lunedì 14 Luglio 2025
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Oltre 1.400 Comuni stanno cercando di boicottare il referendum sulla cannabis

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Oltre mille e quattrocento Comuni italiani non hanno ancora spedito i certificati elettorali necessari per validare le firme in favore del referendum per la depenalizzazione della cannabis. I Comuni, a norma di legge, avevano 48 ore di tempo per farlo ma alla scadenza del termine erano stati spediti solo 150.000 certificati a fronte di 580.000 firme raccolte. Durissimo il comunicato del Comitato promotore del referendum che parla di “boicottaggio della volontà popolare” e si appella al presidente Mattarella affinché la il diritto dei cittadini ad esprimersi venga garantito, mentre diversi esponenti della galassia radicale hanno iniziato questa mattina uno sciopero della fame a oltranza.

«Abbiamo ricevuto 37.500 Pec dai comuni con allegati 150.000 certificati. A venerdì sera, 1.400 amministrazioni comunali non hanno risposto del tutto. Altre non hanno rispettato le 48 ore previste dalla legge, ormai diventate 96, e hanno inviato in ritardo certificazioni d’iscrizione nelle liste elettorali delle oltre 580.000 firme raccolte online in modo parziale», ha dichiarato Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente del Comitato promotore, sul cui sito internet è stata pubblicata la lista dei Comuni reticenti, accusati di voler impedire ai cittadini italiani di esprimersi sul tema tramite il voto. Le firme vanno infatti depositate entro il 30 settembre presso la Corte Costituzionale, e senza le certificazioni in possesso dei Comuni questo non sarà possibile.

In meno di una settimana il Comitato promotore era riuscito a raggiungere e superare il mezzo milione di firme necessarie per depositare il referendum di iniziativa popolare.  Una testimonianza della grande attenzione pubblica sul tema e della volontà crescente di spronare la politica ad adottare provvedimenti volti a modificare l’impianto proibizionista della legge italiana sulle droghe. Il quesito referendario si pone tre obiettivi: l’eliminazione del reato di coltivazione a scopo di esclusivo consumo personale; la rimozione delle pene detentive per detenzione e produzione a scopo di consumo personale; l’annullamento della sanzione amministrativa che prevede il ritiro della patente per coloro in possesso della sostanza, mantenendola solo per chi viene trovato effettivamente alla guida in stato di alterazione psicofisica. Entro il 10 febbraio 2022 la Corte Costituzionale dovrebbe valutarne l’ammissibilità, sempre che i Comuni consegnino in tempo i certificati rispettando quanto prevede la legge.

 

 

A San Marino vince il si per l’aborto legale

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Circa il 77% dei votanti sanmarinesi hanno approvato la norma che legalizza l’aborto con una legge quasi fotocopia di quella italiana, che venne approvata nell’ormai lontano 1978. Con 43 anni di ritardo anche nella repubblica più antica d’Europa le donne potranno abortire legalmente nelle prime 12 settimane di gravidanza e nei casi in cui la vita della donna sia in pericolo o  a causa di anomalie o malformazioni fetali. La piccola enclave era uno degli ultimi stati in Europa – insieme ad Andorra, Malta e Vaticano – a vietare del tutto l’aborto.

Ma quali servitori dello Stato: chi sono gli assolti nella trattativa Stato-mafia

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Dopo vent’anni di squallido mutismo, la politica italiana si è magicamente risvegliata sulla questione trattativa Stato-mafia. Lo ha fatto in coro solo perché, in seguito alle pesantissime condanne subìte in primo grado nel 2018, gli uomini dello Stato protagonisti di quella torbida vicenda sono stati assolti in Appello: i Carabinieri del ROS Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, che quella trattativa l’hanno portata avanti, “perché il fatto non costituisce reato”; Marcello Dell’Utri, già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, che secondo l’accusa la trattativa l’avrebbe presa in carico, “per non aver commesso il fatto”. Insomma, “il fatto sussiste”, ma a quanto si legge dagli organi di stampa pare proprio che i leader nostrani non l’abbiano capito o non l’abbiano voluto capire.

