sabato 20 Settembre 2025
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Via libera del Senato alla legge sulla parità salariale

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La legge sulla parità salariale tra uomini e donne è stata approvata dal Senato, meno di 15 giorni dopo essere passata alla Camera. Tra i punti fondamentali della legge vi è la “certificazione della parità di genere”, documento a redazione biennale obbligatoria per le aziende con più di 50 dipendenti. Servirà a specificare le condizioni contrattuali dei lavoratori, al fine di premiare i datori di lavoro che si impegnino a ridurre il gender pay gap e sanzionare coloro che dichiarano il falso. Sono previsti inoltre incentivi per l’assunzione di personale femminile e importanti sgravi fiscali per chi adotti politiche che permettano di conciliare vita e lavoro alle dipendenti.

Onu, Antonio Guterres: “Siamo su buona strada per catastrofe climatica”

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Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, durante la conferenza stampa per la presentazione del report Emissions Gap 2021 delle Nazioni Unite ha affermato: «A meno di una settimana dalla Cop26 di Glasgow, siamo ancora sulla buona strada per una catastrofe climatica». In tal senso, ha precisato Guterres, il report mostra che «anche con gli attuali contributi determinati a livello nazionale ed altri impegni presi dai Paesi di tutto il mondo, siamo sulla buona strada per un catastrofico aumento della temperatura globale di circa 2,7 gradi Celsius».

Eurovision 2022 manda in orbita il prezzo delle strutture turistiche di Torino

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La città di Torino ospiterà nel maggio 2022 la 66ma edizione dell’Eurovision Song Contest, il festival musicale che vede sfidarsi artisti internazionali. La portata dell’evento non ha tardato a far lievitare i prezzi delle strutture ricettive turistiche in tutta la città e provincia, arrivando a picchi di quattromila euro per una singola notte. Una tale speculazione sui prezzi non si era mai verificata nemmeno quando la città ha ospitato le Olimpiadi, nel 2006.

Se si verificano i prezzi degli alloggi sul sito AirBnb si nota subito come le cifre medie di pernottamento per la settimana tra il 9 e il 15 maggio 2022 siano incredibilmente alte rispetto alla media dei prezzi. Eseguendo un veloce confronto con il prezzo medio in altri periodi dell’anno, si nota come alcuni appartamenti arrivino anche a decuplicare i loro prezzi medi durante la settimana del contest Eurovision. Nemmeno in occasione delle ATP Finals, la competizione di tennis maschile  che si terrà a Torino tra il 14 e il 21 novembre, si registrano tali aumenti: il prezzo medio degli alloggi, in questo periodo, è di 158 euro. La media sale, per la settimana dell’Eurovision, sino a 825 euro, con picchi di prezzo molto superiori ai duemila euro per notte.

Gli aumenti riguardano anche strutture site nelle zone periferiche di Torino, se non proprio nei paesi limitrofi, che in genere hanno un prezzo medio che si aggira intorno ai 40-50 euro per notte. È curioso notare come diversi tra gli appartamenti che propongono le cifre da capogiro siano affittabili solamente nella settimana dell’evento, e non in altri periodi, lasciando presupporre che privati cittadini che normalmente non affittano le proprie case si siano lasciati tentare dalla speculazione.

Un discorso simile vale per gli hotel: facendo un veloce confronto sul sito Booking.com tra le strutture a tre stelle (abbiamo volutamente non considerato le strutture da quattro stelle in su) si nota come il prezzo medio arrivi anche in questo caso a decuplicare nella settimana del contest Eurovision. Alcune di queste strutture si trovano in zone estremamente lontane dal centro della città o dal PalaOlimpico, in quartieri che vertono anche in condizioni di discreto abbandono. L’Hotel Sharing, per esempio, sito in zona Falchera, passa dalla cifra di 376 euro per sei giorni nella prima settimana di marzo a 1924 euro per la settimana dell’Eurovision, passando per i 774 euro della settimana delle ATP Finals. Stesso discorso per il Rivoli Hotel, sito nella cittadina di Rivoli, che passa da 511 euro per la medesima settimana di marzo a 922 per la settimana delle ATP, fino ad arrivare a 2105 euro tra il 9 e il 15 maggio. Si tratta solamente di un paio di esempi che però ben riflettono la situazione generale.

