Cignpost Diagnostic, azienda che si occupa della vendita di tamponi ai viaggiatori, è indagata dal Garante per la Privacy inglese in quanto sospettata di vendere i dati sul DNA dei propri clienti a terze parti. Con la firma del consenso informato i clienti acconsentivano all’utilizzo dei propri dati sensibili da parte dell’azienda, che si riservava il diritto di conservarli a tempo indeterminato. L’analisi dei dati medici sensibili richiede un esplicito consenso informato, mentre in questo caso si sospetta che i dati fossero raccolti in modo ingannevole. Si stima che l’azienda, che fornisce test di partenza e arrivo ai viaggiatori al prezzo di 35 sterline l’uno, abbia somministrato fino a tre milioni di test. La clausola è stata rimossa dopo che il fatto è stato segnalato dal Sunday Times.
Vaccini anti-Covid in bambini e adolescenti: la doverosa analisi dei benefici, paragonati ai rischi
Per vaccinarsi contro il covid-19 i cittadini devono firmare un modulo di consenso informato. Tuttavia mi chiedo quanto il consenso sia veramente informato, quando i mass media continuano a mostrare solamente un lato della medaglia. Uno degli aspetti che mi ha inquietato maggiormente durante questa pandemia, è stato proprio il potere mediatico di persuasione delle masse. Da questa influenza non sono sfuggite neanche molte persone appartenenti all’ambiente scientifico, che considerano i mass media come un’entità superiore e inconfutabile, una specie di “bocca della verità” capace di fargli dimenticare quello che hanno imparato sui testi. Questo può diventare estremamente pericoloso, perché come diceva Platone: “Chi racconta le storie, governa la società”.
Mi è capitato di ascoltare alla radio un famoso giornalista italiano, co-conduttore di una trasmissione che conta milioni di ascoltatori. Egli continuava a ripetere che i vaccini contro il covid-19 hanno meno effetti collaterali dell’aspirina e canzonava con fare disgustoso tutti coloro che esitano a vaccinarsi. L’opinione di questa persona (senza alcuna formazione nel campo medico-scientifico), come di tante altre come lui, può influenzare una grandissima quantità di cittadini. Lo scopo di questo articolo dunque, è quello di presentare dati provenienti da studi scientifici che i mass media non riporterebbero facilmente, affinché il consenso del soggetto che si sottopone a vaccinazione sia pienamente informato. Invito i lettori a documentarsi il più possibile da fonti attendibili e verificare qualsiasi notizia essi ricevano, perché solo quando si ha una visione completa e non unilaterale, si riesce a valutare con criterio.
La retorica del “tutti sanno che…”
Molte delle frasi che vengono utilizzate dai mass media in questo periodo, iniziano con “tutti sanno che”. Per esempio: “tutti sanno che i vaccini hanno estirpato la poliomielite e la tubercolosi”, “tutti sanno che alcuni vaccini sono obbligatori a scuola”, “tutti sanno che milioni di persone fanno ogni anno il vaccino per l’influenza”, per concludere quindi che “tutti sanno che i vaccini sono sicuri e salvano vite”. Queste sono state alcune indiscutibili conquiste della medicina, che però vengono spesso utilizzate dalla retorica per generalizzare. Il fatto che le sostanze iniettate allo scopo di ottenere immunità contro il covid-19 siano state comprese nella categoria dei vaccini, non significa che esse abbiano un meccanismo uguale a quello dei vaccini sopracitati. Tanto per fare un esempio banale, la mitragliatrice appartiene alla categoria delle armi tanto quanto la fionda, ma il loro funzionamento è assolutamente diverso. Dunque, non è propriamente corretto paragonare dei vaccini a base di virus inattivati (come ad esempio quello per la poliomielite) e i loro effetti collaterali, con quelli per il covid-19. Il meccanismo dei vaccini “tradizionali” consiste nell’inoculare virus i quali sono stati inattivati (per esempio tramite trattamenti termici), oppure attenuati (per esempio tramite ripetuti passaggi colturali in condizioni subottimali di crescita) [1]. Questi virus, che hanno perso la capacità di causare un’infezione acuta, permettono al sistema immunitario di riconoscerli come agenti estranei, promuovendo la produzione di anticorpi specifici e linfociti T della memoria [1]. I quattro vaccini contro il covid-19 disponibili in Italia, e cioè quelli a vettore virale (prodotti da AstraZeneca e J&J) e quelli a mRNA (prodotti da Pfizer e Moderna), utilizzano il macchinario replicativo delle cellule umane per la produzione della proteina Spike (S) del capside virale del SARS-CoV-2 [2]. In altre parole, questi vaccini trasformano le cellule prossimali al sito d’iniezione in fabbriche di produzione della proteina virale S. Il sistema immunitario riconosce la proteina estranea avviando la risposta infiammatoria e il successivo processo di produzione di anticorpi specifici. Qualsiasi cellula inglobi l’mRNA virale e produca la proteina S, viene inevitabilmente riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario (chiunque abbia dei dubbi sul destino delle cellule che producono proteine virali, è vivamente invitato a farsi un ripasso d’immunologia e studiarsi il processo di presentazione degli antigeni e il ruolo del Complesso Maggiore di Istocompatibilità). Attenzione: Il meccanismo appena descritto non è un’ipotesi o una speculazione, ma è previsto dal funzionamento dei vaccini contro il covid-19. Tuttavia, uno studio giapponese sulla biodistribuzione delle nanoparticelle lipidiche contenenti l’mRNA del vaccino della Pfizer effettuato su topi, ha dimostrato che queste nanoparticelle si possono distribuire in piccola percentuale anche in altre parti del corpo oltre al sito d’iniezione, come: fegato, encefalo, cuore, polmoni, ovaie, testicoli, ghiandole surrenali [3]. Mentre uno studio svolto dal prestigioso istituto Salk, ha dimostrato che la proteina S di per sé ha un’azione tossica che può provocare danni alle cellule endoteliali [4]. Un altro studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience ha dimostrato che i topi a cui è stata iniettata nel flusso sanguigno la proteina S purificata, hanno sviluppato problemi cardiovascolari e danni all’encefalo, poiché si è dimostrata in grado di superare la barriera ematoencefalica [5]. Questi studi forniscono importanti indizi per l’interpretazione degli effetti collaterali osservati in seguito alla vaccinazione. Di conseguenza, paragonare con leggerezza i vaccini tradizionali a quelli contro il covid-19 costituisce un’approssimazione grossolana.
