martedì 13 Maggio 2025
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Val di Susa: nella notte è stato attaccato il cantiere della Tav

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Lontano dall’attenzione dei media, la campagna del popolo valsusino contro la linea continua ad andare avanti. Questa notte, per la terza notte consecutiva, gruppi di manifestanti contrari all’opera hanno attaccato il cantiere, cercando di tagliare le reti del perimetro e lanciando petardi contro le forze dell’ordine che pattugliano i lavori. La polizia ha risposto con i lacrimogeni.

La conferenza stampa di Draghi è piena di fake news

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Durante la giornata di giovedì si è tenuta la conferenza stampa con cui il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha illustrato il contenuto del nuovo decreto Covid: esso, come è ormai noto, prevede l’estensione del Green pass, che dal 6 agosto sarà obbligatorio per poter accedere a diversi eventi ed attività. A catturare l’attenzione mediatica, però, sono state in particolare le affermazioni del premier nei confronti dei vaccini e delle conseguenze a cui vanno incontro i soggetti che non si sottopongono al siero, che stando ai dati ed alle evidenze scientifiche si basano su principi che al momento non sono stati in alcun modo accertati: per dirla in maniera più esplicita, si tratta di vere e proprie fake news.

Innanzitutto, durante la conferenza un giornalista ha chiesto a Draghi di pronunciarsi sulla posizione espressa dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, il quale nei giorni precedenti aveva affermato che il vaccino non fosse necessario per i giovani. Ed a tal proposito il premier ha dichiarato:« L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore». Ma a prescindere dal fatto che Draghi non abbia specificato se con il termine “ammalarsi” si riferisse alla semplice positività dell’individuo al virus o, viceversa, allo sviluppo della malattia, entrambi i concetti costituiscono delle fake news. Infatti, per ciò che concerne la prima ipotesi va detto che, seppur ovviamente chi non si vaccina possa contagiarsi, ciò non significa che i non vaccinati non abbiano alcuna possibilità di non infettarsi, cosa che invece emerge dalle parole del Presidente del Consiglio.

Prova ne è il fatto che, se così fosse, gran parte degli italiani dovrebbe aver contratto il virus dall’inizio della pandemia, dato che nel 2020 in Italia nessuno si era sottoposto alla vaccinazione completa. Invece, sono 4,31 milioni i casi totali registrati da quando l’emergenza sanitaria è cominciata, il che non significa affatto che il non essere vaccinato sia sinonimo di una sicura infezione, avendo l’Italia 60,36 milioni di abitanti. In pratica, dall’inizio della pandemia poco più del 7% della popolazione è risultata positiva. Inoltre, non si può nemmeno d’altro canto far passare come appurato il fatto che i vaccinati non si contagino, anzi, le esperienze di altri paesi rappresentano un campanello d’allarme riguardo la possibilità che anche chi si è sottoposto al siero possa risultare positivo. In tal senso, nel Regno Unito nell’ultimo periodo il numero di casi è aumentato notevolmente: sono decine di migliaia i contagi giornalieri, nonostante più della metà della popolazione abbia completato il ciclo di vaccinazione.

Venendo alla seconda ipotesi invece, ossia che con la parola “ammalarsi” Draghi si volesse riferire al fatto che chi non si è sottoposto al siero svilupperà i sintomi, basterà semplicemente ricordare che solo una parte delle persone trovate positive risulta essere sintomatica, cosa di cui ormai chiunque è a conoscenza. Inoltre, per quanto riguarda la possibilità di morire (che dalle parole del premier appare molto elevata), va detto che sono 128.000 coloro che hanno perso la vita dall’inizio dell’emergenza sanitaria: ovviamente si tratta di un numero considerevole, ma se paragonato a quello sopracitato dei contagiati (4,31 mln) ci si accorge chiaramente di come l’affermazione secondo cui chi si ammala sia destinato a morire o a far morire gli altri non sia assolutamente veritiera.

