giovedì 25 Aprile 2024

L’Italia non sa ancora dove mettere i rifiuti nucleari prodotti negli anni ’80

Nonostante la lettera di costituzione in mora dell’Ue per la gestione dei rifiuti radioattivi, l’Italia non sa ancora come gestire 78.000 metri cubi di rifiuti nucleari. La Commissione europea ha concesso al Paese due mesi di tempo per rimediare, terminati i quali subirà delle sanzioni. Va precisato che avrebbe dovuto recepire le direttive entro agosto 2013 e notificare i piani nazionali entro il 2015 (direttiva 2011/70 Euratom).

Il 99% del combustibile esaurito, utilizzato nelle 4 centrali nucleari nazionali dismesse, non si trova più in Italia: nel corso degli anni è stato inviato all’estero e sottoposto a riprocessamento. Tuttavia, entro il 2025 ne è previsto il rientro e per allora dovrà essere completato il Deposito unico nazionale per la custodia. La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il Deposito (Cnapi), ne ha individuate 100, ma di fatto nulla è mai stato concretizzato.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI