movimento, un ponte verso qualcuno, l’impalcatura di un sentimento o di una idea.

Scrivere è sempre scriversi e scriverti, a un io e a un tu che poco conosciamo. Tutti aspetti che meriterebbero una speciale educazione. Un tempo la scuola imponeva la calligrafia, un ordine regolato, ma anche il disordine va benissimo, se riesce a evidenziare. Come nei tatuaggi, dove parzialmente io divento superficie espressiva, il mio corpo è la tavola scrittoria, la tela della mia identità. Nel mondo antico ‘stilo’, da cui ‘stile’, era il coltellino che serviva a incidere sulla tavoletta di cera le parole, a fissare un senso. E destinarlo a qualcuno, noto o ignoto, e a uno sguardo futuro.

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Afghanistan: raid Usa, morto un membro dell’Isis-K

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Afghanistan: raid degli Stati Uniti nella provincia di Nangahr. Ad autorizzare il raid è stato Joe Biden, mentre il capo del Pentagono Lloyd Austin ha poi impartito l’ordine. È così stato ucciso un membro dell’Isis-K, una delle menti dell’organizzazione terroristica che ha attaccato l’aeroporto di Kabul (come sostiene il Pentagono). Il raid, eseguito tramite drone, non avrebbe lasciato alcuna vittima civile, come specifica in una nota Bill Urban, portavoce del Central Command.

Un cronometro quantistico potrebbe rivoluzionare la diagnostica

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I ricercatori dell’Università del Colorado hanno progettato il cronometro quantistico più preciso al mondo, al fine di misurare le tempistiche di movimento dei fotoni che compongono la luce. La chiave è la “lente temporale”, un particolare strumento ottico ultravioletto dotato di una sensibilità cento volte superiore alla tecnica comune TCSPC (conteggio del singolo fotone correlato al tempo), che tiene il conto dei fotoni che rimbalzano su un oggetto in maniera semplicistica. La lente, invece, li misura singolarmente, riuscendo a distinguere quelli che arrivano con uno scarto di diverse centinaia di quadrilionesimi di secondo, ordine di grandezza nettamente superiore rispetto a quello raggiungibile dai dispositivi tradizionali.

La “lente temporale” può essere paragonata al timer per il calcolo del punteggio degli atleti: gli scienziati dirigono un raggio laser su un campione – una proteina, un oggetto, un elemento geologico – e registrano le particelle di luce che rimbalzano su esso. Più fotoni vengono individuati, più si è in grado di analizzare – e quindi conoscere – il campione esaminato. Per capire meglio il meccanismo, si immaginino due corridori (fotoni) così vicini da rendere impossibile al cronista della gara di distinguerli. Questo, quindi, decide di osservarli attraverso la lente riuscendo, finalmente, a scorgere quello spazio tra gli atleti che a occhio nudo non era visibile. Ed è proprio l’individuazione di questo “spazio” a fare la differenza, quando si analizzano nel dettaglio piccole molecole.

L’innovativo strumento ottico può essere applicato a qualsiasi dispositivo tradizionale, anche il più economico, rendendolo estremamente preciso. Un altro aspetto importantissimo, considerando che il TCSPC è componente essenziale di molte tecnologie di imaging, riguarda l’applicazione di questa invenzione nei sensori usati per mappare intere foreste e catene montuose o nei dispositivi medici per la diagnosi di gravi malattie, quali la degenerazione maculare – patologia causante il deterioramento della retina-, l’Alzheimer e il cancro. Tuttavia, secondo gli esperti, ci vorrà ancora del tempo prima che questa tecnologia diventi comune nei laboratori scientifici. Ciononostante sono fiduciosi del fatto che la “lente temporale” permetterà di avere, in un futuro prossimo, una precisione mai raggiunta prima nelle ricerche.