Matteo Renzi, su Twitter: “Oggi si scrive una pagina di storia giudiziaria decisiva per il nostro Paese. Viene condannato il mafioso, vengono assolti i rappresentanti delle Istituzioni. Ha vinto la giustizia, ha perso il giustizialismo”. Folla in delirio per la democrazia ritrovata.
Giorgia Meloni (la stessa che, solo tre anni fa, chiedeva a gran voce di fare luce sulle zone d’ombra della vicenda nel giorno dell’anniversario della nascita di Paolo Borsellino), all’Adnkronos: “E’ stata fatta giustizia, penso che quello sia un processo politico. E’ stato un tentativo di aggredire alcuni pezzi dello Stato”. Una piroetta che neanche Eleonora Abbagnato all’Opéra di Parigi.
Matteo Salvini, su Twitter: “Felice per l’assoluzione di chi ha servito lo Stato ed è stato ingiustamente accusato per anni”. Per poi proporre, in un afflato di grande generosità e senso delle Istituzioni, la nomina di Mori come senatore a vita. E si potrebbe andare avanti con molte altre dichiarazioni di membri di spicco di quasi tutte le forze politiche.

Andiamo dunque a conoscerli, questi “servitori dello Stato” tanto decantati dagli uomini politici.

Subranni: il «punciuto» che indagò su Impastato

Antonio Subranni, per esempio, è colui che venne indagato dalla Procura di Palermo come principale responsabile del depistaggio delle indagini sull’omicidio del giornalista antimafia Peppino Impastato. Il GIP, archiviando il caso per intervenuta prescrizione, ha ricordato come l’ufficiale dei Carabinieri escluse “aprioristicamente, incomprensibilmente, ingiustificatamente e frettolosamente la pista mafiosa”, parlando di “vistose, se non macroscopiche” anomalie investigative. Quattro giorni prima di essere ucciso, Paolo Borsellino, in un colloquio con la moglie, affermò di avere scoperto da una fonte terza che Subranni fosse “Punciuto”: un termine molto chiaro, che significa “affiliato a Cosa Nostra”. Nel 2019, mentre Subranni era imputato al fianco di Dell’Utri per aver veicolato la minaccia stragista contro lo Stato, sua figlia Danila è stata nominata capo della comunicazione di Forza Italia nel 2019. Guarda un po’, a volte, le coincidenze.

Mario Mori, che “dimenticò” di perquisire Riina

Mario Mori (anzi, il “servitore dello Stato Mario Mori”) è lo stesso che, nel 1993, si dimenticò di perquisire il covo di Totò Riina e che decise di interrompere la sorveglianza dello stabile, nonostante gli accordi presi con la Procura di Palermo, che non venne avvertita e scoprì tutto dopo due lunghissime settimane. D’altronde, con il capo dei capi Mori aveva appena trattato, facendogli pure investire energie a redigere un “papello”, forse pareva brutto andare anche a rovistare tra le sue carte. Al posto suo lo fecero direttamente i mafiosi, che non persero tempo e portarono via tutto.

Mario Mori è lo stesso che, nel 1995, si dimenticò di catturare il nuovo capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano dopo che un coraggioso informatore di nome Luigi Ilardo, rischiando la pelle, era riuscito ad ottenere un incontro con il padrino corleonese. L’infiltrato, dopo avere incontrato tre importanti magistrati e lo stesso Mori alla sede del ROS di Roma nel maggio del ’96 al fine di ufficializzare la sua collaborazione con la giustizia dopo una vita in Cosa Nostra, venne ucciso dai mafiosi prima di ottenere il programma di protezione. Come aveva riferito al Colonnello Riccio, che aveva gestito e supervisionato la sua delicata attività, avrebbe voluto parlare delle stragi di mafia e delle presunte collusioni tra Cosa Nostra e Bruno Contrada (numero tre del SISDE), Subranni e Dell’Utri: gli fu impedito a suon di proiettili.

Mario Mori è anche lo stesso che, sentito in Aula a Firenze nel ’98, ammise candidamente di aver fatto la trattativa con Vito Ciancimino (il “tramite” dell’invito al dialogo inaugurato dalle istituzioni), domandandogli sbalordito cosa fosse “questo muro contro muro” tra Stato e mafia.

Marcello Dell’Utri, il mediatore

Marcello Dell’Utri, infine, è colui che, grazie alla sua “opera di intermediazione” – come ricorda la sentenza definitiva che lo ha condannato per concorso esterno in associazione mafiosa – nel 1974 riusciva a far raggiungere un accordo tra Silvio Berlusconi e la mafia palermitana “che prevedeva la corresponsione da parte di Berlusconi di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da Cosa Nostra”. Dell’Utri, in tale schema, “aveva provveduto con continuità a effettuare per conto di Berlusconi il versamento delle somme concordate a Cosa Nostra”. Applausi scroscianti, immagine ripulita, bravo Marcello!