[di Valeria Casolaro]

Germania: Baerbel Bas è la nuova presidente del Parlamento

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Baerbel Bas è la nuova presidente del Bundestag, il Parlamento federale tedesco. La deputata socialdemocratica 53enne è stata eletta a larga maggioranza, con 576 voti a favore su 724 voti totali. «Assumo l’incarico volentieri e con tutto il cuore», ha affermato Baerbel Bas. Ella succede a Wolfgang Schaeuble, che il Parlamento ha salutato con una standing ovation.

Bastano un po’ di pressioni americane e l’Europa si rimangia la web tax

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L’Unione Europea stava lavorando da tempo a una “web tax” che fosse condivisa da tutti i Paesi Membri, a una proposta che regolamentasse la tassazione Comunitaria delle Big Tech così da ridurne quanto possibile l’evasione fiscale. Ebbene, la proposta in questione è stata definitivamente mandata al macero grazie ai nuovi accordi OCSE voluti dagli Stati Uniti.

In questi giorni si è parlato con entusiasmo degli accordi internazionali che introdurranno l’ormai celebre tassa minima globale, tuttavia lati oscuri della faccenda sono spesso stati omessi dalle emittenti generaliste, forse perché non dipingono un’immagine felice dell’Unione Europea. In altre parole: mentre Washington festeggia, Bruxelles prega che la “global tax” sia solamente il primo passo di un percorso più articolato.

Un primo passo che è peraltro costato caro. Quest’estate gli USA avevano di fatto ricattato l’Europa minacciando di imporre dazi del 25% ai Paesi che avevano tassato nazionalmente i servizi digitali, Italia compresa. Successivamente, la Casa Bianca ha fatto pressioni in modo che l’UE sospendesse le discussioni relative alla web tax e che le imposte introdotte unilateralmente dai Governi venissero annullate. In cambio è stata offerta la già citata tassazione globale, la quale è però ritagliata strategicamente perché possa affliggere un numero contenuto di multinazionali (circa 100, stando alle stime Ocse).

Dai carteggi siglati emerge inoltre che il periodo di transizione verso queste nuove norme fiscali sia stato esso stesso motivo di aspre discussioni. Alla fine si è deciso che le tasse digitali volute dalle singole nazioni debbano sparire non appena verrà introdotta la tassazione globale, tuttavia «gli Stati Uniti avrebbero preferito che l’abrogazione delle Misure Unilaterali fosse immediata a partire dall’8 ottobre 2021, data in cui è stato raggiunto un accordo politico rispetto al Primo Pilastro».

Una vittoria parzialmente vanificata dal fatto che Washington abbia imposto un cavillo amministrativo che permetterà alle Big Tech di ottenere un rimborso sugli importi che eccedono le tassazioni previste dal Primo Pilastro. L’eccedenza sarà quindi detratta «dalla porzione di imposta sul reddito delle società dovuta ai sensi del Primo Pilastro rispettivamente in questi paesi».

Gli accordi raggiunti sulla tassazione globale rappresentano veramente un punto storico della diplomazia internazionale, tuttavia le dinamiche che li alimentano rischiano di mettere per l’ennesima volta in scena il bullismo sovranista degli Stati Uniti, minando ulteriormente la credibilità europea. Non resta che sperare che l’UE sappia approfittare di questa timida occasione per far sentire la propria voce.

[di Walter Ferri]

 

Vaccini Covid, Pierpaolo Sileri: probabile terza dose per tutti da gennaio

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Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, durante un’intervista rilasciata a Radio Capital  ha affermato: «Per chi si è sottoposto al vaccino Johnson&Johnson servirà un richiamo in tempi molto brevi. A sei mesi dalla vaccinazione si inizierà a procedere tenendo in considerazione l’età, ma verosimilmente una terza dose sarà necessaria per tutti». In tal senso Sileri ha aggiunto: «Entro l’anno si procederà con la terza dose per anziani e personale sanitario, poi da gennaio il resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose».