[di Eugenia Greco]

Brasile, migliaia di indigeni in protesta: una sentenza detterà la sorte

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Migliaia di persone in Brasile hanno scelto di fare sentire la propria voce per andare contro la proposta di legge chiamata Marco Temporal (limite temporale). La protesta ha visto 6.000 indigeni di 176 diverse tribù occupare le strade di Brasilia, contro dell’ala di destra del Parlamento, sostenitrice di Bolsonaro. Con il Marco Temporal, tutti i popoli indigeni impossibilitati a provare il loro abitare fisicamente i territori dal giorno in cui fu promulgata la Costituzione, non hanno più diritto di continuare a occupare tali aree. Da Survival International (l’organizzazione mondiale per i diritti dei popoli indigeni) viene precisato che, nel momento in cui la Corte Suprema dovesse esprimersi a favore della proposta di legge sul Marco Temporal, allora gli indigeni perderanno completamente il diritto di abitare nelle terre che ora occupano. Solo ed esclusivamente gli indigeni in grado di dimostrare che il loro vivere in determinati territori risalga al 5 ottobre 1988 (giorno, appunto, in cui fu promulgata la Costituzione) allora potranno rimanervi.

Sono quindi partite svariate proteste, in Brasile ma anche nel resto del mondo, come a Londra (il 25 agosto davanti l’ambasciata brasiliana) e a San Francisco (il 24 agosto davanti al consolato brasiliano). L’obiettivo è quello di fermare una volta per tutte gli attacchi diretti nei confronti degli indigeni. Infatti, le proteste non si muovono solo contro il Marco Temporal, ma contro un ensemble di piani del governo, come il PL 490, conosciuto anche come “Progetto di legge della Morte”. Non a caso il 9 agosto, l’Apib (Articolazione dei popoli indigeni del Brasile) ha presentato un’istanza alla Corte penale internazionale per denunciare il genocidio da parte del governo di Bolsonaro. L’Apib ha mosso l’accusa di genocidio ma anche di ecocidio contro il presidente Bolsonaro: dall’insediamento del presidente (nel 2019) tanto la tutela dell’ambiente quanto il rispetto umano hanno rappresentato tutt’altro che una priorità. Le scelte di Bolsonaro hanno infatti remato contro quelli che dovrebbero essere concetti e diritti fondamentali.

L’Apib ha anche dato il via alla mobilitazione internazionale Luta Pela Vida, che ha previsto una veglia davanti al Supremo Tribunal Federal. La veglia ha avuto luogo proprio la sera prima dell’avvio delle votazioni sul Marco Temporal, come fa sapere Survival International. Comunque, se approvato, il Marco Temporal sarebbe davvero sinonimo di una grave involuzione. Con l’approvazione del Marco Temporal – oltre al tornare indietro di secoli – ci sarebbe il rischio di, letteralmente, sterminare intere tribù: «Per i popoli indigeni, è la sentenza più importante degli ultimi decenni: è a rischio il futuro di centinaia di migliaia di persone» ha infatti allarmato la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce. La sentenza influenzerà, poi, 230 rivendicazioni di terra in sospeso, molte delle quali offrono un baluardo contro la grave deforestazione nella foresta amazzonica.

[di Francesca Naima]

Kazakistan: esplosioni in una base militare, 5 morti

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Nel Sud del Kazakistan una serie di esplosioni ha causato la morte di cinque soldati, oltre ai circa novanta feriti. Le esplosioni hanno avuto luogo oggi e sono state innescate dall’incendio che si è sviluppato ieri in una base militare. Non è stato ancora possibile capire quale sia la causa dell’incendio, ma nella base in provincia di Zhambyl si trovavano i magazzini di diversi esplosivi, come ha fatto sapere Nurlan Yermekbayev, ministro della Difesa.

