venerdì 21 Novembre 2025
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Usa: moratoria sulle esecuzioni federali

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Il ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha annunciato la moratoria sulle esecuzioni federali. La moratoria era in vigore dal 2003 ed era stata ritirata da Donald Trump lo scorso anno. Il ministro ha annunciato che parallelamente alla moratoria sarà messo in atto una revisione complessiva per affrontare una “serie di preoccupazioni” legate al rispetto dei diritti costituzionali. La decisione non impedisce ai procuratori federali di chiedere nuove condanne capitali, le quali però non potranno essere eseguite. Attualmente sono 46 i detenuti nel braccio della morte delle carceri federali Usa.

La marina italiana partecipa alle manovre anti-russe: da Mosca arriva un avvertimento

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virginio fasan

Le esercitazioni militari sono sempre accompagnate da un atteggiamento intimidatorio tutt’altro che velato, rappresentano una non troppo tacita minaccia nei confronti delle potenze straniere che si trovano virtualmente a distanza di mortaio. Pochi mesi fa la Russia aveva inquietato la NATO piazzando le proprie truppe al confine con l’Ucraina, ora i ruoli si sono capovolti ed è la NATO a costeggiare le aree avversarie in occasione dei giochi di guerra Sea Breeze 2021.

Tra le varie navi militari che stanno affluendo nel Mar Nero, figura anche l’italiana Virginio Fasan, fregata che non spicca particolarmente all’interno di manovre tanto imponenti da coinvolgere oltre 30 nazioni, ma che il Governo russo non ha mancato di monitorare. Il Dipartimento della Difesa del Cremlino ha infatti notificato lapidariamente che «le forze e i mezzi della Flotta del Mar Nero hanno iniziato a controllare le azioni della fregata Virginio Fasan della Marina italiana».

A stupire non è tanto il fatto che la Russia si stia dimostrando vigile, quanto il fatto che le autorità abbiano sentito la necessità di sottolineare la situazione, nonché che lo abbiano fatto con un tono tanto asciutto e ruvido. Roma e Mosca sono soliti intrattenere rapporti diplomatici cordiali, tuttavia la reazione russa potrebbe essere letta come un monito nei confronti della potente virata atlantista su cui ha puntato il Governo Draghi.

Le esercitazioni Sea Breeze 2021 potrebbero peraltro dimostrarsi un vero e proprio punto di svolta nelle diplomazie tra Paesi NATO e la Russia: si tratta della prima prova di forza dall’incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin, una prova di forza che ha persino coinvolto nel programma anche alcune potenze di Asia e Africa vicine all’Occidente.

Il clima nel Mar Nero, insomma, è particolarmente caldo: solo una settimana fa le navi russe e quelle britanniche si sono trovate a vivere attimi di tensione a causa di quello che può considerarsi un braccio di ferro diplomatico, mentre più recentemente il sottomarino nucleare USA Uss Alaska è strategicamente emerso dalle parti di Gibilterra ed è ora in procinto di raggiungere l’”area operativa” della Sesta Flotta, attualmente impegnata nei giochi bellici.

La NATO descrive la situazione nel contesto della routine, la Russia come una provocazione aperta. L’unico punto su cui tutti sembrano essere d’accordo è che da qui al 10 luglio, data di conclusione di Sea Breeze 2021, sarà facile incorrere in ulteriori complicazioni.

[di Walter Ferri]

Spaccio, torture, estorsioni, arresti illegali: carabinieri di Piacenza condannati

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Sono stati condannati 5 carabinieri della caserma “Levante” di Piacenza, i quali erano stati arrestati nel luglio del 2020. Nella giornata di ieri, infatti, la giudice per l’udienza preliminare, Fiammetta Modica, ha emesso la sentenza: Giuseppe Montella, l’appuntato dei carabinieri considerato il leader del gruppo della caserma, è stato condannato a 12 anni di reclusione. 8 e 6 anni, invece, sono stati riservati rispettivamente agli appuntati Salvatore Cappellano e Giacomo Falanga, 3 anni e 4 mesi al carabiniere Daniele Spagnolo e, infine, 4 anni all’ex comandante di stazione Marco Orlando. Il processo si è tenuto con rito abbreviato, il che garantisce agli imputati uno sconto della pena: la giudice ha infatti ridotto le richieste dei sostituti procuratori. Basti ricordare, ad esempio, che per Giuseppe Montella erano stati chiesti non 12 bensì 16 anni di condanna.

Detto ciò, in seguito alla sentenza del Tribunale di Piacenza il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, ha affermato che il processo costituisca un’offesa per la parte sana dell’Arma dei carabinieri ancora prima che per le parti direttamente offese, ovvero le persone picchiate o arrestate in maniera illegittima. «Credo che l’Arma si debba ritenere soddisfatta di aver ricevuto in questa sede una giustizia anche risarcitoria», ha poi aggiunto.

