giovedì 28 Marzo 2024

Consumo di suolo: in Italia si perdono 2 m² di terra al secondo 

“Il Rapporto ISPRA 2022 sul consumo del suolo evidenzia come in Italia continuiamo a perdere 2 m² di suolo al secondo.” L’allarme arriva da WWF Italia proprio nella Giornata del suolo, istituita nel 2014 dalla FAO.

Secondo i dati ISPRA, nel 2021 la media è stata di 19 ettari di suolo persi al giorno, vale a dire il valore più alto degli ultimi 10 anni. Sono 21.500 i km² di suolo cementificati in tutto il Paese e soltanto gli edifici occupano una superficie pari alla Liguria (5.400 km²).

A pochi giorni dai drammi di Ischia, Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia, ha affermato che per evitare ulteriori tragedie “L’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire”. Come evidenziato nel Rapporto, infatti, dal 2012 ad oggi il suolo perso avrebbe garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di m³ di acqua piovana, aggravando la pericolosità idraulica dei nostri territori (che dal 2000 al 2019 ha causato 438 morti in Italia – Fonte CNR-Irpi). La cementificazione, inoltre, impermeabilizza le superfici interrompendo la ricarica delle falde acquifere. “L’Italia è un paese fragile – ha concluso Di Tizio – oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio irogeologico e sono 6 milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio.”

Il WWF Italia ha perciò avanzato la richiesta a Parlamento e Governo di riprendere a lavorare su quanto lasciato in stand by nel 2012 e approvare una legge che si muova nella logica del “bilancio zero del consumo del suolo”; che impedisca cioè nuove costruzioni nelle aree rimaste libere e stimoli il recupero di quelle già occupate e degradate (si parla di oltre 310 km² di edifici inutilizzati). Dal 2021 l’esigenza di una legge sul suolo è diventata ancora più urgente, la Commissione Europea ha infatti approvato la nuova “Strategia europea per il suolo al 2030” impegnandosi a promuovere una Direttiva sul tema entro il 2023. È giunto quindi il momento per l’Italia di destarsi.

[di Iris Paganessi]

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