Ciò è confermato anche da un report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), dal quale si apprende che tra i casi confermati diagnosticati fino ad ottobre 2020 la percentuale di decessi standardizzata per sesso ed età è stata complessivamente del 4,3%. Va precisato, però, come la percentuale sia stata del 6,6% nella prima fase (febbraio-maggio), «durante la quale l’accessibilità rallentata ai test diagnostici e la diversa distribuzione geografica dei casi potrebbero aver fornito un dato distorto». Nella seconda fase (giugno-settembre), invece, è stata dell’1,5%, mentre ad ottobre del 2,4%. Importante, poi, ricordare come in quel periodo la campagna di vaccinazione non fosse ancora iniziata, il che rappresenta un’ulteriore riprova del fatto che le dichiarazioni di Draghi sul nesso intercorrente tra individui non vaccinati e decessi siano quantomeno fuorvianti. Inoltre un’altra analisi dell’Iss, pur rappresentando esclusivamente le morti di soggetti che hanno avuto il bisogno di essere ricoverati, mostra che solo il 3% degli individui rientranti nel campione studiato non presentava patologie preesistenti, mentre l’11,6% aveva 1 patologia, il 18,4% soffriva di 2 patologie ed il 67% presentava 3 o più patologie.

Detto questo, anche l’assunto secondo cui chi non si sottopone al siero diffonda il virus, sottintendendo così che i vaccinati non possano contagiare gli altri, non si basa su solide evidenze scientifiche. In tal senso, seppur vi siano alcuni studi dai quali emerge che le persone vaccinate tendono ad avere una carica virale inferiore, motivo per cui si ritiene probabile che esse siano meno contagiose di coloro a cui non è stato somministrato il siero, ciò non significa assolutamente che tutti i vaccinati non possano trasmettere il virus. Anzi, in Israele da alcuni dati comunicati dal Ministero della Salute è emerso che, in seguito alla circolazione della variante Delta, l’efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire la diffusione del virus è scesa al 64%. Ed a conferma di ciò ultimamente i casi nel Paese sono in aumento nonostante il 58% della popolazione abbia completato il ciclo di vaccinazione.

Infine, se si considera che questa teoria sostenuta da Draghi sia alla base dell’estensione del Green pass, è ovvio che emergano dubbi anche sull’utilità di tale strumento. Lo stesso Presidente del Consiglio, infatti, ha specificato che esso serve a garantire ai cittadini di «ritrovarsi tra persone non contagiose».

[di Raffaele De Luca]

Succede o avviene? Il tempo e l’arte

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Succede. Nel significato corrente vuol dire “accade” o, con sfumature concessive, “può capitare”. Ma c’è qualcosa di banale, di ipocrita, di fatale in tutto questo. Succedere vuol anche dire “venire dopo”. Così si possono fronteggiare con lo stesso termine eventi come uno spiacevole incidente, che può appunto succedere, oppure il subentrare dell’erede dinastico alla morte del re o della regina. Il succedere, allora, equivale a prendere il potere, un potere lineare, prevedibile. Il succedere è comunque sempre ovvio, falsamente naturale, inevitabile.

Avviene. Anche questa parola ha le sue ambiguità. Ciò che avviene è legato al presente immediato, al presentarsi di qualche evento, di grande o scarsa importanza ma con una sua durata, richiede partecipazione emotiva. Ma “avvenire” è anche il dominio del futuro, di ciò che deve ancora verificarsi. “Venturus”, dicevano i latini, in riferimento a qualcosa che potrà avere esito più o meno favorevole. E “ventura” è di conseguenza la fortuna, ciò che augurabilmente dovrà avere luogo.

L’accadere, a sua volta, “cade”, come una stella, come un evento obliquo, qualcosa che precipita nel divenire, sta dunque in un presente gravido di tempi futuri, di cause e di effetti. Ricorda il clinamen di Lucrezio, l’influenza astrale, provvidenziale, incommensurabile.

Il tempo insomma non può essere detto con riferimenti assoluti: contiene nelle sue denominazioni, nelle sue espressioni e rappresentazioni qualcosa di relativo, di contingente, ma non soltanto. Il tempo è il dominio del polimorfico, della densità, della pluralità. “Tempus” in latino deriva dal greco “temno”, taglio. Tempo è pertanto il frutto di una divisione, di una o più soluzioni di continuità. E’ scansione, musica, sezione, misura.