Tutto questo a quasi un anno dal caso della caserma Levante: in seguito alle lunghe indagini (durate 6 mesi) della guardia di finanza essa venne messa, per la prima volta in Italia, interamente sotto sequestro. Diverse persone vennero arrestate, tra cui 6 carabinieri: oltre ai 5 adesso condannati, infatti, fu arrestato anche il collega Angelo Esposito, che ha poi però scelto il rito ordinario. Queste le accuse nei confronti dei carabinieri: traffico e spaccio di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico. Dalle indagini, infatti, emerse un sistema che ruotava intorno allo spaccio di droga: essa veniva sequestrata agli spacciatori, oppure direttamente acquistata, e successivamente rivenduta tramite una serie di intermediari.

[di Raffaele De Luca]

Tragedia Mottarone: 11 nuovi indagati

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Si allarga l’inchiesta sull’incidente della funivia del Mottarone, a causa del quale 14 persone hanno perso la vita. Infatti, sono divenuti 14 gli indagati elencati nella richiesta di incidente probatorio: al gestore della funivia Luigi Nerini, al direttore d’esercizio Enrico Perocchio e al capo servizio Gabriele Tadini si sono aggiunti altri 11 nuovi indagati. Nello specifico si tratta di 9 persone e due società, ossia Ferrovie del Mottarone, di cui la funivia fa parte, e Leitner, la quale si occupava della manutenzione dell’impianto.

I bambini che indossano le mascherine inalano troppa anidride carbonica [ricerca ritirata]

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AGGIORNAMENTO IMPORTANTE: Lo studio sul quale si basava l’articolo è stato ritirato successivamente alla pubblicazione della notizia su L’Indipendete. Il ritiro è avvenuto in data 16 luglio 2021 in quanto “Dopo la pubblicazione, sono state sollevate numerose questioni scientifiche […] gli autori non hanno fornito prove sufficientemente convincenti per risolvere questi problemi, come determinato dalla valutazione editoriale e da un’ulteriore revisione scientifica. Date le preoccupazioni fondamentali sulla metodologia di studio, l’incertezza sulla validità dei risultati e delle conclusioni e le potenziali implicazioni per la salute pubblica, gli editori hanno ritirato questa lettera di ricerca”. Pertanto il contenuto della ricerca da noi riassunto in seguito va considerato privo di valore scientifico confermato.


Da uno studio recentemente pubblicato da JAMA Pediatrics, una rivista medica peer-reviewed che si occupa di pediatria, si apprende che l’utilizzo delle mascherine nei confronti dei bambini generi effetti negativi sulla loro salute. Dalla ricerca infatti è emerso che, indossando le mascherine, aumenti la quantità di anidride carbonica inspirata e che essa raggiunga livelli superiori ai limiti indicati.

Nello specifico lo studio, effettuato da ricercatori tedeschi, è stato condotto nei confronti di 45 bambini di età compresa tra 6 e 17 anni ed ha avuto ad oggetto due tipi di mascherine che hanno prodotto risultati simili. A tal proposito, all’interno di un ambiente controllato sono state misurate medie tra 13.120 e 13.910 ppm (parti per milione) di anidride carbonica nell’aria inalata tramite mascherine chirurgiche e filtranti FFP2: si tratta di livelli 6 volte maggiori rispetto a «quanto già ritenuto inaccettabile dall’Ufficio federale dell’ambiente tedesco». Secondo quest’ultimo, infatti, un contenuto normale di anidride carbonica all’aperto è di circa  400 ppm, mentre 2000 ppm costituiscono il limite al chiuso, e tutto ciò che va oltre questo livello è considerato inaccettabile.

Detto ciò, anche il bambino a cui è stato rilevato il livello di anidride carbonica più basso ha comunque superato di 3 volte il limite massimo indicato per i luoghi al chiuso. Inoltre, dallo studio è emerso che gli individui più piccoli avevano i valori più alti, ed in tal senso ad un bambino di 7 anni è stata rilevata una concentrazione di anidride carbonica di 25.000 ppm. In più, ciò che maggiormente preoccupa è il fatto che tali livelli di anidride carbonica siano stati registrati dopo 3 minuti di misurazione. I bambini, però, nelle scuole «indossano tali mascherine per una media di 270 minuti».

Infine, i ricercatori aggiungono anche che «la maggior parte delle lamentele riportate dai bambini può essere intesa come conseguenza di elevati livelli di anidride carbonica nell’aria inalata». Inoltre, ricordano che anche un altro studio è arrivato alla conclusione che ci siano ampie prove circa gli effetti negativi dell’uso di tali mascherine. Dunque, alla luce di ciò gli studiosi suggeriscono ai “decisori” di prendere in considerazione «le prove concrete prodotte da queste misurazioni sperimentali», le quali «suggeriscono che i bambini non dovrebbero essere costretti ad indossare le mascherine». E a tal proposito sottolineano che la decisione presa da parte di molti governi, ossia quella di renderle obbligatorie nelle scuole, si fondi su basi deboli.

