sabato 22 Novembre 2025
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La Commissione Europea ha sospeso il piano di investimenti con la Cina

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La Commissione Europea ha sospeso un importante accordo commerciale con la Cina, noto con il nome di “EU-China comprehensive agreement on investment. L’accordo era stato ratificato a dicembre del 2020, dopo ben 7 anni di negoziati, ed era entrato in vigore il 1° marzo 2021. Il vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis ha però dichiarato che l’ambiente non era «favorevole» alla ratifica. Lo scetticismo contro questo accordo era molto forte sia nel parlamento stesso che fuori, e si aggiungeva ad una lotta di sanzioni e contro-sanzioni che avevano guastato i rapporti tra Cina e Unione Europea.

L’accordo era considerato da Dombrovskis un momento chiave per l’economia mondiale considerata la tradizionale chiusura cinese alle aziende straniere. Prevedeva un’apertura del mercato cinese alle imprese europee: soprattutto per i settori della manifattura, edilizia, telecomunicazioni, pubblicità e trasporti aerei. L’accordo prevedeva inoltre un generale rafforzamento della cooperazione economica tra UE e Cina e imponeva a quest’ultima di adottare le linee guida delle Nazioni Unite sui temi di lavoro e politica sociale. Un punto delicato, considerato che la Cina costringe gli Uiguri ai lavori forzati.

Si era poi scatenato un gioco di sanzioni reciproche tra l’Unione Europea e la Cina che aveva inasprito i rapporti, esasperato tensioni latenti e messo in discussione l’attuabilità dell’accordo commerciale. L’UE, che si era mantenuta più neutrale rispetto agli Stati Uniti sulla questione degli Uiguri, ha improvvisamente imposto delle sanzioni alla Cina nel marzo 2021, subito dopo la ratifica dell’accordo. Era da 30 anni che l’Europa non imponeva sanzioni alla Cina: dall’embargo sulle armi dopo il massacro di Tienanmen nel 1989. La Cina, dal canto suo, si è ribellata la decisione, che ha criticato come alimentata da bugie e disinformazione, imponendo le sue proprie sanzioni sull’UE.

Gli Stati Uniti, con la nuova amministrazione Biden, ovviamente non vedevano di buon occhio questa collaborazione. Ma non erano certo gli unici: anche numerosi parlamentari europei si erano opposti a questo piano di investimenti, nonché molti difensori dei diritti umani, preoccupati per l’approccio cinese alla tutela dei diritti (come si è visto nei campi degli Uiguri ma anche a Hong Kong). Comunque sia, il piano non è stato formalmente annullato, soltanto rimandato, a seconda se le tensioni tra Bruxelles e Pechino si distenderanno. Il futuro prossimo non sembra però promettere nulla in questo senso.

[di Anita Ishaq]

Gaza, Israele ha bombardato il palazzo dei media internazionali

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Bombardato e fatto crollare un palazzo nella città di Gaza, al cui interno erano ospitati gli uffici di corrispondenza di Al Jazeera e dell’Associated Press, tra i pochissimi media internazionali ad avere inviati a Gaza. Il bombardamento è stato deliberato con tanto di avviso a sgomberare la palazzina prima dell’attacco. Intanto l’Egitto ha aperto il valico di Rafah per permettere ai feriti palestinesi di essere trasportati oltre frontiera per ricevere le cure.

Un uomo paralizzato torna a scrivere grazie agli innesti neurali

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Uno storico passo è stato compiuto dalla scienza grazie all’impiego dell’Intelligenza Artificiale: un uomo paralitico da anni, è riuscito a scrivere grazie ad un software in grado di decifrare le parole nella mente umana e di guidare la mano nella scrittura. L’importante svolta scientifica si deve ad un gruppo di ricerca della Stanford University (California) che, dopo anni di lavoro, è riuscito a creare un BCI ( Brain-computer interface – Interfaccia uomo-cervello) capace di tradurre in testo scritto, l’attività neurale del soggetto. Il partecipante allo studio, un uomo di 65 anni, ha perso la capacità di muoversi dal collo in giù nel 2007, per via di una lesione del midollo spinale. Gli scienziati hanno impiantato nel suo cervello due chip BCI, ognuno delle dimensioni di un’aspirina per bambini. Ogni chip, dotato di 100 elettrodi, è stato in grado di captare l’attività neurale proveniente dalla corteccia motoria, una regione superficiale del cervello responsabile del movimento delle mani. Tale attività è stata poi inviata a un computer grazie a dei fili, dove algoritmi di intelligenza artificiale li hanno decodificati per ipotizzare il movimento dell’arto e del dito immaginati dall’uomo. 

