Un morto (membro delle forze di sicurezza afghane) e tre feriti: questo, per il momento, il conteggio delle vittime dopo che questa mattina ha avuto luogo una sparatoria all’aeroporto di Kabul. Non è ancora stato identificato il gruppo di aggressori che ha dato il via allo scontro, avvenuto all’ingresso Nord dell’aeroporto di Kabul – ha fatto sapere la tedesca Bundeswehr. Nella sparatoria sono poi stati coinvolti dei soldati statunitensi e tedeschi, i quali si trovavano nell’aeroporto per aiutare stranieri e civili afghani ad evacuare.
Quanto sono costati all’Italia 20 anni di guerra in Afghanistan?
Nei venti anni di presenza italiana in Afghanistan la spesa complessiva è stata di 8,7 miliardi di euro. Dell’ingente somma, 840 milioni di euro sono da considerarsi relativi ai contributi diretti alle Forze Armate Afghane. Il costo complessivo riportato è stato definitivamente calcolato dopo che, durante l’estate, hanno avuto luogo diversi confronti tanto alla Camera dei Deputati quanto al Senato della Repubblica. I dati relativi alla spesa della missione italiana in Afghanistan pervengono dall’Osservatorio Mil€x e vanno ad aggiornare l’esborso complessivo valutato fino all’anno scorso.
La cosiddetta “guerra del terrore”, durata per venti anni e che ha avuto inizio con il pretesto degli attacchi terroristici contro il World Trade Center di New York e il Pentagono, è stata una delle più lunghe partecipazioni di natura bellica in cui l’Italia abbia mai preso parte; l’azione italiana in terra afgana ha avuto ufficialmente inizio nel novembre 2001, con lo stanziamento diretto di 6,77 miliardi di euro fino al 2020, che hanno raggiunto quasi i 7 miliardi di euro nell’anno corrente. Alla somma indicata sono da aggiungere 120 milioni di euro all’anno, a partire dal 2015, per un totale di 840 milioni di euro esborsati per sostenere le forze armate e di polizia afgane. Le spese extra (riguardanti il trasporto delle truppe, materiali dall’Italia, costruzioni di infrastrutture e via dicendo) ammontano invece a 925 milioni di euro, cifra che non ha più subito variazioni nel periodo che va dal 2020 al 2021.
La “guerra al terrorismo” per l’effettiva eliminazione del regime talebano, voluta dagli Stati Uniti, fu approvata nel 2001 dal 92 per cento dei parlamentari italiani. Con i risultati ottenuti oggi, venti anni dopo, la guerra ha portato alla stessa situazione creatasi dal settembre del 1996: il regime talebano al potere. Viene quindi da chiedersi quanto “ne sia valsa la pena”, anche perché i recenti avvenimenti sono frutto di un complesso – e prevedibile – processo, e non frutto di una sfortunata, improvvisa “casualità”. Nel periodo che precede la presa di Kabul da parte dei talebani, anche la NATO aveva incominciato a temere il peggio. In Italia, poi, Gino Strada – recentemente scomparso all’età di 73 anni – nell’ultimo articolo pubblicato per La Stampa, aveva dato la sua testimonianza, parlando del conflitto in Afghanistan. Gino Strada ha vissuto per sette anni nel Paese, rendendosi conto di quel che poi è divenuto realtà: «Una guerra che sarebbe stata un disastro per tutti». Il stesso fondatore di Emergency, Gino Strada, aveva sottolineato le ingenti spese per un conflitto che ha portato alla distruzione dell’Afghanistan, mettendo in evidenza come «Se quel fiume di denaro fosse andato all’Afganistan – invece che per i finanziamenti di cui, alla fine, gioiscono le grandi industrie di armi – il Paese sarebbe una grande Svizzera».
[di Francesca Naima]
Gli Stati Uniti colpiti dalla tempesta tropicale ‘Henri’
Passato da uragano a tempesta tropicale, Henri si sta abbattendo sugli Stati Uniti. Sono più di 110.000 gli abitanti che al nord degli Stati Uniti sono rimasti senza energia elettrica. Il Centro americano di sorveglianza degli uragani (NHC) ha fatto sapere che la tempesta soffia con dei venti che vanno fino a 65 km/h, in calo considerando i 120 km/h del giorno prima. La tempesta tropicale si è abbattuta vicino a Rhode Island ieri, intorno alle 12.15 (ora americana). A causa delle precipitazioni (40 cm di pioggia in 24 ore), poi, ci sono state delle inondazioni del Tennessee nello Stato meridionale, con un bilancio di 22 morti e 45 dispersi.
