Ci siamo. Stanno per cominciare i mondiali di calcio, che per quest’edizione saranno giocati in uno dei Paesi più discussi dal punto di vista dei diritti umani: il Qatar. A tal punto che Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, l’ha definito il torneo dello sfruttamento. La sua impostazione governativa, d’altronde, lascia poco spazio all’immaginazione: il Qatar, un piccolo stato circondato dal golfo arabico, non ha elezioni e non ha partiti politici. La monarchia assoluta che gli sta a capo è presieduta dall’emiro, la figura più importante del governo, che nomina in autonomia...
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