Perché stiamo vaccinando i bambini contro il covid-19?
Un articolo scientifico pubblicato recentemente su Toxicology Reports, intitolato “Perché stiamo vaccinando i bambini contro il covid-19?”, ha messo addirittura in dubbio il diritto dei vaccini contro il covid-19 di chiamarsi tali [6]. Gli autori partono dal presupposto che per definizione i vaccini dovrebbero conferire immunità e prevenire le infezioni; dal momento che i vaccini disponibili contro il covid-19 non prevengono né l’infezione, né la trasmissione, preferiscono definirli trattamenti o inoculazioni. L’articolo utilizza dati provenienti degli USA, relativi ad un periodo dall’inizio della pandemia fino a metà Giugno 2021, per discutere tre importanti tematiche: i) il metodo con il quale i decessi per covid-19 sono stati catalogati; ii) i trials clinici che hanno permesso a Pfizer di ottenere l’autorizzazione per uso di emergenza dalla Food and Drug Administration (FDA); iii) le reazioni avverse che si sono verificate negli USA in seguito alla vaccinazione di massa.
i) La conta dei decessi: Alla fine di Maggio 2021 i decessi per covid-19 negli USA ammontavano a circa 600.000. Questo numero è stato messo in discussione per diversi motivi. Prima che i test diagnostici venissero sviluppati, i medici ricorrevano a supposizioni in base al quadro clinico. Successivamente, quando è stato adottato il test della RT-PCR, sono stati riportati molti falsi positivi, dovuti all’alto numero di cicli che amplificano esponenzialmente il prodotto di ogni reazione. Infine, gli autori criticano il fatto che qualsiasi paziente positivo al test della PCR sia deceduto, è stato catalogato come morte per covid-19, indipendentemente dalla quantità e soprattutto dalla gravità delle comorbilità. Secondo il Centers of Disease Control (CDC), il 94% dei decessi si è verificato su pazienti con serie comorbilità. Di conseguenza, gli autori stimano che i decessi esclusivamente attribuibili al covid-19 negli USA sono circa 35.000 (numero paragonabile ai decessi causati dall’influenza stagionale). Attenzione! Questo ovviamente non significa negare l’impatto del covid-19 sulle strutture ospedaliere, né affermare si tratti di un’influenza visto che vi sono certo numerosi casi di persone affette da comorbilità che forse avrebbero avuto ancora anni di vita avanti a sé, ma è certo un dato meritorio di riflessione.
ii) L’autorizzazione Pfizer: Per ottenere l’autorizzazione per uso di emergenza dalla FDA, la Pfizer ha presentato uno studio di Fase 1/2 e uno studio più largo di Fase 1/2/3. Nel secondo studio i partecipanti avevano le seguenti fasce d’età: ≥12-15 (0.2%); ≥16-17 (0.4%); ≥16-64 (77.8%); ≥65-74 (17.6%); ≥75 (4.4%) (Figura 1). Adesso vi chiedo cortesemente di prestare particolare attenzione, perché quando ho letto questa cosa mi è letteralmente scoppiato il cervello! Osservate il grafico che riporta la mortalità del covid-19 per fascia d’età (Figura 2). La stragrande maggioranza dei decessi si osserva nella fascia 85+, che nello studio della Pfizer era rappresentata solamente dal 4.4% dei partecipanti! Considerando che la mortalità del covid-19 per soggetti <70 anni è compresa tra 0 e 0.31% con una mediana del 0.05% [7], è ovvio che i trials clinici abbiano dimostrato un’efficacia del 95% [8,9]. Inoltre, dalla sperimentazione sono stati esclusi soggetti con diverse patologie, mentre nel mondo reale il covid-19 è risultato maggiormente fatale in soggetti con comorbilità.


