martedì 23 Settembre 2025
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WhatsApp ha oltre mille dipendenti incaricati di leggere le chat private

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WhatsApp ha più di mille impiegati in diversi uffici in tutto il mondo, il cui compito è esclusivamente quello di setacciare milioni di messaggi privati, immagini e video inviati tra gli utenti, per poi dare un feedback su ogni cosa analizzata, generalmente in meno di un minuto. A rivelarlo una lunga indagine da parte di ProPublica sul funzionamento della crittografia end-to-end, attraverso la quale l’azienda di proprietà di Mark Zuckerberg promette ai propri clienti di garantire privacy e sicurezza.

I “moderatori” avrebbero accesso – come chiarisce ProPublica – solo a un certo tipo di messaggi WhatsApp. Ovvero, quelli contrassegnati dagli utenti come contenenti possibili abusi. Tali messaggi vengono automaticamente riconosciuti dalla Intelligenza artificiale come potenzialmente inappropriati e sottoposti alla revisione. La questione dei moderatori è avvolta in un’aurea di “mistero”: essi sono infatti tenuti a firmare degli accordi di non divulgazione e, inoltre, deve essere tenuto in sordina il fatto che lavorino per WhatsApp. Anche gli annunci di lavoro parlano di posizioni di “Content Review” senza menzionare Facebook o WhatsApp. I lavoratori citati sono appunto coloro che avranno poi il ruolo di moderatori, definiti nei primi contratti come “content moderation associate”.

Durante l’operazione di monitoraggio, viene anche preso in esame il materiale non criptato come per esempio account e dati degli utenti. Quando poi un utente segnala un contenuto a WhatsApp, in automatico vengono inviati anche dei messaggi precedenti, misura che comunque è chiaramente specificata a qualsiasi utente che stia per fare una segnalazione a WhatsApp.

La crittografia end-to-end, dovrebbe assicurare che solo mittente e destinatario possano arrivare a leggere i contenuti dei loro messaggi. Chi, invece, dovesse provare a inserirsi nella chat (come, per esempio, gli hacker) troverà dei caratteri incomprensibili e impossibili da decifrare. Un meccanismo di protezione che però, evidentemente, dagli uffici di WhatsApp può essere forzato in modo molto semplice.

Altri punti non del tutto chiari sono relativi proprio alla delicata questione relativa alla privacy, visto che il rapporto sulla trasparenza parla dettagliatamente di Facebook e Instagram mentre rimane più “appannato” per quanto riguarda WhatsApp. Vengono infatti rilasciati rapporti di trasparenza trimestrali che raggruppano chiaramente quanti siano stati gli account Facebook e Instagram ad avere contribuito alla diffusione di contenuti abusivi, in qualsiasi categoria. Un rapporto del genere, per quanto riguarda WhatsApp, è però inesistente.

Carl Woog, il direttore delle comunicazioni di WhatsApp, ha dovuto ammettere l’esistenza dei moderatori che esaminano i messaggi degli utenti ma, come prevedibile, ha sottolineato che lo fanno solo per la sicurezza degli utenti. Ossia al fine di prevenire e limitare gli abusi, scoprire contenuti rischiosi, proteggere dalla pedofilia e dal terrorismo.

[di Francesca Naima]

L’Iran attacca due villaggi Curdi

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Il 9 settembre in Iraq, i villaggi curdi di Sidakan e Choman (al confine tra Iraq e Iran) sono stati colpiti dai razzi iraniani. I bombardamenti di artiglieria da parte dell’Iran hanno avuto inizio da ieri, alle 9:00 (ora locale) come hanno fatto sapere le forze di sicurezza a Erbil. Nell’attacco ci sono state diverse vittime, ma – come specificato dal sindaco di Sidakan – quest’ultime non sono state ancora identificate.

Stati Uniti: vaccino obbligatorio per due terzi dei lavoratori

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Giovedì, il presidente Joe Biden ha parlato della necessità di accelerare la lotta contro il Covid-19. Dunque, tanto nei settori pubblici quanto nei settori privati, per gran parte dei lavoratori il vaccino diventa obbligatorio. Per quanto riguarda i lavoratori federali, sono circa quattro milioni coloro che dovranno vaccinarsi e hanno 75 giorni di tempo per farsi somministrare le dosi. Per i privati invece, le aziende con più di 100 dipendenti (per un totale di, circa, 80 milioni di persone), dovranno imporre l’obbligo di vaccinazione oppure saranno tenuti a sottoporre i dipendenti a un test ogni settimana.