Il tempo cambia di prospettiva se lo incrociamo con l’arte. Tu, arte, tu, tempo, “che sei da decifrare” (Paul Celan), “la memoria del tempo/ è piena di spade e di navi/ e di polvere di imperi/ e di rumore di esametri” (Jorge Luis Borges), “lunga specie del tempo, o la ventura/ portava certe sature memorie…/ e tu mungevi/ dalle stelle il sapere degli antichi” (Alda Merini).

L’affermarsi della scienza attraverso le tecniche ha affidato tragicamente il tempo all’idea di progresso, ai meccanismi di estrapolazione, di previsione, andando inevitabilmente a scommettere su quello che succederà, caricando di responsabilità chi c’è stato prima.

Lo stesso relativismo classico è stato esautorato: non si crede più che i medesimi fatti od oggetti vadano considerati da più punti di vista, per superare l’opacità del reale. Ma ci si affida ad anticipazioni avventurose, a molteplici ipotesi affrettate messe subito in rete, sminuendo ogni paziente capacità analitica. Così il potere è sempre di più potere di previsione, e conseguentemente di controllo, di anticipazione, di condizionamento.

La realtà è statistica, la politica diventa inutile se il possibile è offuscato. L’arte invece è figlia dei tempi arcaici, dove l’accadere era lo stupore del presente, lo sbocciare prima del raccogliere, il sognare prima del destarsi, l’ascoltare senza musicanti, il guardare senza illusioni. L’arte non è soltanto l’esercizio di uno speciale sapere, ma è ispirazione, l’arte è ancora una politica possibile. Succede/avviene: il tempo e l’arte

[di Gian Paolo Caprettini – semiologo, critico televisivo, accademico]

Oggi manifestazioni in più di 80 città italiane contro il Green Pass

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Il prologo è stato due giorni fa a Torino, quando migliaia di persone si sono riunite in piazza Castello. Oggi la replica in quasi tutta Italia: 83 le città contate attraverso gli appuntamenti lanciati principalmente attraverso pagine sui social e sulla chat Telegram, dove i cittadini si sono dati appuntamento per protestare contro l’introduzione del passaporto sanitario e contro l’obbligo vaccinale paventato per nuove categorie di lavoratori. Di seguito una lista più esauriente possibile delle manifestazioni previste per oggi 24 luglio.

Abruzzo: Pescara (piazza della Rinascita, 17:30)

Calabria: Cosenza (piazza Bilotti, 17:30), Reggio Calabria (piazza Italia, 17:30).

Campania: Caserta (piazza Carlo di Borbone, 17:30), Napoli (piazza Dante, 17:30), Salerno (piazza Portanuova, 17:30).

Emilia-Romagna: Bologna (piazza Maggiore, 17:30) Rimini (piazza Tre Martiri, 17:30), Cesenatico (piazza Andrea Costa, 17:30), Ferrara (piazza Castello, 17:30), Modena (piazza Grande, 17:30), Piacenza (piazza Cavalli, 17:30) Reggio Emilia (piazza della Vittoria, 17:30), Forlì (piazzale della Vittoria, 17:30), Parma (piazza Garibaldi, 17:30).

Friuli Venezia Giulia: Pordenone (piazza XX Settembre, 17:30). Trieste (piazza Unità d’Italia, 17:30), Udine (piazza della Libertà, 17:30).

Lazio: Roma (piazza del Popolo, 17:30), Ostia (viale Mediterraneo, 15:00), Viterbo (piazza del Plebiscito, 17:30).

Liguria: Genova (piazza De Ferrari, 17:30), Sanremo (piazza Colombo, 17:30), Savona (piazza Sisto IV, 17:30).

Lombardia: Bergamo (davanti la Procura, 17:30), Brescia (piazza della Vittoria, 17:30), Busto Arsizio (piazza San Giovanni, 17:30), Voghera (piazza Meardi, 17:00), Milano (piazza Fontana, 17:30), Lodi (piazza della Vittoria, 17:30), Monza (piazza Trento, 17:30), Como (piazza Cavour, 17:30), Lecco (piazza Cermenati, 17:30), Varese (piazza Monte Grappa, 17:30).

