venerdì 29 Marzo 2024

Cibo, combustibile e materiale del futuro: le alghe possono migliorare il mondo

La scienza è più che sicura: le alghe hanno tutto ciò che serve per diventare l’elemento del futuro. Pare infatti che queste abbiano delle qualità e delle potenzialità rilevanti. A cominciare dalla loro capacità di assorbire ingenti quantità di anidride carbonica, 50 volte più velocemente della flora terrestre. Nello specifico, a livello globale, le alghe assorbirebbero quasi 200milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. Una quantità pari alle emissioni annuali prodotte dallo Stato di New York. Inoltre, le alghe sono in grado di diminuire l’acidità delle acque causata dall’anidride carbonica. Difatti, secondo uno studio del 2018 condotto dall’Università della California, coltivare per aumentare la quantità di alghe nelle acque terrestri, restituirebbe il giusto equilibrio all’ambiente per il benessere dell’ecosistema marino. Purtroppo però, questi serbatoi naturali di carbonio, sono minacciati dal surriscaldamento globale. Infatti, solo in Tanzania, l’aumento delle temperature oceaniche ha spazzato via il 95% delle alghe negli ultimi 80 anni, offrendo inoltre le condizioni perfette per la riproduzione di ricci di mare, i quali sono tra le principali cause della distruzione delle foreste marine.

Oltre ad essere utili per la crisi climatica, le piante acquatiche non solo potrebbero far aumentare l’approvvigionamento alimentare mondiale del 10% – in Asia sono ampiamente utilizzate nel sushi, nelle insalate e nelle zuppe-, ma contribuirebbero anche a rendere più sostenibile l’allevamento del bestiame. Una ricerca dell’Università della California, dimostra che introdurre alghe rosse nel mangime destinato alle mucche, riduce significativamente la quantità di metano da queste prodotto. Il metano è un gas serra che incide particolarmente sul surriscaldamento globale, precisamente 84 volte di più rispetto all’anidride carbonica. Un dato non indifferente.

Altra scoperta molto importante per il nostro futuro, vede le alghe diventare un combustibile a basse emissioni in grado di far viaggiare tir, aerei e navi. Tale combustibile si chiamerebbe oilgae e verrebbe prodotto grazie alla fermentazione dei carboidrati delle piante marine. Un progetto delle aziende statunitensi ExxonMobil e Synthetic Genomics, le quali, entro il 2025, vorrebbero raggiungere la capacità di produrre ogni giorno 10mila barili di biocarburanti. Ma non è finita qui. Tra le tante potenzialità delle alghe, ci sarebbe anche quella di poter diventare un vero e proprio materiale per la fabbricazione di oggetti. Una caratteristica scoperta dagli aborigeni australiani, i quali già ricavano da queste degli utilissimi sacchetti stagni. Tutto ebbe inizio 45mila anni fa, quando una persona del posto, dopo aver trovato un’alga spessa e dal colore marrone scuro, si rese conto che la sua consistenza impermeabile ma particolarmente flessibile, sarebbe stata molto utile in quel momento. La pianta infatti è stata modellata fino a dare vita a una piccolo recipiente per l’acqua. Insomma, le alghe potrebbero essere davvero la svolta per noi, perché  economiche, di facile reperibilità, ma soprattutto presenti in tutto il mondo.

[di Eugenia Greco]

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