Nel Sud del Kazakistan una serie di esplosioni ha causato la morte di cinque soldati, oltre ai circa novanta feriti. Le esplosioni hanno avuto luogo oggi e sono state innescate dall’incendio che si è sviluppato ieri in una base militare. Non è stato ancora possibile capire quale sia la causa dell’incendio, ma nella base in provincia di Zhambyl si trovavano i magazzini di diversi esplosivi, come ha fatto sapere Nurlan Yermekbayev, ministro della Difesa.
Attentato all’aeroporto di Kabul: sale il numero di morti e feriti
Ieri l’aeroporto di Kabul è stato colpito da più esplosioni e lo Stato islamico (Isis) ha rivendicato gli attacchi. Per ora si contano 150 feriti e circa 90 persone che hanno perso la vita, compresi 13 soldati degli USA. Durante la diretta televisiva di ieri sera, il presidente Joe Biden ha detto di avere concordato con il Pentagono la pianificazione di una risposta armata al gruppo: «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e vi faremo pagare» ha detto Biden.
Usa: vaccino Pfizer definitivamente approvato o no? Come stanno le cose
Lunedì 23 agosto la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato il primo vaccino anti Covid-19. La notizia è reperibile sul sito ufficiale e viene introdotta nel seguente modo: «La FDA approva il primo vaccino Covid-19. L’approvazione significa un risultato chiave per la salute pubblica». Nel proseguire la lettura dei diversi documenti ufficiali allegati e le specificazioni reperibili sempre sul sito ufficiale della Fda, alcuni punti hanno generato un’ondata di questioni. La conseguenza è stata il comincio di una “guerra di trincea” mediatica, che ha portato a due versioni contrastanti: sostenere l’effettiva approvazione del vaccino da parte della Fda e il contrario. Come diretta conseguenza della notizia diffusa da più media dove si informa riguardo la decisione della Fda, si è creato un effetto domino di accuse e critiche. C’è infatti chi vede l’approvazione definitiva come una vera e propria fake news. L’accusa mossa si regge sul fato che, leggendo i documenti ufficiali, diventi palese quanto il vaccino Pfizer non sia stato effettivamente approvato in via definitiva. Quel che emerge, sempre secondo questa scuola di pensiero, è che il Pfizer sia stato autorizzato per l’uso in emergenza. L’unica novità sarebbe dunque solo l’approvazione definitiva – ma sempre per uso di emergenza – della licenza del Pfizer per chi ha un’età superiore ai sedici anni.
Per potere fare chiarezza sulla questione, è innanzitutto necessario comprendere la differenza tra l’Eua (emergency use autorization) e la Bla (biologics license application). La prima (Eua) è un’autorizzazione temporanea data se l’agenzia determina che i benefici di un prodotto superino i rischi potenziali durante un’emergenza di salute pubblica. La seconda (Bla) è una richiesta di permesso per introdurre, o consegnare per l’introduzione, un prodotto nel commercio all’interno dello Stato. Quando si parla di Bla si parla di un documento completo che viene presentato all’agenzia fornendo requisiti molto specifici. Dunque, il Pfizer aveva inizialmente ricevuto un’Eua. Ora, le due dosi di vaccino Pfizer sono state pienamente approvate per coloro che hanno dai 16 anni in su ma il nome sotto cui viene commercializzato non sarà Pfizer, bensì Comirnaty. Invece, rimane valida e viene dunque riconfermata l’Eua ma per i bambini dai 12 ai 15 anni.
La confusione creatasi è proprio per il marchio di diffusione differente e per la differenza di autorizzazioni tra le diverse fasce di età. Infatti, si specifica che il vaccino Pfizer è tutt’ora sotto l’Eua per determinati soggetti, ma che il Cominarty ha avuto l’approvazione finale dell’Fda. Oltre al comunicato dell’Fda, dalla lettera ufficiale destinata a Pfizer.Inc con mittente la stessa Fda, si apprende ancora una volta la prima vera approvazione definitiva di un vaccino: il Comirnaty.
Si evince quindi, come posto in evidenza nel documento, che l’Eua rimarrà per Pfizer-BioNTech Covid-19 e che l’uso di Comirnaty (Covid-19 Vaccine mRNA) è sempre regolato dall’Eua ma solo per determinati utilizzi che non sono stati inclusi nel Bla. Bla (biologics license application) che, nella lettera ufficiale sottolineano essere stato approvato: «Under this EUA for certain uses that are not included in the approved Bla» (pagina 2, secondo paragrafo, parte in giallo).
