Dopo la grande manifestazione tenutasi a Bruxelles due settimane fa contro le politiche sanitarie imposte dal governo, nella giornata di oggi i cittadini si sono nuovamente riversati nelle strade della capitale belga per protestare contro le nuove restrizioni anti Covid annunciate venerdì dall’esecutivo, tra cui la mascherina obbligatoria dai 6 anni in su. Secondo quanto riportato dal quotidiano belga Le Soir, almeno 8000 persone hanno marciato verso il quartiere in cui hanno sede le istituzioni dell’UE, dove vi sono però stati momenti di tensione. Alcuni manifestanti hanno infatti lanciato contro le forze dell’ordine lattine e petardi mentre gli agenti hanno utilizzato idranti e gas lacrimogeni.
È morto Demetrio Volcic, celebre corrispondente Rai da Mosca
È morto a Gorizia all’età di 90 anni il giornalista Demetrio Volcic, celebre corrispondente Rai da Mosca oltre che da Praga, Vienna e Bonn. Dagli schermi della tv raccontò agli italiani quel mondo oltre la Cortina di ferro prima per il telegiornale in bianco e nero del Canale Nazionale della Rai e poi per il Tg1. Nato a Lubiana il 22 novembre 1931, arrivò in Rai nel 1956 e divenne corrispondente dall’estero nel 1968, incarico che mantenne fino al 1993. Fu poi direttore del Tg1 dal 1993 al 1994 e in seguito, eletto nelle liste del Partito Democratico della Sinistra, ricoprì l’incarico di senatore dal 1997 al 2001 nonché di parlamentare europeo dal 1999 al 2004, eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra.
Serbia: cittadini protestano contro l’estrazione di litio
Migliaia di persone ieri hanno bloccato le strade principali di diverse città serbe in segno di protesta contro le scelte del governo: i manifestanti, infatti, sono contrari a due leggi che permetteranno a compagnie straniere di sfruttare le risorse naturali locali. In tal senso, la rabbia dei cittadini è causata soprattutto dai progetti della compagnia mineraria Rio Tinto, che si prepara ad estrarre litio nella Serbia occidentale: un’operazione che, secondo gli ambientalisti, causerebbe danni irreparabili. Le proteste di ieri, che hanno fatto seguito a quelle di sabato scorso, non sono però accettate dalle autorità, che ritengono illegali le azioni dei manifestanti proprio a causa dei blocchi delle strade.
Trattativa Stato-Mafia: un incontro moderato da L’Indipendente
Si è svolto venerdì 3 dicembre a Forlì un importante dibattito intitolato “Verità e Giustizia, le nuove sfide dell’antimafia”. Un incontro dove si è parlato di trattativa stato-mafia, politiche del governo Draghi sulla giustizia e di alcune pagine oscure della storia d’Italia. Dal dibattito sono emerse chiare le responsabilità di parte degli apparati dello stato italiano in molti di quei fatti di sangue poi passati alla storia come “stragi di mafia”. Colpe che spesso hanno nomi e cognomi ormai noti.
A parlare erano presenti Salvatore Borsellino (fratello del giudice Paolo e fondatore del “Movimento Agende Rosse”), Luana Ilardo (figlia di Luigi Ilardo, primo infiltrato nella storia di Cosa Nostra, ucciso sotto casa nel 1994 prima di ottenere protezione dallo Stato) e Alessandro Di Battista (ex parlamentare, in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata).
L’incontro è stato organizzato dal Movimento Agende Rosse e vedeva sul palco due giornalisti de L’Indipendente: il redattore esperto di criminalità organizzata, Stefano Baudino, e il direttore responsabile, Andrea Legni, presente in qualità di moderatore.
Indonesia: eruzione vulcano Semeru, 13 morti ed oltre 90 feriti
Sono almeno 13 le persone che hanno perso la vita a causa dell’eruzione – verificatasi nella giornata di ieri – del vulcano Semeru, presso l’isola indonesiana di Giava. A rendere noto il bilancio attuale del disastro è stata l’agenzia per la mitigazione dei disastri (BNPB), la quale tramite una nota ha inoltre fatto sapere che 98 persone sono rimaste ferite e 902 sono state evacuate. Dieci, invece, le persone che erano rimaste intrappolate e che sono state estratte vive.
“No Draghi Day”: in tutta Italia sindacati di base protestano contro governo
Nella giornata di oggi, in tutta Italia, il sindacalismo di base è sceso in piazza per il “No Draghi Day”: si tratta di una serie di manifestazioni fatte con l’intento di protestare contro le politiche economico-sociali e sul lavoro del premier e dell’esecutivo. Milano, Genova, Roma e Napoli sono solo alcune delle città in cui le persone si sono riversate nelle strade per esprimere il loro dissenso nei confronti del governo.