Le multe anti-Covid sono la nuova arma della Procura di Torino contro i No Tav

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Centinaia di multe da 400 euro l’una sono arrivate e continuano ad arrivare per posta ai militanti No Tav, sanzionati per violazione delle normative anti-Covid anche a diversi mesi di distanza dall’aver partecipato a manifestazioni di protesta contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione. Una pratica inedita e tanto più sospetta perché, come sottolineato dagli avvocati del movimento, «non riservata ad altre manifestazioni pubbliche, come ad esempio quelle relative ai festeggiamenti per la vittoria della nazionale agli europei di calcio». Le multe sono state comminate non per violazioni ad articoli di legge e nemmeno per aver violato il coprifuoco nei mesi in cui erano attivi i DPCM che li prevedevano, ma semplicemente per aver partecipato a manifestazioni che non sarebbero state stanziali (erano permessi solo i sit-in) ma si sono trasformate in cortei.

Che le misure amministrative siano state utilizzate come pretesto per colpire i manifestanti è talmente chiaro che anche un quotidiano mainstrem come La Repubblica ha scritto che «la strategia della questura di Torino non sembra avere come prima finalità la tutela della salute» ma appare «una risposta che, sfruttando gli strumenti giuridici offerti dalla pandemia, punta a sanzioni economiche più che attendere l’esito di ben più lunghi processi penali per coloro che hanno aderito alle manifestazioni».

A nessuno dei multati la contestazione è stata notificata durante le manifestazioni, tutti se la sono vista recapitare a casa a diverse settimane dai fatti, dopo essere stati individuati a distanza in quanto già attenzionati dalla Digos. Si tratta insomma di una strategia amministrativa che punta a sanzionare i manifestanti nella speranza di scoraggiarli dal partecipare a nuove iniziative di protesta contro l’opera che da oltre vent’anni è avversata dalla popolazione della Val di Susa e i cui lavori sono stati sbloccati dal governo Draghi nel maggio scorso.

Un punto in più nella strategia di logoramento del movimento popolare contro l’opera che nelle ultime settimane si è rafforzata lungo più direttrici: dalla mobilitazione di 10.000 agenti contro le proteste, allo stanziamento di 8 milioni di euro di fondi pubblici per l’attuazione di campagne di comunicazione in favore dell’opera. Il nuovo tassello è appunto l’utilizzo delle restrizioni pandemiche contro i manifestanti, un appiglio che deve far riflettere anche alla luce di quanto sta avvenendo in sempre più paesi europei, ovvero l’utilizzo della pandemia come pretesto per restringere le libertà democratiche e reprimere il dissenso.

 

Attentato all’aeroporto di Kabul: sale il numero di morti e feriti

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Ieri l’aeroporto di Kabul è stato colpito da più esplosioni e lo Stato islamico (Isis) ha rivendicato gli attacchi. Per ora si contano 150 feriti e circa 90 persone che hanno perso la vita, compresi 13 soldati degli USA. Durante la diretta televisiva di ieri sera, il presidente Joe Biden ha detto di avere concordato con il Pentagono la pianificazione di una risposta armata al gruppo: «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e vi faremo pagare» ha detto Biden.

Usa: vaccino Pfizer definitivamente approvato o no? Come stanno le cose

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Lunedì 23 agosto la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato il primo vaccino anti Covid-19. La notizia è reperibile sul sito ufficiale e viene introdotta nel seguente modo: «La FDA approva il primo vaccino Covid-19. L’approvazione significa un risultato chiave per la salute pubblica». Nel proseguire la lettura dei diversi documenti ufficiali allegati e le specificazioni reperibili sempre sul sito ufficiale della Fda, alcuni punti hanno generato un’ondata di questioni. La conseguenza è stata il comincio di una “guerra di trincea” mediatica, che ha portato a due versioni contrastanti: sostenere l’effettiva approvazione del vaccino da parte della Fda e il contrario. Come diretta conseguenza della notizia diffusa da più media dove si informa riguardo la decisione della Fda, si è creato un effetto domino di accuse e critiche. C’è infatti chi vede l’approvazione definitiva come una vera e propria fake news. L’accusa mossa si regge sul fato che, leggendo i documenti ufficiali, diventi palese quanto il vaccino Pfizer non sia stato effettivamente approvato in via definitiva. Quel che emerge, sempre secondo questa scuola di pensiero, è che il Pfizer sia stato autorizzato per l’uso in emergenza. L’unica novità sarebbe dunque solo l’approvazione definitiva – ma sempre per uso di emergenza – della licenza del Pfizer per chi ha un’età superiore ai sedici anni.