Come si è arrivati al colpo di stato militare in Sudan

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Sudan

Ieri in Sudan, un vasto paese nordafricano che conta quasi 45 milioni di abitanti, c’è stato un colpo di stato messo in atto da alcuni militari. Nelle prime ore della giornata l’esercito ha arrestato il primo ministro del paese, Abdalla Hamdok, poi il ministro dell’Industria, Ibrahim al Sheikh, e quello dell’Informazione, Hamza Baloul. Oltre a loro, i militari hanno preso di mira anche un consigliere del primo ministro, Faisal Mohammed Saleh. Poche ore dopo il loro arresto, il generale Abdel Fattah al Burhan ha detto che il governo era stato ufficialmente sciolto e che i militari avevano preso...

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L’Italia una volta tanto è virtuosa: sul riciclo della carta è avanti di 15 anni

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Buone notizie sul fronte italiano di riciclaggio della carta: il Belpaese ha raggiunto, con ben quindici anni di anticipo, l’obiettivo europeoSecondo il Rapporto Unirima 2021 sull’economia circolare presentato a Roma, nel 2020 in Italia l’87,3% degli scarti provenienti dalle industrie cartarie ed editoriali e da uffici, attività commerciali, di trasporto e di rifiuti domestici, è stato lavorato affinché potesse essere recuperato e riutilizzato. Un risultato ottimo, considerando il periodo da cui stiamo uscendo. La crisi pandemica, infatti, ha determinato un calo delle attività produttive del 4,1% nel 2020 che ha portato la filiera a sostenersi – e poi riprendersi – con la produzione di imballaggi derivanti dal boom dell’e-commerce e del delivery, segnando un incremento del 45% rispetto all’anno precedente.

Nello specifico, l’obiettivo – il quale prevede il riciclo dell’85% dei rifiuti urbani entro il 2035-, è stato raggiunto dai 600 impianti distribuiti sul territorio nazionale, i quali hanno prodotto 6,8 milioni di tonnellate di carta da macero e comportato un aumento del 3,2% della produzione di materia prima rispetto al 2020. Un incremento che ha risposto in modo più che adeguato alle esigenze del mercato, confermando come l’Italia abbia puntato al recupero e al riuso della carta, sviluppando un comparto più che efficiente. Questo, infatti, oltre a ottenere materiale per l’uso interno, esporta annualmente circa 1,8 milioni di tonnellate di materia prima di qualità, considerando che il totale della raccolta di carta e cartone italiana – la quale avviene attraverso i canali domestici e industriali -, è pari a circa 7 milioni di tonnellate. Ruolo fondamentale nella regolamentazione del settore è stato giocato anche dall’End of Waste (Cessazione della qualifica di rifiuto)- regolamentato nella direttiva 2008/98/CE  e dal piano d’azione “Pacchetto Economia Circolare” . In più, il PNRR prevede 58,47 miliardi di euro finalizzati all’attuazione di alcune iniziative nell’ambito ecologico, di cui 1,5 miliardi sono desinati sia alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti, sia all’ammodernamento di quelli esistenti.

[di Eugenia Greco]

Blitz antimafia a Latina, 33 misure cautelari

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All’alba di oggi la Polizia di Stato ha condotto a Latina, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, un blitz contro il clan di etnia rom che faceva capo a Giuseppe Di Silvio, detto Romolo. I 33 sospettati contro cui sono state eseguite le misure cautelari sono accusati di associazione a delinquere a stampo mafioso, furto, sequestro di persona, traffico e spaccio di droghe e porto abusivo di armi. L’indagine ipotizza l’esistenza di un nuovo sodalizio di tipo mafioso a livello locale, organizzato su base familiare e territoriale, radicato nel territorio e dedito ad attività di estorsione e spaccio.

