martedì 16 Settembre 2025
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Sudafrica, Corte blocca ricerca riserve petrolio e gas di Shell

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Un tribunale sudafricano ha temporaneamente vietato alla compagnia olandese Shell di proseguire con le indagini sismiche di sacche di petrolio e gas sotto i fondali marini al largo delle coste del Capo Orientale. La decisione è giunta in seguito alle accese proteste di gruppi ambientalisti e cittadini che hanno sottolineato come la tecnologia utilizzata, che sfrutta le onde sonore, sia potenzialmente nociva per la riproduzione di balene e megattere e per la pesca locale. Hanno anche sottolineato il valore spirituale e culturale del mare per le comunità locali, che detengono diritti tradizionali sulle aree interessate, compresi i diritti di pesca nelle acque. La decisione è tuttavia solo temporanea, e la battaglia legale proseguirà nei prossimi mesi.

 

Clima, la nuova Legge di bilancio conferma le incoerenze italiane

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Il 30 dicembre è stata appovata in via definitiva alla Camera la Legge di Bilancio 2022, con 355 voti favorevoli e 45 contrari. In materia di lotta al cambiamento climatico e iniziative a tutela dell’ambiente, il Governo sigla in via definitiva la scarsa volontà di apportare innovazioni concrete e risolutive. Il rinvio al ritaglio dei sussidi per le fonti fossili, il mancato sostegno alle comunità energetiche e le poche risorse previste per la mobilità sostenibile confermano l’agire di un esecutivo che, pur vestendo compiaciuto i panni dell’innovazione, lascia le proprie promesse perdersi nel vento.

In concomitanta con l’approvazione in via definitiva della Legge di Bilancio 2022 da 32 miliardi, il cui testo sarà disponibile nei prossimi giorni, è stato pubblicato un comunicato stampa di Legambiente che denuncia le principali criticità in materia di iniziative per il contrasto al cambiamento climatico e denuncia “le contraddizioni con cui il Governo Draghi sta affrontando la giusta transizione ecologica ed energetica”. Nulla di nuovo, se si guarda alle iniziative portate avanti dal Governo quest’anno. Basti ricordare il rinnovo delle autorizzazioni per progetti di trivellazione e concessioni minerarie in tutta Italia a firma del Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani, un ossimoro stridente che lascia interdetti. O la manovra di greenwashing che ha trasformato i soldi per l’ambiente in fondi per la costruzione di armi green.

I punti critici individuati da Legambiente riguardano principalmente il rinvio dei tagli ai sussidi per le fonti fossili, il mancato sostegno alle comunità energetiche e l’inspiegabile scarsità di risorse destinate alla mobilità sostenibile. “Ad oggi” sostiene il presidente nazionale di Legambiente Ciafani “i sussidi ambientalmente dannosi sono stimabili in 34,6 miliardi di euro, risorse che potrebbero essere utilizzate per spingere le innovazioni e aiutare le famiglie più in difficoltà”. Di questa cifra, inoltre, “ben 18,3 miliardi di euro sarebbero eliminabili entro il 2025, cancellando i sussidi per le trivellazioni, i fondi per la ricerca su gas, carbone e petrolio, ma anche intervenendo sul diverso trattamento fiscale tra benzina gasolio, gpl e metano, sul meccanismo di Capacity Market per le centrali a gas e l’accesso al superbonus per le caldaie a gas”, sostiene Ciafani, che aggiunge come “Le mancate scelte in campo ambientale rappresentino anche risposte mancate alla crisi sociale che milioni di cittadini stanno vivendo”.

Anche le iniziative che sembrano muoversi nella direzione giusta si rivelano insufficienti senza un piano di modifica strutturale alle spalle. Nel caso dei rincari delle bollette, per esempio, vengono previsti dei tagli diretti, ma se non viene messa in moto la transizione verso le energie rinnovabili questa misura si traduce in una soluzione temporanea e non definitiva. In fatto di tutela degli animali, lo stop agli allevamenti di specie da pelliccia e l’istituzione di un Fondo contro il randagismo sono controbilanciati (negativamente) dalla deroga all’introduzione delle specie ittiche alloctone nei corsi d’acqua, che causano la perdita della biodiversità locale.

Il passo verso la transizione ecologica si conferma quindi ancora una volta esitante e ricco di contraddizioni. Dietro all’etichetta di tendenza in politica della “transizione ecologica” si conferma esservi un poco di fatto, insufficiente per apportare un vero cambiamento. In mancanza di iniziative concrete, la dicitura “lotta al cambiamento climatico” continua a dimostrare di essere uno specchietto per le allodole.

