sabato 20 Aprile 2024

Come i Paesi occidentali importano deforestazione fingendo di agire per l’ambiente

I paesi ricchi dell’Occidente stanno contribuendo alla deforestazione globale anche se allo stesso tempo le foreste al loro interno stanno riallargandosi. Può sembrare un paradosso, ma l’enorme importazione di prodotti alimentari e di legname dai paesi del sud del mondo, costringe questi ultimi ad una deforestazione selvaggia per creare sempre maggiori spazi per le coltivazioni. Spazi che non possono essere sostituiti dalle riforestazioni in altri paesi. La differenza che ne consegue fra “deforestazione importata” e “deforestazione esportata è che i paesi ricchi causano il 12% della deforestazione globale. Inoltre le deforestazione su “commissione” si concentra su foreste tropicali primarie e autoctone (la maggior parte in Brasile e in Indonesia) spesso più produttive delle foreste temperate, cioè capaci di immagazzinare più carbonio e più ricche di biodiversità.

Mettere riparo a questa situazione è urgente ma non semplice. I paesi ricchi dovrebbero prendersi carico e aiutare i paesi più poveri ad analizzare e migliorare i sistemi di coltivazione dando supporti tecnologici, migliori sementi, concimi e tecniche innovative di produzione agricola. Potrebbe essere anche importante preservare le foreste primarie e autoctone che non sono ancora state disboscate rispetto alle foreste ricresciute che hanno perso i loro ecosistemi precedenti. Dovremmo quindi tenere presente che l’area forestale non è l’unico aspetto che conta: dove si trova quella foresta e quanto è ricca di vita è altrettanto importante.

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI