giovedì 12 Dicembre 2024

Lunedì il verdetto su Julian Assange: tutti gli occhi puntati su Londra

Nel corso di un incontro con i suoi sostenitori presso la Foreign Press Association di Londra mercoledì scorso, Stella Moris, moglie di Julian Assange, ha dichiarato che l’annoso procedimento legale di estradizione di suo marito negli Stati Uniti è giunto ad un bivio: «Lunedì Julian potrebbe essere estradato o liberato», ha detto, aggiungendo che Julian «spera di essere presente» in aula per ascoltare il verdetto.  È stata forse la prima volta che l’avvocata sudafricana – e madre dei due bambini avuti con Julian –  ha espresso pubblicamente la possibilità concreta della sua liberazione. Non solo, ma ha poi ribadito il concetto:  «Se la richiesta di estradizione verrà respinta, il tribunale potrebbe decidere di rilasciarlo. […] E io lo seguirò ovunque vada, in Australia o in qualsiasi altro posto».  «Ma perché il verdetto lunedì sia quello che tutti noi auspichiamo», ha avvertito p Kristinn Hrafnsson, caporedattore di Wikileaks, anch’egli presente all’incontro, «i giudici devono sentirsi osservati», devono sentire addosso gli occhi del mondo.  Proprio per questo motivo, milioni di attivisti in tutto il pianeta stanno organizzando presidi e manifestazioni, da oggi fino al 20 maggio.  

Nella Penisola, ad esempio, gli attivisti di Free Assange Italia terranno un sit-in oggi (18 maggio) a Bari alle ore 18.30 in Via Sparano (angolo libreria Laterza) mentre domani organizzeranno presidi a Roma dalle 17 alle 19 al Pantheon, a Torino dalle 17 alle 19 in piazza Castello, a Genova in Largo Pertini dalle 17 alle 19, a Padova dalle 17 alle 19 in Piazzetta della Garzeria e a Catania dalle 17.30 alle 19.30 alla Prefettura di via Etnea.  Invece, nel capoluogo ferrarese, gli attivisti di Ferrara per Assange terranno un mega evento oggi dalle 15.30 alle 19, da piazza Trento Trieste (Libraccio) fino a Corso Martiri della Libertà, 45; mentre domani (19 maggio), il gruppo Assange Bologna organizzerà un presidio cittadino in via Rizzoli (piazza del Nettuno) dalle 16.30 alle 19 e il gruppo Free Assange Napoli offrirà una azione scenica e musicale in piazza Dante dalle 10.30 alle 13.30.

Il giorno stesso dell’udienza londinese, il 20 maggio, poi, ci saranno due appuntamenti che non bisogna assolutamente perdere, uno a Roma e l’altro a Milano.

Nella Capitale, Free Assange Italia e Free Assange Roma terranno una conferenza stampa, aperta al pubblico, dalle 15 alle 16.30, presso la Federazione Nazionale della Stampa Italia nella sua sede distaccata di via delle Botteghe Oscure 54 (primo piano). Ospiti d’onore saranno Vincenzo Vita, garante dell’associazione Articolo 21; Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International – Italia; Franco Fracassi, reporter ed esperto di geopolitica e Gianni Magini di AllertaMedia. Commenteranno a caldo la decisione dei giudici dell’Alta Corte britannica di accogliere o di respingere la richiesta di Julian Assange di poter fare appello contro la richiesta statunitense di estradarlo. Qualora i giudici respingessero quella richiesta, Julian non avrebbe più nessuna possibilità di ricorso legale nel Regno Unito e le autorità potrebbero imbarcarlo su un aereo per gli Stati Uniti seduta stante. Ma quali prospettive si aprirebbero a Julian qualora i giudici accettassero la sua richiesta di appello? E cosa dovrebbero rivendicare per lui i suoi sostenitori nel mondo, in un caso come nell’altro? Gli ospiti d’onore cercheranno di fornire risposte a queste domande e alle altre che il pubblico vorrà fare loro.

Durante la conferenza stampa ci sarà lo streaming dall’esterno dell’Alta Corte di Londra per poter far sentire ai presenti le reazioni di Stella Assange all’uscita dal tribunale (ci sarà un traduttore umano in Sala).  Inoltre, ci saranno collegamenti audio con due inviati presenti sul posto a Londra: Sara Chessa, autrice di un volume su Assange e che ha seguito tutte le fasi processuali di Julian attraverso gli anni, e Mauro Forte, attivista di Free Assange Napoli e politologo.