[di Valeria Casolaro]

 

Aviaria, in Europa la peggior epidemia di sempre

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Secondo i dati riportati dal FLI (Friedrich Loeffler Insitut), istituto tedesco per la ricerca sulla salute animale, l’Europa sta affrontando “la più grave epidemia di influenza aviaria fino ad oggi”. Tra l’inizio di ottobre e il 29 dicembre sono 675 i focolai rilevati tra gli uccelli selvatici e 534 quelli nel pollame. Non sono solo i volatili ad essere colpiti: la malattia avrebbe compiuto il salto di classe e si sarebbe diffusa tra alcuni mammiferi nel nord Europa. La diffusione è avvenuta, secondo l’istituto, per “probabili fallimenti significativi nella biosicurezza, nella prevenzione e nel controllo delle malattie” nelle aziende avicole, motivo per cui si raccomanda vivamente che queste “siano riviste e, se necessario, migliorate”.

L’Europa mette al bando l’uso di antibiotici preventivi negli allevamenti

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A gennaio entrerà in vigore il regolamento 2019/6 sui farmaci veterinari, il quale modernizzerà le norme già esistenti per l’autorizzazione all’utilizzo degli antimicrobici nell’Unione Europea. Gli obiettivi principali sono: semplificare il contesto normativo, riducendo gli oneri amministrativi per le aziende farmaceutiche impegnate nello sviluppo di medicinali veterinari; stimolare la produzione di medicinali veterinari innovativi; migliorare il funzionamento del mercato interno; rafforzare l’azione dell’Unione Europa nell’aumento della disponibilità e della sicurezza degli antimicrobici per gli animali, compresa la riserva di determinati antimicrobici per il trattamento delle infezioni nelle persone.

Il nuovo regolamento riporterà le indicazioni che permetteranno alla Commissione di stilare sia un elenco di classi di antimicrobici che non potranno essere somministrati al di fuori dei termini della loro autorizzazione all’immissione in commercio, sia l’elenco di quelli che, invece, potranno essere utilizzati al di fuori dei termini, ma solo a determinate condizioni. Nello specifico, il documento ufficiale sarà portavoce di tre criteri in base ai quali si potrà riservare un antimicrobico – o gruppo di antimicrobici – alle cure umane: il farmaco dovrà risultare essere l’ultima risorsa disponibile per curare il paziente affetto da una grave – o potenzialmente letale – infezione; l’infezione dovrà essere altamente contagiosa e, infine, il medicinale non dovrà essere strettamente necessario per la salute animale.

Sempre sulla base del regolamento, gli antimicrobici veterinari saranno disponibili solo su prescrizione veterinaria in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Pertanto, i veterinari saranno tenuti a prescriverli sulla base della loro conoscenza epidemiologica, clinica e antimicrobica, e sulla base della loro comprensione per quanto concerne i fattori di rischio per il singolo animale o gruppo di animali. La profilassi (procedura medica a scopo di prevenzione, o a scopo terapeutico di una malattia) e la metafilassi (somministrazione di un farmaco a un gruppo di animali dopo la diagnosi di una malattia clinica in una parte del gruppo) saranno notevolmente limitate e possibili solo in via eccezionale e su prescrizione veterinaria. Il trattamento dovrà essere giustificato dagli esperti, dopo un esame clinico o un’adeguata valutazione dello stato di salute dell’animale o del gruppo di animali, la quale dovrà avvenire prima dell’emissione della prescrizione. In più, i veterinari sono chiamati a rispettare il loro codice deontologico professionale e a garantire di fare tutto il possibile per non creare situazioni di conflitto di interessi al momento della prescrizione dei medicinali, nonostante la consapevolezza della loro legittima attività di vendita al dettaglio.

Tale regolamento risale a inizio settembre scorso, quando è iniziato l’iter della bozza sui Criteri di classificazione degli agenti antimicrobici riservati al trattamento di alcune infezioni nell’uomo”, con l’obiettivo di mettere al bando l’uso di alcune molecole antibiotiche negli allevamenti e lasciarne l’uso esclusivo agli uomini. Un provvedimento che ha creato non poco malcontento tra molti veterinari. La stessa Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) aveva espressamente richiesto, in una nota, di respingere la mozione per non privare gli animali di terapie salva vita e continuare a trattare adeguatamente alcune infezioni batteriche, evitando gravi ripercussioni sulla salute e sulla sicurezza alimentare delle persone. 

