domenica 21 Settembre 2025
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Obbligo Green pass, a Trieste già un migliaio a manifestare

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Davanti al Varco 4 del porto di Trieste si sono già ritrovate circa un migliaio di persone per manifestare contro l’introduzione, a partire da oggi 15 ottobre, dell’obbligo di green pass sul posto di lavoro. Tra di loro anche molti che non sono lavoratori portuali. Il leader della protesta Stefano Puzzer ribadisce che non si tratta di un blocco e chi volesse recarsi sul posto di lavoro è libero di farlo: intanto, però, molti camion giunti al porto invertono la marcia una volta vista la folla. Lo sciopero è stato dichiarato illegittimo dalla Commissione di Garanzia e si configura l’ipotesi di reato per chi vi prenda parte.

L’Europa mette finalmente al bando il biossido di titanio

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Dal 2022 l’Unione Europea bandirà il biossido di titanio dopo che l’EFSA (Autorità europa per la sicurezza alimentare) ha condotto un’indagine sul composto chimico con il coinvolgimento di grandi esperti della nanotecnologia, e ha concluso che questo non può più essere considerato sicuro se usato come additivo alimentare o additivo per mangimi. Salvo obiezioni del Consiglio o del Parlamento europeo, il testo entrerà in vigore all’inizio dell’anno prossimo. Seguirà poi un periodo di graduale eliminazione di sei mesi, dopo il quale si applicherà un divieto totale del colorante venefico nei prodotti alimentari che ancora lo contengono.

Ma perchè il biossido di titanio è pericoloso? La sua nocività è determinata dalla dimensione delle particelle che lo compongono; si tratta di nanoparticelle, anche inferiori a 100 nanometri che, proprio per la loro minuscola dimensione, possono penetrare le barriere protettive naturali del corpo umano e accumularsi nel fegato, nei polmoni e, ovviamente, nell’apparato digerente, con effetti cancerogeni e genotossici, cioè nocivi per il DNA, il materiale genetico delle cellule.

Identificato in Europa con la sigla E171, questo composto chimico viene impiegato da moltissimi anni come colorante in alcuni prodotti – anche di uso quotidiano – quali gomme da masticare, pasticcini, integratori, zuppe, brodi, caramelle, salse, prodotti a base di pesce e formaggio e creme salate. Inoltre, essendo stato inizialmente classificato materiale inerte, il biossido di titanio (autorizzato come additivo alimentare nell’UE dal regolamento 1333 del 2008) ha trovato largamente spazio anche in un’ampia gamma di prodotti farmaceutici e cosmetici quali solari, dentifrici, ciprie e persino nelle creme lenitive per i neonati utilizzate dopo il cambio del pannolino. Già nel 2016, quando l’Efsa aveva fornito rassicurazioni circa i suoi effetti sulla salute, erano state individuate alcune incertezze nei dati. Non solo, l’Agenzia per la Sicurezza Sanitaria e Alimentare francese (Anses), aveva rivelato nel 2017 il potenziale effetto cancerogeno del biossido di titanio sul colon-retto con la pubblicazione di uno studio, le cui informazioni hanno portato la Francia a decidere di vietarne definitivamente l’impiego negli alimenti a partire dal 2020.

[di Eugenia Greco]

Aldo Bianzino, morto dopo l’arresto per cannabis: dopo 14 anni nessuna verità

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La sera del 12 ottobre 2007 Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta vengono arrestati e trascinati fuori dal proprio casolare e portati in carcere per possesso illegale di marijuana. 48 ore dopo, Aldo sarà morto. A quattordici anni dalla vicenda, ancora troppe domande fondamentali rimangono senza risposta.

Aldo Bianzino, all’epoca 44 anni, è un falegname ebanista, un pacifista, dedito alle discipline orientali. Vive in un casolare a Pietralunga, sulle colline umbre, insieme alla compagna Roberta Radici, al figlio Rudra e all’anziana madre di Roberta. Qui Aldo coltiva dieci piantine di marijuana, per uso personale e terapeutico: Roberta ha infatti un tumore, che avrà la meglio su di lei nel 2009. Entrambe sono incensurati e lontani da qualunque giro di spaccio.

