lunedì 12 Maggio 2025
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Riders, sentenza storica: fattorino ottiene il diritto ad essere assunto

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Si chiama Marco Tuttolomondo, ha 49 anni ed è il primo ciclofattorino italiano ad ottenere il diritto ad essere assunto con un contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, pagato a stipendio orario e non più a cottimo. Ad emettere la sentenza il giudice del lavoro Paola Marino, del Tribunale di Palermo, che ha deliberato a favore del lavoratore nella causa contro Glovo, la multinazionale delle consegne a domicilio per la quale lavora. L’azienda, in seguito alla decisione, ha dovuto reintegrare il fattorino, che aveva fatto causa dopo essere stato disconnesso dalla app che smista gli ordini senza avviso.

Quella dei riders è una lotta che va avanti da tempo. L’ultima protesta risale allo scorso 3 novembre, nata in seguito all’accordo tra Assodelivery (l’associazione che raggruppa piattaforme come Glovo e Just Eat) e il sindacato Ugl, Il nuovo contratto – firmato con un sindacato senza rappresentanza e non riconosciuto da nessun’altra sigla – prevede ancora il pagamento a cottimo (a consegna), continua ad avere troppe poche tutele per i lavoratori, compreso il mancato inquadramento. Oggi, in Italia, sono più di 10.000 i ciclofattorini ancora costretti ad accettare questa forma di lavoro.

 

 

Usa: Trump autorizza la transizione (ma non riconosce la sconfitta)

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A tre settimane dalla fine delle elezioni Usa 2020, Donald Trump ha annunciato su Twitter di aver acconsentito all’avvio della transizione dei poteri a Joe Biden, neoeletto. Tuttavia, assicura che la sua battaglia legale continuerà. Poco prima, la responsabile della General Services Administration (azienda indipendente che aiuta a gestire e supportare il funzionamento di base delle agenzie federali) Emily Murphy ha riconosciuto formalmente Biden come il vincitore delle presidenziali, spianando la strada al processo di transizione dei poteri che Trump teneva bloccato con i ricorsi elettorali. È il primo riconoscimento dell’amministrazione Usa della sconfitta di Trump. Un atto necessario perché Biden cominci a organizzare il proprio ingresso alla Casa Bianca, che formalmente inizierà il 20 gennaio prossimo.

Oltre ad assicurare che continuerà la battaglia e crede di vincere, Trump ha ringraziato, sempre su Twitter, la responsabile della Gsa, denunciando il fatto che qualcuno l’abbia tormentata e minacciata. Presunte accuse, smentite dalla stessa Emily Murphy, che giustificano il ritardo della decisione, con la scelta presa al termine delle elezioni, di non voler anticipare il processo del conteggio dei voti.

La Nasa ha progettato un cimitero sulla Luna

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Nel luglio del 2021 è previsto il lancio della nuova missione firmata Nasa, la Peregrine Mission One, che porterà le ceneri di alcuni defunti direttamente sulla Luna. Al progetto prenderà parte integrante l’azienda Celestis, sul cui sito è già possibile prenotare una sepoltura spaziale per il caro defunto: una capsula commemorativa, contenente pochi grammi delle ceneri, potrà essere inviata sul nostro satellite, oppure nell’orbita terrestre o nello spazio profondo. Un’ulteriore opzione permette la semplice andata e ritorno nello spazio attraverso voli spaziali commerciali, altro servizio dell’azienda. Le capsule funerarie saranno trasportate nel Peregrine Lander, veicolo costruito dall’azienda di robotica privata Astrobotic, e verranno adagiate in una pianura basaltica della Luna, ribattezzata Lacus Mortis.

Ad oggi, l’unica salma ospitata dalla Luna appartiene al geologo statunitense Eugene Merle Shoemaker, considerato uno dei padri della planetologia e noto per la scoperta della Cometa Shoemaker-Levy 9.