iii) Le reazioni avverse: Lo studio considera gli effetti collaterali riportati nel VAERS (Vaccine Adverse Events Reporting System), il programma statunitense di monitoraggio della sicurezza dei vaccini. Il 24 Maggio 2021, il VAERS aveva ricevuto 4.863 rapporti di decessi (0.0017% dei vaccinati). Il 15 Giugno i rapporti avevano già raggiunto circa 6.000 casi. Il numero reale potrebbe essere molto superiore, dato che gli autori specificano che storicamente il VAERS riporta circa l’1% degli effetti collaterali [10]. Il 60% dei decessi è avvenuto entro una settimana dalla vaccinazione. Un dato estremamente preoccupante è che mentre i decessi per covid-19 tra i bambini e i giovani sono statisticamente trascurabili (Figura 2), i decessi per gli effetti collaterali non lo sono (Figura 3)! Uno studio dell’università della California (ancora in fase di valutazione) e uno studio danese, hanno evidenziato che il vaccino della Pfizer può provocare miocardite e pericardite negli adolescenti, i quali hanno considerevolmente più probabilità di venire ospedalizzati a causa di questi effetti avversi, rispetto che a causa del covid-19 [11,12].

Un’altra considerazione molto preoccupante che fanno gli autori, è che dato che i vaccini inducono la produzione di anticorpi specifici per la proteina S e dato che le cellule umane sono incaricate di produrre tale proteina, dopo ogni dose di richiamo le reazioni autoimmuni potrebbero esacerbarsi ulteriormente. Inoltre gli autori sottolineano la mancanza degli studi sugli effetti collaterali a lungo termine. Purtroppo, uno studio sugli effetti fisiopatologici della vaccinazione pubblicato sulla rivista Cell Discovery, ha evidenziato importanti influenze sul diabete, le funzioni renali, il metabolismo del colesterolo, la coagulazione, il bilancio elettrolitico e l’espressione di alcuni fondamentali fattori trascrizionali come l’NF-κB [13].
Epilogo
Molti potrebbero pensare che scrivendo quest’articolo ho alimentato le teorie complottiste. Tuttavia, ritengo mio dovere continuare a difendere l’obbiettività scientifica. Non negherò l’evidenza per paura che qualche complottista possa travisare le mie parole. Dal punto di vista della biologia molecolare, quelli che paragonano i vaccini contro il covid-19 ai vaccini a base di virus inattivati, commettono una grossolaneria tanto quanto coloro che divulgano che i vaccini contengono microchip tracciabili con la linea 5G. Di conseguenza, esorto qualsiasi persona abbia una certa visibilità e impatto pubblico, a valutare con attenzione le informazioni che fornisce ai cittadini, perché potrebbe essere smentita clamorosamente e soprattutto potrebbe nuocere alla salute di persone. Gli interrogativi che seguono hanno lo scopo di far riflettere a tal proposito. Con la circolare del 7 Aprile 2021, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha sconsigliato la somministrazione del vaccino di AstraZeneca a soggetti sotto i 60 anni [14]. Analogamente, i paesi scandinavi, la Francia e la Germania, hanno recentemente cessato la somministrazione del vaccino di Moderna a soggetti sotto i 30 anni [15-17]. Perché la somministrazione di questi vaccini è stata cessata, se erano tanto sicuri come ci dicevano? Le commissioni delle agenzie regolatorie dei farmaci dei paesi sopracitati, sono forse composte da no-vax, complottisti e terrapiattisti? Come si sono sentite tutte le persone che si sono vaccinate con il vaccino di AstraZeneca fino al 6 Aprile, per poi scoprire il giorno dopo che la somministrazione di quel vaccino era sconsigliata nella loro fascia d’età? E ancora, sono stati fatti studi a sufficienza per valutare quanto sia sicuro mischiare vaccini diversi per le dosi di richiamo? I vaccini che hanno ottenuto l’autorizzazione in base alla loro efficacia testata sul ceppo iniziale di Wuhan, sono ugualmente efficaci sulle varianti del virus, come la Delta? Se così non fosse, quanto è giusto continuare ad insistere con quelli, dato che in alcuni paesi la variante Delta pare essere quella predominante? E perché non viene interrotta anche la vendita al banco dell’Aspirina che continua dal 1899?
Mi rendo perfettamente conto che stiamo attraversando una crisi sanitaria mondiale. Tuttavia, sono un convinto sostenitore della regola d’oro della medicina ippocratica: i benefici di una cura, devono superare i rischi. Ad oggi, i rapporti di decessi avvenuti in seguito a vaccinazione contro il covid-19 riportati nel VAERS ammontano a 18.461 [18]. Questo numero di rapporti registrato dal programma statunitense di monitoraggio, supera quelli di tutte le vaccinazioni degli ultimi 30 anni messe insieme. A chi ritiene che questo sia un costo necessario, vorrei far notare che nel 1976, durante un’epidemia di suina negli USA, la campagna vaccinale è stata interrotta dopo 25 decessi per reazioni avverse [19]. La morte di una persona sana per un’azione antropogenica infatti, ha un peso bioetico nettamente superiore rispetto a una morte naturale come un’infezione virale.