Una politica che confonde la verità giudiziaria (peraltro ancora parzialissima, essendo stato partorito solo un dispositivo di due pagine in attesa delle motivazioni della sentenza di Appello) con quella storica, è una politica con la p minuscola. Autoreferenziale, spocchiosa, che non padroneggia nemmeno i fondamentali. Una politica complice del decadimento totale di un Paese che non ha neanche più la forza di affermare con la schiena dritta e la testa alta quanto sia vergognoso scendere a patti con la mafia.

[di Stefano Baudino]

L’esercito israeliano ha ucciso almeno 4 palestinesi

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Nuove violenze da parte dell’esercito di occupazione israeliano nei confronti dei cittadini palestinesi. Almeno quattro palestinesi sono rimasti uccisi questa mattina nel corso di una operazione dei militari sionisti in Cisgiordania, ufficialmente alla caccia di miliziani di Hamas. Negli scontri sarebbero rimasti feriti anche due soldati israeliani. La Cisgiordania rientra tra le aree che gli accordi internazionali assegnano allo Stato di Palestina, ma Israele continua ad occuparla dal 1967.

No Green Pass: ieri manifestazioni imponenti, ma per i media c’erano “poche persone”

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“Poche centinaia in strada” scrive Fanpage, “diverse centinaia” concede Open di Mentana, meno di mille arriva ad affermare il Corriere. Leggendo i principali media un cittadino italiano oggi si trova di fronte a due scenari possibili. Ipotesi uno: del fatto che ieri in sessanta città italiane ci sono state proteste contro il green pass continua a non sapere niente perché molti giornali semplicemente hanno scelto di non trattare la notizia o l’hanno trattata senza farla nemmeno passare dalla homepage. Ipotesi due: scopre che in effetti ci sono state della manifestazioni ma gli viene spiegato che i partecipanti erano pochissimi “negazionisti” e probabilmente pure fascisti. Una tecnica di delegittimazione piuttosto collaudata che abbiamo già spiegato in questo articolo.

Ma tornando a ieri: c’erano davvero poche persone come riportato dai media nelle piazze? Quelli che seguono sono alcuni video presi da Twitter:

 

La verità sugli armamenti nucleari ancora presenti in Italia e nel mondo

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Esplosione nucleare

Secondo un sondaggio di novembre del 2020, condotto da YouGov su un campione di oltre 1.000 persone, l’87% degli italiani è favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW (trattato per la proibizione delle armi nucleari). Il 17% in più rispetto ad un sondaggio simile del 2019: percentuale che dimostra una crescente consapevolezza e sensibilità nei confronti del tema, caratteristiche che però sembrano non appartenere al Governo italiano. Il nostro territorio, infatti, continua ad ospitare armi nucleari statunitensi: una scelta che rende ancora più importante la celebrazione della Giornata internaz...

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La Germania vota per il dopo Merkel

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I cittadini tedeschi sono chiamati oggi ad eleggere il Bundestag e scegliere il nuovo cancelliere. Angela Merkel non è candidata e dopo 16 anni uscirà di scena. Si annuncia un voto sul filo di lana, con i sondaggi che danno il candidato socialdemocratico Olaf Scholz in lieve vantaggio sul conservatore Armin Laschet (esponente della Cdu di Angela Merkel e scelto dal partito per succederle). Un buon risultato, ma con scarse possibilità di vittoria, se lo aspettano anche i Verdi che hanno candidato Annalena Baerbock. I seggi chiuderanno alle 18.

Nuove manifestazioni contro il green pass in tutta Italia

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Ancora una giornata all’insegna delle proteste contro il passaporto sanitario in Italia, con i manifestanti che si sono dati appuntamento in 60 piazze di tutta Italia. A Roma piazza San Giovanni gremita da migliaia di persone. Tra le manifestazioni più imponenti anche Trieste con circa 20.000 partecipanti. Grossi cortei inoltre a Torino, Milano e in quasi tutte le città capoluogo.

Grazie all’IA una nuova terapia può curare un raro tumore cerebrale pediatrico

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Un gruppo di scienziati inglesi ha perfezionato un nuovo importantissimo campo in cui impiegare l’intelligenza artificiale: la medicina oncologica. I ricercatori sono riusciti a creare una nuova terapia farmacologica per la cura di una particolare forma di cancro cerebrale infantile. Si tratta del DIPG – glioma pontino intrinseco diffuso – tumore del tronco encefalico (porzione inferiore del cervello collegato al midollo spinale) raro e molto aggressivo, i cui bassi tassi di sopravvivenza sono invariati da cinquant’anni. Il team ha prima analizzato i dati scientifici e medici già esistenti a riguardo e poi utilizzato l’AI per capire che tipo di combinazione farmacologica potesse trattare la massa tumorale, difficile da rimuovere chirurgicamente perché non circoscritta. Il sistema ha indicato l’Everolimus e il Vandetanib, mostrando come il primo permetta al secondo di oltrepassare la barriera ematoencefalica. Si tratta di due farmaci inibitori della chinasi, utilizzati per impedire alle cellule tumorali di riprodursi diminuendo l’afflusso di sangue. La terapia farmacologica è stata approvata per il trattamento di altri tipi di cancro.

