martedì 23 Settembre 2025
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Vaccini, i cittadini di San Marino dovranno fare da cavie per ottenere il green pass

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I cittadini sanmarinesi dovranno sottoporsi a una terza vaccinazione anti-Covid utilizzando uno dei sieri autorizzati in Europa dopo aver ricevuto le prime due dosi con il vaccino di produzione russa Sputnik V. Chi tra i cittadini della Repubblica del Titano rifiuterà la procedura non potrà ricevere il Green Pass italiano, necessario a tanti sanmarinesi anche per ragioni di lavoro. A deciderlo è stato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, imponendo di fatto ai sanmarinesi di fare da cavie per una procedura mai provata prima e che non può essere giudicata sicura in base a nessuno studio scientifico.

Alla maggior parte della popolazione sammarinese è stata somministrata la doppia dose di un vaccino non ancora approvato in Europa: lo Sputnik V (Gam-COVID-Vac); questo, fa sì che i cittadini di San Marino vengano considerati in Italia come fossero soggetti non vaccinati. Per i sammarinesi, c’è dunque tempo fino al 15 ottobre per la somministrazione della terza dose e ottenere in questo modo il passaporto vaccinale.

Eppure, nella Repubblica di San Marino, più del 70 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e la situazione sanitaria nell’enclave è ora molto positiva – e in uno stadio di gran lunga migliore rispetto all’Italia o ad altri Stati occidentali – . Comunque, chi da San Marino deve svolgere delle attività in Italia, necessitando forzatamente di una terza dose, sarà di conseguenza soggetto a una sorta di “primo esperimento”. Non si è a conoscenza, infatti, delle possibili reazioni dopo due dosi di Sputnik V e una terza dose di un altro vaccino. Ecco come i cittadini di San Marino si sono scagliati contro l’imposizione comunicata da Di Maio, sentendosi come delle vere e proprie “cavie“, come denuncia Matteo Ciacci, politico sammarinese, segretario e consigliere di Libera: «Non siamo cavie. Dopo settimane di promesse e mancate risposte, questo epilogo sa davvero di presa in giro».

Sono numerosi i sammarinesi che svolgono attività quotidiane fuori dallo stato; questi dovranno tornare a condurre parte delle loro vite in Italia…per farlo, però, ora il Governo italiano chiede loro di sottoporsi a un’ulteriore dose, anche avendo già completato il ciclo vaccinale, con un vaccino che – nonostante non sia stato, per il momento, approvato dall’Ema – sembra avere ottima efficacia. Al 97,6 per cento secondo quanto riportato sul sito ufficiale, dati da prendere con ovvio beneficio del dubbio ma sostanzialmente confermati anche da ricerche indipendenti che attribuiscono allo Sputnik V una buona capacità di proteggere dagli effetti più gravi della variante Delta, riducendo il rischio di ospedalizzazione dell’81% e aiutando a prevenire gravi lesioni polmonari, come dimostra uno studio pubblicato su medRxiv (archivio online gratuito e server di distribuzione per manoscritti completi – ma non ancora pubblicati – sulle scienze mediche, cliniche e correlate).

Il processo di approvazione del vaccino russo Sputnik V va però a rilento in Europa; a marzo 2021, L’Ema ha avviato la revisione continua (uno strumento normativo che l’Agenzia utilizza per accelerare la valutazioni di un farmaco durante un’emergenza sanitaria) del vaccino Sputnik V. L’approvazione definitiva era prevista per il mese di giugno, ma è poi stata spostata a data da destinarsi. La causa viene esplicitata da alcune testimonianze raccolte in un articolo pubblicato su Reuters e sembrerebbe essere il mancato invio, da parte degli sviluppatori del vaccino russo (ovvero il Centro nazionale di epidemiologia e microbiologia Gamaleya) di alcuni dati fondamentali per potere approvare il farmaco. I dati richiesti dall’Ema sono relativi alle sperimentazioni cliniche e sarebbero dovuti arrivare entro e non oltre il 10 giugno 2021.