Dal sito ufficiale Pfizer.com, in data 23 agosto, si notino le seguenti dichiarazioni: «Pfizer Inc. (NYSE: PFE) e BioNTech SE (Nasdaq: BNTX) hanno annunciato oggi che la Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti ha approvato la Biologics License Application (Bla) per COMIRNATY® (vaccino Covid-19, mRNA) per prevenire la Covid-19 in individui di 16 anni e più. COMIRNATY è il primo vaccino Covid-19 ad essere approvato dalla Fda»:
Sempre dal sito del Pfizer, vengono riportate le parole di Ugur Sahin, M.D., CEO e co-fondatore di BioNTech: «L’approvazione completa di oggi da parte della Fda sottolinea l’alta efficacia del vaccino e il profilo di sicurezza favorevole». Non solo, ieri, 25 agosto, Pfizer ha pubblicato un altro comunicato in cui ribadisce ciò che è avvenuto due giorni prima e annuncia che sta presentando un altro Bla, per l’approvazione non più – solo – di due dosi, com’è dal 23 agosto, ma addirittura per una terza dose (la decisione ufficiale verrà presa entro la fine di questa settimana).
Ricapitolando, dunque, esiste da lunendì 23 agosto un’approvazione per le persone sopra i 16 anni di una doppia dose del vaccino Comirnaty, mentre il Pfizer rimane approvato in via d’emergenza solo per chi ha dai 12 ai 15 anni e per individui che abbiano subito operazioni molto delicate come il trapianto degli organi o che siano in uno stato immunocompromesso (e di conseguenza anche il Comirnaty è sotto l’Eua solo per queste specifiche categorie di individui). Non ci sono dunque – ancora – vaccini completamente approvati per chi ha un’età dai 12 ai 15 anni, come viene specificato sempre nella lettera ufficiale:
Per quanto riguarda, ancora una volta, la lettera ufficiale, c’è un passaggio che viene usato per reggere la teoria secondo la quale l’approvazione effettiva non esista:
Il precedente passaggio (pagina 12 del documento) è uno dei punti della parte relativa a «Contiditions Related to Printed Matter, Advertising and Promotion», visibile in fondo alla pagina precedente, la numero 11. Nel passaggio si vuole specificare che in qualsiasi tipo di materiale promozionale e simile, si deve tenere presente che il prodotto non è stato approvato definitivamente dalla Fda, ma solo autorizzato per l’uso di emergenza (Eua) per gli individui dai 12 anni in su, fino a quando durerà la circostanza di emergenza sanitaria. Con questo si vuole specificare di non riportare erroneamente che l’effettiva totale approvazione sia dai 12 anni in su. Infatti poi, sempre a pagina 12, continuando la lettura, c’è l’altra sezione relativa alle «Conditions With Respect to Use of Licensed Product» (dunque il prodotto che ha effettivamente ottenuto la licenza), «Comirnaty è ora autorizzato per individui di 16 anni o più» e che comunque anche il «Licensed Comirnaty» può essere usato (ma ancora in via d’emergenza) per i soggetti dai 12 ai 15 anni o come terza dose per chi ha un’età dai 12 anni in su (punto BB del documento che segue):
Infine, di seguito le indicazioni sempre dal sito Pfizer.com, in cui si palesa ancora una volta quale vaccino sia stato effettivamente approvato e dove risieda la differenza che ha dato il via alla tempesta di opinioni contrastanti: «COMIRNATY è un vaccino approvato dalla Fda creato dalla Pfizer per BioNthec. È approvato come serie di due dosi per la prevenzione del Covid-19 negli individui dai 16 anni in su. Esso è anche autorizzato sotto l’Eua per essere somministrato per l’uso di emergenza come prevenzione negli individui dai 12 ai 15 anni e per un’eventuale terza dose dai 12 anni in su»:
Ancora, sono quindi “due” i vaccini: il Comirnaty, approvato in via definitiva e il Pfizer-BioNTech, che sono interscambiabili:
Le ragioni della scelta di “due nomi diversi” sono soprattutto logistiche. Ci sono delle dosi di Pfizer ancora da smaltire e, inoltre, è usuale dare nomi ai farmaci per una questione semantica, come viene sottolineato dagli esperti di branding. Il vaccino di Pfizer e BioNTech, ha quindi ora un nome, un marchio. Appunto, Comirnaty. Il brand, mescola i concetti di comunità, immunità, mRNA e Covid, dunque relativo alla sua composizione e al suo utilizzo.