La sera del 12 ottobre quattro poliziotti e un finanziere bussano alla porta di casa Bianzino: dopo aver ispezionato la casa e rinvenuto la marijuana, gli agenti arrestano Aldo e Roberta e li conducono al carcere Capanne di Perugia. La motivazione della perquisizione, ordinata da un giudice, è ad oggi sconosciuta. In carcere i due vengono separati nelle sezioni maschile e femminile del carcere, e viene loro assegnato un avvocato d’ufficio. 48 ore dopo l’ingresso in carcere, tuttavia, Aldo sarà dichiarato morto.

La notizia sarà data a Roberta dopo l’avviso di scarcerazione e dopo essere stata interrogata sullo stato di salute di Aldo: soffre di svenimenti? Ha problemi di cuore? Il vice-ispettore capo di polizia che formula le domande le dice anche che proprio in quel momento stanno portando Aldo in ospedale e forse è ancora possibile salvarlo. Successivamente si scoprirà che al momento dell’interrogatorio a Roberta, Bianzini si trovava già in obitorio.

Da quel momento per la famiglia di Aldo inizierà il calvario giudiziario e burocratico che, a quattordici anni di distanza, non ha ancora permesso di fare luce sui fatti e portare giustizia. L’autopsia documenta traumi estesi su tutto il corpo, ematomi al cranio, costole rotte e danni agli organi interni: danni compatibili con un pestaggio messo in atto con tecniche militari. Il pm Giuseppe Pietrazzini, tuttavia, scarta quest’ipotesi: Aldo Bianzino è dichiarato morto a causa di un aneurisma, i traumi sul corpo sono le conseguenze della rianimazione messa in atto dagli agenti. Curiosamente, si tratta dello stesso magistrato che aveva richiesto la perquisizione in casa Bianzino.

L’eco di vicende come quella di Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi o Giuseppe Uva è assordante. Dopo un processo durato otto anni, arriva la sentenza definitiva: l’agente Cantoro è stato condannato a un anno di carcere per omissione di soccorso, per non aver aiutato Bianzino che, secondo le testimonianze, ha urlato per tutta la notte chiedendo aiuto, prima di essere ritrovato esanime la mattina successiva. In rappresentanza della famiglia Bianzino è subentrato anche l’avvocato Fabio Anselmo, già legale di Cucchi e Aldovrandi.

Nel 2018 Rudra Bianzino, il figlio di Aldo, ha chiesto la riapertura delle indagini a seguito di nuove evidenze, che dimostrano che le lesioni interne di Bianzino sono avvenute due ore prima della morte, contraddicendo l’ipotesi di danni dovuti alla rianimazione. È auspicabile che questo porti finalmente a far chiarezza su tutti i lati rimasti ancora oscuri nella vicenda.

[di Valeria Casolaro]

Usa e Uk di nuovo all’attacco della Russia, questa volta sui ransomware

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Martedì scorso, la donna alla testa del National Cyber Security Centre (NCSC) britannico, Lindy Cameron, ha fondamentalmente scaricato sulla Russia e sui Paesi a lei confinanti la responsabilità di tutti i principali attacchi ransomware subiti dal Regno Unito, ovvero i sequestri e danneggiamenti di server di aziende ed enti nazionali tramite virus seguiti da richieste di riscatto per riconsegnare il maltolto. Il giorno dopo, l’Amministrazione statunitense ha manifestato una posizione del tutto omologa, chiedendo a Vladimir Putin un intervento solerte che vada a castrare le manovre degli hacker attivi nei territori post-sovietici.

UK e USA concordano sul fatto che sia necessario risolvere questo genere di insidia passando attraverso il Cremlino, tuttavia non sembrano poi così interessati a creare un dialogo con la parte in questione. La Casa Bianca ha infatti fatto sapere che la Russia non sarà invitata a un summit promosso proprio da Washington, un summit in cui si parlerà proprio di ransomware, e Londra non ha avuto nulla da ribattere.

Si tratta di una manovra diplomatica che mira ad assicurarsi che il canale di confronto tra Russia e Stati Uniti non possa venire aperto ad altri partecipanti, così che nessuno possa effettivamente ridimensionare le richieste americane e che Putin non abbia occasione di portare avanti le sue strategie politiche. In assenza di mediatori, gli obiettivi delle due parti sembrano inconciliabili, soprattutto su piano ideologico.