Il Green Pass e l’immunità naturale confrontata con quella indotta dai vaccini

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L’11 Marzo del 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha dichiarato la pandemia del SARS-CoV-2. Da quel momento i cittadini del mondo, chi più chi meno a seconda del paese di residenza, hanno visto attuare dei provvedimenti unici nella storia, nonostante questa non sia né la prima, né la più mortale delle pandemie che hanno colpito l’umanità.

Dal punto di vista scientifico, quello che mi ha fatto riflettere è stata la mancanza di dialogo all’interno della comunità degli scienziati e la stretta dipendenza di quello che viene ritenuto scientificamente valido da fattori non sempre correlabili alla salute pubblica. Per affrontare la pandemia è stata scelta una linea pressoché univoca e tutte le opinioni diverse alla retorica sono state messe in disparte. Tuttavia, le fondamenta stesse della scienza si basano sul dialogo, sul confronto e sul dibattito; la curiosità e il sano scetticismo, sono sempre stati il carburante che ha fatto muovere la scoperta e il progresso scientifico (basta pensare a Galileo Galilei). Ciononostante, durante l’ultimo anno e mezzo, a qualsiasi ricercatore dell’ambito medico-scientifico abbia avuto un punto di vista diverso nei confronti della “linea guida generale”, è stata “cucita addosso” la lettera scarlatta del nemico della salute pubblica, del cospirazionista, del no-vax ed è stato totalmente screditato. Una scienza univoca però, rischia pericolosamente di diventare sterile e condizionabile da altri fattori, piuttosto che dalla verità scientifica che dovrebbe essere un movente incondizionato per qualsiasi ricercatore, come una sorta di giuramento ad Ippocrate. Proprio in difesa della verità scientifica ho deciso di scrivere questo articolo, dato che la mia obiettività e il mio raziocinio non riescono a conciliarsi con alcuni provvedimenti.

Il periodo di validità del Green Pass

Con il D.L. n. 52 del 22 aprile 2021, convertito con modificazioni dalla L. n. 87 del 17 giugno 2021, è stato introdotto l’utilizzo del Green Pass. In rispetto della lingua italiana, fornita di un vocabolario ricchissimo e bellissimo, mi piacerebbe evitare l’utilizzo del termine anglosassone, preferendo la traduzione italiana: lasciapassare verde. Probabilmente a molti non piace questo termine, perché evoca brutti ricordi dal passato; tuttavia il Green Pass è a tutti gli effetti un lasciapassare, senza il quale non si accede a lavoro, all’università, ai ristoranti, alle palestre, ecc. Comunque, per correttezza lessicale utilizzerò la nomenclatura ufficiale riportata nel D.L., e cioè Certificazione Verde (CV).

Questo provvedimento ha suscitato numerose obiezioni dal punto di vista del diritto civile, della bioetica e dell’uguaglianza sociale, tuttavia, non essendo questi i miei settori di ricerca, mi limiterò a parlare di studi scientifici. Potrei cercare di analizzare l’utilità generale della CV come strategia per affrontare la pandemia, i motivi che hanno spinto paesi come la Norvegia o la Danimarca ad abolirla e paesi come la Svezia a non adottarla mai, ma preferisco focalizzarmi su un argomento specifico. Alcune volte infatti, quando si vuole demolire un muro, bisogna battere sui mattoni più deboli e barcollanti per riuscire a fare breccia. Di questi tempi bisogna prestare particolare attenzione a cosa si afferma, perché basta una singola parola non ponderata per rischiare di passare da no-vax e venire immediatamente screditati dall’apparato di diffamazione. Dunque, visto che nel mio lavoro bisogna sempre citare dati affidabili che provengano da ricerche pubblicate su riviste scientifiche peer-reviewed (termine che indica una valutazione paritaria effettuata da parte di esperti del settore), ho intenzione di utilizzare questa forma.