[di Francesca Naima]
Venezuela: piogge torrenziali, 45mila persone colpite
Diciassette dispersi, almeno venti morti e più di 54mila persone colpite dopo le piogge torrenziali che si sono abbattute ieri nella parte occidentale del Venezuela. Numeri tristemente aumentati rispetto a quanto inizialmente dichiarato (fino a poche ore fa si sapeva che i morti fossero quindici e i dispersi 35mila). Nella giornata di oggi è stato il ministro Remigio Ceballos, a dare le sopracitate informazioni durante un intervento televisivo. Sempre in un discorso pubblico trasmesso in televisione, il presidente Nicolas Maduro ha sottolineato la portata della tragedia, parlando di già 8.000 case letteralmente distrutte.
L’Europa ha approvato 10 colture OGM per il consumo umano
La Commissione Ue ha dato il via libera a sette nuove colture geneticamente modificate, nonché al rinnovo dell’autorizzazione per altre tre varietà transgeniche. Stiamo parlando essenzialmente di mais (5 colture), soia e colza (2 colture ognuna) e cotone (1 coltura). Le concessioni non riguardano la produzione ma solo l’importazione e il commercio. Le autorizzazioni avranno validità di 10 anni e qualsiasi prodotto ottenuto da questi Ogm sarà soggetto alle regole di etichettatura e tracciabilità dell’Ue. «Queste colture – rassicura la Commissione Ue in una nota – sono state sottoposte a una procedura di autorizzazione completa e rigorosa inclusa una valutazione scientifica favorevole da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)».
La politica dell’Unione europea sembra quindi confermare una direzione favorevole alla diffusione di specie vegetali, destinate al consumo umano, modificate mediante tecniche di ingegneria genetica. Tuttavia, le innovazioni in campo agro-biotecnologico, pur portando alla selezione di varietà maggiormente resistenti, tengono ancora vivo il dibattito scientifico. In effetti, pur sottoposti a rigorosi protocolli di approvazione e sorveglianza, non vi è certezza sulla totale sicurezza di questi organismi, specie in termini di rischi ambientali. Anzi, è ormai appurato che le informazioni genetiche di colture modificate siano trasferibili. Quando una coltura GM viene coltivata, infatti, non è in alcun modo possibile controllare il flusso genico tra questa e le specie naturali. Il rischio è che quindi si vada in contro ad una perdita irreversibile del patrimonio genetico di specie affini a quelle coltivate, oltre ad alterazioni imprevedibili sulla biodiversità. In relazione a quest’ultimo aspetto, la Royal Society britannica aveva condotto un’analisi che sottolineava come la scelta della specie da coltivare incida sulla biodiversità più di quanto non faccia la coltivazione di una varietà transgenica. Ciononostante è ormai chiaro, oltreché altamente improbabile, che effetti indiretti e a lungo termine siano del tutto assenti. In primo luogo, le coltivazioni geneticamente modificate favoriscono il diffondersi delle monocolture e, in generale, pratiche agricole intensive. Le prime, in quanto massimo grado di semplificazione ambientale, sono connesse a svariate problematiche, su ogni fronte, lontane dalla sostenibilità. L’agricoltura industriale nella sua accezione intensiva, nel complesso, rappresenta invece una delle prima cause di perdita di biodiversità a livello globale, nonché della stessa crisi climatica.
