venerdì 29 Marzo 2024

Il primo cittadino della città più povera di Francia è il migliore sindaco del mondo

Il suo nome è Philippe Rio ed è entrato a fare parte della lista dei migliori sindaci del mondo stilata da World Mayor, comprendente anche tre italiani: Giuseppe Sala (Milano, Lombardia), Aldo D’Achille (San Bellino, Veneto) e Antonella Argenti (Villa del Conte, Veneto). La sua storia però è diversa perché un conto è fare il sindaco di un paesello in una regione ricca o in una metropoli all’avanguardia, un altro è essere il primo cittadino della città più povera di tutta la Francia e riuscire a migliorare concretamente la vita dei cittadini con i pochi mezzi finanziari e di potere che un sindaco ha a disposizione. Philippe Rio lo ha fatto con una serie di misure che possono apparire utopiche, eppure molto concrete.

Philippe Rio è il sindaco comunista (Partito Comunista Francese, PCF) di Grigny un centro di 27 mila abitanti situato nella Île-de-France. Classificata come il comune più povero francese dall’Osservatorio delle disuguaglianze, ed è caratterizzata da una massiccia disoccupazione. Nonostante questo, da quando Rio ne è diventato sindaco – nel 2014 – molti sono stati i miglioramenti reali, proseguiti anche durante il periodo della pandemia. Provvedimenti resi possibili anche dall’essere stato fautore de “l’Appel de Grigny”, appello lanciato nell’ottobre del 2017 e sostenuto da associazioni e altri sindaci, al fine di richiedere investimenti per intervenire nei quartieri popolari.

Proveniente da una famiglia umile di operai, Philippe Rio ha inteso quella di primo cittadino come una carica attraverso la quale agire dal basso, insieme alla comunità, innanzitutto allo scopo di migliorare le condizioni di vita delle classi deboli. Per questo motivo, allo scoppio della pandemia, ha immediatamente creato una squadra di attivisti per affrontare l’ondata di crisi sanitaria, economica e sociale che avrebbe travolto la città. Diverse le azioni attuate per non fare sprofondare Grigny, come la distribuzione di beni di prima necessità – quali mascherine, alimenti e computer agli studenti che ne avevano bisogno.

Inoltre Grigny è sulla strada per diventare una città energeticamente quasi autosufficiente, grazie alla creazione di un progetto geotermico alternativo, di proprietà al 100% municipale, che permette di riceve energia a km0 senza esporre la popolazione agli effetti sulle bollette della crisi del gas. «Ora riceviamo calore da due chilometri sotto i nostri piedi – ha spiegato il sindaco in una intervista a Jacobin – abbiamo tagliato le bollette del 25% e risparmiato al pianeta quindicimila tonnellate di CO2 in un anno. Beh, io sono comunista e allo stesso tempo, faccio quello che posso dal mio livello per salvare il pianeta. Ci piace scherzare sul fatto che Grigny abbia ratificato l’accordo COP di Parigi prima della Francia».

Un altro tema molto importante per Philippe Rio è quello dell’istruzione. A Grigny, infatti, il 50% degli alunni lascia il sistema scolastico pubblico ancora prima di prendere il diploma. Per questo motivo, il primo cittadino ha rivoluzionato l’approccio educativo – diventato modello per altre città francesi – e ha puntato su un fattore apparentemente fuorimoda nel mondo odierno: il contatto umano. Con l’inserimento di corsi basati sulla cultura e sullo sport, ha fatto in modo di invogliare i giovani a dedicarsi alla scuola e, con la costruzione di un centro educativo specializzato, sta offrendo la possibilità agli adulti privi di diploma, di riprendere gli studi sia per migliorarsi che per rientrare nel mondo lavorativo.

Ricette coraggiose eppure non così difficili, a volerle applicare. La vicenda di Grigny dimostra che, anche in mezzo ai vincoli dei trattati europei e delle leggi di bilancio, fare qualcosa di buono a livello municipale è possibile con la giusta determinazione. Una ricetta che evidentemente ha convinto i cittadini: nel marzo 2020 ha Grigny si sono tenute le elezioni comunali e Philippe Rio è stato riconfermato sindaco con il 50,33% dei voti al primo turno, la maggioranza assoluta.

[di Eugenia Greco]

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