Gli effetti collaterali, sommati alla riduzione dei diritti costituzionali dei cittadini, ai lasciapassare, alle coercizioni, ai ricatti, al tentativo di dividere la società in vaccinati e non, mettendo contro gli uni agli altri, tutto questo per cosa? Per dei vaccini che non prevengono l’infezione e la cui efficacia scende al 20% dopo circa sei mesi [20,21]. Attenzione: Non sono contrario alla vaccinazione, non permetterò che venga screditato come no-vax, ma ritengo che essa sia una scelta personale e che sia da consigliare a qualsiasi soggetto per il quale i benefici superano di gran lunga i rischi. Dal momento che è ormai chiaro che la vaccinazione non permette il raggiungimento dell’immunità di gregge [22], e che i soggetti vaccinati in caso d’infezione hanno un carico virale paragonabile a quello dei non vaccinati [23], chiunque si vaccina lo fa principalmente per sé stesso. La convinzione, etica e generalmente meritoria, del “mi vaccino per evitare di appesantire il sistema sanitario nazionale”, non può valere per fasce d’età che hanno probabilità statistiche di ammalarsi gravemente prossime allo zero, come bambini e giovani.
Come ho scritto nel “Il Green Pass e l’immunità naturale confrontata con quella indotta dai vaccini”, chiunque voglia screditare la validità di quest’articolo è invitato al sano confronto scientifico e soprattutto dovrà riuscire a confutare i risultati degli studi citati.
Post Scriptum: probabilmente, molti fact checkers sosterranno che i dati del VAERS sono rapporti di effetti collaterali osservati nel periodo post-vaccinazione e che in molti casi i decessi non sono stati ufficialmente verificati come conseguenza della vaccinazione. Questo è sicuramente un dato di fatto. Probabilmente, non tutti tra i 18.461 rapporti di decesso sono decessi dovuti direttamente alla vaccinazione. Tuttavia, vorrei porre la seguente domanda. Perché ci sono due pesi e due misure? Accettiamo che non vengano considerate le patologie pregresse nella definizione dei decessi per covid-19, indipendentemente dalla gravità delle comorbilità, come afferma l’Istituto Superiore di Sanità (ISS): “Va precisato però che non sono da considerarsi tra le chiare cause di morte diverse da COVID-19 le patologie pre-esistenti che possono aver favorito o predisposto ad un decorso negativo dell’infezione (per esempio cancro, patologie cardiovascolari, renali ed epatiche, demenza, patologie psichiatriche e diabete)” [24]. Mentre, siamo così proni a mettere in dubbio rapporti di decessi post-vaccinazione, nonostante il 60% di questi si siano verificati entro la prima settimana post vaccinazione [6].
[di Panagis Polykretis – Biologo, PhD in Biologia Strutturale]
Elenco citazioni
1. Sell, S. How vaccines work: immune effector mechanisms and designer vaccines. Expert Review of Vaccines 18, 993–1015 (2019).
2. Mascellino, M. T., Di Timoteo, F., De Angelis, M. & Oliva, A. Overview of the Main Anti-SARS-CoV-2 Vaccines: Mechanism of Action, Efficacy and Safety. Infect Drug Resist 14, 3459–3476 (2021).
3. Pfizer. Report Number: 185350, PHARMACOKINETICS: ORGAN DISTRIBUTION CONTINUED. www.pmda.go.jp.
4. Lei, Y. et al. SARS-CoV-2 Spike Protein Impairs Endothelial Function via Downregulation of ACE 2. Circulation Research 128, 1323–1326 (2021).
5. Rhea, E. M. et al. The S1 protein of SARS-CoV-2 crosses the blood–brain barrier in mice. Nat Neurosci 24, 368–378 (2021).
6. Kostoff, R. N. et al. Why are we vaccinating children against COVID-19? Toxicology Reports 8, 1665–1684 (2021).
7. Ioannidis, J. P. A. Infection fatality rate of COVID-19 inferred from seroprevalence data. Bull World Health Organ 99, 19-33F (2021).
8. Polack, F. P. et al. Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine. New England Journal of Medicine (2020) doi:10.1056/NEJMoa2034577.
9. Thomas, S. J. et al. Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine through 6 Months. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
10. Kostoff, R. N. et al. Vaccine- and natural infection-induced mechanisms that could modulate vaccine safety. Toxicol Rep 7, 1448–1458 (2020).
11. Høeg, T. B., Krug, A., Stevenson, J. & Mandrola, J. SARS-CoV-2 mRNA Vaccination-Associated Myocarditis in Children Ages 12-17: A Stratified National Database Analysis. 2021.08.30.21262866 https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.08.30.21262866v1 (2021) doi:10.1101/2021.08.30.21262866.
12. Nygaard, U. et al. POPULATION-BASED INCIDENCE OF MYOPERICARDITIS AFTER COVID-19 VACCINATION IN DANISH ADOLESCENTS. The Pediatric Infectious Disease Journal (2021) doi:10.1097/INF.0000000000003389.
13. Liu, J. et al. Comprehensive investigations revealed consistent pathophysiological alterations after vaccination with COVID-19 vaccines. Cell Discov 7, 1–15 (2021).
14. Vaccino Vaxzevria (ex Covid-19 Vaccine AstraZeneca). https://aifa.gov.it/astrazeneca.
15. Lehto, E. Finland joins Sweden and Denmark in limiting Moderna COVID-19 vaccine. Reuters (2021).
16. Reuters. French health authority advises against Moderna COVID-19 vaccine for under 30s. Reuters (2021).
17. Alkousaa, R. Germany recommends only Biontech/Pfizer vaccine for under-30s. Reuters (2021).
18. User, S. Mortality. OpenVAERS https://openvaers.com/covid-data/mortality.
19. News ·, M. G. · C. 1976 U.S. swine flu vaccination program may offer lessons for COVID-19 pandemic | CBC News. CBC https://www.cbc.ca/news/health/swine-flu-vaccination-covid-1.5825276 (2020).