[di Eugenia Greco]

UE, embargo internazionale armi per Birmania per massacri contro ribelli

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L’Unione Europea ha richiesto un embargo internazionale delle armi per il governo della Birmania e un aumento delle sanzioni dopo il massacro di almeno 35 ribelli pro-democrazia della settimana scorsa. Tra le vittime vi erano civili e operatori umanitari, tra i quali due dipendenti di Save the Children. L’Assemblea Generale ONU aveva già votato a giugno contro l’ulteriore invio di armi in Birmania, ma si era trattato di una misura simbolica in quanto non sostenuta oltre dal Consiglio di Sicurezza, il cui potere di veto è detenuto da Russia e Cina (i principali fornitori di armi della Birmania). La Birmania si trova nel caos dopo il colpo di Stato militare avvenuto a febbraio, in seguito al quale almeno 1300 civili sono stati uccisi.

Elon Musk ha provocato un litigio spaziale tra Cina e Usa

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Elon Musk, serial entrepreneur, at TED2013: The Young, The Wise, The Undiscovered. Wednesday, February 27, 2013, Long Beach, CA. Photo: James Duncan Davidson

É successo di nuovo: un Governo si lamenta che i satelliti della rete Starlink di SpaceX siano piazzati e gestiti in maniera eccessivamente incontrollata. Questa volta, a denunciare la situazione orbitale non sono stati lo European Space Agency (ESA) o la National Aeronautics and Space Administration (NASA), bensì Beijing, cosa che ha scatenato un incidente diplomatico che trascende i confini terrestri.

La Cina ha infatti segnalato via un documento presentato alle Nazioni Unite che gli strumenti di Starlink abbiano incrociato pericolosamente la traiettoria della Tiangong Space Station almeno in due distinte occasioni, il primo luglio e il 21 ottobre. La vicinanza tra la sonda e la stazione spaziale è stata tale da richiedere manovre di sicurezza che modificassero il posizionamento del laboratorio, manovre in tutto e per tutto affini a quelle che più volte le altre agenzie spaziali hanno dovuto portare avanti per risolvere le complessità legate a Starlink.

Tecnici e Amministrazioni digrignano i denti contro contro SpaceX, azienda guidata dal miliardario Elon Musk che sarebbe colpevole non solo di aver spedito in orbita un numero impressionante di satelliti, ma anche di trattare con negligenza i casi di possibili collisioni tra corpi celesti artificiali. In diverse situazioni, i Governi hanno segnalato a più riprese che le manovre di sicurezza in caso di pericolo siano state portate avanti unilateralmente, senza che SpaceX offrisse una vera e propria collaborazione. Considerando che stiamo parlando di un’azienda che non si è fatta problemi a violare le licenze della Federal Aviation Administration (FAA) pur di portare avanti i propri interessi, non è difficile credere che l’inefficienza della collaborazione del progetto Starlink possa essere sistematica e volontaria, pensata per risparmiare risorse a discapito della salvaguardia altrui.

La Cina non si è però accontentata di prendersela con Musk. Anzi, la nazione si è disinteressata dell’uomo per lanciarsi direttamente alla giugulare degli Stati Uniti. Lo ha fatto chiedendo alle Nazioni Unite di imporre agli USA la responsabilità della mala gestione di SpaceX, una responsabilità che sarebbe peraltro confermata dai contenuti del trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967. Secondo il documento, particolarmente obsoleto e del tutto inadatto a risolvere le sfide contemporanee, le attività degli enti non-governativi (Spacex, per esempio) devono essere supervisionate e autorizzate dallo Stato di appartenenza della ditta stessa. Se Musk rischia di far danno, insomma, la colpa è di Washington, la quale gli ha permesso di allargarsi in maniera incontrollata e di agire senza alcun controllo.

Starlink, per inciso, ha spedito in orbita quasi 1.900 satelliti. Alcuni di questi sono già in disuso, tuttavia il loro piazzamento invasivo è stato più volte al centro delle manifestazioni di irritazione da parte degli scienziati del settore. In tal senso, Elon Musk ha liquidato questo genere di dibattiti rassicurando l’ESA sul fatto che lo spazio sia “estremamente enorme”, tacitamente suggerendo che ci sia molto campo di manovra per soddisfare le ambizioni di SpaceX. Da notare che una simile spavalderia manageriale non stata però replicata nei confronti della Cina, Paese che il miliardario sudafricano vuole tenersi comunque amico, magari in vista di un’espansione del mercato delle automobili elettriche Tesla.

