Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna incarcerato in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva, dovrà trascorrere altri 15 giorni in reclusione. Lo ha comunicato all’ANSA la sua avvocata Hoda Nasrallah, limitandosi ad aggiungere che ci si aspettava una scarcerazione. L’udienza si è tenuta l’altro ieri.
La storia del rider che guadagna 4.000 euro al mese è una bufala totale
Sta facendo molto discutere la storia di Emiliano Zappalà, ex commercialista. L’uomo, che ha perso il lavoro durante il coronavirus, si è reinventato rider, guadagna fino a 4.000 euro al mese ed è felice.
È una bufala. Anche il nome.
La storia, pubblicata da La Stampa, proviene da un articolo cartaceo del Messaggero e anch’esso contiene false informazioni. La fonte della smentita è il diretto interessato che ha risposto alle domande di Fionda.
Il nome corretto è Emanuele Zappalà e non è mai stato un commercialista. L’uomo lavora come rider da circa un anno e mezzo, non dal lockdown. I 100 km che secondo La Stampa percorre tutti i giorni in bici sono percorsi in moto e anche i guadagni, sono falsi. Zappalà percepisce circa 1600 euro mensili.
Il sindacato riders Union di Bologna ha commentato il fatto affermando che di rider felici nelle strade, non se ne vedono dalla firma del contratto collettivo, ad opera di UGL e Assodelivery. I riders bolognesi hanno aggiunto poi di conoscere un tale Emanuele Zappalà, firmatario del contratto. “Se si trattasse della stessa persona – scrivono – non ci stupirebbe la cattiva informazione fatta.”
Ora: in media un rider che fa consegne come extra, guadagna € 345 mensili; un rider a tempo pieno, invece, ne percepisce € 839. Un ciclofattorino, “percorrendo 100 km al giorno in bici”, dovrebbe lavorare fino a 400 ore al mese per ottenere gli stipendi citati nella fake news in questione.
Afghanistan, decine di morti negli scontri tra esercito e Talebani
Nella provincia di Kunduz – in Afghanistan – decine di persone sono morte negli scontri tra l’esercito e i Talebani, che continuano nonostante i colloqui di pace in corso in Qatar. I dettagli sono difficili da verificare, poiché la zona è vietata ai giornalisti e sotto stretto controllo dei talebani. Secondo il Ministero della Difesa, sono stati uccisi 4 soldati dell’esercito e 15 combattenti talebani (12 sono rimasti feriti). Secondo altre fonti, almeno 25 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in attacchi separati.
Morto Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci
È morto a 96 anni il politico e giornalista Emanuele Macaluso. Nel 1941 aderì al Partito Comunista Italiano e dal 1947 fino al 1956 fu segretario regionale della Cgil. Nel 1951 venne eletto deputato regionale con il Partito Comunista Italiano e, dopo aver lasciato la Cgil, fu chiamato da Togliatti a far parte della direzione centrale del partito. Fu membro della corrente dei riformisti, anche detti miglioristi, insieme a Giorgio Napolitano e Gerardo Chiaromonte, che cercava di avvicinare la linea politica comunista a quella della socialdemocrazia. In seguito alla dissoluzione del Partito Comunista Italiano aderì al Partito Democratico della Sinistra.
Tornano gli scontri etnici in Darfur: oltre 100 morti in 3 giorni
Nella regione del Darfur, in Sudan, alcuni gruppi etnici rivali si sono scontrati, provocando la morte di 47 persone. L’accaduto di lunedì si va ad aggiungere a quanto successo due giorni prima: oltre 80 civili sono rimasti uccisi in una serie di violenze commesse in altre parti della regione.
La notizia delle uccisioni arriva a due settimane da quando, le forze di pace delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana hanno dichiarato conclusa la propria missione nel Paese. Il 31 dicembre, UNAMID, attiva da 13 anni in Sudan, ha affermato che il governo sudanese si sarebbe assunto tutta la responsabilità di provvedere alla sicurezza della regione e di fornire ai residenti i servizi necessari. Le truppe e il personale di polizia della missione si sono impegnate nel ritiro dei propri uomini (circa 8.000), che avverrà gradualmente in 6 mesi.
