venerdì 21 Novembre 2025
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Colombia: l’esercito uccide 10 manifestanti a Cali

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Almeno 10 persone sono state uccise ieri nella città di Cali, in Colombia, da parte delle forze armate colombiane. I manifestanti stavano effettuando blocchi stradali per protestare contro il governo quando l’esercito è intervenuto. Il bilancio è stato riportato da Radio Caracol,di Bogotà. In Colombia le proteste sono iniziate un mese fa contro la riforma fiscale, non si sono più fermate nonostante il ritiro della stessa. Complessivamente il bilancio è di almeno 55 morti, oltre 2000 feriti e 123 dispersi.

Nonostante le piogge stiano aumentando, c’è poca acqua sulla Terra

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L’acqua è il bene più prezioso che abbiamo ma, purtroppo, a causa del surriscaldamento globale, giorno dopo giorno il nostro pianeta ne ha sempre di meno. Sta infatti aumentando la quantità di acqua in atmosfera e diminuendo quella nei corsi d’acqua terrestri. Un gruppo di ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA nel sud della California, ha provato a misurare l’evapotraspirazione, che consiste nel passaggio dell’H2O dalla terra e dagli esseri viventi all’atmosfera, attraverso l’evaporazione e la traspirazione. Lo studio è stato condotto introducendo un nuovo modo di monitorare i cambiamenti nella massa d’acqua da diverse parti del pianeta utilizzando i dati satellitari.

Per la ricerca è stata utilizzata la coppia di satelliti Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE), i quali hanno operato dal 2002 al 2017, e GRACE – Follow On (GRACE – FO) lanciato nel 2018. GRACE non ha bisogno di individuare direttamente la superficie della Terra per raccogliere i dati, in quanto sfrutta l’attrazione della gravità. Un particolare che evita il problema delle nuvole, le quali presentano poca massa al contrario di terra e acqua. Per effettuare le misurazioni, gli esperti hanno individuato tre fasi nelle precipitazioni: evapotraspirazione, scarico fluviale e stoccaggio dell’acqua a terra. Il quadro idrico tracciato non è promettente. Risulta infatti che, dal 2003 al 2019, il tasso di evapotraspirazione sia aumentato del 10%. Da 405 millimetri all’anno nel 2003, questo è passato a 444 millimetri all’anno nel 2019, e la causa principale sarebbe l’aumento della temperatura della superficie terrestre per mano dell’uomo.

Il fatto allarmante risiede nel piccolo aumento delle precipitazioni poiché, a causa del surriscaldamento globale, mentre la quantità di pioggia che rientra nell’atmosfera attraverso l’evapotraspirazione aumenta, diminuisce il deflusso superficiale. Il deflusso superficiale consiste nella quantità di acqua piovana “in eccesso” la quale, non essendo assorbita dal suolo, scorre sulla superficie terrestre (fiumi, ruscelli). Pertanto, come affermato dagli esperti, questo significa non solo avere meno acqua a disposizione per l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico, ma anche che in futuro, l’aumento dell’evapotraspirazione potrebbe significare una maggiore perdita di acqua in alcune aree, e piogge molto intense in altre.

[di Eugenia Greco]

Canada: trovati resti di 215 bambini vicino ad ex scuola

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Orrore in Canada: i resti di 215 bambini sono stati trovati in una fossa comune nei pressi dell’ex scuola “Kamloops Indian Residential School”. I bambini, alcuni dei quali avevano solo 3 anni, appartenevano alla comunità dei nativi della British Columbia, mentre l’istituto, attivo fino alla fine degli anni Settanta, faceva parte di una rete di scuole fondate dal governo canadese ed amministrate dalle Chiese cattoliche che separavano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli alla propria. Alcuni bambini pagarono con la vita la loro appartenenza ad una cultura diversa, come provato appunto da questo ritrovamento.