Marche: Ancona (piazza Cavour, 17:30), Ascoli (piazza del Popolo, 17:30), Macerata (piazza della Libertà, 17:30), Pesaro (piazza del Popolo, 17:30).

Molise: Campobasso (P.zza Vittorio Emanuele, 17:30)

Piemonte: Alessandria (piazza della Libertà, 17:30), Biella (piazza Martiri della Libertà, 17:00), Nizza Monferrato (Piazza Garibaldi, 17:30), Novara (piazza Puccini, 17:30), Saluzzo (piazza Cavour, 17:30), Torino (piazza Castello, 17:30), Vercelli (piazza Cavour, 17:30).

Puglia: Bari (piazza Ferrarese, 17:30), Foggia (piazza Giordano, 17:30), Lecce (piazza Sant’Oronzo, 17:30), Taranto (piazza Garibaldi, 17:30).

Sardegna: Cagliari (piazza Garibaldi, 18:00), Sassari (piazza d’Italia, 17:30).

Sicilia: Catania (piazza Duomo, 17:30), Messina (piazza Duomo, 17:30), Palermo (piazza Castelnuovo, 17:30), Ragusa (piazza Libertà, 17:30), Trapani (piazza Vittorio Veneto, 17:30).

Toscana: Arezzo (piazza Sant’Agostino, 17:30), Firenze (piazza della Signoria, 17:30), Livorno (piazza del Municipio, 17:30), Lucca (piazza Napoleone, 17:30), Massa (piazza Aranci, 17:30), Piombino (piazza Verdi, 17:30), Prato (piazza Duomo, 17:30).

Trentino Alto Adige: Bolzano (piazza Walther, 17:30), Trento (piazza Dante, 17:30).

Umbria: Perugia (piazza IV Novembre, 17:30), Foligno (piazza della Repubblica, 17:30).

Valle d’Aosta: Aosta (piazza Chanoux, 17:30).

Veneto: Bassano del Grappa (piazza Libertà, 17:30), Castelfranco Veneto (piazza Giorgione, 17:30), Mestre (piazza Ferretto, 17:30), Montebellina (piazza del Municipio, 17:30), Padova (piazza Duomo, 17:30), Treviso (piazza della Signoria, 17:30), Venezia (campo San Geremia, 17:30), Verona (piazza Bra, 17:30), Vicenza (piazza dei Signori, 17:30).

Filippine: terremoto di magnitudo 6.7

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Un terremoto di magnitudo 6.7 si è verificato nelle Filippine, a sud di Manila. Lo si apprende dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che ha registrato la scossa intorno alle 22:49 di ieri. Sulla base dei dati diffusi anche dalla stampa locale, essa ha avuto epicentro nella città di Calatagan, situata nella provincia di Batangas, ad una profondità di 140 km. Inoltre, a tale scossa ha fatto seguito pochi minuti dopo un altro terremoto di magnitudo 5.8 nella stessa regione. Ad ogni modo, però, le autorità hanno fatto sapere di non aspettarsi danni.

G20, a Napoli in migliaia manifestano per clima e ambiente

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Migliaia di manifestanti si sono riversati ieri nelle strade di Napoli dando vita ad una mobilitazione ecologista contro i vertici del G20. Nella stessa giornata, infatti, i ministri dell’ambiente delle 20 maggiori economie al mondo si sono riuniti proprio nella città partenopea. Con l’occasione, gruppi di attivisti uniti nella coalizione “Bees Against G20” hanno così messo in campo proteste e azioni finalizzate a criticare le troppe contraddizioni emerse con le recenti politiche ambientali. Verso le nove del mattino, ad esempio, è stato occupato l’ingresso dell’Autorità Portuale per denunciare la presenza di aziende che hanno sversato scarichi inquinanti e di navi da crociera che affollano l’area del golfo. Un’ora dopo è stato bloccato l’accesso ad una raffineria della Q8 nel quartiere San Giovanni. Tra depositi e altri impianti, la multinazionale italiana ha infatti impattato gravemente la città ed ora avrebbe in progetto di costruire un gassificatore di LNG (Liquid Natural Gas). «Non si può pensare di puntare ancora su fonti fossili come il gas nel 2021. Mentre i G20 parlano di ambiente ed energia – denunciano gli attivisti – la realtà di Napoli non ha nulla a che vedere con alcuna transizione ecologica, anzi».