Europa: 50 organizzazioni denunciano la svolta pro OGM di Bruxelles

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Politiche accusate di non essere “conformi agli standard ambientali e di tutela dei consumatori”, portate avanti da un esecutivo europeo imputato di andare incontro alle “richieste dell’industria delle biotecnologie agrarie per deregolamentare nuovi prodotti OGM destinati al cibo, senza tener conto del principio di precauzione e delle norme ambientali e di tutela dei consumatori”. Sono i punti salienti di una lettera congiunta sottoscritta da 50 organizzazioni non governative per denunciare le proposte della Commissione Europea sulle nuove tecniche di modifica del genoma degli organismi. Tra i cinquanta firmatari c’è una sola organizzazione italiana: la Demeter, associazione privata di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici.

Le proposte della Commissione riguardano le nuove tecniche genomiche (NGT) – i cosiddetti OGM di nuova generazione – basati sulle tecnologie di mutagenesi mirata e cisgenesi, che mirano a rendere le piante più resistenti alle malattie e alle intemperie. La Direzione generale della Salute della Commissione europea (DG SANTE) ha pubblicato un documento in cui descrive ormai vecchi e inadatti i regolamenti europei sugli organismi geneticamente modificati (OGM) e annuncia che produrrà un nuovo quadro legislativo aggiornato per le nuove tecniche genomiche (NGT) che servono ad alterare il genoma di un organismo e che – ritiene la Commissione – hanno il potenziale per contribuire a un sistema alimentare più sostenibile come parte degli obiettivi del Green Deal europeo. Secondo i loro difensori i prodotti NGT possono contribuire a sistemi alimentari sostenibili perché sviluppano piante più resistenti alle malattie e alle condizioni ambientali, e perché i prodotti realizzati a partire da questa tecnologia possono beneficiare di qualità nutrizionali più elevate.

Argomentazioni che non convincono le organizzazioni firmatarie della lettera di protesta, che chiedono invece che le colture NGT siano trattati esattamente come quelle OGM. Opponendosi fermamente ai piani di Bruxelles perché la deregolamentazione delle nuove tecniche OGM presenterebbe “rischi inaccettabili per la salute umana e animale”. “Le proposte della Commissione – hanno scritto – superano le linee rosse quando si tratta di biosicurezza, trasparenza delle informazioni e protezione dei consumatori. Per questo vanno respinte”.

 

 

 

È stata scoperta l’isola più a nord del pianeta Terra

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È stata recentemente scoperta un’isola che potrebbe essere ufficialmente riconosciuta come quella più a nord del pianeta: il ritrovamento è avvenuto durante una spedizione nel nord della Groenlandia effettuata da alcuni studiosi, tra cui ricercatori dell’Università di Copenaghen. Proprio sul sito web dell’Ateneo danese, infatti, si legge che la scoperta di quella che «risulta essere l’isola più settentrionale della Terra» è avvenuta in realtà casualmente: gli scienziati si erano diretti in elicottero in Groenlandia con tutt’altro scopo, ovvero sia quello di «raccogliere campioni dalla remota ed estrema periferia settentrionale», e sono rimasti increduli quando hanno capito di trovarsi su un’isola dove nessuno aveva mai messo piede. Nello specifico, essi pensavano di essere sull’isola di Oodaaq, che rappresenta il punto più settentrionale della Groenlandia ed uno dei punti più a Nord del pianeta. Tuttavia si sono poi resi conto del fatto che, in verità, si trovavano su una nuova isola ancora più a nord rispetto ad essa.

Il capo della missione in Groenlandia, Morten Rasch, ha spiegato che i ricercatori hanno iniziato a dubitare del fatto che si trovassero sull’isola di Oodaaq in seguito alla pubblicazione sui social, da parte sua, di foto e coordinate dell’isola. Diversi “cacciatori di isole americani”, ossia coloro che ricercano isole sconosciute, hanno capito che ciò che fino a quel momento i ricercatori pensavano fosse probabilmente errato, e gli hanno quindi consigliato di contattare l’Università tecnica della Danimarca (DTU).  Così, ha affermato il capo della spedizione, «insieme a DTU ci siamo resi conto che il mio GPS aveva sbagliato, portandoci a credere che fossimo su Oodaaq, mentre in effetti avevamo appena scoperto una nuova isola più a nord».

Detto ciò, l’isola appena scoperta si trova esattamente a 780 metri a nord di Oodaaq, è larga circa 30 metri, lunga 60 e sorge a 3-4 metri sul livello del mare. Essa è costituita da fango del fondale marino, terra e rocce lasciate dai ghiacciai.  Secondo Morten Rasch, però, probabilmente essa rientra in una categoria nota come “isolotti di breve durata” e, per questo, «nessuno sa per quanto tempo rimarrà». C’è, tuttavia, anche chi ritiene l’opposto: Rene Forsberg, professore e capo della geodinamica presso l’Istituto spaziale nazionale danese, sostiene infatti che la nuova terra «risponda ai criteri di un’isola».