[di Walter Ferri]

Cina, satellite fotografa San Francisco in appena 42 secondi

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Beijing-3, un piccolo satellite commerciale cinese lanciato nello spazio a giugno, ha fotografato i 3800 km quadrati della zona centrale della Baia di San Francisco in appena 42 secondi. La precisione delle immagini, catturate da un’altitudine di 500 km, è tale (50 cm per pixel) da permettere di identificare eventuali veicoli militari e capire che tipo di armi trasportino. Per quanto l’americano WorldView-4 abbia una precisione superiore (30 cm per pixel), il Beijing-3 è  più veloce ed in grado di compiere operazioni fino ad ora considerate impossibili per il livello di abilità tecnica richiesta, come fotografare il tortuoso fiume Yangtze (6300 km) con un solo volo dal nord al sud della Cina. Per svolgere un’operazione del genere, altri satelliti devono compiere più volte il giro intorno alla Terra.

Sicilia: riprende l’esproprio dei terreni per far spazio alla base NATO

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Il Ministero della Difesa ha disposto la ripresa delle operazioni di espropriazione di circa 100 ettari tra i comuni di Lentini e Catania, nella Sicilia orientale, per l’ampliamento della base aerea militare NATO di Sigonella. L’intera operazione era stata sospesa dopo che la Procura catanese aveva accusato due ufficiali di “tentativo di istigazione alla corruzione”, ma con un decreto emanato il 6 dicembre, senza attendere nemmeno la fine delle indagini, “l’occupazione immediata” dei terreni di proprietà dei cittadini può riprendere indisturbata.

L’espropriazione dei terreni siciliani per l’espansione della base aeronavale militare di Sigonella, utilizzata anche per operazioni della NATO, è stato sospeso dopo che due ufficiali dell’Aeronautica militare sono stati accusati di “tentativo di istigazione alla corruzione”. Le indagini avevano preso il via dalle rivelazioni fatte da un collaboratore della Sater, una delle società oggetto dell’esproprio. Era stato così portato alla luce il tentativo dei due ufficiali di ottenere un pagamento in contanti dal proprietario dei terreni in cambio di indennizzi superiori rispetto ai valori di mercato e ottenibili in tempi più rapidi, oltre ad un ampliamento dell’area da espropriare che avrebbe garantito un vantaggio per i privati e un danno economico per i contribuenti.

A seguito dei fatti, il Generale Ispettore del Ministero della Difesa Giancarlo Gambardella aveva disposto la sospensione dei procedimenti di esproprio previsto per 100 ettari di terreni, “in analogia a quanto regolarmente avviene in occasione dell’avvio di un’indagine giudiziaria sui comportamenti della pubblica amministrazione” col fine di “tutelare gli interessi pubblici e privati coinvolti”. Tuttavia la decisione non ha tardato ad essere revocata, nonostante le indagini della Guardia di Finanza e della Procura di Catania non siano ancora giunte a termine. Con il decreto del 6 dicembre 2021 infatti il Ministero della Difesa ha disposto della ripresa delle operazioni, ordinando “l’occupazione immediata degli immobili individuati, finalizzata all’esproprio degli stessi e necessaria per l’esecuzione delle opere”.

L’esproprio dei terreni è volto ad ampliare la base di Sigonella, rendendola il principale snodo per le operazioni degli mezzi aerei cisterna che riforniscono in volo i cacciabombardieri e aerei cargo della NATO che transitino sul Mediterraneo in direzione del continente africano o delle aree mediorientali. Stando a quanto riportato dall’indagine svolta dal giornalista Antonio Mazzeo, il nuovo decreto riguardo le procedure di espropriazione è tutt’altro che “completo e trasparente”, in quanto non viene specificata l’estensione delle superfici dei terreni. Il principale beneficiario degli accordi è la Società Agricola Turista Etna Riviera s.r.l (Sater), con sede a Catania, i cui soci sono Mario Ciancio Sanfilippo, imprenditore leader nel settore dell’editoria e della comunicazione siciliana, i figli e la moglie. Ciancio risulta essere anche amministratore ed unico rappresentante della Sater.

Nel 2018 la Sater era stata sottoposta a sequestro giudiziario dal Tribunale di Catania, su indicazioni della Direzione Distrettuale Antimafia, dopo che Ciancio era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma il provvedimento è stato annullato definitivamente a gennaio del 2021 in seguito all’assoluzione di Ciancio. Con il decreto del 6 dicembre è stato confermato l’aumento degli ettari di terreno espropriati all’azienda, già disposto da una relazione ispettiva dello scorso marzo firmata dai due ufficiali indagati a Catania, con un relativo indennizzo portato da 1,8 a 2,5 milioni di euro.