[di Raffaele De Luca]

Afghanistan: truppe Usa e Nato lasciano base aerea di Bagram

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Le truppe degli Stati Uniti e della Nato si sono ritirate dalla base aerea di Bagram, in Afghanistan. Lo ha dichiarato una fonte del Dipartimento della Difesa Usa all’agenzia di stampa Afp. Tale scelta si colloca all’interno del completo ritiro delle forze internazionali dal Paese, ormai imminente. In tal senso il coinvolgimento miliare, durato 20 anni, dovrebbe concludersi entro la simbolica data del prossimo 11 settembre.

Il disturbo post-traumatico? Si cura con l’MDMA

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Un team di ricerca dell’Università della California a San Francisco, ha confermato che l’MDMA può essere somministrata come medicinale per la cura del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Già da tempo, negli Stati Uniti, si stanno conducendo delle ricerche su questa sostanza, tanto che quatto anni fa, aveva ricevuto dalla Fda statunitense (Food and Drug Administration) la designazione di breakthrough therapy, ovvero la priorità nella sperimentazione, dopo alcuni risultati consistenti ottenuti clinicamente.

Ma che cos’è l’MDMA? MDMA sta per metilenediossimetanfetamina, una sostanza psicoattiva alla base dell’ecstasy, la quale comporta leggeri effetti psichedelici e un profondo stato rilassante. Effetti che, secondo gli esperti, in una terapia per disturbi post-traumatici, potrebbero aiutare il soggetto a rimuovere ricordi e immagini terrificanti associate al trauma. Attualmente, i farmaci utilizzati per il trattamento di questo tipo di disturbo – gli inibitori sertralina e paroxetina -, non stanno dando risultati ottimali. Questi infatti, nel 40-60% dei pazienti, non funzionano.

Per lo studio, il team di ricerca ha coinvolto 90 partecipanti con disturbo da stress post-traumatico grave e persistente, dividendoli in due gruppi. Uno di questi, avrebbe ricevuto un trattamento con MDMA, l’altro un placebo, insieme a diverse sessioni psicoterapeutiche per la durata di quattro mesi. Alla fine della ricerca, l’88% dei volontari curati con MDMA ha avuto una significativa riduzione dei sintomi, il 28% in più rispetto ai pazienti trattati soltanto con placebo e sessioni psicoterapeutiche. Gli esperti hanno spiegato che, se molte terapie contro il PTSD spesso prevedono di riportare alla memoria il trauma vissuto, la metilenediossimetanfetamina ha invece la capacità di far aumentare nel soggetto la compassione verso se stesso e, di conseguenza, diminuire la paura. I risultati benefici terapeutici ottenuti con la somministrazione di questa sostanza, non erano mai stai rilevati con altri farmaci. Pertanto la ricerca sta continuando con la seconda parte, la quale prevede 50 volontari in più. Gli esperti hanno un chiaro obiettivo: l’approvazione dalla Fda della terapia contro il disturbo post-traumatico, entro il 2023.

[di Eugenia Greco]

Cosa sappiamo in più sugli UFO dopo il nuovo rapporto pubblicato dagli Usa

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ufo pentagono

Facendo leva su alcune manovre tutt’altro che fortuite, gli UFO sono improvvisamente tornati di moda. Neppure un anno fa, il Pentagono aveva infatti deciso di confermare l’autenticità di alcuni video che giravano ormai da tempo sul web, dimostrando uno spaccato di trasparenza che si è meritato trafiletti di cronaca sulle testate di tutto il mondo, consolidando una vetrina che è stata successivamente fomentata da rivelazioni di ulteriori video militari. In un battibaleno, la faccenda è entrata nell’immaginario dei cittadini e dei politici, dei fanatici degli alieni e dei complottisti. Tutti volevano saperne di più.

Il Governo USA ha reagito a questa rinnovata consapevolezza nei confronti dei fenomeni aerei non identificati (UAP) incaricando il Dipartimento della Difesa e l’Intelligence Nazionale di stilare un rapporto contenente ogni informazione nota. Tale documento è stato pubblicato il 25 giugno scorso ed è, per stessa ammissione dei ricercatori, inconcludente sotto ogni aspetto.

Poco sorprendentemente, gli autori dell’indagine non hanno citato neppure di sfuggita l’ipotesi che possano esistere gli alieni, tuttavia, allo stesso tempo, non sono stati in grado di fornire alcuna spiegazione definitiva. Di base, hanno rimarcato solamente come i fenomeni aerei non identificati siano fenomeni che accadono nel cielo e a cui è difficile fornire una spiegazione. Lapalissiano.

