Abbiamo provato a percorrere insieme un ragionamento: siamo partiti col denunciare alcune gravi storture, traendo peraltro spunto da drammatici episodi di cronaca, per poi provare a riflettere sul perché i lavoratori non riescano oggi a porre in essere adeguate azioni di autotutela. Abbiamo insistito, seppur tenendo conto di esigenze di sintesi, nel tracciare i contorni di un disegno che si realizza da almeno trent’anni. Ora ciò che intendiamo fare è provare ad argomentare come il gioco non sia fermo, come la tensione esistente tra mondo del lavoro e grande impresa non si sia per nulla allenta...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso compilando i campi qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" posizionato in alto a destra, nella parte superiore del sito.
Benefici di ogni abbonato
- THE SELECTION: newsletter giornaliera con rassegna stampa dal mondo
- Accesso a rubrica FOCUS: i nostri migliori articoli di approfondimento
- Possibilità esclusiva di commentare gli articoli
- Accesso al FORUM: bacheca di discussione per segnalare notizie, interagire con la redazione e gli altri abbonati
Ottima e ricchissima disamina che una qualsiasi testata giornalistica degna di questo nome, dovrebbe pubblicare – a dimora – in prima pagina. Grazie a l’autore e a voi del giornale.
Aggiungo una mia osservazione. La montagna de l’iper-modernità ha partorito il “topolino” di quella che chiamo ‘sedentarietà semi statica’, un fenomeno oramai endemico, capillare, con pesanti conseguenze psico-fisiche quasi del tutto ignorate.
L’impoverimento soprattutto umano dello smart working l’abbiamo subito con la desertificazione del lato sociale del lavoro. Una pausa caffè non è solo un ristoro del corpo, ma soprattutto una valvola di sfogo che si libera anche delle mura lavorative, ampliando argomenti e svolgendo un significativo risvolto terapeutico di condivisione. Il telefono, il pc e annessi programmi come Teams, Zoom e simili non possono sostituire la presenza, abdicando alla forma del lavoro agile si dividono i lavoratori in maniera distorta.
ah! sì! Diommio!
Sarebbe utile affiancare al lavoro agile anche una ristrutturazione del fare impresa decentralizzando anche la struttura imprenditoriale del nostro paese rivalutando le attività artigianali e quelle professionali condividendo le opportunità e gestendo il tutto attraverso DAO . Di certo il lavoro in fabbrica non è un obiettivo sostenibile come il nostro sistema economico finanziario al servizio delle elite. Finché non vi sarà la presa FI coscienza dei più che il vecchio mondo è finito e sta a noi guidare verso una visione circolare antitetica a quello che l’attuale governo intende instaurare.
Decentralizzazione al posto del totalitarismo è una possibilità concreta che utilizza gli stessi strumenti..
Diamo noi a mettere l’etica.
Ho letto con molte attenzione il suo articolo. Mai immaginavo che lo “smart working” potesse cogliere simili sfaccettature.
E già… nessuno escluso… No vax ma anche vax … Colpiranno tutti…