Come fa notare Mazzeo, sono molti gli interrogativi ancora aperti riguardo l’intera operazione, che si aggiungono ai dubbi sui trascorsi giudiziari delle parti in causa e su quelli ancora in corso. Non è stato ancora valutato, per esempio, l’impatto socio-ambientale e sulla popolazione causato dall’aumentare del traffico aereo e dei velivoli cisterna, che trasportano grandi quantità di gasolio. Tuttavia, la visita ufficiale del governatore della Sicilia Musumeci alla base di Sigonella non lascia dubbi su quale sia la direzione nella quale la politica e l’amministrazione intendono muoversi.

[di Valeria Casolaro]

Il governo Draghi ha abolito il tetto ai maxi stipendi dei dirigenti pubblici

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A decorrere dall’anno 2022 il limite retributivo fissato in 240.000 euro annui per i dipendenti pubblici sarà rideterminato in relazione agli aumenti medi come calcolati dall’Istat. Così, con poche parole inserite – curiosamente – al comma 16 dell’articolo 17-bis, che in teoria disciplinerebbe l’accesso al Fondo indennizzo risparmiatori coinvolti nei crac bancari, il Governo Draghi ha rimosso il tetto ai maxi stipendi dei dirigenti pubblici, che era in vigore dal 2014 per contenere la spesa pubblica.

Se la norma, va detto, non comporterà chissà aumenti fuori controllo, il segno politico è tuttavia chiaro. Si tornerà ad applicare l’aumento Istat ai dirigenti che percepiscono il tetto di 240.000 euro lavorando, come specificato dal comma 471 della legge n.147 del 27 dicembre 2013, a “carico delle finanze pubbliche in ragione di rapporti di lavoro subordinato o autonomo intercorrenti con le autorità amministrative indipendenti e con le pubbliche amministrazioni”. In buona sostanza si tratta di un aumento stimato dalla ragioneria al 3,78% annuo per i vertici amministrativi dei grandi ministeri, delle magistrature, delle autorità indipendenti e per i cosiddetti “super consulenti”. Un ultimo tratto distintivo di una Legge di Bilancio che, come già abbiamo visto, segna una serie di benefici per manager e per i lavoratori che godono di retribuzione medio-alte, a discapito dei ceti popolari che più hanno sofferto la crisi.

Un aumento che è entrato di soppiatto nella Legge di Bilancio. Come spiega un articolo pubblicato su il Sole 24 Ore, ricostruendo la genesi della misura: “Questa sorta di adeguamento di lusso è previsto da una norma che ronzava da oltre due mesi intorno alla manovra e ai vari decreti di fine anno, e che è riuscita a salire in extremis nel maxiemendamento”. L’aumento, infatti, non era presente nelle bozze del testo, ed è comparso solo nella versione definitiva della Legge di Bilancio. Approvata, come ormai da prassi al tempo del “governo dei migliori”, tramite voto di fiducia (ovvero senza discussione parlamentare) dal Senato alla vigilia di Natale ed ora in attesa di approvazione alla Camera. Proprio in vista dell’approvazione definitiva da parte del secondo ramo parlamentare è andata in scena due giorni fa una protesta inedita, con i componenti della Commissione Finanza che hanno deciso all’unanimità di non approvare alcun parere sulla Legge di Bilancio, accusando il Governo di aver inviato il testo definitivo all’ultimo minuto, concedendo di fatto ai parlamentari solo 3 ore di tempo per leggere, dibattere e votare il testo di legge più importante dell’anno: quello che contiene i capitoli della spesa pubblica per il 2022. Con il presidente della Commissione, Luigi Marattin, che ha parlato di mancato rispetto delle istituzioni democratiche da parte del governo.

Così, sostanzialmente senza alcun confronto democratico, il governo ha abolito con un tratto di penna uno dei pochi limiti ai privilegi di chi lavora al servizio dei cittadini che erano stati introdotti negli ultimi anni.

Caso Epstein, l’ex fidanzata accusata di traffico sessuale di minori

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L’ex compagna dell’imprenditore statunitense Jeffrey Epstein, morto suicida nel 2019 nel carcere in cui si trovava dopo essere stato accusato di abusi sessuali e traffico di minorenni, è stata giudicata colpevole di cinque dei sei capi d’accusa a lei imputati, tra i quali il traffico sessuale di minori. Secondo i giudici del tribunale di Manhattan dove si è svolto il processo Ghislaine Maxwell, 60 anni, sarebbe infatti colpevole di aver procurato, nell’arco di 10 anni (dal 1994 al 2004), le minorenni che sarebbero poi diventate vittime degli abusi di Epstein. In attesa che sia fissata la data della sentenza, che potrebbe condannare Maxwell a trascorrere il resto della vita in carcere, il suo avvocato ha già annunciato di voler fare ricorso.