Dopo vari impedimenti alterni alla mobilità al grido di «we are unstoppable, another world is possible», la protesta si è spostata nelle vie del centro storico. Qui, le organizzazioni Exctintion Rebellion, Animal Save e il gruppo locale di Greenpeace, hanno dato vita ad un’azione teatrale che ha inscenato le tipiche personalità capitalistiche atte a comprare la qualunque con il denaro bistrattando un povero Pulcinella. La maschera simbolo della Campania è divenuta così l’emblema di una terra maltrattata per la quale, come tante altre, le belle parole pronunciate al G20 risuonano esclusivamente come un’offesa. «È una vera e propria provocazione nei confronti di un territorio così fortemente provato da inquinamento e sversamento di rifiuti e sostanze nocive. Proprio a Napoli si ritrovano i ministri dei paesi più potenti – ha commentato un manifestante – i quali anziché agire per risolvere le problematiche ambientali che viviamo, ogni volta prendono solo provvedimenti inconsistenti e riempiono i documenti di vuote chiacchiere».

Dai negoziati è infatti emerso un pacchetto costituito da 25 articoli e 10 linee di intervento contenente temi come ‘soluzioni naturali per il clima’, ‘contrasto al degrado del suolo’ e ‘sicurezza alimentare’. Ma anche ‘uso sostenibile delle risorse idriche’, ‘tutela degli oceani’, ‘economia circolare’ e ‘finanza verde’. Nel complesso un insieme organico e ben delineato di ambiziose proposte a favore dell’ambiente. Tutto molto propositivo se non fosse che, per l’appunto, è destinato a restare niente di più che un aggregato di idee. Nella totale assenza di un chiaro piano politico è infatti improbabile che il vertice produca impegni finanziari vincolanti. Nel mentre, il nostro ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha definito il documento «perfettamente in linea con la visione del nostro Pnrr». Esattamente. Lo stesso Piano di ripresa che, tra gas naturale e idrogeno da idrocarburi, gioca a favore dei giganti del petrolio allontanando, di nuovo, una vera conversione alla sostenibilità.

[di Simone Valeri]

Mosca ha collaudato “Runet”: l’internet sovrano capace di staccarsi dalla rete globale

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Il Cremlino ha annunciato di aver messo alla prova quei sistemi di sicurezza che consentirebbero al Paese di staccarsi in qualsiasi momento dalla Rete internettiana globale per appoggiarsi a un sistema indipendente noto ufficiosamente come “Runet”.

Le principali aziende di telecomunicazione del Paese e la Roskomnadzor hanno testato le possibilità delle infrastrutture tra il 15 giugno al 15 luglio e, sebbene i risultati ufficiali saranno resi noti solamente ad agosto, le prime indiscrezioni indicano il raggiungimento di traguardi encomiabili. Almeno sul piano tecnico.

Molti attivisti temono infatti che Mosca possa abusare di un simile potere per mettere a tacere qualsiasi voce dissonante, andando di fatto a rendere il web un monopolio di Stato. Un panorama per nulla dissimile al cosiddetto Great Firewall cinese, ma nel quale le redini del controllo sarebbero saldamente strette dalle mani di Vladimir Putin.

Nonostante le pur lecite preoccupazioni, la Russia sembra ancora lontana dal voler imporre un taglio tanto drastico e le manovre in questione mirano più che altro a soddisfare una serie di leggi introdotte alla fine del 2019 famose con l’epiteto altamente retorico di “sovranità su internet”, leggi che impongono dei test da eseguirsi annualmente.

Questo pacchetto di norme mette in campo un vero e proprio piano di difesa con il quale la nazione si garantirebbe la sopravvivenza del web anche qualora non potesse più fare affidamento al DNS, impianto cardine della Rete che è in mano a USA, Europa e Giappone.