Oltre alle ragioni tecniche e burocratiche rimane però ben presente sullo sfondo il dubbio che vi siano ragioni politiche. Accuse rilanciate a più riprese anche dal governo di Mosca, il quale ha accusato l’Ema di boicottare il vaccino russo per ragioni geopolitiche, nonostante molteplici ricerche e i dati provenienti dai paesi utilizzatori mostrino requisiti di efficacia ottimi.

[di Francesca Naima]

Perché quello dell’odio su internet è un falso problema

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Quando si parla dell’aggressività che impregna il web, dei cosiddetti “troll” che ammorbano la Rete con provocazioni moleste, spesso si giunge a una conclusione apparentemente ovvia: lo schermo di PC e smartphone funge da filtro che distorce le dinamiche relazionali tra persone. Secondo questa teoria, l’essere umano non si sarebbe ancora abituato a valutare i rapporti digitali al pari delle interazioni faccia-a-faccia, con il risultato che l’anonimato internettiano finirebbe con lo spingere gli utenti a oggettificarsi reciprocamente.
Due ricercatori danesi dell’Università di Aarhus, Alexander ...

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Danimarca: stop al Green Pass e a tutte le restrizioni dal 10 settembre

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In Danimarca, tutte le restrizioni Covid-19 saranno rimosse a partire dal 10 settembre. Già da sabato 14 agosto, era stato ufficialmente tolto l’obbligo di utilizzare la mascherina nei trasporti pubblici, unici luoghi in cui l’utilizzo della mascherina chirurgica era ancora obbligatorio. Con la scelta del Governo di non estendere i provvedimenti presi visto lo stato di emergenza sanitaria oltre il 10 settembre, vengono meno le basi legali per le restrizioni adottate fino a questo momento. Rimangono invece in vigore le restrizioni relative ai viaggi in Danimarca, almeno fino al mese di ottobre.

La decisione presa in Danimarca è stata possibile perché, come ha specificato il ministero della salute Magnus Heunicke, il Covid «Non è più una minaccia critica per la società» pur sottolineando che «la pandemia non è giunta al termine e che dunque, se la situazione dovesse peggiorare ancora trasformandosi nuovamente in una vera minaccia per la società, allora il Governo agirà rapidamente per contrastare, ancora una volta, il diffondersi del virus». Il fatto che il Covid sia ora sotto controllo, specifica il ministro, è merito dei «Livelli di vaccinazione record». Questa la lettura ufficiale, anche se seguendo di dati ufficiali raccolti, si nota che la reale differenza di nuovi casi, anche dopo l’acclamato successo della campagna vaccinale, non è effettivamente così ampia: i decessi rimangono stabili e molto bassi da marzo 2021, momento in cui i vaccinati con doppia dose erano appena il 3 per cento. Mentre i casi di contagio sono anzi aumentati, attestandosi a livelli doppi rispetto all’inizio della campagna vaccinale e di dieci volte superiori rispetto alla fine di agosto 2020. Ad essersi invece più che dimezzato è il tasso di ricoveri in terapia intensiva. Di seguito alcune statistiche, considerando che il 6 aprile 2021 la Danimarca fu la prima nazione europea a introdurre il pass sanitario.

 

Secondo i dati raccolti da Our World Data – sito di pubblicazione scientifica che monitora e presenta dati aggiornati sulle condizioni del mondo – la Danimarca è il terzo paese con più vaccinati in Europa. Infatti, chi ha ricevuto la doppia dose del vaccino nel Paese corrisponde al 71 per cento della popolazione. A salire, c’è il Portogallo con il 73 per cento di cittadini vaccinati e, in cima alla lista si trova Malta, che è all’80 per cento di persone vaccinate. Visto il buon punto in cui si trova la Danimarca, è dunque ufficiale la data scelta Governo per fare cadere l’ordine esecutivo approvato a marzo 2020, che classificava il Covid-19 come «Malattia socialmente critica».

[di Francesca Naima]

L’Italia sostiene Cuba: aiuti economici per un valore di 1,5 milioni di euro

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L’Italia ha mostrato il proprio sostegno e la propria solidarietà per l’isola di Cuba, nella difficile lotta contro il Covid. Il Bel Paese ha infatti risposto all’appello di Miguel Díaz Canel – presidente cubano – vista la situazione molto difficile in cui Cuba è immersa, tra l’emergenza sanitaria, la diffusione repentina della variante Delta e l’inasprimento del blocco economico degli Usa contro l’isola. Da Milano Malpensa è quindi partito un volo con diversi aiuti da parte dell’Italia: farmaci, attrezzature, forniture mediche… una donazione che ha un valore di circa 1,5 milioni di euro.