20. Levin, E. G. et al. Waning Immune Humoral Response to BNT162b2 Covid-19 Vaccine over 6 Months. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
21. Chemaitelly, H. et al. Waning of BNT162b2 Vaccine Protection against SARS-CoV-2 Infection in Qatar. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
22. Subramanian, S. V. & Kumar, A. Increases in COVID-19 are unrelated to levels of vaccination across 68 countries and 2947 counties in the United States. Eur J Epidemiol 1–4 (2021) doi:10.1007/s10654-021-00808-7.
23. Singanayagam, A. et al. Community transmission and viral load kinetics of the SARS-CoV-2 delta (B.1.617.2) variant in vaccinated and unvaccinated individuals in the UK: a prospective, longitudinal, cohort study. The Lancet Infectious Diseases 0, (2021).
24. Istituto Superiore di Sanità, Come si calcola la mortalità associata al Covid-19.
Ndrangheta, oltre 100 arresti tra Calabria, Toscana e Lombardia
La Polizia ha eseguito oltre cento misure cautelari in varie regioni italiane contro presunti affiliati della cosca Molè, storica ‘ndrina della Ndrangheta originaria della Piana di Gioia Tauro. Le accuse sono varie e comprendono reati quali frode fiscale, estorsione, bancarotta, voto di scambio, spaccio di stupefacenti e traffico di armi. L’associazione era attiva a Como e nelle province di Varese e Reggio Calabria. Sono stati identificati anche legami con l’estero ed è stata sequestrata oltre una tonnellata di cocaina importata dal Sudamerica. Come misura preventiva d’urgenza sono stati confiscati beni per 2,2 milioni di euro.
Ucraina, cresce la tensione: la Russia ammassa le truppe, gli Usa inviano armamenti
Tutti i riflettori sono puntati sulla situazione migratoria e politica al confine tra Polonia, Lituania e Bielorussia, ma diverse voci si stanno levano per denunciare come questo genere di scontro possa essere un “diversivo” per allontanare l’attenzione da un’area geografica che fino a poco fa destava la massima attenzione: l’Ucraina.
Ecco dunque che Gabrielius Landsbergis, Ministro degli Esteri lituano, lascia intendere che la Russia potrebbe invadere le terre controllate da Kiev mentre l’omologo ucraino, Dmytro Kuleba, non manca di denunciare l’esistenza di una «sofisticata infrastruttura militare che è pronta a manovre offensive contro l’Ucraina». Il Segretario di Stato USA è stato altrettanto esplicito e, in un discorso tenuto con il Ministro degli Esteri francese, ha accusato la Bielorussa di stare attirando l’attenzione su di sé così che la Russia possa gestire un’intensificazione delle manovre in Ucraina.
Mosca, dal canto suo, non nega di aver rinforzato gli eserciti stazionati al confine, piuttosto sottolinea attraverso il portavoce Dmitry Peskov che una simile interpretazione sia fondamentalmente errata. La lettura che sta emergendo in Occidente sta in effetti decidendo deliberatamente di non dar voce a quanto è successo sul territorio ucraino nelle scorse settimane, in particolare chiude un occhio sul fatto che il 19 di ottobre il Segretario della Difesa a stelle e strisce, Lloyd Austin, sia volato a Kiev per incontrare il Ministro della Difesa locale, Andrii Taran.
Si è trattato di un incontro diplomatico che, pur non giungendo all’attenzione delle masse, ha toccato temi importanti quali le «aspirazioni Euro-Atlantiche» dell’Ucraina e la riconferma della «partnership di difesa» tra le due nazioni. In altre parole, si è discusso dei rapporti tra Kiev e la NATO, nonché dei $60 milioni di armi concessi dagli USA all’Ucraina sotto forma di pacchetto assistenziale strategico, due tematiche che la Russia legge come provocazioni. A inizio novembre, poche settimane dopo l’incontro organizzato da Lloyd Austin, gli Stati Uniti hanno notato i movimenti militari del Cremlino, aprendo quello che potrebbe essere definito come un canale diplomatico con Mosca, solo che al posto di affidare tale diplomazia al Ministro degli Esteri, la Casa Bianca ha deciso di passare la questione al direttore della CIA, Bill Burns. Inutile dire che l’atteggiamento coercitivo adottato non ha incontrato la benevolenza russa.
L’ammassamento delle truppe sul confine ucraino non fa certamente dormire sonni tranquilli a Kiev, ma è inesatto descrivere il contesto in una prospettiva unilaterale; l’Ucraina si trova piuttosto a fare nuovamente da palcoscenico all’ennesima sfida per procura tra USA e Russia, una sfida che vede le due potenze contendersi l’influenza sulla cosiddetta “nuova cortina di ferro”.
[di Walter Ferri]
Birmania, graziato il giornalista americano condannato a 11 anni
Danny Fenster, il giornalista statunitense condannato nei giorni scorsi a 11 anni di carcere in Birmania, è stato liberato. Le trattative per il suo rilascio sono state condotte dall’ex ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Bill Richardson, che ha svolto diversi incontri con il leader militare del colpo di stato avvenuto a febbraio. Fenster, 37 anni, era stato arrestato a maggio mentre cercava di lasciare il Paese ed incriminato per violazione della normativa sull’immigrazione, diffusione di informazioni false e contatto con organizzazioni illegali. Come lui, moltissimi altri giornalisti sono stati imprigionati dopo che i militari hanno rovesciato il governo democratico di Aung San Suu Kyi.
