Nella giornata di oggi sono state depositate in Cassazione le oltre 630.000 firme per il referendum sulla cannabis. Dopo il conteggio delle stesse – raccolte in poco più di un mese – i quesiti passeranno al vaglio della Consulta e, se ammissibili, sarà fissata la data del referendum. «Le sottoscrizioni sono arrivate dalle grandi città ma anche dai piccoli comuni, un’omogeneità che sottolinea la portata e l’interesse del tema», ha affermato il presidente del comitato promotore, Marco Perduca. Con un Parlamento «immobile sui diritti, l’arma referendaria è l’unico mezzo con cui i cittadini possono far sentire la loro voce», ha inoltre aggiunto Perduca.
Pensioni, la riforma Draghi non è altro che il ritorno alla Fornero (ma non si può dire)
L’ennesima riforma del sistema pensionistico è approdata al consiglio dei ministri, pronta ad essere approvata in tempi record e sostanzialmente senza opposizione, come ormai di costume da quando Mario Draghi siede sulla poltrona di presidente del Consiglio. Ieri l’ex capo della BCE si è guadagnato anche l’apertura di credito dei sindacati confederali. Cgil, Cisl e Uil si sono fatti bastare una riforma diluita su più anni e la promessa di “riparlarne” il prossimo anno per rinunciare ad ogni forma di mobilitazione di protesta del mondo del lavoro. Ma la linea tracciata da Mario Draghi è molto chiara e incontrovertibile: in massimo quattro anni si tornerà alla legge Fornero, in pensione non prima dei 67 anni. Piaccia o meno, si preferisce avere lavoratori sempre più vecchi, limitando l’entrata dei giovani, pur di far quadrare i conti e rispettare l’austerità di bilancio.
Rimarrà una proroga per l’uscita anticipata per i lavori gravosi e per le donne, ma anche su questo l’esecutivo preannuncia una stretta. L’antifona è che “i tempi di vacche grasse sono finiti” e i soldi stanziati saranno a scalare: 600 milioni per il 2022, 450 nel 2023, 510 nel 2024. Le quote spariranno via via, ma al di là delle ipotesi che erano circolate su come abbandonarle (una progressione con quota 102, 103 e 104 nel triennio), per adesso dall’ultima cabina di regia è emerso che l’unico elemento certo è quota 102 per il 2022 (64 anni d’età per la pensione), poi da gennaio 2023 si riaprirà il tavolo coi sindacati.
Nel complesso certamente cambiano le cifre degli assegni, di un importo che però è variabile a seconda del livello di contributi e della relativa parte retributiva. Per molti l’importo minimo potrebbe anche variare di poco ma, come detto all’inizio, a preoccupare è la tendenza. La spesa per pensioni, con questa impostazione, è destinata a scendere sempre di più fino al 2050, arrivando dal 17% del Pil a una cifra tra il 13 e il 14%. E se un bilancio non si valuta solo per quanto è generoso, va però considerato che anche il reddito dei pensionati è importante ai fini dell’economia e il 36% di essi lo riceve sotto i mille euro. Calmierare la previdenza è sterile se non si incrementa l’occupazione, specie giovanile. Sostanzialmente di quelli che questi assegni di fatto dovranno pagarli. Sembra che ciò non preoccupi le sentinelle di Bruxelles, e neppure la stessa Elsa Fornero, la quale, ricordiamo, è attualmente consulente del governo e si è detta felice che le sue opinioni vengano di nuovo reputate importanti.
Matteo Salvini prova a fare finta di niente. Non può certo dire ai suoi elettori che il governo da lui appoggiato sta di fatto smontando Quota 100. Il governo su questo cerca di aiutarlo, e nessuno si sente di affermare quello che è ovvio, cioè che sta rientrando in campo la riforma Fornero. Troppo impopolare, per tutti. Il leader leghista in particolar modo prova a giocare con le parole, quota 102 non suona poi troppo dissimile da quota 100 e pare una via d’uscita dignitosa, poi l’anno prossimo ci si penserà.
Tornando alla riforma in sé, è vero che la questione delle pensioni non può essere affrontata se non la si guarda anche da una prospettiva macroeconomica. Le risorse a cui un anziano avrà diritto e l’età alla quale le otterrà influiscono su economia e bilancio, nonché indirettamente sui livelli di reddito e il tutto si lega alla demografia. La popolazione italiana è in costante invecchiamento e negli ultimi anni i redditi sono calati. Come fa notare in una interessante analisi l’economista e docente Felice Roberto Pizzuti, dal 1996 (anno della riforma Prodi in cui si passa al sistema contributivo) gli squilibri tra spese previdenziali e entrate previdenziali, al netto delle ritenute fiscali, sono stati sanati e già da 20 anni il saldo è attivo. Il rapporto tra spesa pensionistica e Pil avrà una curva discendente. Come pure la relazione tra salari e pensioni. Tradotto: non è affatto vero che l’ennesima stretta sulle pensioni è necessaria per i bilanci dell’Inps né per evitare che i giovani di oggi si trovino a ripagare i debiti provocati dalle pensioni dei sessantenni di oggi, i quali la loro pensione se la sono in verità ampiamente pagata attraverso i contributi versati. La nuova riforma delle pensioni nasconde semplicemente l’ennesima scelta in favore della austerità, figlia di una ideologia liberista che continua a raschiare il fondo del barile anziché fare leva su un rilancio della spesa e della crescita.