A Milano, invece, sempre il 20 maggio, da mezzogiorno alle ore 19, ci sarà un presidio in piazza dei Mercanti per consentire ai partecipanti di seguire insieme in streaming l’udienza londinese in compagnia dello scultore Davide Dormino; dell’attore e cantante Moni Ovadia; della giornalista Germana Leoni, autrice di un volume su Assange; del docente di comunicazione Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso; del campione di break dance Roman Froz e, infine, di un complesso musicale che suonerà negli intervalli. 

Contemporaneamente, sempre nella prestigiosa piazza dei Mercanti, ci sarà l’esposizione dell’opera statuaria “Anything to Say?” dello scultore Dormino. L’installazione di bronzo consiste in tre sedie sulle quali sono saliti, per dire la verità in faccia al Potere, Julian Assange, Edward Snowden e Chelsea Manning; mentre una quarta sedie rimane vuota. Essa vuol essere un invito al pubblico a salirci sopra e ad essere, nella vita, come questi tre eroi moderni.

Chelsea Manning, infatti, è il coraggioso militare statunitense che osò denunciare i crimini di guerra commessi dalle truppe occupanti USA in Iraq; Edward Snowden è il coraggioso tecnico informatico della National Security Agency (NSA) che svelò la sorveglianza di massa illegale di quell’ente governativo: uno scandalo. Julian Assange, poi, è il giornalista e informatico geniale che ha fatto conoscere al mondo, grazie al suo sito WikiLeaks, le prove documentali dei crimini denunciate da Manning. Assange è stato anche strumentale nell’aiutare Snowden ad eludere la caccia all’uomo della NSA, la più grande della storia, per finire poi in Russia che gli ha concesso l’asilo.

Dormino chiama la sua opera un “Monumento al Coraggio” e le ruvide superfici delle statue evocano plasticamente la tremenda lotta interiore che i tre protagonisti hanno dovuto affrontare nelle loro vite, per fare la cosa giusta, costi quel che costi.  Passando la mano su quelle superfici, il coraggio ci sembra diventare qualcosa di concreto. Si tratta, dunque, di una opera statuaria che si lascia toccare e su cui si può anche salire.

Non bisogna perdere, dunque, la visione di “Anything to Say?” durante il suo brevissimo soggiorno a Milano, da mezzogiorno alle 19 del 20 Maggio. L’opera itinerante andrà poi a Napoli, Roma e Bologna e anche in altre città se il crowdfunding avrà successo. «Questa è la vera Statua della Libertà», ha detto un esponente del Comitato per la Liberazione di Julian Assange – Italia, promotore del presidio e dell’arrivo di “Anything to Say?” a Milano. «L’esposizione doveva durare quattro giorni, non uno, nel Parco Sempione che spesso ospita installazioni artistiche; ma all’ultimo momento e senza offrire una spiegazione, il Comune ha rifiutato di concederci quello spazio pubblico. Abbiamo richiesto i permessi alla questura per esporre la statua per il tempo della manifestazione del 20 maggio che si terrà in ogni caso in Piazza dei Mercanti dalle 12 alle 19. Speriamo che tutti i nostri sforzi di questi due mesi non siano stati vani – non sono stati pochi data la burocrazia e i bastoni tra le ruote della ‘politica’. Saremo in piazza a sostegno di Julian Assange, come sempre fatto in questi cinque anni, ed invitiamo i milanesi a fare altrettanto in questa manifestazione che riguarda la libertà di tutti noi».

[di Patrick Boylan – autore del libro Free Assange e co-fondatore del gruppo Free Assange Italia]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

  1. La capitolazione di Assange con la estradizione, sarebbe la prova provata che gli Usa hanno una democrazia malata, reprimendo la libertà di stampa in maniera plateale. Certo è che neanche il nostro governo sta facendo un bel nulla, ofuscando l’opinione pubblica con storielle vergognose alla Chicco Fortis, assassino in via definitiva. Non è un bel periodo quello che stiamo vivendo e non vedo altri segnali di segno opposto

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria