domenica 23 Novembre 2025
Home Blog Pagina 1631

Usa, Biden porta a 753 miliardi il budget del Pentagono per “scoraggiare” Cina e Russia

0

A inizio aprile, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha richiesto al Congresso un budget per la difesa di 753 miliardi di dollari per il 2022, di cui ben 715 miliardi di dollari destinati al Pentagono, un numero ancora più alto del budget di 740,5 miliardi richiesto da Trump, dove al Pentagono spettarono 704 miliardi di dollari, aumentandolo così di 12,5 miliardi pari all’1,7%. L’intento di Biden è quello di dominare la scena politico-militare a livello mondiale, sovrastando la crescita della Cina. Pechino negli ultimi 10 anni ha aumentato la spesa militare di un ragguardevole 85%, ma il budget complessivo si ferma a 261 miliardi di dollari nel 2019, poco più di un terzo di quello americano. Ancor più lontana la Russia, che al comparto militare destina 65,1 miliardi, con un aumento del budget del 4,5% rispetto allo scorso anno e del 30% rispetto al 2010. Il piano del Pentagono include l’avanzamento di armi ipersoniche (missili capaci di raggiungere una velocità 5 volte superiore a quella del suono) nonché il rafforzamento della marina, con nuovi sottomarini in grado di trasportare un carico di missili tre volte superiore a quello odierno e navi autonome senza equipaggio di nuova generazione.

Secondo i dati del SIPRI (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma), nel 2019 le spese militari globali hanno raggiunto i 1.917 miliardi di dollari incrementando del 3,6% rispetto all’anno precedente. Stati Uniti, Cina, India, Russia ed Arabia Saudita sono i Paesi che hanno speso di più, coprendo il 62% della spesa globale. È la prima volta in cui due Paesi asiatici sono arrivati tra i primi tre per spesa militare. L’Italia è il dodicesimo stato al mondo per spesa militare con 26,8 miliardi di dollari (24,7 miliardi di euro) con un budget incrementato dell’0,8% nell’ultimo anno. Secondo l’istituto di ricerca britannico, IISS l’Istituto Internazionale per gli studi strategici, la spesa globale per la difesa nel 2020 è aumentata del 6,3% rispetto all’anno precedente.

[di Federico Mels Colloredo]

Biden a Putin: stop a tensioni tra Usa e Russia

0

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin di fermare le crescenti tensioni tra i due Paesi. Nello specifico, Biden ha rilasciato delle dichiarazioni in cui è stata sottolineata la necessità di dar vita ad un «dialogo strategico per la stabilità» avente ad oggetto temi come il disarmo nucleare e la sicurezza globale. Inoltre, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che l’eventuale faccia a faccia con Putin dovrebbe tenersi in un Paese europeo.

Scoperto il fossile di un mammifero vissuto nel Cretaceo, al tempo dei dinosauri

0

È stato soprannominato bestia dai cinque denti il mammifero primitivo vissuto all’epoca dei dinosauri il cui fossile è stato scoperto nella Patagonia cilena. Il ritrovamento, i cui dettagli sono stati pubblicati su Scientific Reports, conferma ulteriormente l’esistenza dei mammiferi nell’area che oggi conosciamo come Sud America, molto prima di quanto si pensasse. I paleontologi hanno ritrovato una porzione della mascella lunga quasi tre centimetri completa di cinque denti nella regione di Magellano, nella valle del Río de las Chinas. La scoperta è avvenuta in un sito particolarmente ricco di fossili di dinosauro; un’area che, secondo i ricercatori, era abitata da specie preistoriche provenienti dalle zone degli Stati Uniti e dell’Antartide. La bestia dai cinque denti o Orretherium tzen, una creatura molto simile alla puzzola, visse circa 72-74 milioni di anni fa, alla fine dell’era mesozoica, l’Età dei Rettili.

Un ritrovamento importantissimo, in quanto la maggior parte delle scoperte risalenti al Cretaceo comprende soltanto piccoli resti, come singoli denti o mascelle prive di dentatura. Per questo motivo, il ritrovamento è fondamentale al fine di scoprire qualcosa di più su una specifica specie di mammifero preistorico, essendo uno dei fossili risalenti al periodo dei dinosauri meglio conservati dell’America meridionale. Già lo scorso anno, sempre nella valle del Río de las Chinas, è avvenuta una scoperta analoga. Sono infatti stati ritrovati tre molari e un incisivo del Magallanodon baikashkenke, una creatura molto simile a un roditore che ha permesso di constatare in quest’area la passata esistenza di un gruppo di mammiferi primitivi estinti molto simili alle nutrie, chiamato Gondwanatheria. Questa scoperta, sommata al recente ritrovamento del fossile della “puzzola preistorica”, conferma pienamente che, accanto ai grandi rettili del passato, vissero diverse specie di mammiferi.

[Eugenia Greco]

Usa, Biden approva nuove sanzioni alla Russia

0

L’amministrazione ha votato nuove sanzioni contro la Russia nonché l’espulsione di dieci diplomatici di Mosca accusati di aver preso parte a un cyber attacco (il caso SolarWinds). Tra le misure anche sanzioni su tutti i titoli di debito emessi dalla Russia successivamente al 14 giugno. In un comunicato la Nato ha espresso sostegno alle sanzioni, giudicate necessarie per far fronte «alle attività destabilizzanti della Russia». Mosca ha già annunciato una risposta «inevitabile».

Dana esce dal carcere dopo 7 mesi: era stata condannata solo perché portavoce No Tav

0

Dopo sette mesi di prigione è stata scarcerata Dana Lauriola, militante No Tav che dal 17 settembre si trovava detenuta al carcere delle Vallette di Torino. Dovrà comunque continuare a scontare la pena ai domiciliari.

Dana venne infatti condannata a due anni di reclusione, in un caso che fece scalpore in quanto la sua colpa fu semplicemente quella di aver parlato e spiegato le ragioni del movimento al megafono durante una manifestazione. Nessun atto di violenza le fu mai contestato. Il 3 marzo 2012, infatti, mentre era in corso un blocco stradale sull’A32 alcuni manifestanti bloccarono con nastro adesivo alcune sbarre d’ingresso invitando gli automobilisti a passare senza pagare il pedaggio. Dana spiegava al megafono le ragioni della protesta e indirizzava le macchine. Null’altro. Per questo fu condannata a due anni per “violenza privata” e “interruzione aggravata di servizio di pubblica necessità”.

Dana rifiutò di lasciare la Val di Susa e di dissociarsi dal movimento, condizioni che erano state giudicate necessarie dal giudice per garantirle le misure alternative. Per questo venne portata in carcere. Contro la sua condanna si era pronunciata anche Amnesty International, dichiarando in una nota: «Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali».

Anche l’esercito francese sta sperimentando l’uso di mezzi e cani robot

1

Spot, il noto cane-robot della statunitense Boston Dynamics, è stato notato a “scodinzolare” ai piedi dell’esercito francese o, per essere più precisi, ai piedi degli studenti della École Spéciale Militaire de Saint-Cyr, una delle accademie militari più importanti del Paese. La collaborazione uomo-macchina è scattata a fine marzo, in occasione di un’esercitazione di due giorni che è diventata una perfetta réclame con cui promuovere le meraviglie della robotizzazione bellica.

Le manovre, pensate per «sensibilizzare gli studenti sulle sfide del domani», nascono con il supporto attivo di Nexter Systems e Shark Robotics, rispettivamente l’azienda produttrice di armi del governo e la ditta di robotica che funge da distributrice europea della Boston Dynamics. Il risultato è che nella scorsa settimana le pagine social della scuola di Saint-Cyr sono state inondate da scatti glamour che mettono bene in mostra i traguardi di un corpo militare che funziona in simbiosi con le tecnologie del futuro.

Preziosissimo materiale promozionale che ha posto in primo piano l’accademia, il blindato controllabile in remoto OPTIO-X20 dell’estone Milrem Robotics, il “mulo” da trasporto ULTRO di Nexter Systems e il Barakuda corazzato antisommossa fornito dalla Shark Robotics stessa. Nomi che risulteranno sicuramente ignoti a molti, ma che stanno diventando velocemente sempre più presenti nei giri della robotica militarizzata. Poco sorprendentemente, il grande pubblico ha invece catalizzato la propria attenzione su Spot, il cane-robot che ormai è da tempo sdoganato nella cultura pop. La sua scocca giallo brillante si è stagliata non poco tra le mimetiche delle truppe francesi, finendo immancabilmente a destare un numero non indifferente di polemiche.

Boston Dynamics si è infatti sempre detta contraria al permettere l’uso bellico delle proprie creazioni. Non solo, le stesse condizioni di vendita del “DigiDog” – questo è il nomignolo affibbiatogli dalla polizia newyorkese – richiedono che gli utenti si impegnino a non adoperare lo strumento per «intimidire o danneggiare alcun essere vivente», un limite che sembrerebbe automaticamente renderli inaccessibili alle forze armate. Intervistato in relazione al caso, Michael Perry, vicepresidente dello sviluppo commerciale di Boston Dynamics, ha sottolineato come Spot sia stato concesso all’esercito francese per decisione del solo distributore europeo, tuttavia ha mostrato anche una certa inclinazione a tollerare l’uso militare di Spot.

«Pensiamo che l’esercito, fintanto che adopera i robot per tenere le persone lontane dai guai, possa applicare in maniera perfettamente valida una simile tecnologia», ha dichiarato Perry. “Per quanto riguarda il caso di un dispiegamento in avanscoperta, dobbiamo ancora comprendere bene come gestire la situazione, in modo da determinare se sia o meno adoperato attivamente per danneggiare le persone”.

Spot ha una batteria che dura a malapena novanta minuti e tende a finire a gambe all’aria se deve camminare su superfici scivolose, tuttavia eserciti e forze di polizia sembrano nondimeno interessate ad adoperare il cane meccanico come strumento di ricognizione con cui mappare le aree su cui intendono intervenire. In questo momento, DigiDog è poco più che un giocattolo costoso e passerà un po’ di tempo prima che possa avere effettivamente un qualche ruolo rilevante nelle dinamiche di sorveglianza, tuttavia rende evidente la necessità di definire il prima possibile dei binari guida che vadano a normare l’uso di robot e delle intelligenze artificiali come strumenti di guerra.

[Walter Ferri]

Iraq: attaccato aeroporto internazionale di Erbil

0

Ieri sera ha avuto luogo un attacco missilistico contro l’aeroporto internazionale di Erbil, città situata nel Kurdistan iracheno. È il secondo attacco effettuato dalla milizia filoiraniana denominata «Saraya Awlia al-Dam», letteralmente i «Guardiani delle Brigate di Sangue», che esattamente due mesi fa aveva colpito tale aeroporto. L’attacco, secondo il Ministero dell’Interno del Kurdistan, è stato fatto per colpire le forze della coalizione internazionale a guida Usa presenti all’interno dell’aeroporto. Esso ha danneggiato una sola struttura e, al momento, non sono state riportate vittime.

Usa: rinviata decisione su vaccini Johnson&Johnson

0

Dopo la sospensione cautelativa da parte degli Usa dei vaccini Johnson&Johnson per alcuni rari casi di trombosi, avvenuta nella giornata di martedì, gli esperti del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’agenzia sanitaria americana, hanno deciso di rinviare la decisione sulla ripresa della somministrazione dei vaccini in questione ed hanno ritenuto necessario analizzare ulteriori dati. Secondo i media statunitensi, gli esperti si riuniranno nel giro di 7-10 giorni.

Il Senato vota la cittadinanza a Zaki, ma il governo continua a vendere armi all’Egitto

1

Mentre il Senato ha approvato nella giornata di ieri l’ordine del giorno che impegna il governo a concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, l’attivista per i diritti umani e studente dell’Università di Bologna detenuto in Egitto da più di un anno, la seconda fregata Fremm venduta dall’Italia al regime egiziano di Al Sisi è pronta per la consegna.

L’aula del Senato si è espressa favorevolmente sulla proposta in questione con 208 sì, 33 astenuti e nessun voto contrario. Quest’ultima chiede al governo italiano non solo di conferire la cittadinanza a Zaki ma anche di intraprendere alcune azioni, tra cui sollecitare la sua liberazione nonché attivarsi a livello europeo per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove essi sono violati, tra cui appunto l’Egitto. Tuttavia questa forte presa di posizione risulta essere in contrasto con l’operato del governo, i cui ministri fanno parte degli stessi partiti che hanno votato l’ordine del giorno. Infatti la seconda fregata multimissione Fremm sta per essere consegnata all’Egitto, come previsto dall’accordo di vendita di due navi militari del 2020. Nello specifico si tratta di due navi Fincantieri, un’azienda pubblica italiana controllata per il 71,6% da Fintecna S.p.A., finanziaria della Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni a sua volta controllata per l’83% dal Ministero dell’economia e delle finanze.

A darne notizia sono state la Rete Italiana Pace e Disarmo ed Amnesty International, che in una nota congiunta del 9 Aprile hanno sottolineato come l’Italia stesse continuando a fornire armamenti al regime di al Sisi ed hanno affermato che la nave militare Bernees fosse ormai pronta a salpare. «Questa notizia conferma in maniera evidente come non ci sia stato alcun cambio di rotta rispetto alle decisioni dello scorso anno e che anche il Governo Draghi, cui è in capo la responsabilità dell’autorizzazione finale alla consegna dopo la concessione della licenza di vendita nel 2020 da parte del Governo Conte, ha deciso di continuare a sostenere il regime egiziano con forniture militari», hanno aggiunto. Inoltre, va ricordato che le due navi sono costate 1,2 miliardi di euro all’Italia e, secondo quanto riportato dalle organizzazioni, l’accordo di rivendita avrebbe un valore di soli 990 milioni di euro.

Ma questo atteggiamento ambivalente da parte dello Stato si era già verificato in passato. Infatti, in seguito al caso Regeni l’Italia aveva fermato l’export di armi verso l’Egitto, ma a partire dal 2018 questo è ripreso a pieno ritmo. In tal senso, l’Egitto negli ultimi 4 anni si è affermato come il primo paese per numero di armi acquistate in Italia, con una cifra pari a 871 milioni di euro.

[di Raffaele De Luca]

‘Ndrangheta: arrestate 23 persone

0

I carabinieri della Toscana, su disposizione della Dda di Firenze, hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 23 persone. Le ordinanze sono connesse a 3 indagini collegate tra loro in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza con l’aggravante dell’agevolazione e del metodo mafioso a favore di potenti cosche della ‘Ndrangheta. Inoltre, sono stati sequestrati beni per un valore di 20 milioni di euro.