Per potere fare chiarezza sulla questione, è innanzitutto necessario comprendere la differenza tra l’Eua (emergency use autorization) e la Bla (biologics license application). La prima (Eua) è un’autorizzazione temporanea data se l’agenzia determina che i benefici di un prodotto superino i rischi potenziali durante un’emergenza di salute pubblica. La seconda (Bla) è una richiesta di permesso per introdurre, o consegnare per l’introduzione, un prodotto nel commercio all’interno dello Stato. Quando si parla di Bla si parla di un documento completo che viene presentato all’agenzia fornendo requisiti molto specifici. Dunque, il Pfizer aveva inizialmente ricevuto un’Eua. Ora, le due dosi di vaccino Pfizer sono state pienamente approvate per coloro che hanno dai 16 anni in su ma il nome sotto cui viene commercializzato non sarà Pfizer, bensì Comirnaty. Invece, rimane valida e viene dunque riconfermata l’Eua ma per i bambini dai 12 ai 15 anni.

La confusione creatasi è proprio per il marchio di diffusione differente e per la differenza di autorizzazioni tra le diverse fasce di età. Infatti, si specifica che il vaccino Pfizer è tutt’ora sotto l’Eua per determinati soggetti, ma che il Cominarty ha avuto l’approvazione finale dell’Fda. Oltre al comunicato dell’Fda, dalla lettera ufficiale destinata a Pfizer.Inc con mittente la stessa Fda, si apprende ancora una volta la prima vera approvazione definitiva di un vaccino: il Comirnaty.

Si evince quindi, come posto in evidenza nel documento, che l’Eua rimarrà per Pfizer-BioNTech Covid-19 e che l’uso di Comirnaty (Covid-19 Vaccine mRNA) è sempre regolato dall’Eua ma solo per determinati utilizzi che non sono stati inclusi nel Bla. Bla (biologics license application) che, nella lettera ufficiale sottolineano essere stato approvato: «Under this EUA for certain uses that are not included in the approved Bla» (pagina 2, secondo paragrafo, parte in giallo).

Dal sito ufficiale Pfizer.com, in data 23 agosto, si notino le seguenti dichiarazioni: «Pfizer Inc. (NYSE: PFE) e BioNTech SE (Nasdaq: BNTX) hanno annunciato oggi che la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti ha approvato la Biologics License Application (Bla) per COMIRNATY® (vaccino Covid-19, mRNA) per prevenire la Covid-19 in individui di 16 anni e più. COMIRNATY è il primo vaccino Covid-19 ad essere approvato dalla Fda»:

Sempre dal sito del Pfizer, vengono riportate le parole di Ugur Sahin, M.D., CEO e co-fondatore di BioNTech: «L’approvazione completa di oggi da parte della Fda sottolinea l’alta efficacia del vaccino e il profilo di sicurezza favorevole». Non solo, ieri, 25 agosto, Pfizer ha pubblicato un altro comunicato in cui ribadisce ciò che è avvenuto due giorni prima e annuncia che sta presentando un altro Bla, per l’approvazione non più – solo – di due dosi, com’è dal 23 agosto, ma addirittura per una terza dose (la decisione ufficiale verrà presa entro la fine di questa settimana).