New York, 650 cadaveri nei camion frigo: i parenti non possono permettersi i funerali

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New York, 650 persone decedute a causa della prima ondata di coronavirus sarebbero ancora ammassate in camion-frigorifero, in attesa di una degna sepoltura. Lo ha rivelato Wall Street Journal che ha ottenuto conferme dall’ufficio di medicina legale della città. I mezzi avrebbero prelevato i cadaveri, in aprile, nella zona di Sunset Park dove continuano a stazionare. A detta delle istituzioni sanitarie newyorkesi, il fatto sarebbe dovuto a due ragioni: il mancato rintracciamento dei parenti dei deceduti e il fattore economico. Molti di quei corpi, infatti, apparterrebbero a famiglie non ancora localizzate dalle agenzie di pompe funebri o dalle autorità, mentre molte altre non sarebbero in grado di pagarne la sepoltura.

Proprio i prezzi per i servizi e le cerimonie funebri hanno ultimamente subito, a New York, un’impennata delle tariffe. L’esecutivo della città ha infatti aumentato il contributo per i funerali, portandolo da 900 dollari a 1700, con i servizi tradizionali di sepoltura che possono arrivare anche a 9.000 dollari.

Covid: anche l’Italia ferma gli allevamenti di visoni

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Segnalata anche in Italia la presenza del nuovo coronavirus in un allevamento di visoni. Con un’ordinanza, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto la sospensione delle attività, in tutti gli allevamenti presenti sul territorio nazionale, fino a febbraio 2021. La misura, emanata in via preventiva, deriva però dalla scoperta di un ceppo di Sars-Cov2 mutato in un allevamento danese. Qui per la prima volta, dopo essere stato trasmesso dall’uomo ai visoni, il virus è stato veicolato nella direzione opposta, dagli animali agli allevatori. La mutazione rinvenuta preoccupa: indebolendo la capacità dell’organismo di generare anticorpi, potrebbe compromettere l’efficacia di un eventuale vaccino.

I focolai di coronavirus negli allevamenti di visoni hanno già messo a dura prova le autorità sanitarie in Danimarca dove verranno abbattuti circa 17 milioni di capi. Oltre due milioni sono invece gli animali da pelliccia abbattuti nei Paesi Bassi, a seguito della rilevazione di almeno 149 focolai. Il virus nei visoni è stato, ad oggi, registrato anche in Spagna, Grecia, Stati Uniti, Svezia e Francia mentre la Polonia, terzo produttore mondiale di pellicce, ha avviato uno screening di massa in tutti gli allevamenti del paese.

 

 

 

Presidenziali Usa, dai colossi farmaceutici una pioggia di donazioni per Biden

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Il partito democratico e il suo candidato presidente, il neoeletto Joe Biden, sono stati sostenuti da numerosi colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro per la sua campagna elettorale (il più finanziato con 6,324 milioni di dollari). A distanza arriva Donald Trump il quale tra i giganti del settore ha raccolto 1,590 milioni di dollari. Lo evidenzia Open Secrets, gruppo di ricerca non profit che monitora le attività di lobby sulla politica Usa.

Tra chi ha maggiormente puntato su Biden c’è l’americana Pfizer, che ha dato al partito democratico 2.226.557 dollari. Ai democratici anche i 1.232.088 dollari di Johnson & Johnson ed i 546.651 dollari di Masimo Corp. Merck & Co inoltre, che avrebbe legami con il marito di Kamala Harris (loro rappresentante legale per conto di Dla Piper), ha destinato al partito il 57,8% del milione di dollari complessivamente utilizzato per finanziare i candidati alle elezioni americane. Anche AstraZeneca PLC, Abbott, DE Shaw Research, Roche, Sanofi e GlaxoSmithKline hanno supportato Biden.

Solo tre, tra i Big Pharma, hanno indirizzato la maggior parte della somma destinata a finanziare i candidati a Donald Trump: Amgen, Eli Lilly e Boston Scientific. Dal 2000 in poi le aziende di settore sono sempre più impegnate a livello politico. È la prima volta, però, che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti destinati al partito dell’asinello superarono quelli a supporto degli elefantini).

Guerra civile in Etiopia: il governo lancia l’ultimatum ai ribelli Tigrè

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Il governo etiope ha lanciato l’ultimatum: le milizie del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (TPLF) hanno 72 ore per arrendersi prima dell’assalto a Macallè, la capitale della regione. Il primo ministro del Paese, Abiy Ahmed, ha specificato che la resa incondizionata è l’unica possibilità che i ribelli hanno per “prevenire ulteriori uccisioni e la distruzioni della città”.