Discriminazione tra vaccinati e soggetti guariti

La CV in seguito a vaccinazione ha validità di un anno, mentre in seguito a guarigione ha validità di sei mesi. Questa decisione equivale a considerare due volte più efficace l’immunità fornita dalla vaccinazione rispetto a quella naturale. In parole povere, Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J (le quattro aziende produttrici dei vaccini disponibili al momento in Italia) sarebbero più brave ad immunizzarci rispetto ad un meccanismo che si è sviluppato in circa 600 milioni di anni di evoluzione [1] [2].

Qualcuno potrebbe controbattere che il progresso ha fatto salti da gigante; tuttavia le ultime ricerche scientifiche confermano ciò che chiunque conosca l’immunologia, l’epidemiologia, la microbiologia o la biologia molecolare sapeva prima ancora che i vaccini contro il covid-19 venissero somministrati su scala mondiale. Attenzione. questo non è un discorso sulla validità dei vaccini in generale, ma un discorso che mette a confronto l’immunità acquisita naturalmente con quella indotta dalla vaccinazione contro un virus a RNA con le caratteristiche replicative del SARS-CoV-2. I quattro vaccini sopracitati, sia quelli a vettore virale (prodotti da AstraZeneca e J&J), sia quelli a mRNA (prodotti da Pfizer e Moderna) inducono la formazione di anticorpi diretti contro la proteina Spike del capside virale del SARS-CoV-2 [3]; mentre l’immunità naturale, venendo a contatto con l’intero virus, produce anticorpi diretti anche contro altre proteine che lo compongono [4]. Di conseguenza, se in seguito ad una mutazione genetica la sequenza amminoacidica della proteina Spike cambia, compromettendo il legame degli anticorpi indotti dalla vaccinazione [5], l’immunità naturale può contare su un ventaglio di immunoglobuline dirette contro epitopi diversi della proteina Spike [6] [7], ma anche contro altre proteine del virus [4]. L’efficacia superiore dell’immunità naturale rispetto a quella indotta dai vaccini è stata confermata dalla realtà clinica.

Gli studi di implementazione nel mondo reale

Purtroppo, quando i vaccini anti covid-19 sono stati somministrati su scala mondiale, hanno dimostrato un efficacia diversa rispetto a quella dei trials iniziali, durante i quali il BNT162b2 della Pfizer per esempio, aveva mostrato un’efficacia del 95% [8]. Un report del Ministero della Salute israeliano ha riportato che l’efficacia del vaccino contro la variante Delta scende al 39% nel prevenire l’infezione, e al 41% nel prevenire la comparsa di infezioni sintomatiche, mantenendo comunque un’efficacia dell’88% nel prevenire l’ospedalizzazione e del 91% nel prevenire il decesso [9]. Uno studio effettuato sempre in Israele su soggetti vaccinati con due dosi del vaccino della Pfizer, ha evidenziato una diminuzione sostanziale della risposta umorale sei mesi dopo la vaccinazione, specialmente in soggetti maschi superiori ai 65 anni [10]. Analogamente, uno studio svolto in Qatar, ha dimostrato che l’efficacia del vaccino della Pfizer diminuisce al 20% tra il quinto e il settimo mese dopo la seconda dose, mantenendo tuttavia la protezione contro il rischio di ospedalizzazione e decesso oltre il 90% durante questo arco temporale [11].

Tramite un commentario pubblicato sulla rivista The Lancet Microbe, alcuni ricercatori hanno cercato di spiegare la ragione della differenza di efficacia tra i trials iniziali e quella riscontrata quando i vaccini hanno incontrato il mondo reale. Gli autori spiegano che per determinare l’efficacia nei trials iniziali è stato considerato il parametro della riduzione del rischio relativo (RRR), che ammonta a 95% per Pfizer, 94% per Moderna, 67% per AstraZeneca e J&J. Tuttavia, non è stato considerato il parametro della riduzione del rischio assoluto (ARR), che ammonta a 1.3% per AstraZeneca, 1.2% per Moderna e J&J e 0.84% per Pfizer. Attenzione. Le percentuali di ARR non vanno assolutamente confuse con l’efficacia dei vaccini, ma sono un parametro statistico utile per avere una visione più completa dell’efficacia reale, dato che come spiegano gli autori, utilizzando solo il parametro RRR si introduce un bias (distorsione).