Ricapitolando, dunque, esiste da lunendì 23 agosto un’approvazione per le persone sopra i 16 anni di una doppia dose del vaccino Comirnaty, mentre il Pfizer rimane approvato in via d’emergenza solo per chi ha dai 12 ai 15 anni e per individui che abbiano subito operazioni molto delicate come il trapianto degli organi o che siano in uno stato immunocompromesso (e di conseguenza anche il Comirnaty è sotto l’Eua solo per queste specifiche categorie di individui). Non ci sono dunque – ancora – vaccini completamente approvati per chi ha un’età dai 12 ai 15 anni, come viene specificato sempre nella lettera ufficiale:

Per quanto riguarda, ancora una volta, la lettera ufficiale, c’è un passaggio che viene usato per reggere la teoria secondo la quale l’approvazione effettiva non esista:

Il precedente passaggio (pagina 12 del documento) è uno dei punti della parte relativa a «Contiditions Related to Printed Matter, Advertising and Promotion», visibile in fondo alla pagina precedente, la numero 11. Nel passaggio si vuole specificare che in qualsiasi tipo di materiale promozionale e simile, si deve tenere presente che il prodotto non è stato approvato definitivamente dalla Fda, ma solo autorizzato per l’uso di emergenza (Eua) per gli individui dai 12 anni in su, fino a quando durerà la circostanza di emergenza sanitaria. Con questo si vuole specificare di non riportare erroneamente che l’effettiva totale approvazione sia dai 12 anni in su. Infatti poi, sempre a pagina 12, continuando la lettura, c’è l’altra sezione relativa alle «Conditions With Respect to Use of Licensed Product» (dunque il prodotto che ha effettivamente ottenuto la licenza), «Comirnaty è ora autorizzato per individui di 16 anni o più» e che comunque anche il «Licensed Comirnaty» può essere usato (ma ancora in via d’emergenza) per i soggetti dai 12 ai 15 anni o come terza dose per chi ha un’età dai 12 anni in su (punto BB del documento che segue):

Infine, di seguito le indicazioni sempre dal sito Pfizer.com, in cui si palesa ancora una volta quale vaccino sia stato effettivamente approvato e dove risieda la differenza che ha dato il via alla tempesta di opinioni contrastanti: «COMIRNATY è un vaccino approvato dalla Fda creato dalla Pfizer per BioNthec. È approvato come serie di due dosi per la prevenzione del Covid-19 negli individui dai 16 anni in su. Esso è anche autorizzato sotto l’Eua per essere somministrato per l’uso di emergenza come prevenzione negli individui dai 12 ai 15 anni e per un’eventuale terza dose dai 12 anni in su»:

Ancora, sono quindi “due” i vaccini: il Comirnaty, approvato in via definitiva e il Pfizer-BioNTech, che sono interscambiabili:

Le ragioni della scelta di “due nomi diversi” sono soprattutto logistiche. Ci sono delle dosi di Pfizer ancora da smaltire e, inoltre, è usuale dare nomi ai farmaci per una questione semantica, come viene sottolineato dagli esperti di branding. Il vaccino di Pfizer e BioNTech, ha quindi ora un nome, un marchio. Appunto, Comirnaty. Il brand, mescola  i concetti di comunità, immunità, mRNA e Covid, dunque relativo alla sua composizione e al suo utilizzo.

[di Francesca Naima]

Con il pretesto della pandemia in Europa stanno arretrando i diritti democratici

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«Brandendo la pandemia come pretesto, le autorità di alcuni paesi hanno adottato severe misure di sicurezza e adottato misure di emergenza per sopprimere le voci dissonanti, abolire la maggior parte delle libertà fondamentali, mettere a tacere i media indipendenti e ostacolare il lavoro delle organizzazioni non governative». Era il mese di febbraio quando il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, lanciava l'allarme al Consiglio annuale per i diritti umani. Nemmeno un anno dopo possiamo dire che le parole risuonano come una profezia che puntualmente si sta avverando. Non sol...

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