La pagina, la caverna, il corpo

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Non sono più tempi di scrittura a mano libera. Utilizziamo stili di programmi grafici e di editing già predisposti, ci siamo quasi disabilitati a tracciare segni con penna o matita, a incidere su fogli le nostre tracce. Ho letto che i francobolli stanno per uscire di scena, il senso epistolare in effetti svanisce. Non si riempiono più pagine ma si rincorrono concitate mail, SMS, WhatsApp.

Nessuno è più riconoscibile attraverso il proprio stile scrittorio, le singole lettere vengono digitate disgiuntamente, non si forma più un legame tra di loro. Roland Barthes aveva scritto quasi sessant’anni fa “Il grado zero della scrittura” dove parlava di una dimensione aurorale dello scrivere, del bloccare la voce, i disegni della mente e del cuore, affermava che scrivere a mano è come riempire un vuoto, vincere una attesa.

In effetti la scrittura è un atto magico, è un imprimere nuvole nel cielo, onde nel mare, screziature nel deserto, rughe sui volti, decori sulle stoffe.

Scrivere è memoria, è lasciare il segno. Forse esiste una parentela tra i graffiti sulle rocce e nelle caverne preistoriche e i writers delle metropoli, tra la religione primitiva e l’attuale ansia di mostrare. Per esserci nel mondo, bisogna farsi sentire, farsi leggere, farsi vedere. Di recente un negoziante di Torino ha trovato al mattino la saracinesca del suo negozio trasformata in una stupenda prospettiva iperrealista.

In Francia (Anduze, La bambouseraie) ho incontrato la porta di ingresso a un giardino zen di bambou che richiamava il segno giapponese per “Hana”, ‘fiore’. Ancora Roland Barthes, nel suo studio ‘L’impero dei segni’, 1970, annotava che la scrittura giapponese è vuota e insieme tridimensionale. Appunto. Una scrittura che segna, quasi con un gesto, l’apertura al senso. Nella scrittura è davvero contenuto un movimento, un ponte verso qualcuno, l’impalcatura di un sentimento o di una idea.

Scrivere è sempre scriversi e scriverti, a un io e a un tu che poco conosciamo. Tutti aspetti che meriterebbero una speciale educazione. Un tempo la scuola imponeva la calligrafia, un ordine regolato, ma anche il disordine va benissimo, se riesce a evidenziare. Come nei tatuaggi, dove parzialmente io divento superficie espressiva, il mio corpo è la tavola scrittoria, la tela della mia identità. Nel mondo antico ‘stilo’, da cui ‘stile’, era il coltellino che serviva a incidere sulla tavoletta di cera le parole, a fissare un senso. E destinarlo a qualcuno, noto o ignoto, e a uno sguardo futuro.

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Afghanistan: raid Usa, morto un membro dell’Isis-K

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Afghanistan: raid degli Stati Uniti nella provincia di Nangahr. Ad autorizzare il raid è stato Joe Biden, mentre il capo del Pentagono Lloyd Austin ha poi impartito l’ordine. È così stato ucciso un membro dell’Isis-K, una delle menti dell’organizzazione terroristica che ha attaccato l’aeroporto di Kabul (come sostiene il Pentagono). Il raid, eseguito tramite drone, non avrebbe lasciato alcuna vittima civile, come specifica in una nota Bill Urban, portavoce del Central Command.

Un cronometro quantistico potrebbe rivoluzionare la diagnostica

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I ricercatori dell’Università del Colorado hanno progettato il cronometro quantistico più preciso al mondo, al fine di misurare le tempistiche di movimento dei fotoni che compongono la luce. La chiave è la “lente temporale”, un particolare strumento ottico ultravioletto dotato di una sensibilità cento volte superiore alla tecnica comune TCSPC (conteggio del singolo fotone correlato al tempo), che tiene il conto dei fotoni che rimbalzano su un oggetto in maniera semplicistica. La lente, invece, li misura singolarmente, riuscendo a distinguere quelli che arrivano con uno scarto di diverse centinaia di quadrilionesimi di secondo, ordine di grandezza nettamente superiore rispetto a quello raggiungibile dai dispositivi tradizionali.