Il conflitto nel Darfur si è intensificato a partire dal 2003, quando le forze governative e le milizie arabe sono state accusate di atrocità verso i ribelli. La violenza scoppiata di recente, è una delle peggiori dalla firma dell’accordo di pace tra governo e ribelli il 3 ottobre. Le ex forze ribelli si sono impegnate a deporre le armi, ma decenni di conflitto hanno lasciato la vasta regione occidentale divisa da aspre rivalità. Le questioni chiave includono ancora la proprietà della terra e l’accesso all’acqua, ad esempio. Il ritiro di UNAMID, inoltre, lascerà i civili più vulnerabili.
Argentina, terremoto di magnitudo 6,4
Un terremoto di magnitudo 6.4 ha scosso nella notte il nordovest dell’Argentina. L’epicentro è stato individuato a Pocito, nella provincia di San Juan, non molto distante dal confine con il Cile. Lo riporta l’Usgs.
Il sisma è stata seguito da almeno altre 4 forti scosse. Non si ha al momento notizia di danni alle cose o alle persone. Per ora nessun allarme tsunami.
La Camera conferma la fiducia al governo Conte con 321 voti a favore e 250 contrari
La Camera alle 20.48 ha dato il via libera alla fiducia al premier Giuseppe Conte con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. Il presidente del Consiglio ha quindi ottenuto 6 voti in più della maggioranza assoluta, fissata a 315.Ora il governo dovrà incassare anche la fiducia del Senato, il cui voto è previsto per domani.
Turchia, Facebook cede alla legge anti social media nominando un rappresentante
Facebook ha annunciato la nomina di un rappresentante legale in Turchia per adeguarsi alla normativa riguardo ai social media, evitando ulteriori sanzioni. Il rappresentante sarà responsabile dei contenuti e, su richiesta dell’autorità giudiziaria, della loro rimozione entro 48 ore. Facebook afferma di voler restare uno spazio di “libertà d’espressione”. La legge turca, fortemente voluta da Erdogan, prevede anche che le piattaforme con oltre un milione di visitatori al giorno cataloghino i dati degli utenti in server locali, il che ha sollevato timori sulla privacy.
Il viaggio dei batteri patogeni: dalle microplastiche alle cozze, fino alla nostra tavola
I batteri che colonizzano i rifiuti plastici in mare potrebbero entrare nella catena alimentare attraverso i frutti di mare. Lo ha evidenziato uno studio condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l’Università di Sousse. I ricercatori hanno indagato la presenza di microplastiche e di batteri in campioni d’acqua del Mar Mediterraneo e in campioni di molluschi, come cozze e vongole. I risultati della ricerca, pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, hanno sottolineato la presenza di significative quantità di microplastiche nelle cozze. Ma non solo. Le microplastiche, inoltre, trasporterebbero batteri patogeni che hanno un effetto tossico sui molluschi, come indicato dalla loro risposta immunitaria. Per una valutazione in termini di rischio alimentare per l’uomo – precisano i ricercatori – sono però necessari ulteriori studi.
L’accumulo di rifiuti plastici negli ambienti marini è sempre più una questione cruciale. Il Mar Mediterraneo, seppur rappresenti solo l’1% delle acque mondiali, si stima che contenga il 7% della microplastica marina. E tra tutti i frutti di mare, i molluschi come cozze, ostriche e capesante sono quelli con i più alti livelli di contaminazione da microplastiche. “Mentre la tossicità per gli organismi acquatici è abbastanza ben esplorata – spiegano i ricercatori – si sa ben poco sul ruolo che la plastica ha nel plasmare la struttura della comunità batterica in condizioni marine e sulla sua possibile trasmissione all’uomo”.







