mercoledì 4 Dicembre 2024

Ex GKN: lanciato lo “sciopero della fame operaio” per difendere i posti di lavoro

Dopo due settimane di “accampata operaia” in tenda e dopo che il presidente della Toscana, Eugenio Giani, non è andato ad incontrarli seppur lo avesse promesso, gli operai della fabbrica ex GKN di Campi Bisenzio (Firenze) hanno annunciato l’inizio di uno sciopero della fame ad oltranza per difendere i loro posti di lavoro. Gli operai, che si trovano da cinque mesi senza stipendio né ammortizzatori sociali, sono in lotta da ormai tre anni. Era infatti il 9 luglio 2021 quando la dirigenza della fabbrica licenziò tutti i 422 dipendenti via mail. Da allora si sono susseguite cause in tribunale e promesse di reindustrializzazione, ma senza effettivi cambi di rotta.

Lo sciopero della fame è stato annunciato ieri con un comunicato del Collettivo di Fabbrica. La decisione vuole essere «solo un ulteriore strumento messo in campo da questa vertenza, ad ausilio di una lotta collettiva, delle richieste di sindacati, Rsu e Collettivo di Fabbrica», e non intenderebbe denunciare solo «lo stato di povertà relativa a cui ci hanno ridotto due anni di cassa integrazione e cinque mesi senza stipendio», ma l’intero atteggiamento assunto dalle istituzioni negli ultimi 4 anni. All’annuncio dell’azione dimostrativa, il Collettivo di Fabbrica affianca le sue richieste: in primo luogo, gli operai chiedono che venga subito istituita una legge regionale e che venga creato un consorzio pubblico regionale per trattare l’area interessata dalle proteste; successivamente, i lavoratori chiedono di commissariare QF, l’attuale proprietaria, così che vengano pagati gli stipendi; infine, essi intendono «dare vita a una vera discussione su reindustrializzazione seguendo le stesse linee indicate dalla 234, agganciando tra l’altro un ammortizzatore sociale».

L’annuncio di avvio di sciopero della fame, che oggi vede tre operai al secondo giorno di digiuno, è arrivato dopo due settimane di “accampata” per avanzare analoghe richieste: «commissariare QF, accendere un ammortizzatore, fare partire la reindustrializzazione». Questa è a sua volta seguita a oltre 1.000 giorni di assemblea permanente, sorta a causa dei fatti del 9 luglio 2021, quando tutti i 422 dipendenti della fabbrica vennero licenziati senza preavviso con una mail; l’intenzione di GKN era quella di chiudere la fabbrica e di delocalizzare la produzione in Polonia. A settembre 2021 una prima vittoria: il Tribunale del lavoro di Firenze stabilì infatti che il licenziamento era illegittimo perché violava gli accordi sindacali, ma la sentenza non portò a nulla. A novembre dello stesso anno, i lavoratori scrissero e depositarono alla Camera una proposta di legge per impedire alle aziende le delocalizzazioni selvagge, mentre a dicembre la fabbrica di GKN fu acquistata da QF, che promise un piano per la reindustrializzazione. A marzo del 2022 scadde la cassa integrazione, ma parallelamente venne presentato un piano per la reindustrializzazione da QF, nel quale si prevedeva il ritorno alla produzione entro il 2023 e il prolungamento della cassa integrazione fino ad allora; anche questo piano, tuttavia, si risolse in un nulla di fatto. A febbraio dell’anno successivo, QF venne messa in liquidazione e gli operai indissero una manifestazione nazionale, trovando l’appoggio di migliaia di persone. Lo scorso dicembre, poi, il tribunale di Firenze confermò il blocco dei licenziamenti.

[di Dario Lucisano]

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2 Commenti

  1. La vicenda GKN è vergognosa: l’emblema di come funziona nel mercato unico europeo delle quattro libertà di circolazione. Ed è una vergogna il silenzio generale dei media. Ma la sedicente sinistra di questo Paese (M5S, PD, AVS/SI) che fa?!?!?

  2. La delocalizzazione ormai sta colpendo tutti, non solo i lavoratori operai ma anche quelli laureati … tutte le aziende sono sempre alla ricerca del minor costo del lavoro e le azioni intraprese sono sempre le stesse: cessione di ramo d’azienda (o tutta l’azienda), si va avanti per un po’ (“… tranquilli non cambia nulla …”) e poi si chiude l’attività per mancanza di business (che nel frattempo era statyo spostato altrove) …

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