Il soggetto ha pensato di scrivere singole lettere dell’alfabeto su un quaderno e una penna immaginari, consentendo così al software di imparare a decifrare i segnali neurali associati all’azione di scrivere. Dopodiché gli è stato chiesto di copiare delle frasi sconosciute agli algoritmi. Infine, il paziente ha provato a rispondere a delle domande aperte, le quali hanno richiesto delle pause di riflessione. Nella copia delle frasi, il soggetto ha fatto un errore ogni 18 o 19 caratteri, mentre nella composizione libera, un errore ogni 11 o 12 caratteri. Applicando però una tecnologia di correzione automatica molto simile a quella presente nei nostri smartphone, l’uomo è riuscito scrivere intere frasi a una velocità di 90 caratteri al minuto, circa 18 parole (una persona normodotata della stessa età, riesce a scrivere 23 parole al minuto su uno smartphone), con un tasso di errore al di sotto dell’1% per quanto riguarda la copia, e poco più del 2% nella scrittura libera.

Dei risultati straordinari, i quali hanno dimostrato che il cervello di una persona paralizzata mantiene la capacità di guidare i movimenti della mano nella scrittura, malgrado il corpo non sia più in grado di eseguirli da anni. Tuttavia ci sono ancora dei limiti, come la necessità di eseguire un intervento per l’impianto del chip e il fatto che il sistema debba adattarsi al singolo soggetto, non essendo una tecnologia in grado di funzionare con tutti allo stesso modo. Infine non è wireless e questo è ora uno degli obiettivi primari degli esperti: creare una tecnologia sempre disponibile.

[di Eugenia Greco]

Due tornado in Cina: 12 morti e 250 feriti

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I due tornado che ieri sera in Cina hanno colpito Wuhan, capoluogo di Hubei, e Suzhou, città a ovest di Shanghai, hanno provocato la morte di almeno 12 persone. Lo si apprende dagli ultimi dati forniti dalle autorità locali e riportati dai media cinesi, i quali hanno fatto sapere che altri 250 individui sono invece rimasti feriti. Inoltre, vi sono diverse persone disperse e decine di soccorritori stanno attualmente cercando di rintracciarle.

Vietato criticare l’Europa: la censura (quella vera) sbarca in Rai

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La trasmissione “Anni 20”, andata in onda su Rai 2 nella giornata di giovedì, è finita sotto accusa a causa di un breve servizio avente ad oggetto una satira critica sulle politiche dell’Unione europea. Una vera e propria bufera si è scatenata nei confronti del programma per aver trattato in maniera polemica temi come: il regolamento con cui è stato consentito l’uso di vermi dalla farina gialla come nuovo alimento, il piano vaccini ed il Recovery fund. Un servizio nel quale si definisce quello europeo un “delirio regolatore” e si afferma, in modo sarcastico, che «l’Europa ci chiede di mangiare da schifo», che aver lasciato il piano vaccini nelle mani di Bruxelles ci ha portato ad avere «ancora il coprifuoco» e che il Recovery Fund sia in realtà pieno di nuovi debiti e prestiti.

Immediatamente si è scatenata una enorme polemica nei confronti del servizio definito antieuropeista e molte personalità politiche hanno chiesto un intervento da parte della dirigenza Rai. «Un condensato di fake news di matrice anti europeista indegno non solo del servizio pubblico ma del giornalismo in generale. Adesso basta davvero», ha dichiarato la senatrice del Pd Valeria Fedeli, capogruppo del partito nella commissione parlamentare di vigilanza Rai. Anche il segretario del Pd, Enrico Letta, ha affermato che «quello che è successo a Rai 2, con una propaganda così becera, bieca e falsa contro l’Europa, è intollerabile» e che «la Rai non può più continuare così». Inoltre, il partito +Europa ha annunciato di aver fatto un esposto all’Agcom contro il programma della Rai.

A tutto ciò si aggiunge una lettera inviata al direttore di Rai 2, Ludovico di Meo, da parte del Parlamento europeo e della Commissione europea. Al suo interno si parla di «rammarico per il contrappunto di Anni 20» il quale si sarebbe basato su «elementi falsi, tendenziosi o totalmente travisati». Inoltre, le istituzioni si dicono preoccupate per la «mancanza di controllo sulle informazioni che vengono date al pubblico», e dichiarano di confidare in «un tempestivo intervento soprattutto al fine di evitare futuri scivoloni di questa portata».