Onu, nasce Commissione d’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani da parte di Israele

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Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite ha adottato una storica risoluzione per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta permanente ed indipendente che avrà lo scopo di monitorare e registrare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei confronti dei palestinesi, nonché di indagare sulle cause delle tensioni in Israele, nella striscia di Gaza ed in Cisgiordania. La creazione della Commissione è stata approvata con 24 voti a favore, 9 contrari e 14 astenuti: tra i Paesi che hanno votato a favore ci sono Cina e Russia, mentre ad opporsi sono stati alcuni Paesi occidentali ed africani. Inoltre, gli Stati Uniti non hanno preso parte alla votazione ed hanno espresso un profondo dispiacere per la decisione. Una reazione negativa è ovviamente arrivata anche da parte dei diretti interessati: Benjamin Netanyahu, il Primo ministro di Israele, ha definito «vergognosa» questa iniziativa, che secondo il premier rappresenta «l’ennesimo esempio della palese ossessione anti-israeliana del Consiglio delle Nazioni unite per i diritti umani».

Ma la decisione dell’Onu non sembra così immotivata come sostiene Netanyahu. Essa infatti arriva ad una settimana dalla tregua delle ostilità (durate 11 giorni) tra Gaza ed Israele, che ha condotto attacchi aerei in zone densamente popolate. Questi ultimi hanno provocato la distruzione delle infrastrutture civili a Gaza nonché centinaia di vittime innocenti: per rendere l’idea, Israele si è resa protagonista dell’uccisione di oltre 60 bambini palestinesi. Per questo, l’Alto commissario dell’Onu, Michelle Bachelet, ha dichiarato che i raid di Israele «possono costituire crimini di guerra».

A tal proposito, non si tratta della prima volta che viene posta la lente d’ingrandimento su tali crimini da parte di Israele: la Corte penale internazionale (CPI) ha recentemente aperto un’indagine sui presunti crimini di guerra commessi nel 2014 dallo Stato ebraico nella Palestina occupata dato che, anche in quel caso, il forte dubbio è rappresentato dal fatto che Israele potrebbe non aver effettuato alcuna distinzione tra gli obiettivi militari e quelli civili.

[di Raffaele De Luca]

Usa: annunciate sanzioni contro 9 imprese statali bielorusse

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In seguito al dirottamento del volo Ryanair ed all’arresto del giornalista Raman Pratasevich, gli Stati Uniti imporranno delle sanzioni contro 9 imprese statali bielorusse. Lo ha reso noto la Casa Bianca. L’accaduto è stato definito «un affronto diretto alle norme internazionali» verificatosi «nel mezzo di un’ondata di repressione da parte del regime di Lukashenko». Inoltre, in coordinamento con l’Ue ed altri alleati, gli Stati Uniti «stanno sviluppando sanzioni mirate contro membri chiave del regime associati agli attuali abusi dei diritti umani e alla corruzione, nonché alla falsificazione delle presidenziali del 2020 ed al dirottamento del volo Ryanair».

Gimbe, l’oracolo italiano dei dati sul Covid è finanziato dalle Big Pharma

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La Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) si definisce un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro che dal 1996 favorisce «la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche» e che, da quando è iniziata la pandemia causata dal Covid-19, fornisce una «tempestiva e costante informazione indipendente sull’emergenza» grazie al suo team che «analizza ogni giorno i dati della pandemia e della campagna vaccinale». Tuttavia la tanto decantata indipendenza della Fondazione non sembra sussistere realmente, in quanto all’interno del suo stesso sito tra le “fonti di finanziamento” compaiono i nomi di alcune case farmaceutiche produttrici dei vaccini anti Covid: AstraZeneca, Pfizer e Janssen (azienda della società farmaceutica Johnson&Johnson), con cui Gimbe afferma di aver lavorato. Oltre a ciò, la Fondazione offre anche servizi a pagamento ad enti sia privati che pubblici, tra i quali spiccano i corsi di formazione venduti ai principali enti sanitari nazionali e locali: l’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Dunque, non solo Gimbe non risulta essere realmente indipendente, ma difatti non è nemmeno una “organizzazione senza scopo di lucro”, in quanto non riceve denaro esclusivamente tramite le donazioni. In più, questo modo di operare contrasta con lo statuto della Fondazione, nel quale si legge che uno degli obiettivi è quello di «migliorare l’etica e l’integrità della ricerca».