Italia: in 15 anni 600mila minori in meno
In Italia in 15 anni la popolazione composta da bambini e adolescenti è diminuita di circa 600mila unità ed oggi meno di un cittadino su 6 non ha ancora compiuto i 18 anni. Lo si apprende dalla XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio dell’organizzazione Save The Children. Quest’ultima, inoltre, sottolinea come contemporaneamente sia anche dilagata la povertà assoluta, con un milione di minori in più senza lo stretto necessario per vivere dignitosamente.
Usa: Steve Bannon si consegna all’Fbi, è accusato di oltraggio al Congresso
L’ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon, si è consegnato agli uffici dell’Fbi di Washington: egli, infatti, è stato accusato di oltraggio al Congresso per aver negato la sua collaborazione alla commissione della Camera, la quale sta attualmente svolgendo delle indagini sull’assalto a Capitol Hill verificatosi il 6 gennaio scorso. Bannon dovrebbe comparire nella giornata di oggi in tribunale: i capi di imputazione sono nello specifico due, uno per non aver testimoniato e l’altro per non aver consegnato i documenti che gli erano stati richiesti.
I lavoratori Amazon lanciano lo sciopero in occasione del Black Friday
I corrieri dipendenti delle aziende associate ad Assoespressi (Associazione Nazionale Corrieri Espressi) che effettuano le consegne in Italia per conto di Amazon, sciopereranno a livello nazionale venerdì 26 novembre in occasione del cosiddetto Black Friday, ossia il giorno in cui le grandi catene commerciali offrono promozioni e sconti sui propri articoli. Ad annunciare la protesta è stato il segretario nazionale della Filt Cgil Michele De Rose che, in occasione della prima assemblea nazionale unitaria di quadri e delegati del settore delle consegne delle merci in appalto Amazon, ha dichiarato: «L’assemblea, molto partecipata, ha dato pieno mandato a Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a proclamare lo sciopero».
Alla base dello stesso – che coinvolgerà circa 12mila lavoratori a cui vanno aggiunti 3-4mila stagionali chiamati per soddisfare il picco di domanda delle festività – vi è innanzitutto la «richiesta di abbassare carichi e ritmi di lavoro divenuti insostenibili e di ridurre l’orario lavorativo settimanale dei driver». La mole di lavoro può infatti arrivare a prevedere la consegna di 200 pacchi al giorno, con 130-140 stop da effettuare in 8-9 ore in base ad un algoritmo che si aggiorna costantemente tracciando il viaggio più veloce in base al traffico presente e non consentendo alcuna pausa. L’orario settimanale di lavoro, invece, arriva ad essere di 44 ore.
Inoltre, si chiede anche di «dare continuità occupazionale a tutto il personale in occasione dei cambi di appalto e di contratto, ridurre la responsabilità sui driver in casi di danni e franchigie e aumentare il valore economico della trasferta, introdurre il premio di risultato e garantire la normativa sulla privacy, la gestione dei dati ed il controllo a distanza, escludendo ogni ripercussione di carattere disciplinare».
Detto ciò, Amazon ha risposto alle accuse dei lavoratori tramite una nota, con la quale ha comunicato che «nel caso si riscontri che un fornitore non stia rispettando le aspettative dell’azienda e stia violando le normative vigenti vengono adottati i rimedi contrattualmente previsti, inclusa l’interruzione del rapporto contrattuale». In tal senso, il colosso americano ha aggiunto che in questi casi la volontà è quella di far sì che i corrieri del fornitore in questione «possano comunque continuare il loro lavoro attraverso il fornitore subentrante».
[di Raffaele De Luca]
Intervista a un Navigator, esemplare di una specie in estinzione
Il governo Draghi ha deciso di garantire nuovi fondi per il reddito di cittadinanza, tuttavia non ha mostrato alcun interesse nel rinnovare i contratti dei cosiddetti navigator, ovvero coloro che dovrebbero essere la chiave di volta su cui si regge l’intero impianto di reintroduzione al lavoro. Considerando che ANPAL, l’ente pubblico che si occupa di gestire questo genere di politiche sociali, è già stato affidato al commissario straordinario Raffaele Tangorra, molti danno per scontato che l’esperienza del reddito di cittadinanza abbia ormai i giorni contati e che il Governo italiano stia smantellando con discrezione il progetto.
Allo stesso tempo, questo ridimensionamento dalla misura cardine dei Cinque Stelle ha imposto una riflessione sul quanto sia stato fatto fino a oggi, con alcuni che lamentano l’inefficienza del reddito declassandolo a un aiuto di Stato. In tutto questo, uomini e donne che avrebbero dovuto aiutare disoccupati e inoccupati vengono frequentemente etichettati come opportunisti che si sono limitati a incassare uno stipendio governativo, esseri fondamentalmente inutili che si sono dimostrati inadatti a risolvere la crisi del settore lavorativo. Per fare chiarezza abbiamo raggiunto Flaminio, navigator che ha avuto modo di approfondire per anni le dinamiche che si muovono nei dietro le quinte del reddito di cittadinanza. Piccola nota deontologica: Flaminio è un nome di fantasia, utilizzato per preservare l’identità reale del navigator.