In Etiopia, dal 4 novembre, è in corso una guerra civile tra il governo federale e quello regionale del Tigrè. Entrambe le parti accusano l’altra di atrocità e di blocco degli aiuti umanitari. Le agenzie di Onu e Unicef hanno stimato la morte di centinaia di persone dall’inizio del conflitto e circa 34.000 rifugiati già fuggiti nel vicino Sudan. Gli scontri sono cominciati quando il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato un’offensiva militare, in seguito al disconoscimento dell’autorità del governo centrale da parte del governo Tigrè. La decisione unilaterale dei ribelli di eleggere un’amministrazione regionale ha acuito le tensioni già presenti, legate all’esclusione dal governo federale del TPLF, partito dominante della regione.

 

 

 

Firenze: carabinieri arrestati per estorsioni e ricatti ai commercianti

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Due carabinieri del Nas sono stati arrestati a Firenze ed ora si trovano in esecuzione di custodia cautelare, in carcere. Sono accusati di aver preteso somme di denaro da commercianti e professionisti in cambio dell’insabbiamento di presunte irregolarità riscontrate durante le verifiche. Altre due persone sono finite ai domiciliari nell’ambito della stessa indagine: un ex maresciallo della Guardia di finanza e un viticoltore. I due carabinieri, sospesi dal 30 aprile 2020, si trovavano agli arresti domiciliari poiché colti in flagrante, mentre incassavano 8.000 euro da una dentista, per scongiurare la chiusura del suo studio. Secondo quanto emerso, il finanziere ed il viticoltore avrebbero agito da intermediari tra i due militari del Nas e i commercianti presi di mira. Tra i reati a vario titolo concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e falso in atto.

Vietato filmare la polizia e droni in strada: la Francia protesta contro la nuova legge

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Continuano in tutta la Francia le proteste contro la legge di “sicurezza globale”, che dovrebbe essere approvata il 24 novembre. In particolare, la nuova legge prevede (art. 24) un anno di carcere e 45mila euro di multa chi diffonde immagini di poliziotti con il non meglio precisato “scopo manifesto di danneggiarne l’integrità fisica o psichica”, l’aumento della videosorveglianza e delle telecamere negli spazi pubblici (art. 20 e 22) e il ricorso ai droni per controllare l’ordine pubblico (art. 21). Le manifestazioni sono state organizzate dai sindacati dei giornalisti e dalla Lega dei diritti dell’uomo per allertare sulla limitazione del diritto di informare. Critiche sono arrivate anche dalla commissione per i diritti umani dell’Onu.

La nuova legge è già stata votata in prima battuta dall’Assemblea Nazionale (146 voti a favore, 24 contro) e martedì dovrà essere ratificata. La norma è stata richiesta dai sindacati di polizia che lamentano un aumento delle aggressioni ai loro danni, tuttavia i sindacati e le associazioni che hanno lanciato la protesta ritengono che si tratti di un bavaglio contro la libertà di stampa e una norma a favore dell’immunità per le forze dell’ordine, sottolineando che solo le immagini fatte da giornalisti, militanti e semplici cittadini sono servite in passato per smascherare abusi di potere commessi dalla gendarmeria.

La plastica è in tutto il pianeta: residui trovati vicino la vetta dell’Everest

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Gli scienziati hanno trovato l’inquinamento da microplastiche nella neve del Monte Everest, la vetta più alta del mondo (8.848 m). Lo afferma uno studio, pubblicato sulla rivista One Earth, che ha analizzato i campioni raccolti dal National Geographic nel 2019. Le microplastiche sono state rinvenute in ogni campione di neve raccolto tra i 5.300 e gli 8.440 metri di altezza, con una media di 30 particelle per litro d’acqua. Ovviamente gli scienziati hanno trovato le concentrazioni maggiori intorno al campo base, dove alpinisti ed escursionisti trascorrono più tempo. È molto probabile che le fibre provenissero da indumenti, tende e corde.

Nel 2018 gli scienziati rivelarono di aver trovato i detriti di plastica anche nel punto più profondo della Terra, la Fossa delle Marianne. Ora è chiaro che i rifiuti dell’umanità hanno inquinato l’intero pianeta.