La soluzione è esente da potenziali abusi? Ovviamente no, tuttavia alcuni dei più recenti attacchi ransomware ci hanno dimostrato brutalmente come le nazioni di tutto il mondo siano ormai dipendenti dalla connettività digitale e il Cremlino vuole porre rimedio ad alcune vulnerabilità che la renderebbero facile vittima dei suoi avversari.

«Viviamo in un’epoca nella quale molte nazioni fanno leva su policy sanzionatorie e restrittive. Gli strumenti delle politiche in questione sono assolutamente imprevedibili e, pertanto, si rende necessario prepararsi per qualsiasi evenienza» ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce presidenziale.

[di Walter Ferri]

Maltempo e frane in India: almeno 36 morti

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In India, almeno 36 persone hanno perso la vita e decine sono al momento disperse: è questo il primo bilancio delle frane verificatesi nell’Ovest del Paese a causa delle piogge torrenziali. Nello specifico, si tratta di tre frane avvenute nel distretto di Raigad, situato nello Stato di Maharashtra. Inoltre, migliaia di persone risultano attualmente bloccate a causa dei disagi provocati dalle frane.

Francia: carcere per chi entra al bar senza green pass (e altre strane decisioni)

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In Francia, il disegno di legge avente ad oggetto la tanto discussa estensione del pass sanitario e la vaccinazione obbligatoria per alcune categorie di lavoratori, è stato approvato dall’Assemblea nazionale questa mattina, motivo per cui ora il Senato dovrà esaminare esaminare il testo. Prima della sua adozione, però, il ramo del parlamento francese ha dovuto prendere in considerazione quasi 1000 emendamenti presentati dai deputati, ed il modo in cui si è pronunciato nei confronti di alcuni di loro risulta essere alquanto enigmatico.

In tal senso, innanzitutto va menzionato l’emendamento approvato giovedì e proposto dal deputato Christophe Blanchet del gruppo Movimento democratico, che prevede ulteriori sanzioni per l’utilizzo non corretto del green pass. Nello specifico, i clienti di bar e ristoranti che non registreranno la loro presenza nel locale, utilizzando il codice QR digitale o il “libro di promemoria cartaceo”, rischieranno una sanzione equivalente a quella prevista per la messa in pericolo altrui, ovvero un anno di reclusione e 15.000 euro di multa. Blanchet ha ricordato a tal proposito che «il pass sanitario è composto da due passaggi: mostro il mio codice QR alla persona nello stabilimento e poi scansiono il QR dello stabilimento per confermare che sono lì» ed ha affermato che le sanzioni imposte dall’emendamento serviranno a «responsabilizzare maggiormente i clienti dei negozi dove è obbligatorio il pass sanitario», sottolineando l’ingiustizia determinata dal fatto che le sanzioni vi fossero solo per le aziende. Infatti, una multa di 45.000 euro e la chiusura amministrativa erano già state imposte agli stabilimenti che non rispettano il protocollo sanitario.

Tra gli emendamenti bocciati molti sottolineano il carattere ultra-restrittitivo del green pass alla francese. In tal senso, è stata bocciata la proposta che prevedeva di non applicare l’obbligo di munirsi del lasciapassare sanitario per le attività all’esterno, in quanto «la stragrande maggioranza dei paesi europei non richiede un pass per le attività all’aperto, ad eccezione dei grandi eventi a cui partecipano diverse centinaia di persone» e inoltre «il rischio di trasmissione del virus all’esterno è molto basso, come ha potuto confermare l’Alta Autorità per la Sanità Pubblica». Ma nonostante tutto ciò l’emendamento è stato respinto.

C’è poi la modifica proposta dalla deputata Emmanuel Menard, la cui richiesta era quella di abolire il green pass nel momento in cui «la circolazione del virus non dovesse più rappresentare un pericolo così grave da legittimarne l’applicazione». Una disposizione a cui apparentemente chiunque dovrebbe essere favorevole, che però non è stata approvata dall’Assemblea, facendo emergere non pochi sospetti sul fatto che l’uso della tessera sanitaria non sarà limitato esclusivamente allo specifico periodo pandemico. Un dubbio confermato dal fatto che un altro emendamento, dal contenuto simile, non ha trovato la maggioranza. Questo prevedeva infatti di «dare al Governo la possibilità di ridurre l’elenco degli esercizi interessati dall’obbligo del tesserino sanitario in caso di sviluppi positivi della situazione».