[di Raffaele De Luca]

Come i profitti delle banche europee vanno nei paradisi fiscali

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Secondo quanto emerso dall’analisi pubblicata da Eu Tax Observatory (laboratorio indipendente di ricerca che ha sede nella Paris School of Economics) le banche europee – col fine di risparmiare sulle tasse – continuano a utilizzare in maniera significativa i paradisi fiscali per contabilizzare i loro profitti. Anche se è aumentata l’attenzione – tanto nel dibattito pubblico quanto nel mondo politico – rispetto a questi temi, gli istituti di credito non hanno ancora ridotto la loro presenza in Paesi a fiscalità agevolata. Il report pubblicato da Eu Vax Observatory (“Have European baks left tax havens? Evience from country-by-country data”) documenta quindi le attività delle banche europee nei paradisi fiscali e come quest’ultima si sia evoluta a partire dal 2014 fino a oggi.

Per ottenere trasparenza il più possibile, dal 2014 è stato reso obbligatorio il rendiconto finanziario (il documento in cui si attestano tutti i flussi di cassa avvenuti in un determinato periodo) Paese per Paese; nonostante la misura adottata sette anni fa, dal report sopracitato si apprende che le 36 banche prese in analisi – le quali sono tenute, appunto, a rendere pubblici i risultati delle loro attività Pese per Pese –  hanno registrato circa il 14 per cento (dato rimasto pressoché stabile dal 2014 al 2020) dei loro profitti complessivi nei paradisi fiscali. Quindi, i principali istituti di credito europei hanno spostato un corrispettivo di circa 20 miliardi di euro in territori che possano permettere benefici fiscali. Eu Tax Observatory ha quindi esaminato le operazioni condotte dalla maggiori banche europee in 17 diversi paesi; tra questi emergono Bermuda, Panama, Isole Vergini britanniche e Isole Cayman, che hanno una tassazione pari a zero.

Sempre dal report si apprende che tra i primi dieci istituti di credito evasori, due sono italiani. Al secondo posto della lista si colloca infatti il Monte dei Paschi di Siena, con ben il 50 per cento dei profitti registrato nei paesi a fiscalità agevolata. Invece, al decimo posto si trova Intesa San Paolo che ha registrato nei paradisi fiscali il 10 per cento degli utili. Non solo, ma dallo studio di Eu Tax Observatory emerge che, addirittura, dal 2014 alcune banche abbiano aumentato la percentuale di utile registrata nei paradisi fiscali, piuttosto che diminuirla: anche in questo caso, c’è stato un incremento di un quinto da parte Monte dei Paschi di Siena e di un ottavo da parte della banca Intesa San Paolo.

[di Francesca Naima]

Green Pass: sì della Camera al decreto, ora passa al Senato

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La Camera ha approvato, con 259 voti a favore, 34 contrari e 2 astenuti, il decreto legge avente ad oggetto le norme sul Green Pass che, inoltre, proroga a fine anno lo stato di emergenza e rivede i parametri per il passaggio di colore delle regioni. Anche la Lega ha dato il via libera al decreto: i pochi deputati del partito presenti in Aula (45 su un totale di 132) hanno infatti votato a favore. Il testo dunque, la cui scadenza è fissata per il prossimo 21 settembre, passa adesso al Senato.

Rivelati i documenti sulla collaborazione Usa-Cina nel laboratorio di Wuhan

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I finanziamenti americani al laboratorio di virologia di Wuhan, gli esperimenti per "identificare ed alterare il coronavirus presente nei pipistrelli", le preoccupazioni espresse dagli stessi ideatori del progetto sui pericoli «di esposizione alla SARS o ad altri CoV, mentre si lavora in caverne con un’alta densità di pipistrelli sopra la testa». Questi i punti salienti che emergono dai primi documenti ufficiali rilasciati dalla testata di inchiesta The Intercept che sta portando alla luce oltre novecento pagine di informazioni ufficiali dal National Institutes of Health (NIH) - l'agenzia di r...

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Cdm: Green Pass per personale esterno scuole e università, obbligo vaccinale per personale Rsa

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È arrivato il via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto legge «per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario – assistenziale». Quest’ultimo, ha ad oggetto l’estensione dell’obbligo di munirsi del Green Pass al personale esterno della scuole e delle università. Per il personale, anche esterno, delle Rsa, è invece previsto «l’obbligo del vaccino, e non del Green Pass». Lo ha precisato al termine del Cdm il Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

Brasile: Bolsonaro impedisce ai social network di rimuovere contenuti

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Questa settimana il presidente Jair Bolsonaro ha emesso le nuove regole – immediatamente applicabili – sui social media. Decisioni che limitano sensibilmente il modo in cui le aziende tecnologiche possono controllare i loro siti: Bolsonaro ha infatti temporaneamente vietato la rimozioni di determinati contenuti dai social, come alcune sue affermazioni, anche se violano le regole che vigono nelle aziende responsabili dei social network. Un modo poco democratico per controllare ciò che viene o non viene detto su Internet.