Se 12 mega-progetti fossili, attualmente in fase di sviluppo, venissero realizzati, causerebbero il rilascio in atmosfera di 175 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Un volume di CO2 sufficiente ad esaurire metà del carbonio rimanente per contenere l’aumento delle temperature entro 1.5ºC. A renderlo noto, il rapporto “Five years lost. How finance is blowing Paris carbon budget” realizzato da 18 Ong internazionali, tra cui l’italiana Re:Common. Lo studio prende in esame 12 progetti relativi allo sfruttamento di fonti fossili in tutto il mondo, analizzando gli impatti che causerebbero ad ambiente, clima e comunità locali.
Clima, 12 nuovi mega-progetti rischiano di condannare il pianeta
Israele e Marocco: dietro lo storico accordo c’è il sacrificio del popolo saharawi
Per la prima volta nella loro storia lo stato di Israele e quello del Marocco avvieranno relazioni diplomatiche complete. A darne l’annuncio è stato Donald Trump, artefice dell’avvicinamento tra i due stati. L’accordo tra le due nazioni consegna al re del Marocco, Mohammed VI un premio a lungo richiesto: il riconoscimento di Washington della sovranità marocchina sul territorio conteso del Sahara occidentale. Territorio dove è da poco ripreso il conflitto con il popolo saharawy che da decenni reclama l’indipendenza.
Il Marocco diventerà il quarto Stato arabo – dopo il Bahrein, Sudan e Emirati Arabi – a consolidare relazioni più calde con Israele per stabilizzare il Medio Oriente e il Nord Africa. “L’accordo richiederà al Marocco di aprire piene relazioni diplomatiche e formalizzare i legami economici con Israele. Consentirà anche sorvoli del suo spazio aereo e voli commerciali diretti verso gli aeroporti marocchini da Tel Aviv” ha dichiarato il consigliere di Trump, Jared Kushner.
Il segretario generale Antonio Guterres ha sottolineato che la posizione dell’Onu sul Sahara Occidentale “non cambia” nonostante il riconoscimento da parte dell’Amministrazione Trump della sovranità del Marocco sulla regione contesa tra le autorità di Rabat e il Fronte Polisario dei ribelli indipendentisti. Nel mentre, il movimento di indipendenza del Fronte Polisario ha condannato senza mezzi termini la dichiarazione di Trump a sostegno del governo marocchino sulla contesa regione.
Valsusa, manifestazione No Tav: botte e lacrimogeni dalla polizia
Momenti di tensione tra polizia e No Tav ieri sera in Valsusa, dove sono stati avviati i lavori per ampliare la recinzione del cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione. Alla fine dell’assemblea che si è svolta al presidio, per decidere i nuovi appuntamenti dei lavori, circa 150 attivisti hanno raggiunto in auto il “Bivio Passeggieri” a Venaus. Qui, la polizia ha caricato senza motivo i No Tav appena la fiaccolata si è avvicinata al bivio per Giaglione, lanciando loro anche una serie di lacrimogeni. Lo testimoniano oltre agli attivisti, i video, che riprendono la carica a freddo degli agenti.
Una trentina di attivisti, ha provato ad arrivare a Giaglione. Tuttavia la Digos, che dalla matina sta monitorando e presidiando la zona, li ha intercettati e bloccati. I No Tav sono stati sanzionati per aver violato la normativa anti-Covid e poi allontanati.
Nella notte al cantiere Tav in Val di Susa erano ripresi i lavori, ed è arrivata la chiamata dal movimento a raggiungere la zona per opporsi. I mezzi di lavoro sono stati scortati dalle forze dell’ordine. In quell’area, tra Chiomonte e Giaglione, a inizio novembre, Telt aveva acquisito quasi due ettari di terreni necessari al cantiere per il tunnel di base ed il nuovo svincolo con l’autostrada A32.
