domenica 23 Novembre 2025
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Le praterie di mare servono all’ambiente come le foreste, anche se non lo sappiamo

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Producono elevate quantità di ossigeno, sequestrano il carbonio, proteggono la linea di costa ed ospitano una consistente biodiversità. Sono solo alcuni dei ruoli svolti dalle fanerogame marine. In particolare, la Posidonia oceanica è la pianta superiore acquatica dalle maggiori capacità di sostentamento di ecosistemi diversificati e produttivi. Tuttavia, riscaldamento globale, inquinamento e crescente urbanizzazione lungo gli ambienti costieri minacciano le ‘praterie marine’ che queste specie formano, rischiando di compromettere le loro importanti funzioni. Per questo motivo, un recente studio ha cercato di comprendere la loro tolleranza a tutti questi cambiamenti. Oltre a studiare la capacità di adattamento – o plasticità fenotipica – delle fanerogame marine, gli scienziati hanno anche analizzato delle possibili soluzioni. Nuove tecnologie di miglioramento genetico, ad esempio, che permettano di incidere sulla plasticità delle piante marine allo scopo di renderle più tolleranti agli stress ambientali. Questo permetterebbe, inoltre, di migliorare il successo dei programmi di conservazione e restauro ambientale.

Le fanerogame marine sono delle piante superiori che si sono originate da tre linee evolutive di monocotiledoni terrestri che, durante la metà del Cretaceo, hanno fatto ritorno al mare. Formando densi ed estesi prati sottomarini, hanno mostrato delle capacità di cattura del carbonio pari o superiori a quelle delle foreste pluviali. Abilmente riadattate all’ambiente marino, tuttavia, risultano anche maggiormente sensibili ai rapidi cambiamenti ambientali. ‘L’evoluzione assistita’ potrebbe, quindi, essere un’ottima soluzione.

[di Simone Valeri]

 

Birmania: la giunta militare taglia internet

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La giunta militare al potere in Birmania, dopo il golpe del 2 febbraio scorso, ha limitato a tempo indeterminato il segnale internet mobile, i wifi pubblici e il roaming in tutto il paese. La misura è chiaramente orientata a rendere più difficile la circolazione delle informazioni e l’organizzazione delle proteste contro il golpe che continuano a susseguirsi nel paese, nonostante la repressione abbia già provocato 543 vittime secondo i rapporti indipendenti.

La lotta dei riders ha affossato il debutto di Deliveroo in borsa

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Il 31 marzo 2021, il gigante delle consegne di cibo a domicilio Deliveroo ha debuttato presso la borsa di Londra. Ha presentato la sua offerta pubblica iniziale a 3,90-4,60 sterline per azione. Nonostante le grandi aspettative, le cose non sono andate come la multinazionale britannica aveva previsto. Il prezzo per azione è rapidamente sceso del 31%, attestandosi a fine giornata al – 26%, che tradotto significa che la società ha perso 2,2 miliardi di sterline rispetto alla capitalizzazione prevista. Questo è avvenuto perché i grandi investitori hanno deciso di sanzionare in borsa l’azienda per il suo modello imprenditoriale basato sullo sfruttamento dei rider. Nonostante questo crollo potrebbe non avere un impatto duraturo sull’azienda, è comunque notevole che ci sia stata una mobilitazione simile e che l’indignazione pubblica abbia avuto degli effetti palpabili sull’azienda.

Deliveroo è una delle startup di maggior successo, con 2.000 impiegati, 10.000 rider, 115.000 ristoranti e rifornitori coinvolti e circa 6 milioni di clienti in giro per il globo. La multinazionale usa tutti gli strumenti della gig economy: lavoro temporaneo, flessibile e indipendente, pagamenti “a cottimo” (a seconda del numero di consegne effettuate per rider), nessun contributo previdenziale, copertura sanitaria o protezione sociale per i lavoratori. Si tratta di un modello che ha sollevato molte critiche e preoccupazioni. Appena qualche settimana fa Uber, un’azienda simile a Deliveroo sotto molti punti di vista, ha riclassificato tutti i suoi 70.000 lavoratori come lavoratori regolari e dipendenti. Deliveroo, invece, non ha fatto nessun passo avanti in questo senso.

Il crollo in borsa del 31 marzo è stato una dimostrazione di quanto queste scelte siano malviste dall’opinione pubblica e di quanto le persone siano pronte a lottare contro un’azienda che sfrutta e sottopaga i suoi lavoratori. Gli investitori hanno infatti citato le scelte dell’azienda in fatto di business e governance come ragioni per boicottarla. L’investitore Russ Mould ha ribattezzato il colosso del delivery “Flopperoo” (da “flop”, fiasco in inglese) per la sua performance in borsa.

