In Italia la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19 ha esacerbato le disuguaglianze e portato un profondo mutamento nel tessuto sociale. Secondo il rapporto del Censis, infatti, nel 2020 2 milioni di famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato in aumento del 104% rispetto al 2010. Il 65% di quelle che vi sono ricadute nel primo anno della pandemia risiede al centro-nord. La pandemia ha poi avuto un forte impatto in particolare sulla psicologia dei giovani studenti: ben l’81% dei dirigenti di scuole superiori riporta un certo livello di disagio esistenziale tra i popri studenti, e l’aumento di forme di depressione. Secondo il rapporto, la società necessita a questo punto di profonde “riforme strutturali”.
Il Portogallo ha istituito la più grande riserva marina d’Europa
Il Portogallo ha istituito la più grande riserva marina a protezione integrale d’Europa e di tutto l’Atlantico settentrionale: la Riserva Natural das Ilhas Selvagens. Il governo portoghese ha esteso fino a 12 miglia e a 2.667 km2 la protezione del mare delle Ilhas Selvanges, un piccolo arcipelago situato tra Madeira e le Canarie. L’approvazione del nuovo quadro giuridico per la preservazione dell’area è stata presentata durante una cerimonia pubblica svoltasi nella sede del governo autonomo.
La decisone di intensificare la protezione delle acque dell’arcipelago è derivata soprattutto dal risultato di importanti ricerche scientifiche. In particolare, National Pristine Seas, in collaborazione con Fundação Oceano Azul e Waitt Institute, ha condotto una delle prime indagini subacquee intorno alle isole, nel settembre del 2015. La spedizione ne ha filmato la biodiversità, tramite l’utilizzo di apparecchiature ad alta tecnologia – come telecamere pelagiche a mezz’acqua e drop cam -, che hanno permesso al team di osservare sia la flora e la fauna poco profonde, sia gli habitat degli abissi. Tutto questo ha rivelato che, le acque aperte intorno alle isole, sono un punto di riferimento vitale per la migrazione di pesci e mammiferi nell’Atlantico, mentre quelle vicine alla costa forniscono importanti habitat per la riproduzione degli organismi marini.
Il rafforzamento della protezione delle Ilhas Selvagens contribuirà all’aumento della biodiversità marina e della sua capacità riproduttiva. Inoltre, garantirà l’integrità degli ecosistemi, migliorandone la conservazione in tutto l’Atlantico nord-orientale. Nell’area protetta saranno vietate la raccolta, cattura e uccisione di qualsiasi specie marina e la distruzione del loro habitat naturale; la pesca e l’estrazione di materiale geologico o archeologico, sia marino che terrestre; l’abbandono di rifiuti e il rilascio degli scarichi navali, sia in mare che sulla terra; l’utilizzo di ancoraggi – se non nelle arre progettate a tale scopo -, e l’inquinamento acustico. Si tratta di un’azione di preservazione importantissima, la quale influirà anche sullo sviluppo economico attraverso la valorizzazione del capitale naturale.
[di Eugenia Greco]
Shell pronta a riaprire attività in Libia
Shell, multinazionale leader nel settore dell’estrazione dei combustibili fossili, sta valutando di ricominciare le proprie attività in Libia, aprendo nuovi pozzi per estrarre petrolio e gas. La notizia è emersa a seguito di alcuni colloqui tra il Ministro del Petrolio e del Gas del governo di unità nazionale libico Mohamed Aoun e alcuni delegati di Shell, che avrebbero definito le aree nelle quali la compagnia potrebbe ricominciare le attività. Oltre all’estrazione di combustibili fossili, Shell vorrebbe realizzare un progetto di energia solare nei pressi di Sirte. Questo rientrerebbe tra gli obiettivi dell’azienda di ridurre la produzione di petrolio fino al 2% all’anno entro il 2030 e di arrivare, entro il 2050, al 25% del proprio budget costituito da investimenti in energie rinnovabili.
Germania: Merkel annuncia severe restrizioni per i non vaccinati
In Germania saranno imposte severe restrizioni alle persone non vaccinate, con l’estensione del 2G (accesso consentito solo a vaccinati e guariti dal coronavirus) al commercio al dettaglio su base federale e la riduzione dei contatti. Ad annunciare tali misure, previste dal pacchetto varato dall’ultima conferenza Stato-regioni, è stata la cancelliera tedesca uscente Angela Merkel durante una conferenza stampa a Berlino. Quest’ultima, inoltre, ha aggiunto che la Germania avvierà anche il dibattito parlamentare per rendere obbligatorio il vaccino anti Covid.
Genova: protesta dei metalmeccanici Fiom contro manovra del governo
Questa mattina, a Genova, i metalmeccanici genovesi della Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) sono scesi in piazza per esprimere il loro dissenso nei confronti della manovra del governo: dalle tasse alle pensioni fino alle risposte ritenute non sufficienti sui lavori usuranti e gli ammortizzatori sociali. La protesta, avente ad oggetto 4 ore di sciopero, rientra in un pacchetto di 8 ore stabilite dal sindacato in tutta Italia.