Complice un lancio eclatante in cui si è scenograficamente fatto notare che il reddito di cittadinanza sarebbe stato gestito da figure prese addirittura dal Mississippi (Domenico Parisi, ndr), le ultime evoluzioni in merito a competenze e scopi dei navigator hanno frustrato le aspettative… testate e personaggi pubblici hanno quindi sollevato un dubbio sul cosa stia succedendo, sul cosa stiano effettivamente facendo i navigator.
Flaminio: Subito dopo l’uscita del bilancio la situazione era chiara: si prevedeva un rinnovo per il reddito di cittadinanza, ma non per la nostra figura attuale. […] Si sono dimenticati completamente della nostra figura che, checché ne dica molta stampa, è una figura che è stata utile. I soggetti che sono stati coinvolti direttamente hanno avuto un servizio che prima non avevano: potevano contare su persone laureate che avevano una determinata competenza che andava da quella psicologica a quella giuridica a quella economica – competenze che per trattare di lavoro sono fondamentali. […]
Passando all’oggetto di quello che facciamo, noi trattiamo diverse cose. Gestiamo tutta quella che è la parte burocratica del reddito di cittadinanza – la firma di documenti, la determinazione della condizione dei soggetti, gli esoneri, le esclusioni, eventuali soggetti che devono essere trasferiti ai servizi sociali, quindi registriamo tutto questo su dei server. Questa è la parte burocratica legata a quelli che sono i percettori del reddito. Sempre legata a loro c’è anche la ricerca del lavoro, la profilazione – cioè determinare con precisione qual è la condizione del soggetto in modo da avere una modalità, una strategia, per andare verso la ricerca del lavoro e dell’occupazione.
Altra parte è quella dedicata alle aziende, cioè la ricerca vera e propria di quelle che sono le opportunità lavorative, ovvero le vacancy, che devono essere offerte ai lavoratori. Questo è il nostro macro-ambito, poi nel dettaglio ci sono molte cose più specifiche.
Quindi la ricerca della domanda di lavoro, il capire quali aziende siano interessate e a cosa, la gestite attivamente o passivamente? Siete voi che contattate le aziende o sono le aziende che contattano voi?
Siamo noi, attivamente… visto che i centri per l’impiego hanno una notevole carenza di personale, ci siamo trovati in difficoltà evidente e manifesta, da anni. […] Noi andiamo a cercare le aziende, poi c’è qualche azienda un po’ più virtuosa che oltre che a rivolgersi a privati – Adecco, per esempio – si rivolge anche al centro per l’impiego. Il nostro ruolo era quello di avere un contatto diretto con le aziende, svilupparlo, mantenerlo – che è una cosa difficile – e provare a fare un effettivo incrocio tra domanda ed offerta. Poi covid, problemi di personale e occasionali problemi fisici di server – che non funzionano nel modo idoneo – hanno creato delle limitazioni notevoli al nostro lavoro.
Ora però si parla di rivoluzionare il sistema dei navigator passando la palla – appunto – ad agenzie private, le quali trattengono una parte degli incentivi che la Regione elargisce nel caso il lavoratore venga collocato. Questi incentivi diretti non rischiano di creare dei sistemi in cui verranno fomentati turnover artificiosi per poi incassare quella percentuale?
Questo è uno dei possibili sviluppi della questione. […] La nostra esperienza ci porta al fatto che, appena possiamo approfittarne di qualcosa, lo facciamo. Questo, dal mio punto di vista, è approfittarsene, non lavorare per il lavoratore o per lo Stato.. che poi, a questo punto anche il privato lavorerebbe per lo Stato. […] Se il privato gestisce una cosa che dovrebbe essere pubblica, dal mio punto di vista, lavora per lo Stato. Quindi devi rendere conto allo Stato, non puoi essere “privato” totalmente, devi essere controllato, quantomeno.. ma se il controllore, il controllante e il controllato coincidono tutti, si solleva il solito problema.
A proposito di controlli.. notizia di questi giorni, c’è stato un giro di malaffare da 15 milioni di euro con la Romania…
Parlate con l’INPS. Fate queste domande all’INPS e chiedetegli tutto, soprattutto perché ci sono dei soggetti pensionati nei nostri elenchi, perché ci sono dei soggetti invalidi nei nostri elenchi, perché ci sono persone che lavorano da cinque anni nei nostri elenchi e perché, al contempo, non ci sono altri soggetti. Poi, aprirei un’altra questione sulle problematiche che sono i CAF e i patronati.. io non so come lavorano, ma vedo che molti [di questi] soggetti sono stranieri. […] Se si rivolgono a un CAF o a un patronato, penso che il lavoro di questi enti sia di aiutarli, ma anche di evitare a questi soggetti delle sanzioni penali. Quantomeno chiedendo dei documenti. Va bene che è un’autocertificazione, ma se l’autocertificazione espone il soggetto a conseguenze penali, civili, restituzione di soldi che non si hanno e quant’altro, questi altri enti dovrebbero adiuvare sempre lo Stato […] se ognuno fa il proprio interesse, cioè incassa quel poco che viene dato al patronato e agli altri enti per seguire il soggetto, ma poi quel soggetto non viene effettivamente seguito, viene lasciato in balia di sé stesso… cioè, ci sono soggetti che non hanno il requisito della cittadinanza. Non lo hanno! Ma lì il CAF dovrebbe saperlo subito e dire a questi soggetti “guarda, tu non hai i requisiti”.