[di Giampiero Cinelli]
India: Corte Suprema ordina indagine contro governo per spionaggio
La Corte Suprema dell’India ha ordinato di creare un comitato indipendente per indagare e capire se il governo abbia spiato illegalmente oppositori politici, giornalisti ed attivisti attraverso il software di sorveglianza israeliano Pegasus: le leggi indiane, infatti, vietano l’hacking anche da parte dello stato. La delegazione sarà formata da tre esperti di sicurezza informatica, il cui operato sarà supervisionato da un giudice della Corte Suprema in pensione. L’ordine rappresenta una risposta ai diversi giornalisti e attivisti indiani che avevano segnalato di essere stati vittime di Pegasus.
Presidente Taiwan: Stati Uniti ci difenderanno in caso di attacco cinese
La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, durante un’intervista rilasciata alla Cnn, ha dichiarato di essere certa e fiduciosa del fatto che gli Usa difenderanno l’isola nel caso in cui essa venisse attaccata dalla Cina. Tali affermazioni fanno seguito a quelle del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che negli scorsi giorni aveva appunto dichiarato che gli Usa si sarebbero schierati con Taiwan in caso di aggressione da parte di Pechino, anche se la Casa Bianca aveva poi riformulato il tutto sostenendo che la linea di Washington non sarebbe cambiata.
Senato: il voto segreto affossa il ddl Zan
L’Aula del Senato ha approvato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e due astenuti le richieste di Lega e Fratelli d’Italia di non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan, la cosiddetta tagliola. Il voto si è tenuto a scrutinio segreto e rappresenta la pietra tombale sulla proposta di legge contro l’omotransfobia, accusata da destra di ledere la libertà di parola e di pensiero. Per tutta la mattina si erano cercate mediazioni tra le forze politiche per evitare il voto e concordare un nuovo passaggio parlamentare, ma senza esito.
La NATO si addestra alla guerra nucleare nei cieli italiani
Il 18 ottobre la Nato ha dato il via a un programma di esercitazioni di una settimana sull’Europa meridionale, in particolare nei cieli dell’Italia settentrionale. L’operazione ha il nome di Steadfast noon e non è legata a nessun evento mondiale in corso, ma è volta a “garantire che il deterrente nucleare della NATO rimanga sicuro, protetto ed efficace”. L’addestramento ha compreso voli con jet da combattimento a doppia capacità e jet convenzionali, sostenuti da aerei di sorveglianza e rifornimento: nessuna delle armi usate era reale, tiene a specificare il sito della NATO.
Le esercitazioni Steadfast noon si tengono ogni anno in uno tra i Paesi NATO. Quest’anno si sono svolte in Italia, tra le basi di Ghedi, in provincia di Brescia, dove sono custodite all’incirca 15 bombe a idrogeno B61, e Aviano, in provincia di Pordenone. Le tempistiche hanno coinciso con la riunione dei ministri della difesa NATO tenutasi alla fine della settimana, ma non è chiaro se si tratti o meno di una casualità.
La base di Ghedi, come diverse altre nell’Europa meridionale, è stata recentemente potenziata e modernizzata, con lo scopo di migliorare il proprio sistema di stoccaggio e sicurezza e per poter ricevere, il prossimo anno, il nuovo cacciabombardiere F-35A. La combinazione di questo nuovo velivolo con l’utilizzo della nuova tipologia di bombe B61, che si terrà nelle basi NATO come quella di Ghedi, è “un rilevante salto di qualità nelle strategie di guerra e nella postura nucleare dell’Europa“, scrive l’analista Antonio Mazzeo.
Dopo la guerra fredda, il numero di armi nucleari non strategiche è stato notevolmente ridotto in Europa. “Le armi rimanenti erano probabilmente destinate al ritiro, non fosse stato per l’invasione russa dell’Ucraina nel 2014” scrive Hans Kristensen, direttore del Progetto di Informazione Nucleare presso la Federazione degli Scienziati Americani. In seguito alle affermazioni fatte dalla Russia di star aumentando il proprio arsenale non strategico, inoltre, è stata ribadita dalla NATO l’importanza di un arsenale tattico statunitense in territorio europeo.
Durante il summit NATO di giugno è stato sottolineato, con uno stridente contrasto di termini, come “lo scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO è quello di preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l’aggressione”. In Europa vi sono cinque basi contenenti armi nucleari dell’aviazione statunitense: Volkel (Paesi Bassi), Kleine Brogel (Belgio), Buchel (Germania), Ghedi e Aviano. Il totale stimato di dispositivi ammontava a 480 nel 2000, scendendo a 180 nel 2010: oggi si stima siano all’incirca un centinaio le bombe nucleari contenute nelle basi europee. Strumenti moderni e infallibili per garantire la pace tra i popoli.
[di Valeria Casolaro]
Catania, fenomeni meteorologici estremi per cambiamento climatico
In Sicilia precipitazioni senza precedenti hanno colpito Catania, dove si è registrata una vittima. In 48 ore si è abbattuto sulla zona la quantità di pioggia che normalmente cade in un anno, riporta il sindaco Salvo Pogliese su Fb, intimando la popolazione a non uscire di casa. Ieri gli esercizi commerciali sono stati chiusi e per oggi è stata decretata la chiusura delle scuole. I pompieri sono dovuti intervenire a bordo di gommoni per aiutare la popolazione. Secondo quanto riferito dal presidente del Cmcc al Corriere della sera, si tratta di eventi dovuti al cambiamento climatico. L’allerta è estesa ai prossimi giorni per il probabile formarsi di un uragano.