In molti hanno a posteriori ridimensionato i fatti, sostenendo che Deliveroo è troppo forte e che si riprenderà in fretta da questo colpo, senza conseguenze durature. È anche vero però che Deliveroo deve molto alla pandemia per la sua crescita esponenziale – insieme ad Amazon e Zoom, è una delle aziende che più ha beneficiato dei lockdown. In ogni caso, è notevole come il boicottaggio di un’azienda in borsa si stia profilando come una nuova modalità di lotta – in modalità opposte ma analoghe, nel recente caso di GameStop – e che gli investitori abbiano deciso di mobilitarsi, anche a seguito delle denunce dei riders e di un’inchiesta – uscita pochi giorni prima della collocazione in borsa – nella quale i giornalisti del Bureau of Investigative Journalism hanno dettagliato lo sfruttamento dei riders – che spesso percepiscono salari ampiamente inferiori al minimo di legge – mentre l’amministratore delegato della società si aspettava di incassare 500 milioni di sterline nel solo giorno di debutto in borsa.

[di Anita Ishaq]

Alarm Phone: barca migranti in difficoltà al largo della Libia

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Secondo quanto comunicato da Alarm Phone, la linea telefonica di supporto per i migranti, un’imbarcazione con a bordo 100 persone è in pericolo al largo della Libia. Alarm Phone ha affermato che il motore della barca è guasto e che l’acqua sta entrando all’interno della stessa. Per questo, sono state sollecitate le autorità competenti ad inviare soccorsi il prima possibile.

Pasqua: 5,6 milioni di italiani in povertà costretti al “digiuno”

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Sono 5,6 milioni i cittadini italiani in condizioni di povertà assoluta che saranno costretti al “digiuno” durante le feste pasquali: è la cifra più alta dall’inizio del secolo. Lo ha rivelato un’analisi di Coldiretti, dalla quale emerge che il numero di poveri è aumentato di 1 milione rispetto allo scorso anno. Ciò è dovuto alle tante persone che quest’anno hanno perso il lavoro a causa delle restrizioni anti Covid.

In Europa alcuni tribunali stanno revocando i lockdown imposti dai governi

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Delle brecce si stanno facendo strada nel panorama delle restrizioni anti-Covid che riguarda tutta Europa, con casi di organi giudiziari e parlamentari che sconfessano le politiche di chiusura imposte dai governi, sottolineandone deficit di legittimità costituzionale.

In Finlandia, al governo è stato vietato di imporre il lockdown a causa della sua illegittimità costituzionale. Nello specifico, una commissione parlamentare per la legge costituzionale ha affermato che la proposta governativa di mettere in quarantena gli abitanti delle 5 città più a rischio non fosse conforme alla costituzione. La commissione ha inoltre sottolineato che tali restrizioni fossero troppo generiche e che esse dovrebbero essere imposte solo nei confronti di eventi specifici, che determinano un reale rischio di diffusione dei contagi.

In Belgio, la settimana scorsa il tribunale di primo grado di Bruxelles ha emesso un’ordinanza in cui è viene chiesto al governo di elaborare una nuova legge su cui basare le restrizioni, in quanto le attuali leggi su cui si fondano le misure anti-Covid non sono state ritenute sufficienti a sostenerne la legittimità. Il governo dovrà fornire tale base giuridica entro 30 giorni e, se non si atterrà a quanto stabilito, le attuali restrizioni dovranno essere annullate. Inoltre, se questa nuova base legale non sarà realizzata, il governo dovrà pagare una multa di 5.000 euro al giorno fino ad un totale massimo di 200.000 euro. L’ordinanza del tribunale è arrivata in seguito ad un ricorso effettuato da parte della “Lega belga dei diritti umani”, accettato dai giudici.

Infine, anche in Spagna aumentano i conflitti politici nei confronti delle misure imposte dal governo. L’obbligo imposto ai cittadini di indossare la mascherina all’aperto da parte del governo centrale è sotto l’attacco di diverse autorità regionali che stanno approvando regolamenti di carattere opposto, ritenendo che – sulla base della costituzione largamente federale della Spagna – la legge nazionale non possa sovrastare quella regionale. Ad esempio, il governo delle Isole Baleari, ha dichiarato che non vi sarà l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione nelle piscine e nelle spiagge locali. Un modo per cercare, quantomeno, di permettere l’inizio della stagione turistica, che in terra iberica come ovunque sta attraversando una crisi senza fine. E non si tratta di certo dell’unico risvolto negativo dei lockdown: oltre ai danni economici, anche danni sociali e psicologici sono problemi con cui ogni nazione dovrà fare i conti prossimamente.

[di Raffaele De Luca]

Taiwan: deraglia treno, almeno 36 morti e 60 feriti

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Il deragliamento di un treno nella parte orientale di Taiwan ha provocato la morte di almeno 36 persone.
Lo ha comunicato la polizia ferroviaria, che ha aggiunto che sono almeno 60 i passeggeri rimasti feriti e ricoverati in ospedale, mentre 72 sono quelli ancora intrappolati nei vagoni del treno.