Recovery Fund, l’Europa ha trovato l’accordo
I paesi dell’Unione Europea hanno trovato l’accordo per sbloccare il Recovery Fund e il meccanismo “Next Generation Europe”, siglando un piano complessivo da 1.800 miliardi di euro per il rilancio dell’economia (209 dei quali destinati all’Italia). L’accordo è stato trovato dopo le tribolazioni delle ultime settimane, quando Polonia e Ungheria avevano posto il veto sull’accordo, contestando la norma che legava l’accesso ai fondi al rispetto dello stato di diritto. Secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il nuovo accordo servirà ad “alimentare la nostra ripresa e costruire una Ue più resiliente, verde e digitale”.
Siria: un’autobomba provoca almeno 16 morti
Un’autobomba è esplosa oggi a Ras al-Ain, nel nord-est della Siria, provocando almeno 16 morti, tra cui due civili e tre militari turchi. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che conterebbe anche ulteriori 12 feriti.
Il peso dei materiali che produciamo ha superato quello di tutti gli esseri viventi
Plastica, metallo, cemento ed altri materiali prodotti dall’uomo ora pesano più dell’intera biomassa terrestre. È quanto ha concluso uno studio israeliano pubblicato su Nature. In media, ogni settimana, per ogni persona del globo viene prodotta una massa pari a più del suo peso corporeo. La plastica, da sola – secondo le stime dei ricercatori – peserebbe più di tutti gli animali terrestri e di tutte le creature marine messi insieme. Il volume maggiore spetta però ai prodotti derivanti dal settore edilizio. Gli autori hanno poi evidenziato che, all’inizio del XX secolo, la massa di oggetti prodotti dall’uomo era pari a circa il 3% della biomassa. Ma nel 2020, quella prodotta artificialmente ha raggiunto 1,1 teratonnellate, superando la biomassa globale complessiva.
Senza considerare i rifiuti, la massa dei materiali di origine antropica è aumentata rapidamente nel tempo. Attualmente, il tasso di produzione si attesta in oltre 30 miliardi di tonnellate all’anno, mentre dal 1900 ad oggi la biomassa è in leggero declino. A partire da dopo la prima guerra mondiale, la massa prodotta dall’uomo è aumentata di oltre il 5% all’anno. Se la produzione umana continuasse a questo ritmo, il peso del nostro impatto supererà le 3 teratonnellate entro il 2040. “Il nostro studio – hanno concluso i ricercatori – conferma rigorosamente e quantitativamente la proposta di denominare Antropocene l’attuale era geologica”.
Caso Regeni, chiuse le indagini: 4 agenti egiziani verso il processo
A due anni dall’apertura delle indagini, è stata chiusa l’inchiesta della procura di Roma sul caso Giulio Regeni ritrovato morto in Egitto nel 2016. Rischiano il processo quattro agenti 007 egiziani: il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. I pm capitolini contestano il reato di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in lesioni personali e omicidio. Per un quinto agente, Mahmoud Najem, hanno chiuso l’archiviazione, “non sono stati trovati elementi sufficienti, allo stato, a sostenere l’accusa in giudizio”.
Nonostante l’Egitto avesse dichiarato di non collaborare, le prove sembrano schiaccianti. Il procuratore Michele Prestipino e il pm Sergio Colaiocco sostengono che Giulio Regeni è morto per insufficienza respiratoria acuta a causa delle imponenti lesioni di natura traumatica provocate dalle percosse da parte del maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Quest’ultimo infatti, oltre al sequestro di persona pluriaggravato, è stato accusato anche di lesioni gravissime e di omicidio. I “quattro indagati dopo aver osservato e controllato direttamente ed indirettamente, dall’autunno 2015 alla sera del 25 gennaio 2016, Giulio Regeni abusando delle loro qualità di pubblici ufficiali egiziani, lo bloccavano all’interno della metropolitana del Cairo e, dopo averlo condotto contro la sua volontà e al di fuori di ogni attività istituzionale, prima presso il commissariato di Dokki e successivamente presso un edificio a Lazougly, lo privavano della libertà personale per nove giorni” si legge nell’atto giudiziario.