Genova è la prima città italiana a sperimentare i trasporti pubblici gratuiti
Dal 1° dicembre Genova è la prima grande città italiana a sperimentare il trasporto pubblico gratuito per specifici mezzi e fasce orarie. Da ieri è infatti possibile accedere gratuitamente alla linea della metropolitana negli orari di minor affluenza ed usufruire senza biglietto degli impianti di trasporto verticale. L’intento è di sperimentare nuove modalità per andare in direzione di una mobilità sempre più sostenibile, riducendo l’uso di mezzi privati e quindi le emissioni di CO2. La speranza è inoltre di rendere più snello il traffico, in una città spesso congestionata dall’elevato numero di mezzi che vi transitano.
La sperimentazione avviata nella giornata di ieri si protrarrà fino al 31 marzo 2022. In questo periodo sarà possibile accedere senza pagare il biglietto a funicolari, ascensori e alla cremagliera di Granarolo, la quale collega la stazione di Genova Principe al quartiere di Granarolo, sulle colline genovesi. Si potrà inoltre usufruire gratuitamente della metropolitana nelle fasce orarie tra le 10 e le 16 e tra le 20 e le 22, ovvero quelle con minor affluenza di passeggeri. L’intento è quello di spingere gli utenti a dilazionare l’uso dei mezzi, affinché il traffico non sia concentrato tutto in fasce orarie specifiche, come quella tra le 7 e le 9.30.
Il presidente di Amt (Azienda Mobilità e Trasporti) di Genova Marco Beltrami ha stimato un costo per l’azienda di circa 600 mila euro per l’intera durata della sperimentazione, che ha definito «sopportabile». L’obiettivo è anche «ampliare l’utilizzo in tutte le fasce orarie e stimolare una mobilità di prossimità tra i quartieri», ha dichiarato Beltrami. Al termine della sperimentazione si analizzeranno i dati e si capirà come proseguire ma, secondo Beltrami, è prevedibile un aumento del 10-15% dell’utilizzo della metropolitana.
«Vogliamo una realtà al passo con le grandi città europee dove il trasporto pubblico sia capillare e funzionale alle esigenze della cittadinanza, che diventi prevalente su quello privato, e a basso impatto ambientale» afferma Marco Bucci, sindaco di Genova. La viabilità della città è alquanto complessa, dal momento che il grande flusso di mezzi è veicolato da un complesso sistema di viadotti e sopraelevate che collegano le varie zone urbane. La metropolitana, che collega la zona est della città a quella ovest, attraversa alcuni dei punti nevralgici di Genova e si auspica che un implemento del suo utilizzo costituisca un importante fattore di snellimento del traffico.
L’iniziativa rappresenta un passo avanti per avviare un cambio di tendenza nella città di Genova, la quale nel 2019, secondo un’analisi di Legambiente, registrava un preoccupante tasso di inquinamento dovuto proprio al traffico veicolare, oltre che alle attività portuali e al riscaldamento domestico.
[di Valeria Casolaro]
Caso Regeni, per la Commissione d’inchiesta il regime al-Sisi è responsabile
Nella relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta incaricata dell’indagine sulla morte di Giulio Regeni la mancata collaborazione egiziana viene identificata come un’ammissione di colpevolezza. I continui depistaggi, le menzogne rilevate e la “fuga dal processo” costituirebbero infatti la prova del coinvolgimento del regime di al Sisi, che avrebbe utilizzato il processo per “recuperare il precedente livello delle relazioni bilaterali” e non per “assicurare alla giustizia gli assassini di Giulio Regeni”, i quali si trovano al Cairo “probabilmente all’interno delle istituzioni”. La Commissione chiede ora al governo Draghi di compiere un passo decisivo con una legge specifica che permetta di processarne i colpevoli, a prescindere dall’ostruzionismo egiziano.
Covid: Nessuno studio scientifico ad oggi conosciuto afferma che vaccinare i bambini è sicuro
Ieri anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha concesso il via libera al vaccino anti-Covid prodotto da Pfizer-BionTech anche per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Seguendo l’analoga decisione presa dall’agenzia europea (Ema) lo scorso 25 novembre gli esperti italiani hanno valutato che i dati “dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”. In un documento rilasciato al momento della richiesta di autorizzazione, il 26 ottobre scorso, la stessa Pfizer aveva avvertito che: “Il numero di partecipanti all’attuale programma di sviluppo clinico [circa 3.000 bambini, ndr] è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata alla vaccinazione. La sicurezza a lungo termine del vaccino COVID-19 nei partecipanti di età compresa tra 5 e 12 anni sarà studiata in 5 studi di sicurezza post-autorizzazione, incluso uno studio di follow-up di 5 anni per valutare le sequele a lungo termine di miocardite/pericardite post-vaccinazione”. Insomma sui rischi correlati se ne saprà di più entro cinque anni, ma l’autorizzazione è stata ad ogni modo concessa con la consueta formula: i benefici superano i rischi.