La “lente temporale” può essere paragonata al timer per il calcolo del punteggio degli atleti: gli scienziati dirigono un raggio laser su un campione – una proteina, un oggetto, un elemento geologico – e registrano le particelle di luce che rimbalzano su esso. Più fotoni vengono individuati, più si è in grado di analizzare – e quindi conoscere – il campione esaminato. Per capire meglio il meccanismo, si immaginino due corridori (fotoni) così vicini da rendere impossibile al cronista della gara di distinguerli. Questo, quindi, decide di osservarli attraverso la lente riuscendo, finalmente, a scorgere quello spazio tra gli atleti che a occhio nudo non era visibile. Ed è proprio l’individuazione di questo “spazio” a fare la differenza, quando si analizzano nel dettaglio piccole molecole.

L’innovativo strumento ottico può essere applicato a qualsiasi dispositivo tradizionale, anche il più economico, rendendolo estremamente preciso. Un altro aspetto importantissimo, considerando che il TCSPC è componente essenziale di molte tecnologie di imaging, riguarda l’applicazione di questa invenzione nei sensori usati per mappare intere foreste e catene montuose o nei dispositivi medici per la diagnosi di gravi malattie, quali la degenerazione maculare – patologia causante il deterioramento della retina-, l’Alzheimer e il cancro. Tuttavia, secondo gli esperti, ci vorrà ancora del tempo prima che questa tecnologia diventi comune nei laboratori scientifici. Ciononostante sono fiduciosi del fatto che la “lente temporale” permetterà di avere, in un futuro prossimo, una precisione mai raggiunta prima nelle ricerche.

[di Eugenia Greco]

Brasile, migliaia di indigeni in protesta: una sentenza detterà la sorte

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Migliaia di persone in Brasile hanno scelto di fare sentire la propria voce per andare contro la proposta di legge chiamata Marco Temporal (limite temporale). La protesta ha visto 6.000 indigeni di 176 diverse tribù occupare le strade di Brasilia, contro dell’ala di destra del Parlamento, sostenitrice di Bolsonaro. Con il Marco Temporal, tutti i popoli indigeni impossibilitati a provare il loro abitare fisicamente i territori dal giorno in cui fu promulgata la Costituzione, non hanno più diritto di continuare a occupare tali aree. Da Survival International (l’organizzazione mondiale per i diritti dei popoli indigeni) viene precisato che, nel momento in cui la Corte Suprema dovesse esprimersi a favore della proposta di legge sul Marco Temporal, allora gli indigeni perderanno completamente il diritto di abitare nelle terre che ora occupano. Solo ed esclusivamente gli indigeni in grado di dimostrare che il loro vivere in determinati territori risalga al 5 ottobre 1988 (giorno, appunto, in cui fu promulgata la Costituzione) allora potranno rimanervi.

Sono quindi partite svariate proteste, in Brasile ma anche nel resto del mondo, come a Londra (il 25 agosto davanti l’ambasciata brasiliana) e a San Francisco (il 24 agosto davanti al consolato brasiliano). L’obiettivo è quello di fermare una volta per tutte gli attacchi diretti nei confronti degli indigeni. Infatti, le proteste non si muovono solo contro il Marco Temporal, ma contro un ensemble di piani del governo, come il PL 490, conosciuto anche come “Progetto di legge della Morte”. Non a caso il 9 agosto, l’Apib (Articolazione dei popoli indigeni del Brasile) ha presentato un’istanza alla Corte penale internazionale per denunciare il genocidio da parte del governo di Bolsonaro. L’Apib ha mosso l’accusa di genocidio ma anche di ecocidio contro il presidente Bolsonaro: dall’insediamento del presidente (nel 2019) tanto la tutela dell’ambiente quanto il rispetto umano hanno rappresentato tutt’altro che una priorità. Le scelte di Bolsonaro hanno infatti remato contro quelli che dovrebbero essere concetti e diritti fondamentali.