Insomma, tutti uniti per la censura contro due minuti di contenuti non perfettamente allineati al palinsesto. Un servizio satirico, sui contenuti del quale ogni spettatore potrà essere d’accordo o meno, trattato come un atto di lesa maestà con tanto di lettera di protesta dei rappresentanti di Bruxelles. Una questione che dovrebbe preoccupare i cittadini ed essere trattata su tutti i giornali, che però non hanno dedicato nemmeno una riga alla vicenda. In pratica, si sta assistendo – senza dibattito – alla definitiva trasformazione della Rai in un canale governativo, dove non è possibile avere programmi che, anche solo in minima parte, si possano permettere di ospitare idee e servizi che mettono in dubbio i dogmi europeisti.

Il tutto a poche settimane dal delirio mediatico scatenato dal “caso Fedez“, quando tutti i leader politici ed i media si sono scandalizzati a causa dell’inaccettabile tentativo di censura nei confronti del discorso del cantante-influencer al concerto del primo maggio. Si tratta degli stessi partiti e degli stessi media che oggi invece stanno invocando la censura.

[di Raffaele de Luca]

Israele: raid su campo profughi a Gaza, 10 morti

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Un raid aereo condotto da Israele su una abitazione situata nel campo profughi di Al-Shati, a ovest di Gaza City, ha provocato la morte di 10 persone, di cui 8 bambini e 2 donne. Lo hanno reso noto i media palestinesi, i quali hanno affermato che i bambini avevano tra i 5 e gli 11 anni e che le vittime appartenevano tutte alla medesima famiglia. Inoltre, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Wafa, l’unico sopravvissuto della famiglia è un bambino di un mese.

Il rover cinese Zhurong è arrivato su Marte

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Il rover cinese Zhurong è atterrato in sicurezza sulle dune di Marte. Lo hanno reso noto i media cinesi, i quali hanno affermato che Tianwen-1, la prima esplorazione interplanetaria della Cina, ha completato «con successo» le procedure di atterraggio. L’operazione è stata portata a termine dopo 3 mesi di preparativi in orbita ed 8 minuti dall’ingresso nell’atmosfera marziana. Il rover è alimentato ad energia solare, pesa 240 kg ed ha 6 carichi utili scientifici che serviranno a studiare geologia, topografia, struttura del suolo, rocce, minerali ed atmosfera.

Da domani WhatsApp imporrà le nuove policy, ma non cambia molto

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adolescente con smartphone

Domani, 15 maggio, sarà l’ultimo giorno utile per accettare le nuove policy di WhatsApp, nota applicazione di messaggistica che esiste sotto l’ombrello di Facebook Inc.. Anzi, a ben vedere la definizione di “ultimo giorno” è forse inadeguata, tenendo conto che l’azienda stessa ha ammesso che non ha intenzione di cancellare gli account che non sottoscriveranno le nuove regole.

Detto questo, coloro che oseranno contrastare l’avvento delle nuove norme non avranno certamente vita facile, poiché la funzionalità del loro profilo sarà grandemente ridimensionata. Questi “disertori” non potranno infatti più accedere all’elenco delle chat con il risultato che, di fatto, saranno forzati a un uso progressivamente passivo del programma. Niente chiamate, niente invii di messaggi, se non in risposta o in reazione alle notifiche ricevute.

Nel giro di “alcune settimane”, anche questa funzionalità limitata verrà troncata in maniera definitiva e il profilo risulterà irraggiungibile dai propri contatti. La cosa certa è che WhatsApp non mancherà di ricordare l’avvicinarsi di questa fatale deadline: l’azienda ha infatti fatto capire che invierà notifiche sempre più pressanti e invadenti, che invaderanno lo schermo intero degli smartphone fintanto che non si accetterà di cedere alle imposizioni della corporazione.

Era ovvio che la transizione alle nuove policy avrebbe preso questa piega, tant’è che quando WhatsApp ha annunciato il grande cambiamento il popolo digitale si è indispettito al punto di divergere immediatamente verso i programmi omologhi offerti dalla concorrenza. In effetti si era destato uno scandalo tanto diffuso e condiviso che l’introduzione formale delle linee guida è stata fatta slittare da febbraio a oggi, nella speranza che il marasma si calmasse prima dell’effettiva transizione.