Gli USA vorrebbero che gli hacker russi possano essere estradati in America, ma allo stesso tempo non sembrano propensi a riconoscere i medesimi diritti a Mosca. Dal suo, la Russia sarebbe ben contenta di assecondare le richieste giustizialiste della controparte occidentale, almeno a patto che la cosa sia subordinata a una stesura di accordi internazionali che le siano utili a imbastire il concetto di “sovranità internettiana”.

La definizione di “cybersicurezza” del Governo russo è decisamente più ampia e capillare di quella che è solitamente adottata nel gergo comune, con il risultato che un’eventuale risoluzione condivisa potrebbe giocare in suo favore, concedendole i mezzi con cui oscurare i propri avversari senza incorrere in alcun tipo di sanzioni estere. Una situazione complessa che difficilmente potrà essere risolta a parole, soprattutto perché nessuno si sta effettivamente interessando ad aprire un dialogo.

[di Walter Ferri]

 

Beirut, scontri a fuoco durante protesta: almeno 5 morti

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Cinque persone sono rimaste uccise e almeno altre 25 ferite durante una protesta a Beirut, secondo quanto riportato dalla Croce rossa libanese ad Al Jazeera. La protesta è stata indetta dai sostenitori di Hezbollah contro il giudice Tarek Bitar, che guida le indagini sull’esplosione nel porto di Beirut dell’agosto 2020 che ha causato più di 200 vittime. Secondo i manifestanti, Tarek Bitar starebbe prendendo delle decisioni sulla base di interessi di parte. Gli spari giungono dal quartiere di Tayyoune. L’esercito è intervenuto e ha arrestato uno di coloro che aveva aperto il fuoco, ma non è ancora chiaro se appartenga a qualche gruppo in particolare.

Caso Regeni, al via oggi il processo agli agenti egiziani

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Al via oggi 14 ottobre il processo contro 4 agenti dell’NSA, l’Agenzia di Sicurezza Nazionale Egiziana, indagati per l’omicidio di Giulio Regeni. Per tre di loro l’accusa è di rapimento, mentre solamente uno, il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, è accusato di gravi danni fisici e omicidio aggravato. Il processo avverrà in contumacia per tutti e 4: nonostante le diverse richieste fatte dall’Italia, infatti, l’Egitto non ha mai voluto rilasciare gli indirizzi degli agenti. Il giudice dell’Alta Corte dovrà ora valutare la questione e stabilire se l’Egitto abbia così cercato di ostacolare lo svolgimento del processo.

La moneta fiscale per riportare Keynes nell’economia: ma l’Europa fa muro

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L’economia del nostro paese si caratterizza da tempo per bassa crescita e scarso potere d’acquisto di alcune fasce sociali. Come possibile rimedio, ci sono una strada conservatrice e una progressista. Da una parte la consueta ricetta liberista applicata negli ultimi 30 anni: rigore dei bilanci e mano libera alle imprese, con agevolazioni e possibilità di rendere il mercato del lavoro più flessibile; dall’altra l’intervento dello Stato che investe e rimodula le sue risorse, facendo fronte a un debito temporaneo che però dà spinta all’attività economica e ai redditi dei cittadini.
Il dibattito s...

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Taiwan, edificio in fiamme: almeno 46 le vittime

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Il bilancio temporaneo è di 46 morti e 44 feriti dopo che un edificio è andato a fuoco a Kaohsiung, nel sud di Taiwan. L’incendio si sarebbe sviluppato a partire dal primo piano e si sarebbe poi sviluppato ai livelli superiori. 377 soccorritori sono impegnati nelle operazioni di salvataggio, secondo quanto riportato dalla CNN. L’edificio, costruito negli anni ’80, conta in tutto 13 piani ed ospitava appartamenti ed attività commerciali, al momento però chiusi. È ancora incerto cosa abbia provocato l’innescarsi delle fiamme, ma la polizia locale sta analizzando i video di sorveglianza della zona.

La pandemia cambia tutto tranne il liberismo: Draghi taglia 6 miliardi alla sanità

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Il governo Draghi è pronto ad indebolire ulteriormente la sanità con quasi 6 miliardi di tagli: è quanto emerge dalla Nadef, la Nota di Aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) che è stata recentemente approvata dal Parlamento con una risoluzione di maggioranza. In tal senso, se da un lato il documento della maggioranza prevede che il Governo si impegni a consolidare la crescita del Pil e ad utilizzare le risorse di bilancio anche per la sanità, dall’altro leggendo la Nadef si nota che in questi anni (tra il 2022 ed il 2023) si andrà a danneggiare ulteriormente il sistema sanitario con una diminuzione della spesa prevista per quest’ultimo.