L’ultimo in ordine di tempo è stato pubblicato appena 3 giorni fa. Si intitola “Risk of Hospitalization, severe disease, and mortality due to COVID-19 and PIMS-TS in children with SARS-CoV-2 infection in Germany” ed è stato condotto da un team di ricercatori che hanno analizzato i dati relativi ai bambini contagiati in Germania. Lo studio rivela che “il tasso complessivo di ospedalizzazione […] è stato di 35,9 ogni 10.000, il tasso di ricoveri in terapia intensiva era di 1,7 ogni 10.000 e la mortalità era di 0,09 ogni 10.000 bambini”. Rivela inoltre che “è stato riscontrato che i bambini senza comorbilità hanno una probabilità significativamente inferiore di soffrire di una malattia grave o [di avere un] decorso mortale della malattia”. Concludendo che “il rischio più basso è stato osservato nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni senza comorbidità. In questo gruppo, il tasso di ricovero in terapia intensiva era di 0,2 ogni 10.000″. E quello di mortalità? La ricerca scrive nero su bianco quanto segue: “Non è stato possibile calcolare la mortalità, a causa dell’assenza di casi”.

Un altro studio in tema era stato pubblicato il 3 ottobre scorso, basato su una mole poderosa di casi. Un team del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), l’agenzia indipendente dell’Unione Europea che si occupa di malattie infettive, ha confrontato oltre 820 mila casi di contagiati sintomatici di età compresa tra 0 e 17 anni per valutarne i tassi di decorsi problematici. I risultati sono stati pubblicati nella ricerca “COVID-19 trends and severity among symptomatic children aged 0 to 17 years in ten EU countries” e raccontano quanto segue: 9.611 (1,2%) sono stati ricoverati, 640 (0,08%) hanno richiesto cure intensive e 84 (lo 0,01% non del totale dei contagiati, ma della minoranza dei sintomatici) sono deceduti. Anche in questo caso è stato sottolineato che l’aumento del rischio è stato riscontrato tra i casi di bambini “con comorbidità come cancro, diabete, malattie cardiache o polmonari”. Per quanto riguarda la mortalità generale del Covid su bambini e ragazzi, ovvero la possibilità di perdere la vita a causa della malattia per i soggetti da 0 a 19 anni di età il dato in Italia – calcolato su fonti Istat – è il seguente: 0,0003%. Significa 3 casi su un milione. Basandosi su quali dati e quali ragionamenti scientifici uno studio come quello presentato da Pfizer, basato su appena tremila bambini e portato avanti per pochi mesi, può assicurare che i rischi derivanti dai possibili effetti collaterali dei vaccini a breve, medio e lungo termine saranno inferiori? Nessun documento di approvazione risponde a questa domanda.
Insomma, secondo i dati i rischi per i bambini sani appare sostanzialmente nullo. Discorso in parte diverso per quelli che purtroppo soffrono di patologie, sui quali giustamente le autorità scientifico-sanitarie avrebbero potuto fare un ragionamento differente. Tuttavia il vaccino è stato autorizzato per tutti i bambini, indistintamente. Sarebbe stato utile se il documento di approvazione emanato da Aifa avesse chiarito sulla base di quali dati e quali studi è stato calcolato che i benefici superano i rischi. Tuttavia nessuna informazione è stata fornita in tal senso.
Anche all’interno della comunità scientifica i dubbi si sono levati circa l’autorizzazione vaccinale per i più piccoli. Appena una settima fa, ad esempio, la professoressa Maria Rita Gismondo (direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano) ha dichiarato quanto segue: «al momento non ci sono dati sufficienti per poter avvalorare la scelta del vaccino anti-Covid nella fascia d’età 5-11 anni, anche perché non ci sono dati validi sul rapporto rischio-beneficio. Questo lo dico ovviamente per i bambini in buona salute. Discorso diverso per i fragili, perché tutti i fragili, di qualsiasi età, dovrebbero essere vaccinati». Anche il virologo Andrea Crisanti pochi giorni fa ha sollevato dubbi sul vaccino ai bambini. O almeno ci ha provato, dallo studio di La7 lo hanno cortesemente invitato a tacere “almeno in prima serata”.
Alla luce di questi dati, e nonostante il consenso non unanime della comunità scientifica, l’Aifa (seguendo l’Agenzia europea) ha deciso di procedere: dal 16 dicembre circa 4 milioni e 700 mila bambini italiani saranno convocati per ricevere la prima dose Pfizer.