I dati sull’immunità naturale

Per quanto riguarda l’immunità naturale invece, uno studio svolto in Francia ha dimostrato che pazienti guariti dal covid-19 continuavano ad avere anticorpi circolanti 13 mesi dopo l’infezione e presentavano un rischio diminuito del 96.7% di contrarre nuovamente il virus [12]. Uno studio finanziato dall’Istituto Nazionale della Sanità americano (NIH) e uno studio dell’università del Texas, hanno dimostrato che i soggetti guariti possiedono anticorpi pluripotenti i quali sono in grado di riconoscere epitopi diversi della proteina Spike, dimostrandosi efficaci anche contro varianti virali [6] [7]. Un ulteriore studio ha dimostrato che i pazienti guariti possiedono anticorpi specifici anche per altre proteine del virus, come la proteina N [4]. Non c’è dunque da meravigliarsi se uno studio israeliano (ancora in fase di validazione), condotto analizzando dati provenienti da 673.676 persone, ha dimostrato che i soggetti vaccinati hanno 13 volte più probabilità di contrarre la variante Delta e 7 volte più probabilità di sviluppare infezione sintomatica, rispetto a soggetti precedentemente guariti [13]. Ci sono evidenze che anche i soggetti con infezione asintomatica hanno sviluppato un’immunità altrettanto funzionale [14].

È corretto sottolineare che tutti gli studi sopracitati concludono unanimemente che la vaccinazione rimane un’importante strategia per combattere il covid-19, efficace nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e decesso.

Epilogo

Ci sono evidenze a sufficienza che dimostrano come l’immunità naturale, sia più efficace nel diminuire il rischio d’infezione, ospedalizzazione e decesso per un periodo di tempo superiore rispetto alla vaccinazione. Attenzione. Ciò non significa assolutamente che bisogna perseguire l’infezione per ottenere l’immunità naturale; una tale azione sprovveduta potrebbe avere sviluppi imprevedibili, specialmente in soggetti con comorbilità. Resta il fatto che non esiste alcuna ragione logica e scientificamente valida che giustifichi la durata di soli sei mesi della CV per i soggetti guariti, dal momento che i dati indicano un’efficacia maggiore e più duratura dell’immunità naturale.
Trascorsi i sei mesi, i soggetti guariti si devono sottoporre ad una dose del vaccino per prolungare la validità della CV. Questa strategia toglie una dose ad un soggetto che potrebbe averne reale bisogno, per darla ad una persona già immunizzata. Inoltre, i risultati di due studi di farmacovigilanza hanno indicato che i soggetti con immunità naturale presentano un tasso di rischio più elevato di manifestare reazioni avverse gravi in seguito alla vaccinazione, a causa di reazioni iperimmuni e di effetti di immunogenicità [15] [16]. Anche questo non dovrebbe essere un concetto nuovo per chi conosce veramente l’immunologia e non è da rimandare al prossimo appello d’esame. Per concludere, spero vivamente che il fatto che soggetti vaccinati da pochi mesi possono sviluppare infezione sintomatica, non sia dovuto alla presenza di anticorpi non-neutralizzanti, che potrebbero causare fenomeni di potenziamento anticorpo-dipendente (ADE), riscontrati negli studi precedenti su SARS-CoV e MERS-CoV [17].

I mass media non presenterebbero facilmente i risultati degli studi che ho riportato in questo articolo. Difatti, qualsiasi cosa possa interferire con la campagna vaccinale viene offuscata: non si può toccare argomenti come efficacia, effetti collaterali e terapie alternative. Tuttavia, l’obbiettività scientifica dev’essere salvaguardata. Un matematico ad esempio, ha l’obbligo scientifico e morale di continuare a sostenere che la somma di 1+1=2, anche se tale risultato potrebbe non essere gradito alla retorica del momento.