Israele è tornata a bombardare la striscia di Gaza
Le Forze armate israeliane hanno di nuovo bombardato la striscia di Gaza. Gli attacchi sono avvenuti nella serata di ieri 21 agosto. Non sono riportate vittime. Nella stessa giornata, a Gerusalemme Est, gli agenti israeliani hanno attaccato un corteo di protesta palestinese sparando sulla folla: il ministero della Salute di Gaza riporta almeno 41 feriti, tra cui un ragazzino di tredici anni che versa in gravi condizioni. Secondo quanto dichiarato da Israele anche “un soldato della polizia di frontiera israeliana è stato gravemente ferito da un fuoco vivo proveniente da Gaza e attualmente sta ricevendo cure mediche in un ospedale”.
Per la prima volta è piovuto sulla calotta glaciale della Groenlandia
Per la prima volta da quando si effettuano le rilevazioni la pioggia è caduta sulla calotta glaciale della Groenlandia, laddove di solito la temperatura è ben al di sotto dello zero. A rilevarlo gli scienziati della stazione Us National Science Foundation. La pioggia è caduta al culmine di un periodo straordinariamente caldo, dove in alcune zone della Groenlandia sono state registrate temperature di 18° centigradi superiori alla media del periodo. Un ulteriore segno di come il riscaldamento globale stia mostrando i suoi effetti. Lo scorso anno il ghiaccio della Groenlandia si è sciolto alla vertiginosa velocità di un milione di tonnellate al minuto.
La Norvegia disinvestirà completamente dal settore fossile
La Norvegia eliminerà dal proprio fondo sovrano tutti gli investimenti in aziende che non stanno facendo abbastanza per diminuire il proprio impatto ambientale. Una decisione che riguarderebbe da vicino anche alcuni colossi del settore dell’energia fossile come Exxon Mobile, Chevron e BP, multinazionali delle quali il Norges Bank Investment Management (questo il nome del fondo sovrano norvegese) detiene partecipazioni. La proposta è giunta direttamente dal governo, che ha suggerito che il rischio climatico sia posto alla base delle decisioni di investimento del fondo. Ed ora un gruppo di esperti, dietro la delega del ministero delle Finanze di Oslo, si sta occupando di adattare il mandato in osservazione del quale opera il fondo per vincolarlo alla strategia ambientale.
I cambiamenti includerebbero la missione di fare pressione all’interno dei Cda delle aziende nelle quali il Norges Bank Investment Management è rappresentato per ottenere migliori comportamenti climatici, con l’impegno a disinvestire totalmente i denari norvegesi da quelle aziende che si mostreranno refrattarie o troppo lente ad agire. Una modalità di azione che ricalcherebbe quella che diversi gruppi ambientalisti stanno seguendo nel mondo, proponendosi di provare a cambiare le big oil dall’interno. Strategia che ha ottenuto il primo risultato proprio all’interno della multinazionale americana del petrolio Exxon Mobile, all’interno del cui consiglio di amministrazione il fondo di attivisti Engine No. 1 è riuscito a far eleggere due candidati nel consiglio d’amministrazione della ExxonMobile.
La notizia sta scuotendo le aziende del petrolio. Per capirne la rilevanza è importante specificare che quello norvegese è il più grande fondo sovrano del mondo con un portafoglio di oltre 1.100 miliardi di euro ed è inoltre il più grande detentore di azioni nei mercati azionari globali, possedendo quasi l’1,5% di tutte le azioni delle società quotate. Una scelta di tale portata comporterà quindi serie conseguenze per le società coinvolte dai sui disinvestimenti.
Vaccini Covid mRNA: gli Usa verso l’approvazione definitiva
L’agenzia del farmaco statunitense (la FDA) si appresterebbe a concedere l’approvazione definitiva ai vaccini anti-Covid basati su tecnologia a mRNA messaggero prodotti di Pfizer e Moderna. Lo sostiene il New York Times precisando che l’annuncio è atteso per lunedì. Il vaccino è stato fino ad ora utilizzato negli Usa grazie ad una approvazione in via provvisoria ed emergenziale, come in Europa. Secondo il giornale americano l’approvazione definitiva sarà probabilmente seguita dall’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per i dipendenti di molte organizzazioni pubbliche e private che aspettavano questo passaggio per introdurlo.