Va poi detto che i reali benefici delle colture GM dovrebbero superare eventuali rischi solo quando si generano varietà resistenti a condizioni che, diversamente, non permetterebbero una produttività adeguata. Le attuali e più diffuse varietà transgeniche, di contro, sono concepite perlopiù per resistere a specifici erbicidi rimanendo, di fatto, vincolate ad essi. Come il caso delle varietà di soia GM della Monsanto, selezionate di modo che resistano al dibattuto glifosato, note per alimentare la deforestazione in Sudamerica. Nel caso invece di colture transgeniche resistenti ad organismi potenzialmente nocivi, seppur vero che queste richiedano un minor impiego di pesticidi chimici, è presto sorto il problema della possibile resistenza cui tali organismi potrebbero andare in contro. Senza contare che – come ha dimostrato un recente studio in via di pubblicazione su Entomology – le varietà GM possono danneggiare direttamente l’entomofauna. Il mais transgenico in grado di produrre una tossina batterica – è emerso – danneggia non solo gli insetti nocivi, ma anche le specie non bersaglio che, invece, potrebbero naturalmente aiutare a contrastare gli organismi dannosi.
La questione è poi anche di carattere etico. La diffusione di colture geneticamente modificate appare infatti in netto contrasto con la salvaguardia di un’agricoltura tradizionale a carattere estensivo. L’imposizione commerciale, e il sostegno politico, di varietà transgeniche minaccia direttamente pratiche agricole locali di sussistenza nonché la diversità biologica ad esse legata. Senza, tra l’altro, portare a consistenti benefici. Emblematico il caso che vede, ancora una volta, protagonista la Monsanto. Nel 2008, la multinazionale oggi assorbita dalla tedesca Bayer riuscì a portare i propri interessi nel Burkina Faso. Nel giro di pochi anni, il 70% del cotone del Paese si poteva considerare transgenico. Tuttavia, a causa della bassa qualità della fibra e dell’elevato costo dei semi, i produttori locali stimarono, fra il 2011 e il 2016, perdite per oltre 70 milioni di euro. Il risultato è stato che il governo ha optato per l’abbandono del cotone GM e il ritorno a quello tradizionale. In definitiva, eccetto i casi in cui i vantaggi delle biotecnologie aiutino effettivamente a garantire un certo grado di sicurezza alimentare, l’impiego di colture geneticamente modificate andrebbe il più possibile limitato. La sostenibilità in agricoltura, infatti, in nessun modo potrebbe essere garantita da coltivazioni intrinsecamente legate a pratiche intensive ed anche solo potenzialmente rischiose per la biodiversità.
[di Simone Valeri]
Naufragio al largo delle Canarie: 11 migranti dispersi
Ventotto persone sono stratte tratte in salvo dai soccorritori vicino all’isola di Lanzarote, dopo il naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiavano diversi migranti. Chi per ora è stato tratto in salvo, ha spiegato che la partenza è avvenuta sei giorni fa da Safi (Marocco). I superstiti hanno anche dichiarato che diverse persone sono disperse in mare; si cercano infatti dieci o undici migranti, tra cui dei minori.
Uno studio ha scoperto che le eruzioni vulcaniche possono raffreddare il pianeta
Secondo un nuovo studio, le grandi eruzioni vulcaniche sono in grado di raffreddare temporaneamente la Terra. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Chimica e Geografia dell’Università di Cambridge e del Met Office – il servizio metereologico nazionale del Regno Unito – ha confermato che queste possono interferire nel processo d’entrata delle radiazioni solari nell’atmosfera terrestre. La maggior parte delle emissioni vulcaniche contiene cenere e ingenti quantità di gas, il cui principale è il biossido di zolfo che, mischiandosi con il vapore acqueo, provoca la formazione di particelle, chiamate aerosol di solfati. Queste creano “un velo” che impedisce alla luce solare di raggiungere la superficie terrestre, provocando un “raffreddamento temporaneo”. Si tratta di un processo che si verifica soltanto in relazione ad attività particolarmente intense, in grado di “spingere” il materiale vulcanico nel secondo strato dell’atmosfera, la stratosfera.
È stato anche appurato il forte impatto che il clima ha sui vulcani. Con l’utilizzo di computer e programmi specifici, i ricercatori hanno simulato delle eruzioni in particolari condizioni climatiche, al fine di capire e analizzare il movimento della materia eruttata dai grandi vulcani tropicali. Nello specifico, sono state simulate – e attentamente valutate – attività eruttive nel contesto climatico previsto da qui al 2100. L’esperimento ha dimostrato che, con il sempre più crescente surriscaldamento globale, la troposfera – strato più basso dell’atmosfera terrestre – si espande in altezza causando, quindi, un allontanamento della stratosfera dalle attività eruttive. Tuttavia, anche se si stima un aumento della temperatura di ben 6° entro 80 anni e la crescita della troposfera di 1,5 chilometri in altezza, le attività eruttive saranno molto più violente di oggi e quindi in grado di raggiungere la stratosfera. Inoltre, i gas viaggeranno più velocemente e amplificheranno il raffreddamento del 15%. Ora, il prossimo passo nelle ricerche sarà approfondire le analisi delle tendenze in relazione a livelli di riscaldamento ancora più realistici, inserendo nello studio anche lo scioglimento dei ghiacci e i vulcani polari.