L’Apib ha anche dato il via alla mobilitazione internazionale Luta Pela Vida, che ha previsto una veglia davanti al Supremo Tribunal Federal. La veglia ha avuto luogo proprio la sera prima dell’avvio delle votazioni sul Marco Temporal, come fa sapere Survival International. Comunque, se approvato, il Marco Temporal sarebbe davvero sinonimo di una grave involuzione. Con l’approvazione del Marco Temporal – oltre al tornare indietro di secoli – ci sarebbe il rischio di, letteralmente, sterminare intere tribù: «Per i popoli indigeni, è la sentenza più importante degli ultimi decenni: è a rischio il futuro di centinaia di migliaia di persone» ha infatti allarmato la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce. La sentenza influenzerà, poi, 230 rivendicazioni di terra in sospeso, molte delle quali offrono un baluardo contro la grave deforestazione nella foresta amazzonica.

[di Francesca Naima]

Kazakistan: esplosioni in una base militare, 5 morti

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Nel Sud del Kazakistan una serie di esplosioni ha causato la morte di cinque soldati, oltre ai circa novanta feriti. Le esplosioni hanno avuto luogo oggi e sono state innescate dall’incendio che si è sviluppato ieri in una base militare. Non è stato ancora possibile capire quale sia la causa dell’incendio, ma nella base in provincia di Zhambyl si trovavano i magazzini di diversi esplosivi, come ha fatto sapere Nurlan Yermekbayev, ministro della Difesa.

Le multe anti-Covid sono la nuova arma della Procura di Torino contro i No Tav

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Centinaia di multe da 400 euro l’una sono arrivate e continuano ad arrivare per posta ai militanti No Tav, sanzionati per violazione delle normative anti-Covid anche a diversi mesi di distanza dall’aver partecipato a manifestazioni di protesta contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione. Una pratica inedita e tanto più sospetta perché, come sottolineato dagli avvocati del movimento, «non riservata ad altre manifestazioni pubbliche, come ad esempio quelle relative ai festeggiamenti per la vittoria della nazionale agli europei di calcio». Le multe sono state comminate non per violazioni ad articoli di legge e nemmeno per aver violato il coprifuoco nei mesi in cui erano attivi i DPCM che li prevedevano, ma semplicemente per aver partecipato a manifestazioni che non sarebbero state stanziali (erano permessi solo i sit-in) ma si sono trasformate in cortei.

Che le misure amministrative siano state utilizzate come pretesto per colpire i manifestanti è talmente chiaro che anche un quotidiano mainstrem come La Repubblica ha scritto che «la strategia della questura di Torino non sembra avere come prima finalità la tutela della salute» ma appare «una risposta che, sfruttando gli strumenti giuridici offerti dalla pandemia, punta a sanzioni economiche più che attendere l’esito di ben più lunghi processi penali per coloro che hanno aderito alle manifestazioni».

A nessuno dei multati la contestazione è stata notificata durante le manifestazioni, tutti se la sono vista recapitare a casa a diverse settimane dai fatti, dopo essere stati individuati a distanza in quanto già attenzionati dalla Digos. Si tratta insomma di una strategia amministrativa che punta a sanzionare i manifestanti nella speranza di scoraggiarli dal partecipare a nuove iniziative di protesta contro l’opera che da oltre vent’anni è avversata dalla popolazione della Val di Susa e i cui lavori sono stati sbloccati dal governo Draghi nel maggio scorso.

Un punto in più nella strategia di logoramento del movimento popolare contro l’opera che nelle ultime settimane si è rafforzata lungo più direttrici: dalla mobilitazione di 10.000 agenti contro le proteste, allo stanziamento di 8 milioni di euro di fondi pubblici per l’attuazione di campagne di comunicazione in favore dell’opera. Il nuovo tassello è appunto l’utilizzo delle restrizioni pandemiche contro i manifestanti, un appiglio che deve far riflettere anche alla luce di quanto sta avvenendo in sempre più paesi europei, ovvero l’utilizzo della pandemia come pretesto per restringere le libertà democratiche e reprimere il dissenso.