Bevande estive al supermercato: quali davvero dissetanti e salutari?
Succhi di frutta, bevande, tè freddi. Siamo sicuri di conoscere bene gli effetti nutrizionali di questi preparati industriali? Ci sono persone che ne fanno un consumo giornaliero, ignorando i danni che questi prodotti provocano alla salute; sia nel breve termine (subito dopo l’assunzione, con picco glicemico e iperstimolazione di insulina), sia nel lungo termine (obesità, diabete, infiammazione).
I Succhi di frutta industriali
I succhi di frutta che compriamo già preparati non sono un’opzione salutare, soprattutto se consumati regolarmente. Sono preferibili alle bevande zuccherate, light o gassate, tipo coca-cola e simili, ma rappresentano comunque una scelta nutrizionale di bassissimo profilo, inferiore di molto ad un vero succo preparato in casa. Infatti la frutta che si usa per la preparazione dei succhi industriali è di bassa qualità (seconda e terza scelta) e inoltre se ne impiegano percentuali bassissime (spesso è presente il 20% di frutta soltanto nel prodotto), vengono aggiunti conservanti e in molti casi anche zucchero. Infine, tutti i succhi di frutta confezionati subiscono il trattamento di pastorizzazione, che ne garantisce la durata per molti mesi, spesso oltre un anno di conservazione, ma che altera il contenuto nutrizionale.
Problemi nutrizionali dalla pastorizzazione dei succhi
Qual è il problema con i succhi di frutta pastorizzati? Il processo di pastorizzazione implica che il succo venga scaldato ad alta temperatura (80°C oppure anche oltre i 100°C, nel caso dei concentrati di frutta, che sono molto usati per la preparazione industriale). Stiamo parlando dei succhi di frutta “da concentrato”, una dicitura che ritrovate sulla confezione. La pastorizzazione abbatte la carica batterica naturale della frutta fresca e assicura che il prodotto duri per mesi senza marcire all’interno della confezione. La pastorizzazione è dunque una esigenza meramente industriale dei produttori. L’inconveniente è dato però dal fatto che con questo processo si distruggono anche le vitamine termolabili del prodotto, in particolare la vitamina C e quelle del gruppo B, si disattivano inoltre anche gli enzimi del prodotto fresco, che sono utilissimi invece per una corretta digestione e assimilazione da parte dell’intestino di tutti i nutrienti della frutta. In pratica, non rimangono nutrienti di rilievo in questi succhi pastorizzati, solo acqua dal momento che nemmeno le fibre della frutta sono presenti nel succo e sono già state eliminate a monte del processo produttivo, con la spremitura.
L’opzione più salutare resta sempre quella di preparare noi stessi dei succhi naturali. Si tratta dell’alternativa più vitaminica e rimineralizzante, e si possono preparare con un frullatore tradizionale, uno spremiagrumi o un estrattore di succo. Possiamo poi aggiungervi menta, zenzero, cannella, limone e altre sostanze nutraceutiche di grande valore per la salute, che sono anche degli aromatizzanti naturali.
Ovunque troppi zuccheri
Vediamo a titolo di esempio la confezione di un prodotto destinato ai bambini, dove l’enorme quantitativo di zucchero viene addirittura segnalato dal produttore stesso attraverso un bollino in evidenza sul frontale della confezione raffigurante un bambino obeso, con una scritta di avvertimento per i genitori che li invita ad un uso moderato del prodotto. Questo succo viene venduto in piccolissimi brik da 200 ml, comodi per le mamme da dare ai propri figli per la merenda a scuola ma micidiali per il loro contenuto di zucchero: pensate, ogni brik contiene ben 29 grammi di zuccheri semplici totali tra quelli della frutta e quelli aggiunti dal produttore, una quota pari a 6 cucchiaini di zucchero.

Meglio un tè freddo?
Ogni anno, tra primavera e inizio estate, le corsie dei supermercati brulicano di queste bevande e ci viene offerta un’ampia gamma di preparati a base di tè. Tuttavia anche questo genere di bevanda non si presta affatto ad essere inclusa in un’alimentazione sana.