A tutto questo si aggiunga che, secondo il deputato della Lega Claudio Borghi, ci sarebbe un precedente enigmatico da chiarire: un contributo pubblico di 39.500 euro erogato a Gimbe nel 2018 dall’Istituto Superiore di Sanità per una collaborazione scientifica e firmato da Walter Ricciardi. Si tratta di colui che nel 2016 si era aggiudicato il “Premio Evidence” di Gimbe e che attualmente riveste il ruolo di consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza. Sulla base di ciò, il deputato ha spiegato al quotidiano Il Giornale di essere interessato a comprendere «quali siano i rapporti della Fondazione con il Ministero della Salute, con Iss e con le istituzioni sanitarie locali», se essa «partecipi ai processi decisionali della politica sull’emergenza Covid», se «riceva o meno finanziamenti pubblici» e, nel caso in cui li riceva, Borghi vorrebbe capire «da chi vengano erogati ed a fronte di quali servizi». Così Il Giornale ha cercato di porre tali domande a Gimbe, che però al momento si è rifiutata di fornire delle risposte a riguardo.

Eppure si tratta di questioni di notevole importanza, dal momento che le previsioni (spesso catastrofiche ed a volte errate) e le analisi della Fondazione vengono riportate dai mass media ed accolte positivamente dagli esperti che, indirettamente, sottolineano l’affidabilità delle stesse. È chiaro, però, che la loro attendibilità in realtà non sia così scontata ed un conflitto di interessi (dovuto ai finanziamenti ricevuti dalla Fondazione) sembra quantomeno plausibile: siccome le analisi condotte da Gimbe hanno ad oggetto i dati forniti dall’Iss, e quest’ultimo risulta essere tra i finanziatori della Fondazione, è improbabile che vi sia una totale imparzialità da parte della stessa. Dunque ci si chiede perché, nonostante Gimbe sia inevitabilmente legata a Big Pharma ed agli enti pubblici, venga ancora oggi presentata come un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro.

[di Raffaele De Luca]

Colombia: proseguono poteste, Duque invia esercito a Cali

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Il presidente Duque ha ordinato di dispiegare l’esercito a Cali, la terza città del Paese, dopo aver tenuto un consiglio di sicurezza per fare il punto della situazione. A Cali infatti vi sono state violente proteste e ieri sono stati registrati 3 morti. Dunque proseguono le manifestazioni in Colombia: iniziate un mese fa contro la riforma fiscale, non si sono più fermate nonostante il ritiro della stessa. Complessivamente il bilancio delle proteste è di 49 morti, 2000 feriti e 123 dispersi.

Ema: autorizzato vaccino Pfizer per fascia d’età 12-15 anni

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L’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha autorizzato la somministrazione del vaccino anti Covid Pfizer per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. «Gli effetti del siero sono stati studiati in 2.260 ragazzi di età 12-15 anni. Lo studio ha dimostrato che la risposta immunitaria è paragonabile a quella nella fascia di età 16-25 anni», ha dichiarato l’Ema. Le dosi somministrate saranno due e la seconda verrà iniettata a distanza di 21 giorni dalla prima.

La Spezia: in 1 anno sequestrati oltre 12 milioni mascherine e guanti

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L’Ufficio Adm (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) di La Spezia ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno sequestrato oltre 12 milioni e 650 mila dispositivi medici e di protezione individuale nell’ultimo anno. Mascherine chirurgiche, mascherine FFP2 e guanti monouso pronti ad essere immessi sul mercato o destinati ad istituti sanitari pubblici il cui valore totale è di oltre 6 milioni di euro. Tutti questi dispositivi erano privi di regolare marcatura CE o corredati da certificati falsi. Per questo cinque importatori, un cinese e quattro italiani, sono stati denunciati per contrabbando aggravato, frode nelle pubbliche forniture e delitti contro l’economia.