Dei 144 casi presi in analisi, solo uno è stato effettivamente risolto – si trattava di un pallone meteorologico mezzo sgonfio -, per il resto il Pentagono è aperto a ogni giustificazione: droni, stormi d’uccelli, borse di plastica, fenomeni naturali, ma anche tecnologie militari segrete di Russia o Cina.

Quel che il report tiene a chiarire con veemenza è che questo vuoto di conoscenza possa rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale, cosa che a sua volta si traduce immediatamente nella richiesta di nuovi fondi. Il sospetto è dunque che il team di ricerca UAP, figlio del defunto e controverso Advanced Aerospace Threat Identification Program (AATIP), abbia deliberatamente gettato benzina sul fuoco per fomentare l’attenzione pubblica giusto per ricavarne preziosi finanziamenti. Una lettura che peraltro è considerata dal Pentagono stesso, il quale non per nulla ha avviato un’indagine interna atta a definire se ci sia stata o meno una mala gestione dei contenuti secretati.

Si tratterebbe comunque di una manovra di marketing ben riuscita. L’argomento è diventato tanto popolare che persino l’ex presidente Barack Obama si è trovato a dichiarare l’ovvio, ovvero che gli UAP esistono e che se ne sappia troppo poco, in più sono molti coloro interessati a cavalcare l’onda del fermento pubblico.

La Difesa dipinge la situazione come una questione di pericolo militare, la NASA coglie l’occasione per tornare a parlare degli alieni, mentre il mondo accademico chiede che le indagini siano tolte dalle mani dell’esercito per passare in quelle degli scienziati. Molto rumore si sta sviluppando attorno alla sanguinosa contesa delle sovvenzioni governative, tuttavia ben poco di questo dinamismo ha a che vedere con l’attività extraterrestre.

[di Walter Ferri]

Italia: da oggi tornano gli sfratti per gli inquilini colpiti dalla crisi

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È scaduto il blocco degli sfratti emessi prima del 28 febbraio 2020, ossia nei giorni precedenti al lockdown nazionale, motivo per cui da oggi si riparte con l’esecuzione degli stessi. Per quelli scattati durante la pandemia, invece, vi è stata una proroga del blocco, il che però semplicemente ritarda quello che è un destino inevitabile: verranno infatti sbloccati nei prossimi mesi in due tranches. Nello specifico, dal primo ottobre scatteranno gli sfratti richiesti dal 28 febbraio al 30 settembre 2020, mentre dal primo gennaio 2022 quelli chiesti dal primo ottobre 2020 al 30 giugno 2021.

Tutto ciò si verificherà mentre vi sarà lo sblocco totale dei licenziamenti. Infatti, anche in questo caso è stata introdotta una proroga del blocco fino al 31 ottobre 2021 per alcuni settori, ma appunto in seguito a tale data essi potranno essere effettuati. Di conseguenza vi sarà un’ulteriore crescita della povertà assoluta. In tal senso già nel primo anno della pandemia secondo le statistiche dell’Istat essa è aumentata raggiungendo il livello più elevato dal 2005: più di due milioni le famiglie in povertà assoluta, per un totale di oltre 5,6 milioni di individui.

Ciò dunque testimonia il fatto che la rimozione del blocco degli sfratti per alcune persone e la semplice proroga di qualche mese per altre, si collochi all’interno di una situazione di crisi grave provocata dalla pandemia. A causa di quest’ultima, infatti, molti individui saranno impossibilitati a pagare l’affitto. Dunque, ci si chiede perché si sia scelto di procedere con l’esecuzione degli sfratti (subito o a breve) come se i problemi economici dei cittadini italiani fossero risolti e la situazione fosse tornata ad essere quella precedente alla pandemia. Non è assolutamente così, anzi, a causa dell’imminente sblocco totale dei licenziamenti molte persone nei prossimi mesi potrebbero trovarsi senza lavoro.

[di Raffaele De Luca]

Canada: trovate altre 182 tombe di nativi vicino a un’ex scuola

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In Canada sono state trovate altre 182 tombe senza nome, molte delle quali appartenenti a bambini nativi tra i 7 e i 15 anni, nei pressi di una scuola residenziale indigena. Si tratta della St Eugene’s Mission residential school, situata vicino alla cittadina di Cranbrook, in British Columbia. A renderlo noto è stata una tribù locale. Dunque, in Canada continuano ad essere scoperti resti umani sepolti intorno alle scuole residenziali, finanziate dallo Stato ed amministrate dalla chiesa cattolica, che per decenni i bambini indigeni sono stati costretti a frequentare: nelle scorse settimane, infatti, sono state svelate altre centinaia di sepolture anonime.