Poi, tutti quelli che presentano personalmente [l’autocertificazione]… vai a leggere il Decreto: dov’è la Guardia di Finanza assunta, dove sono i carabinieri che dovevano essere assunti? Io parlo di legislazione non rispettata, di promesse non mantenute. Era la legge che prevedeva queste cose, poi è stato deciso anche per altre problematiche – relative al covid – di destinare i fondi da altre parti, probabilmente. Non si può dire che [il reddito di cittadinanza] è fallimentare… mancano i pezzi!
Pur tenendo conto di questa mancanza di pezzi, nel momento in cui uno di questi soggetti deve presentarsi da voi, i nodi non dovrebbero comunque venire al pettine?
Dipende. Non quelli economici, perché loro dichiarano l’ISEE e noi non facciamo un controllo fiscale. Noi verifichiamo la situazione lavorativa che viene data dalle Cob (comunicazioni obbligatorie, ndr) che sono nel sistema e le Cob sono peraltro l’unica cosa che nessuno può modificare sul server. Sono un po’ come oro colato: se quelle ci sono, così è.
Come hai accennato, molti dei percettori che avete in carico non sono occupabili, ma altri sono semplicemente inadatti ai ruoli che vi vengono richiesti. Allo stesso tempo continuiamo a sentire spingere l’idea che ristoratori e imprenditori si trovano senza personale, senza stagionali e così via.. le due posizioni non dovrebbero stonare?
Vanno separate totalmente, queste due cose. Anche perché: la legge parla di offerta congrua. Se io guadagno di più prendendo il reddito, sono legittimato dalla stessa legge a dire “datore di lavoro, no grazie”. Se il reddito prevede una soglia che ritiene dignitosa per vivere e l’opposto dovrebbe essere un lavoro che mi permette di vivere dignitosamente.. se questo lavoro, a pieno regime, 40 ore settimanali, mi da uno stipendio che è inferiore al reddito.. Il problema non è nostro, è di qualcun altro che vuole farsi le tasche gonfie.
Una cosa che c’entra meno, ma che mi ha sempre incuriosito.. il famoso software di incrociamento dei dati di cui ha molto parlato Parisi, è stato fatto?
C’è, è stato fatto. Funziona per l’85%, non è da buttare via. Andrebbero integrati meglio alcuni aspetti […]. A parte il rimando tra servizi sociali e noi, il quale dovrebbe essere gestito in un determinato modo, ma… ho scoperto che esiste un ulteriore server, che è quello di GePI, sul quale i servizi sociali si appoggiano, ma GePI e SIU (il Sistema Informativo Unitario, ndr) parlano solo per quanto riguarda la trasmissione diretta in prima istanza. Cioè: mi arriva la domanda dall’INPS, ma dove va? Servizi sociali o centro per l’impiego? Adesso non c’è la possibilità di rinviarci tra di noi le informazioni dal software, di fatto ci siamo creati noi direttamente dei contatti con quelli che sono i servizi sociali. Né il centro per l’impiego, né ANPAL hanno fatto nulla. Siamo noi che, autonomamente, ci siamo creati una linea di contatto. Il server funziona, poi.. la condizionalità, per due terzi non è stata applicabile. Per legge. Siamo in pandemia, le condizionalità non si applicano, così come non si applicano quelle relative alla NASpI (l’indennità mensile di disoccupazione, ndr), alla DIS-COLL (l’Indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, ndr) e a tutte le altre condizionalità del mondo legislativo italiano. […] La condizionalità non è stata applicata, però da quando siamo stati abilitati stiamo ancora aspettando una procedura definitiva che dev’essere concordata tra Regione, centri per l’impiego, ANPAL.
Però sono passati anni da che hanno imbastito il sistema dei navigator.
La condizionalità è però riapplicabile da luglio 2020.. è passato un anno. […] All’inizio c’era, ma noi non eravamo pronti ad applicarla perché il server doveva essere messo a posto, bisognava concordare la spedizione delle raccomandate con il centro per l’impiego, le modalità con la Regione.. quindi la burocrazia non è proprio velocissima..
Alla fine, c’è stato un qualche momento in cui la condizionalità è risultata attiva?
Legalmente si. In qualche punto d’Italia, dove i centri per l’impiego si sono resi disponibili ad applicarla. In altri no. Ecco.. di tutto quello che abbiamo detto, ti posso fare un quadro della mia provincia e della mia regione. Ognuno lavora a modo suo. Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria.. i contatti li ha creati in parte ANPAL attraverso un altro sistema, Microsoft Teams, su cui abbiamo fatto le lezioni online e su cui facciamo le conferenze […]. Da Teams noi possiamo direttamente andare a recuperare dati e file che sono collegati sia alla mail che ai nostri server di ottimizzazione. Quindi ovvio, era un progetto che aveva bisogno di tre anni di preparazione e cinque anni di obiettivo. Sul breve periodo, in una pandemia, è anacronistico chiedere che funzioni. Non è forzato, non è chiedere troppo. È anacronistico. Non può funzionare. Non può funzionare, ci sono troppe modifiche da fare.
[di Walter Ferri]