Dopo aver accresciuto le spese sanitarie di 6 miliardi nel 2021, con una spesa prevista di 129 miliardi, per il 2022 la cifra indicata è di 125 miliardi, mentre nel 2023 si prevede di sborsare 123 miliardi. In pratica, la spesa diminuirà di 4 miliardi l’anno prossimo e di altri 2 miliardi fra due anni: ciò significa che nell’arco di 2 anni saranno messi a disposizione della sanità 6 miliardi in meno. A poco servirà il leggero aumento di spesa messo in conto per il 2024, anno in cui si prevede di spendere 124 miliardi.

Nello specifico nel documento si legge che «nel biennio 2022-2023 la spesa sanitaria a legislazione vigente calerà del -2,3 per cento medio annuo per via dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica» e che «a fine periodo è prevista una crescita limitata, dello 0,7 per cento, ed il ritorno ad un livello del 6,1 per cento del PIL». Insomma, con l’emergenza pandemica che presumibilmente volgerà al termine caleranno i fondi previsti per la sanità. Il governo italiano, dunque, dimostra di aver scelto di non comprendere la lezione fornita dalla pandemia, che il sistema sanitario nazionale, proprio a causa dei tagli effettuati negli ultimi 10 anni, non è stato in grado di fronteggiare senza trascurare altre patologie.

In tal senso, come sottolineato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), bisogna tornare a «investire ed a promuovere la lotta contro il cancro» poiché in Italia la situazione risulta molto difficile per gli oltre 3 milioni di persone che hanno un tumore: si stima che nel 2020, rispetto al 2019, le nuove diagnosi di tumore sono diminuite dell’11%, i nuovi trattamenti farmacologici si sono ridotti del 13% e gli interventi chirurgici del 18%. Per quanto riguarda gli screening, poi, il Presidente Eletto Aiom Saverio Cinieri ha dichiarato che «lo scorso anno abbiamo avuto oltre due milioni e mezzo di esami di screening in meno rispetto al 2019». Inoltre il Presidente Nazionale Aiom, Giordano Beretta, ha dal canto suo affermato che il numero di decessi che si registrano annualmente per le patologie oncologiche (180mila) «potrebbe aumentare anche per colpa del Covid-19 e delle sue conseguenze nefaste sull’intero sistema sanitario nazionale». Anche per questo, dunque, Beretta ha chiesto «un intervento delle istituzioni per continuare a poter erogare i livelli d’assistenza precedenti all’avvento del Covid-19».

Ancor più netto Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Annao Assomed (sindacato dei medici ospedalieri), recentemente ha parlato delle pessime condizioni in cui versa la sanità italiana concentrandosi in particolare sui dipendenti pubblici, i quali «sono schiacciati da una macchina che esige troppo e non li ascolta» e che, con l’inizio della pandemia, ha prodotto sofferenze ancora maggiori per i medici. Sono infatti «aumentati carichi di lavoro, complessità assistenziale, stress fisico e psichico», motivo per cui «i medici fuggono dagli ospedali». Proprio per questo, dunque, Palermo crede sia ora di cambiare e di «assumere personale, riconoscere ai medici e ai dirigenti sanitari un ruolo decisionale nella governance delle aziende e valorizzare economicamente le professioni».

Il governo Draghi, però, si muove in direzione opposta, la medesima dei tagli alla sanità pubblica che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni. Per ora nessuna presa di posizione dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che non più di tre mesi fa ancora parlava del Recovery Fund come della grande occasione per «rilanciare il Servizio sanitario nazionale» e per «chiudere per sempre la stagione dei tagli alla sanità».

[di Raffaele De Luca]

Norvegia, uomo armato di arco e frecce uccide cinque passanti

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Un uomo di 37 anni, di origine danese, ha ucciso cinque persone armato di arco e frecce nella piccola città di Kongsberg, nel sud-est della Norvegia. L’attacco ha avuto luogo in diverse parti della città. La polizia sospetta che l’uomo abbia agito da solo, ma non ha parlato delle possibili motivazioni. Non è quindi conformabile se si sia trattato o meno di un attentato terroristico. I poliziotti norvegesi, normalmente disarmati, sono stati autorizzati a portare con loro delle armi come misura precauzionale straordinaria.