I fondali marini sono messi in pericolo da nuove estrazioni minerarie
Per la salvaguardia dei fondali marini c’è una nuova minaccia. Nuove società minerarie private e compagnie di armi, situate tra Europa e Nord America, vedono nell’estrazione mineraria dal fondo degli oceani un nuovo fruttuoso business. Un’indagine di Greenpeace sostiene che tali aziende starebbero cercando in fondo al mare riserve di cobalto e nichel. Estrazioni di questo tipo, oltre a mettere a repentaglio la salute degli esseri viventi che popolano i mari, contaminerebbe l’acqua, produrrebbe inquinamento acustico e distruzione dell’habitat per polpi, pangolini di mare e altre specie che si annidano nelle profondità. Per Greenpeace, invece che approvare nuove licenze, i governi dovrebbero attuare una regolamentazione sulle leggi dell’oceano, per garantire protezioni adeguate. L’estrazione mineraria in acque profonde è una delle attività più distruttive La ricerca di minerali, ad esempio, viene effettuato da grossi trattori che scavano il fondo del mare. Azioni di questo tipo, inoltre, peggiorano ulteriormente l’emergenza climatica, perché ostacolano i processi naturali che immagazzinano carbonio.
L’Autorità internazionale dei fondali marini dell’Onu (Isa) non ha rifiutato nessuna delle 30 richieste ricevute da parte delle società e – particolare che rappresenta un possibile conflitto d’interessi – l’Isa incassa 500.000 dollari per ogni autorizzazione. Le aree marine in imminente pericolo coprono già un’area di dimensioni equivalenti a Francia e Germania messe insieme. Si tratta di numeri destinati a crescere rapidamente, nonostante le continue lotte degli ambientalisti in difesa della biodiversità.
SpaceX: il test della missione su Marte si conclude con un’esplosione, ma è un successo
Il salto di prova del prototipo SN8 di Starship, nuovo sistema di lancio di SpaceX, si è concluso con un atterraggio durissimo ma è stato un successo. La Starship dell’azienda aerospaziale statunitense di Elon Musk è decollata ieri alle 23:45 italiane dal centro sperimentale di Boca Chica, in Texas. Il prototipo ha volato per circa sei minuti e quaranta secondi. All’inizio tutto è andato bene: il veicolo si è lanciato con successo, ha raggiunto l’apogeo e si è ribaltato per iniziare la sua discesa. Il lancio però si è concluso con un’esplosione perché il serbatoio, con una bassa pressione, ha causato un atterraggio troppo veloce.

Musk è deciso a portare i primi uomini attorno alla Luna nel 2023 per arrivare attorno, o addirittura su Marte, nel 2026. SN8 è ormai distrutto, ma a Boca Chica i lavori sui prototipi continuano, e sono già arrivati alle fasi di produzione di SN15. Il prototipo SN9 appare ormai praticamente pronto e probabilmente, nel giro di qualche settimana, si assisterà ad un nuovo tentativo di “salto”.
È morto Paolo Rossi, l’eroe del Mundial ’82
Paolo Rossi, centravanti che viveva per il gol, è morto a soli 64 anni per un male incurabile. L’annuncio è stato dato dalla moglie, Federica Cappelletti, con una foto su Instagram accompagnata dalla scritta “Per sempre”.
“Pablito” è l’eroe dell’Italia campione del mondo del 1982 e pallone d’oro nel medesimo anno. La sua Nazionale battè il Brasile di Zico, l’Argentina di Maradona, la Polonia di Boniek e in finale la Germania di Rummenigge. Paolo era considerato “leggenda” anche dai cronisti brasiliani, che ne subirono attoniti la sua straordinaria tripletta durante Italia-Brasile (3-2). In seguito al Mundial ’82, venne riabilitato dallo scandalo del calcio scommesse.