Ora Biden e Fauci ipotizzano che il Covid sia nato in laboratorio

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Dopo aver per lungo tempo sostenuto l’origine naturale del coronavirus gli Stati Uniti hanno fatto un’inversione repentina tornando fragorosamente a mettere in dubbio la versione ufficiale della diffusione del virus che ipotizza che sia passato da un animale – presumibilmente un pipistrello – all’uomo presso il mercato di Wuhan. Dapprima il virologo più famoso del mondo, Anthony Fauci, ha dichiarato: «Non sono convinto dell’origine naturale del Covid». A ruota il presidente Biden ha dichiarato di voler intensificare gli sforzi per investigare l’origine del Covid. Il sospetto, ora avanzato con forza dagli Usa dopo che per mesi ogni ipotesi di questo tipo era stata bollata di “complottismo”, è quello che il virus sia il prodotto di un incidente nel laboratorio di virologia di Wuhan, in Cina.

L’ipotesi era già stata al centro di una indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che aveva inviato una propria squadra a indagare sulle origini del virus in Cina lo scorso febbraio. L’Oms aveva definito «estremamente improbabile» la diffusione da laboratorio del coronavirus, ma i suoi inviati avevano denunciato come la Cina avesse vietato loro l’ingresso nel laboratorio di Wuhan ostacolandone le indagini.

Ora Joe Biden ha dato compito di indagare ai servizi di intelligence e ai laboratori nazionali USA. Inoltre è tornato a chiedere la partecipazione della Cina, lamentando allo stesso tempo la sua scarsa collaborazione e il fatto che, senza una sua apertura totale a queste indagini, i risultati non saranno mai definitivi.

Prima di passare alle possibili motivazioni americane è interessante notare come il mondo della comunicazione abbia reagito alla notizia. Se Anthony Fauci fino ad oggi si era guadagnato ripetutamente le ovazioni della stampa e della politica, con il presidente della Repubblica italiana che pochi giorni fa – per meriti invero difficili da comprendere – lo aveva insignito della più alta onorificenza della Repubblica, quella di cavaliere di Gran Croce. Oggi la stampa non relega che in pochi trafiletti la notizia. Di contro, lo stesso giorno della comunicazione, Facebook ha dimostrato una volta di più come dietro la sua battaglia contro le “fake news” ci sia molta più politica che amore per la verità, annunciando che i post che sostengono l’origine artificiale del coronavirus non saranno più oscurati.

Detto questo è interessante chiedersi: Perché gli Usa tornano ad accusare la Cina con tanto ritardo e perché proprio ora? Difficile non pensare a ragioni geopolitiche. Mentre Obama si era concentrato sulle questioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale e Trump più sulla guerra commerciale, la nuova amministrazione Biden ha scelto infatti un’altra via di scontro con la Cina:una strategia più prettamente geopolitica. Nello Strategic Competition Act del 2021, documento esplicitamente elaborato in risposta alle “questioni riguardanti la Repubblica Popolare Cinese”, gli USA proclamano la Cina il loro principale competitor globale. Un pericolo per gli USA dal punto di vista sia politico che economico e ideologico.

Un ruolo di particolare rilevanza è attribuito, dagli Stati Uniti, ai mass media, per portare avanti la propaganda anti-cinese. Gli USA hanno infatti stanziato più di un miliardo di dollari per influenzare i media cinesi, finanziando quelli che propongono una narrativa di opposizione rispetto al governo centrale, nonché l’opinione pubblica all’interno degli Stati Uniti stessi. Alla luce di questi provvedimenti è lecito ipotizzare che gli Usa abbiano deciso di tornare sulla questione innanzitutto per ragioni geopolitiche, nell’obiettivo di screditare la Cina a livello internazionale.

[di Anita Ishaq]