I popoli indigeni hanno presentato un piano per salvare l’Amazzonia
Gli indigeni e le comunità locali di Ecuador e Perù hanno proposto un piano per proteggere l’80% della foresta pluviale amazzonica entro il 2025, l’Amazon Sacred Headwaters. Queste comunità hanno infatti fortemente criticato soluzioni come la 30 by 30 (rendere aree protette il 30% delle terre e degli oceani entro il 2030) proposte dai leader internazionali, ritenendole insufficienti quando non potenzialmente dannose. La loro proposta potrebbe permettere di proteggere l’80% dei territori amazzonici compresi tra gli Stati dell’Ecuador e del Perù. Tuttavia affinchè ciò sia possibile gli istituti finanziari internazionali dovrebbero alleviare, se non proprio eliminare, il debito internazionale di quersi Stati, che viene ripagato per la maggior parte grazie all’estrazione di petrolio e minerali e alla deforestazione.
Le comunità indigene locali ritengono che ciò che le iniziative proposte nel corso dei vari summit tenutisi nel 2021 siano insufficienti per garantire la protezione degli ecosistemi e prevenire il cambiamento climatico. In particolare il piano 30 by 30 è stato criticato in quanto potenzialmente deleterio per le comunità locali, poichè implicherebbe l’abbandono delle proprie terre e lo spostamento all’interno delle aree protette. Inoltre si tratta di una misura insufficiente per garantire una reale inversione di tendenza in termini di prevenzione e tutela della biodiversità. Iniziative simili, unite alla popolare quanto ingannevole proposta di piantare alberi per salvare il mondo, si rivelano come ingannevoli manovre di greenwashing.
La controproposta elaborata da alcune federazioni indigene amazzoniche dell’Ecuador e del Perù, in collaborazione con la Pachamama Alliance la Fondazione Pachamama, prende il nome di Amazon Sacred Headwaters e mira alla tutela dell’80% dei territori amazzonici compresi tra questi due Stati entro il 2025. Il piano prevede la protezione di 33 milioni di ettari di foresta tropicale compresa tra i bacini dei fiumi Napo, Pastaza e Marañon: fermando la deforestazione, l’estrazione mineraria e di idrocarburi in queste zone si calcola di arrivare a ridurre di 2 miliardi di tonnellate le emissioni di gas serra.
L’idea è che la gestione indigena delle foreste sia la migliore strategia per tutelare queste zone e ridurre le emissioni. Una ipotesi la cui correttezza è tra l’altro confermata dai dati. Per fare ciò è necessario ripensare l’intero modello economico, attualmente basato sull’estrazione di petrolio e minerali e sul disboscamento. La proposta prevede un ritorno ad un impresariato sostenibile, al turismo comunitario (ovvero nel quale la forma di accoglienza è gestita interamente dalle popolazioni locali) e, in generale, del recupero del concetto indigeno di benesse ed equilibrio con l’ambiente circostante, il Buen Vivir, spazzato via dalla colonizzazione spagnola.
La regione interessata costituisce il bacino con la maggiore biodiversità di tutto il pianeta ed è dimora di alcune specie a rischio estinzione. Si tratta inoltre di un’area che svolge un ruolo cruciale nel generare precipitazioni e nel mantenere in equilibrio il ciclo idrogeologico del continente. In queste zone l’azione di colossi dell’industria fossile, come le americane Chevron e Texaco, ha comportato un tale inquinamento del territorio e delle acque da rendere impossibile la coltivazione in alcune zone e causare la morte di indigeni e fauna.
I governi di Perù ed Ecuador si sono per il momento mostrati entusiasti della proposta, ma vi è un enorme scoglio da superare per garantirne la fattibilità. Entrambe gli Stati infatti hanno contratto un ingente debito estero, che viene ripagato soprattutto grazie all’estrazione delle risorse dal suolo. Secondo una stima della World Bank, nel 2020 il debito ecuadoriano ammontava a poco meno di 60 miliardi di dollari, ovvero la metà della propria economia nazionale. Senza l’alleggerimento, se non proprio l’eliminazione del debito, sarà molto difficile per questi Paesi concentrarsi su piani per lo sviluppo interno e la salvaguardia dell’ambiente.
[di Valeria Casolaro]
Covid: ok Fda a monoclonali per under 12
La Food and Drug Administration (Fda), l’organo statunitense che regola i prodotti farmaceutici, ha ampliato l’autorizzazione all’uso di emergenza per gli anticorpi “bamlanivimab” ed “etesevimab” includendo i bambini sotto i 12 anni, neonati compresi, ad alto rischio di sviluppare Covid grave. A renderlo noto è stata l’azienda farmaceutica produttrice Eli Lilly, la quale tramite un comunicato ha precisato che «questa espansione consente di somministrare insieme bamlanivimab ed etesevimab in pazienti pediatrici ad alto rischio per il trattamento del Covid-19 da lieve a moderato, nonché per la profilassi post-esposizione». Si tratta – ha aggiunto l’azienda – del primo trattamento anticorpale autorizzato per bambini e neonati.