Un’altra ricerca, condotta dall’Università di Birmingham, ha mostrato come intelligenza artificiale e neuroimaging – uso di varie tecniche per la mappatura del sistema nervoso –  possano essere una valida alternativa a esami come la biopsia – prelievo di una porzione di tessuto tumorale da esaminare al microscopio – per il riconoscimento del tipo di cancro. Gli esperti si sono serviti dell’imaging ponderato per diffusione, meccanismo che consiste nell’acquisizione di materiale fotografico ritraente l’interno del corpo del paziente, per poi affidarsi ad un programma informatico al fine di riconoscere l’entità della massa tumorale. L’indagine, la quale ha riguardato 117 pazienti in età pediatrica le cui informazioni sono state prese da diciotto diversi scanner situati in dodici diversi ospedali inglesi, ha dato ottimi risultati. L’algoritmo, infatti, è riuscito a distinguere le tre neoplasie cerebrali da cui erano affetti i pazienti: Medulloblastomas, Pilocytic Astrocytoma ed Ependymoma.

Le due ricerche sono testimonianza di un importantissimo passo in avanti nella medicina, la quale sta coinvolgendo sempre più l’IA, non solo nella ricerca di terapie innovative ma  anche nelle diagnosi, attraverso la scoperta di nuove terapie e prassi o il riutilizzo di quelle già esistenti.

[di Eugenia Greco]

La Norvegia annuncia: da ora tratteremo il Covid come una semplice influenza

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La Norvegia è pronta a mettersi alle spalle il Covid e tornare alla normalità: negli scorsi giorni Geir Bukholm, vicedirettore dell’Istituto norvegese di sanità pubblica (NIPH), aveva nei fatti preannunciato la posizione dello stesso al tabloid norvegese VG, dichiarando che il coronavirus potesse essere trattato al pari di un’influenza. Posizione poi confermata dal NIPH che ha successivamente raccomandato al governo di tornare alla vita di tutti i giorni. Così, la premier uscente Erna Solberg ha affermato che dalle ore 16:00 della giornata di oggi verranno abolite praticamente tutte le misure restrittive.

«Ora siamo in una nuova fase in cui dobbiamo considerare il coronavirus come una delle numerose malattie respiratorie con variazioni stagionali», aveva detto Bukholm. Inoltre aveva aggiunto: «Questo perché la stragrande maggioranza delle persone a rischio è protetta e dunque, sebbene l’infezione sia ancora in circolazione, i numeri degli ospedali rimangono bassi. Pertanto, il coronavirus non comporterà un pesante onere per il servizio sanitario, e la stragrande maggioranza dei vaccinati, che possono infettarsi e sviluppare sintomi, presenterà lievi sintomi simili al raffreddore». Infine, Buckholm aveva concluso l’intervista sostenendo che con ogni probabilità ci sarebbe potuta essere un’ondata invernale, ma che essa presumibilmente non sarebbe stata ingestibile per il servizio sanitario.

Una valutazione confermata dal NIPH, che come anticipato precedentemente ha poi comunicato la sua posizione al governo norvegese. In tal senso, in un comunicato stampa di ieri dell’esecutivo, sono state riportate le parole della premier Erna Solberg, la quale ha affermato che «l’Istituto nazionale di sanità pubblica ritiene che ci siano pochi rischi che l’epidemia vada fuori controllo, dia un carico di malattia significativo o minacci la capacità del servizio sanitario». A tal proposito, «i tassi di infezione stanno diminuendo, i ricoveri ospedalieri si sono appiattiti e si prevede inoltre che in poche settimane gran parte della popolazione norvegese sarà completamente vaccinata».

Perciò, «il governo ha deciso di passare a una normale vita quotidiana da sabato 25 settembre alle 16:00». A partire da oggi, dunque, verranno rimosse tutte le restrizioni ad eccezione dell’obbligo di mettersi in isolamento se si risulta positivi al Covid. Addio quindi al distanziamento sociale, ai limiti relativi alla capienza nei ristoranti così come a quelli riguardanti il numero di presenze agli eventi. Insomma, come si legge nel comunicato, la Norvegia è pronta a «stare insieme nello stesso modo di prima».

[di Raffaele De Luca]