Infine, ad essere bocciato è stato anche l’emendamento che prevedeva semplicemente di non minacciare di licenziamento «le persone con una controindicazione medica ai vaccini disponibili», ritenendo fondamentale il non applicare sanzioni nei confronti dei cittadini che «non possono essere vaccinati».

[di Raffaele De Luca]

Le potenze alla sfida del computer quantistico, in palio l’egemonia tecnologica mondiale

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Machine learning, intelligenza artificiale, razzi nucleari, riconoscimento facciale: i campi di battaglia tecnologici su cui si stanno sfidando Governi e aziende di tutto il mondo sono ormai molteplici, tuttavia uno dei rami più importanti del settore viene spesso relegato alle retrovie della conversazione pubblica.

Stiamo parlando dei computer quantistici, strumenti la cui presenza è attualmente confinata ai laboratori di ricerca, ma il cui consolidamento potrebbe stravolgere l’equilibrio globale per come lo conosciamo oggigiorno. Per comprendere la portata di un simile balzo tecnico – il cosiddetto “quantum leap” – bisogna comprendere che i computer attualmente in circolazione siano limitati da una programmazione in codice binario che i sistemi quantistici surclasseranno in maniera esponenziale. Equazioni che un supercomputer odierno risolverebbe in centinaia di anni verranno risolte in pochi secondi.

Questi strumenti potrebbero essere presenti negli uffici di aziende e istituzioni già a partire dal 2030 ed è chiaro che le conseguenze sulla medicina, sulle ricerche scientifiche, sui sistemi di comunicazione potrebbero essere epocali. Altrettanto chiaro è il come una simile risorsa possa anche rappresentare un’insidia su scala globale, definendo l’egemonia economica del futuro.

«Le conseguenze del padroneggiare la tecnologia quantistica, pur non essendo visivamente d’impatto come un’esplosione a fungo, non sono meno significative di quelle in cui sono incappati quegli scienziati che hanno acceso i cieli del New Mexico con la detonazione effettuata al sito di Trinity», aveva dichiarato senza mezzi termini nel 2017 Will Hurd, l’allora presidente della sottocommissione congressionale statunitense dedicata alla tecnologia informatica.

Una lettura drammatica della ricerca, ma tutt’altro che lontana dalla verosimiglianza. I computer quantistici e le Reti che li connetteranno sono ancora in uno stato embrionale, tuttavia le loro spiccate potenzialità potranno un giorno decifrare in pochi attimi qualsiasi sistema di codifica e difesa digitale. Volendo andare ancora più lontano, ci si potrebbe aspettare che il loro potere di calcolo andrà a impattare anche la genesi delle criptovalute e i già inquietanti meccanismi di sorveglianza automatizzata.

Governi di tutto il mondo stanno dunque iniziando a pensare a inediti sistemi di sicurezza che possano resistere ai contraccolpi endemici di un simile strumento e, nel frattempo, spingono per ergersi ad avanguardia del settore. Tra tutti, si sta facendo notare la Cina, la quale ha ultimamente messo in mostra il suo potentissimo Zu Chongzhi, frutto di un investimento di 10 miliardi di dollari.

L’apparecchio ha superato i già ragguardevoli traguardi raggiunti da Google e IBM, mentre, nel frattempo, il Governo USA ha stanziato 1,2 miliardi di dollari per il National Quantum Initiative Act. Un finanziamento a cui, peraltro, vanno affiancati i fondi messi a disposizione ad esercito e aeronautica a stelle e strisce per dominare con i computer quantistici lo spazio.

L’Europa riesce nel frattempo a tenere il ritmo delle altre potenze giocando tutto sulla collaborazione. Lo scorso marzo, sette Paesi Membri dell’UE si sono impegnati a discutere un sistema di comunicazione quantistico che possa consolidare un network “ultra-sicuro”, mentre il progetto Scale-Up Europe proposto dal Presidente francese, Emmanuel Macron, potrebbe dar vita a una miriade di nuove start-up assetate di successo.

[di Walter Ferri]