Consulta: modifica art. 18 è incostituzionale, reintegrare i lavoratori

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«Nel caso dei licenziamenti per causa economica è obbligatorio il reintegro del lavoratore se il fatto è manifestamente insussistente», lo ha stabilito la Consulta, dichiarando incostituzionale la modifica dell’Art. 18 dello Statuto dei lavoratori effettuata nella “riforma Fornero”. La riforma aveva stabilito che la reintegrazione del lavoratore fosse facoltativa, introducendo secondo la Consulta «ingiustificate disparità di trattamento»

Dopo decenni di tentativi, la Cina è ormai in grado di controllare il meteo

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Dopo alcuni decenni di tentativi, ricerche ed investimenti la Cina avanza a grandi passi verso un obiettivo tecnologico che molte nazioni stanno cercando di raggiungere: la capacità di influire sugli eventi metereologici, modificandone traiettorie ed entità, allo scopo di controbilanciare alcuni effetti del riscaldamento globale e di favorire la produzione agricola. Dal 2012 al 2017, la nazione asiatica ha investito più di un miliardo di euro in programmi sperimentali per il controllo delle condizioni meteorologiche e, il dicembre scorso, il Consiglio di stato cinese ha annunciato di volerli espandere. Secondo la dichiarazione, entro il 2025 la Cina avrà un sistema avanzato di modificazione meteorologica che coinvolgerà un’area di 5,5 milioni di chilometri quadrati. Un sistema che servirà ad incrementare la produttività agricola – riducendo così la dipendenza del paese dalle importazioni di cibo estero -, limitare i danni conseguenti alla siccità e fornire soccorso in caso di incendi, specialmente nelle aree boschive. Insomma, un antidoto alle condizioni meteorologiche estreme. Solo l’anno scorso, la Cina è stata colpita da forti tifoni e inondazioni che hanno causato morti e danni all’ambiente, con una perdita economica pari a 24 miliardi di euro.

Uno degli strumenti più utilizzati dal paese asiatico per il controllo del meteo è il cloud seeding, che permette di aumentare la quantità delle precipitazioni. La tecnica consiste nello sparare, grazie all’utilizzo di aerei o razzi, getti di ioduro d’argento o ghiaccio secco (anidride carbonica allo stato solido) in grado di creare delle nuvole a una specifica altitudine. Finora in Cina questa tecnica è stata utilizzata in occasione di eventi molto importanti – come le Olimpiadi di Pechino del 2008 -, per rendere il cielo più limpido e migliorare l’immagine del paese. 

Tuttavia la manipolazione atmosferica potrebbe influire negativamente sugli altri paesi. Secondo una ricerca condotta da un team di studiosi dell’Università nazionale di Taiwan, senza delle norme condivise le operazioni di controllo del meteo potrebbero condizionare le aree limitrofe. In particolare gli studiosi affermano che alcuni paesi potrebbero accusare i propri vicini di rubare le piogge. Proprio come sta accadendo con l’India, confinante a nord-est con la Cina in corrispondenza della catena montuosa dell’Himalaya, una zona contesa tra i due paesi, dove alcuni mesi fa sono avvenuti dei violenti scontri armati. Alcuni esperti sostengono che le attività cinesi di controllo del meteo potrebbero condizionare le piogge monsoniche, fondamentali per l’agricoltura indiana. Inoltre, si ipotizza che il potere di manipolare le precipitazioni, dia un enorme vantaggio militare alla Cina. Questa infatti, nel caso in cui scoppiasse uno scontro con l’India, potrebbe indurre forti nevicate a scapito delle truppe nemiche stanziate al confine. Eppure il team di Taiwan ha osservato l’assenza di comunicati scientifici che giustifichino la sperimentazione di metodi potenzialmente rischiosi.

[di Eugenia Greco]

Nuovo decreto Covid: obbligo vaccinale per i sanitari, ecco come funziona

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La nuova bozza del decreto Covid, approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri, ha introdotto l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario con il fine di tutelare la salute pubblica e garantire condizioni di sicurezza adeguate durante lo svolgimento delle prestazioni di cura ed assistenza. «Gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2», si legge all’interno del decreto, nel quale viene sottolineato anche che l’obbligo perdurerà fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021. Inoltre, gli unici soggetti per i quali la vaccinazione non sarà obbligatoria (o quantomeno potrà essere differita) sono coloro che corrono pericoli per la salute, i quali dovranno essere attestati dal medico di medicina generale.

Le persone che non si atterranno a tale disposizione subiranno sanzioni che possono andare dallo svolgimento di lavori differenti, che non determinano il rischio di diffusione del contagio, alla vera e propria sospensione dall’attività lavorativa. Nello specifico, ove possibile si realizzerà la prima ipotesi e lo stipendio sarà quello corrispondente alla mansione esercitata ma, quando ciò non sarà praticabile, il diritto di svolgere il proprio lavoro sarà interrotto ed i soggetti non riceveranno alcuna retribuzione. Tale sospensione manterrà la sua efficacia «fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021».

Infine, il decreto stabilisce anche che coloro che effettueranno le vaccinazioni, se rispetteranno le regole stabilite, saranno esenti da qualsiasi responsabilità per i delitti di omicidio colposo e lesioni personali colpose, dei quali potrebbero essere accusati in seguito alla somministrazione del vaccino anti Covid. «La punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attività di vaccinazione».

[di Raffaele De Luca]