I timori di allora erano peraltro infondati, soprattutto considerando che le ripercussioni sugli utenti europei, protetti dalla General Data Protection Regulation (GDPR), sono pressoché innocue. L’unica nazione che ha deciso di muoversi contro a WhatsApp è stata la Germania, la quale ne ha fatto più che altro una questione di modo, non di contenuto, non trovando accettabile che una gigantesca azienda tech imponga unilateralmente una simile condotta a “scatola chiusa”.

Tirando le somme, esistono motivi per cui vale la pena ripudiare le nuove policy? No, almeno che non ritenevate di averne a sufficienza già prima per rifiutare il servizio. Certo, bisogna pur sempre fidarsi dell’utilizzo comunicato dall’azienda: Facebook non sempre si è dimostrata trasparente e corretta, ma lì si apre un genere di ragionamenti completamente diverso, più legato a una dimensione di consumo consapevole che al caso specifico.

[di Walter Ferri]

 

Ex Ilva: protesta dei lavoratori di Taranto davanti al Mise

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A Roma, 200 lavoratori stanno protestando in maniera pacifica davanti al Mise (Ministero dello Sviluppo economico) per chiedere risposte sul dossier Ilva. Proprio lì, infatti, a breve si terrà l’incontro tra Giancarlo Giorgetti (il ministro dello Sviluppo economico) e i segretari generali dei sindacati Fiom, Fim ed Uilm. «Transizione ecologica: ora o mai più», si legge su uno striscione esposto dai manifestanti.

Record di vaccinati e contagi in crescita esponenziale: cosa succede alle Seychelles?

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Alle isole Seychelles i casi di Covid sono iniziati a crescere notevolmente nonostante più del 60% della popolazione sia stata vaccinata. Lunedì, infatti, il ministero della Salute del Paese ha segnalato che, mentre il 30 aprile vi erano stati 120 nuovi contagi, la settimana successiva si è verificato un progressivo aumento degli stessi e, il 7 e l’8 maggio, sono stati registrati più di 300 casi al giorno. Inoltre, seppur in questi ultimi 2 giorni si sia verificato un appiattimento del numero di nuovi contagi, il ministero ha affermato che «il tasso di trasmissione rimane alto ed è motivo di preoccupazione» tanto più perché oltre un terzo delle persone risultate positive (il 37%) aveva completato il ciclo di vaccinazione. Le autorità sottolineano che tra coloro che hanno avuto bisogno delle cure ospedaliere l′80% non era stato vaccinato e – almeno ad oggi – nessuno dei pazienti che hanno perso la vita aveva ricevuto entrambe le dosi.

Tuttavia la preoccupazione sta montando: l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha dichiarato che esaminerà il caso. Ad oggi non è chiaro, specifica l’Oms, quale sia il ceppo dominante presso l’arcipelago dell’oceano Indiano, né se si sia sviluppata una nuova variante.

Le Seychelles vantano la più alta percentuale di persone vaccinate al mondo. Tuttavia i risultati della campagna di vaccinazione sono diversi rispetto a ciò che sta avvenendo negli altri Paesi in cui le somministrazioni procedono a gonfie vele: nel Regno Unito e in Israele il numero di casi, di ricoveri e di decessi si è notevolmente ridotto, mentre nelle Seychelles sta avvenendo l’opposto. A tal proposito, ci si chiede se la causa di questa diversa tendenza possa risiedere nei vaccini utilizzati nell’arcipelago: ad oggi, tra le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi, il 57% si è sottoposta al vaccino Sinopharm ed il 43% al siero AstraZeneca. Dunque si valuta se la risalita dei contagi possa essere dovuta ad una scarsa efficacia del vaccino cinese. Le autorità cinesi hanno già ammesso la scarsa efficacia di uno dei sieri prodotti (il Sinovac, appena sopra il 50%), ma continuano ad affermare che il vaccino utilizzato alle Seychelles – il Sinopharm – abbia una efficacia tra il 72 e il 79%. Percentuale confermata anche dall’Oms che proprio venerdì scorso lo ha approvato a livello globale.

Insomma per ora si brancola nel buio. L’unica certezza è che alle Seychelles il tasso delle infezioni non era mai stato alto come ora che gran parte della popolazione è stata vaccinata.

[di Raffaele De Luca]