Chiunque volesse provare a screditare la validità di questo articolo è invitato al sano confronto scientifico e soprattutto dovrà riuscire a confutare i risultati degli studi citati.

[di Panagis Polykretis – Biologo, PhD in Biologia Strutturale]

Elenco citazioni
1. Bailey, M., Christoforidou, Z. & Lewis, M. Evolution of immune systems: Specificity and autoreactivity. Autoimmunity Reviews 12, 643–647 (2013).
2. Danilova, N. The evolution of immune mechanisms. Journal of Experimental Zoology Part B: Molecular and Developmental Evolution 306B, 496–520 (2006).
3. Mascellino, M. T., Di Timoteo, F., De Angelis, M. & Oliva, A. Overview of the Main Anti-SARS-CoV-2 Vaccines: Mechanism of Action, Efficacy and Safety. Infect Drug Resist 14, 3459–3476 (2021).
4. Hachim, A. et al. ORF8 and ORF3b antibodies are accurate serological markers of early and late SARS-CoV-2 infection. Nat Immunol 21, 1293–1301 (2020).
5. Wang, P. et al. Antibody resistance of SARS-CoV-2 variants B.1.351 and B.1.1.7. Nature 593, 130–135 (2021).
6. Wang, L. et al. Ultrapotent antibodies against diverse and highly transmissible SARS-CoV-2 variants. Science 373, eabh1766.
7. Voss, W. N. et al. Prevalent, protective, and convergent IgG recognition of SARS-CoV-2 non-RBD spike epitopes. Science 372, 1108–1112 (2021).
8. Thomas, S. J. et al. Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine through 6 Months. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
9. Ministry of Health Israel. Two-dose vaccination data. Government of Israel; 2021. doi:https://www.gov.il/BlobFolder/reports/vaccine-efficacy-safety-follow-up-committee/he/files_publications_corona_two-dose-vaccination-data.pdf.
10. Levin, E. G. et al. Waning Immune Humoral Response to BNT162b2 Covid-19 Vaccine over 6 Months. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
11. Chemaitelly, H. et al. Waning of BNT162b2 Vaccine Protection against SARS-CoV-2 Infection in Qatar. New England Journal of Medicine 0, null (2021).
12. Gallais, F. et al. Evolution of antibody responses up to 13 months after SARS-CoV-2 infection and risk of reinfection. EBioMedicine 71, (2021).
13. Comparing SARS-CoV-2 Natural Immunity to Vaccine-Induced Immunity: Reinfections versus Breakthrough Infections | NCRC. 2019 Novel Coronavirus Research Compendium (NCRC) https://ncrc.jhsph.edu/research/comparing-sars-cov-2-natural-immunity-to-vaccine-induced-immunity-reinfections-versus-breakthrough-infections/ (2021).
14. Le Bert, N. et al. Highly functional virus-specific cellular immune response in asymptomatic SARS-CoV-2 infectionSARS-CoV-2–specific T cells in asymptomatic. Journal of Experimental Medicine 218, (2021).
15. Menni, C. et al. Vaccine side-effects and SARS-CoV-2 infection after vaccination in users of the COVID Symptom Study app in the UK: a prospective observational study. The Lancet Infectious Diseases 21, 939–949 (2021).
16. Mathioudakis, A. G. et al. Self-Reported Real-World Safety and Reactogenicity of COVID-19 Vaccines: A Vaccine Recipient Survey. Life (Basel) 11, 249 (2021).
17. Karthik, K., Senthilkumar, T. M. A., Udhayavel, S. & Raj, G. D. Role of antibody-dependent enhancement (ADE) in the virulence of SARS-CoV-2 and its mitigation strategies for the development of vaccines and immunotherapies to counter COVID-19. Human Vaccines & Immunotherapeutics 16, 3055–3060 (2020).