[di Eugenia Greco]
Regno Unito: 4.700 contagi al concerto riservato ai possessori del Green Pass
Sono quasi 5.000 i casi di Coronavirus registrati dopo l’evento che si è tenuto in Cornovaglia, nel Regno Unito. L’evento in questione, a cui è legato il nuovo focolaio sviluppatosi nel Regno Unito, è il Boardmasters Festival; il festival viene organizzato ogni anno ad agosto e alterna musica dal vivo e gare di surf. La settimana dopo il Boardmasters Festival – che si è tenuto dall’11 al 15 agosto – in Cornovaglia e nelle isole di Scilly, è stato registrato il secondo tasso di contagio più alto in Inghilterra. Sono in tutto 4.700 coloro che hanno dichiarato di essere stati presenti al Boardmasters Festival – o di avere avuto collegamenti con esso – poi risultati positivi al Coronavirus, come hanno fatto sapere i funzionari della sanità. Dei 4.700 individui positivi, circa tre quarti hanno un’età compresa tra i 16 e i 21 anni; sono poi 800 i contagiati che risiedono in Cornovaglia, anche se i nuovi casi sono ormai diffusi in tutto il paese. Nonostante il Consiglio della Cornovaglia avesse valutato di cancellare – per l’anno corrente – l’appuntamento con il Boardmasters, il festival alla fine ha avuto luogo, ma con svariate misure adottate per il contenimento del contagio.
L’evento ha contato circa 50.000 partecipanti e a tutti i presenti (dagli undici anni in su) è stato chiesto di utilizzare l’applicazione dell’NHS (National Health System) così da dimostrare il loro stato di salute. Attraverso l’applicazione NHS – o con un documento stampato – chi ha frequentato il festival ha dovuto mostrare di essere in possesso dell’NHS Covid Pass: il nuovo sistema di certificazione che attesta l’avvenuta somministrazione della doppia dose di vaccino. Un sistema che rimane all’interno del Regno Unito ma che è l’equivalente del Green Pass. Per potere accedere al Boardmasters Festival i presenti hanno dunque dovuto dare prova di essere stati vaccinati due volte, e non solo: per i partecipanti, prima di entrare, è stato necessario dimostrare che la seconda dose fosse stata loro somministrata almeno due settimane prima dell’11 agosto, data in cui l’evento ha avuto inizio. Oltre all’NHS Covid Pass, sono state adottate ulteriori misure, quali il tampone negativo effettuato entro 24 ore dall’arrivo al festival o, altrimenti, la possibilità di dimostrare l’immunità naturale con il test molecolare (PCR), di almeno 10 giorni prima dell’evento.
Anche durante i giorni in cui si è svolto il festival, è stato previsto un secondo test – precisamente due giorni dopo l’inizio dell’evento, il 13 agosto – effettuato da chi soggiornava nel campeggio del Boardmasters Festival. Infine, maschere facciali non obbligatorie ma «Incoraggiati e accolti coloro che preferiscono indossarle», come si evince dal sito ufficiale del Boardmasters festival. Nonostante il personale dell’evento abbia lavorato in stretto contatto con il team di salute pubblica del Consiglio della Cornovaglia, così da implementare le misure di gestione del rischio «Sopra e oltre le linee guida nazionali», le conseguenze sono state ben diverse da quelle sperate. I dubbi sorti fin da subito sull’effettiva immunità sterilizzante (che equivale al requisito minimo per eliminare il virus dove il tasso di immunizzati è molto alto) hanno ora una nuova prova nell’effettiva realtà. Dopo i dati dei contagiati al festival in Cornovaglia, l’efficacia scientifica del Green Pass (NHS Covid Pass nel Regno Unito) rischia di divenire sempre più dubbia.
[di Francesca Naima]