Tutti questi tè in bottiglia in commercio non sono semplicemente composti di acqua ed estratti di foglie di tè, come ci si dovrebbe aspettare. Al contrario sono tutti addizionati di zucchero in grande quantità, vi sono aggiunti inoltre sempre i correttori di acidità, che servono proprio al fine di controbilanciare la percezione eccessivamente dolce della bevanda. Senza il correttore di acidità la bevanda apparirebbe al palato stucchevole ed eccessivamente dolce. Con il correttore, la bevanda è ancora eccessivamente dolce ma il consumatore non se ne accorge. Nei tè freddi in commercio ci sono almeno 100 grammi di zucchero per 1 litro di bevanda: una bottiglia da 1,5 L presenta dunque la incredibile quantità di 150 g di zucchero, pari a 30 cucchiaini.
Bibite gassate: assolutamente da evitare
Dopo aver preso in analisi alcune bevande spesso considerate sane – succhi di frutta, tè – ed i loro effetti sulla salute, passiamo ora ad esaminare le bibite, bevande dolci che molti ancora considerano innocue bevande “dissetanti”: mi riferisco ad esempio ad aranciate e limonate. Chiediamoci: le bibite costituiscono delle alternative più sane rispetto ai succhi di frutta industriali? Vi invito a leggere quello che segue, comprenderete perché non dissetano e perché è meglio evitarle o farne un consumo del tutto eccezionale. Prendiamo in esame 2 bibite famose e molto diffuse: la Fanta (aranciata) e la Lemonsoda (soda al gusto di limone).
Primo prodotto: la Fanta
Salta subito all’occhio, guardando la lista ingredienti, che si tratta in massima parte di acqua (primo ingrediente in cima alla lista), con solo 12% di vero succo di arancia, poi zucchero al terzo posto e più sotto anche gli aromi di agrumi per dare sapore (dato che il contenuto di arancia nel prodotto è molto esiguo). L’anidride carbonica serve a creare le bollicine. Andando a leggere sulla confezione del prodotto, possiamo notare l’incredibile quantità di zucchero che contiene questa bevanda, pari a 11,8g ogni 100 ml di bevanda. Dunque, 118g di zucchero per litro. Le lattine in formato classico di questa bevanda sono da 330 ml, pertanto abbiamo in una lattina 39g di zucchero, pari a 8 cucchiaini. Non si tratta di un’aranciata dunque, ma di acqua e zucchero aromatizzata all’arancia in sostanza.
Secondo prodotto: Lemonsoda
Contiene ancora più zucchero aggiunto della Fanta appena esaminata. Ben 13 g di zucchero aggiunto ogni 100 ml di bevanda (verificato sulla confezione). Vediamo gli ingredienti:
• Acqua,
• succo di limone 12%
• zucchero,
• sciroppo di glucosio-fruttosio,
• anidride carbonica,
• aromi naturali.
Questo prodotto ha una connotazione ancora più negativa dal punto di vista salutistico, in quanto accanto allo zucchero classico è presente tra gli ingredienti anche lo sciroppo di glucosio-fruttosio, uno sciroppo dolce ricavato dalla lavorazione del mais OGM, molto usato dall’industria alimentare e al centro del dibattito scientifico ormai da anni tra i ricercatori. Le industrie dei produttori lo impiegano ovunque ma dagli studi risulta chiaramente trattarsi di prodotto molto insalubre e nocivo, negli USA è l’indiziato numero uno riguardo obesità e diabete. I danni di questa sostanza sono prevalentemente a carico del fegato e del pancreas, con conseguenze nell’aumento di trigliceridi e colesterolo nel sangue, pertanto con ripercussioni metaboliche anche sul sistema cardiovascolare (aumento di rischio per ipertensione, ictus, infarto, ecc.).
In conclusione
Vale la pena ricordare che in presenza di zucchero la sete non scompare ma anzi viene stimolata, esattamente come avviene per il sale. Pertanto tutte le bevande esaminate e quelle similari non si collocano affatto tra le bevande dissetanti. E per amore di verità va detto che al supermercato non troviamo bevande davvero dissetanti, a parte l’acqua. Le bevande davvero dissetanti sono quelle preparate in casa senza aggiunta di zucchero.
In buona sostanza, negli anni l’informazione mediatica basata su menzogne e consumatori acritici, sempre più distratti, manipolati e poco informati su argomenti di vera prevenzione e di alimentazione sana, hanno portato al fiorire di decine di bevande non salutari in commercio.
Oggi sembra di assistere ad un risveglio generalizzato del pubblico su argomenti di salute e benessere. Speriamo non sia soltanto una moda ma un vero ritorno ad un consumo più attento sia nei confronti della salute delle persone che di quella dell’Ambiente.
[di Gianpaolo Usai]