sabato 7 Dicembre 2024

Le proteste contro il turismo si diffondono in tutta Italia (e ottengono i primi risultati)

Le proteste contro il turismo di massa stanno ormai raggiungendo tutto il Paese. A Milano, da mesi i cittadini hanno creato una mappatura dal basso delle keybox, le scatole contenenti le chiavi degli appartamenti dedicati ai turisti, marcandole con adesivi lilla e gialli. A Napoli, due mesi fa è stato organizzato un presidio contro il numero eccessivo di case destinate agli affitti brevi, e recentemente si sono mobilitate anche Roma, Firenze e Bologna. Da nord a sud, insomma, le proteste contro il turismo di massa stanno crescendo sempre di più, mentre nel frattempo arrivano i primi risultati: a Firenze, la sindaca, Sara Funaro, ha annunciato che nel 2025 entrerà in vigore il divieto di installare le cassette portachiavi fuori dalle case per turisti, e anche il Comune di Milano ha dichiarato che verranno rimossi i lock-box dallo spazio pubblico urbano.

Il movimento contro il fenomeno dell’overtourism in Italia è sempre più ampio e coeso. Ormai ha raggiunto gran parte delle maggiori città del Belpaese, diffondendosi da nord a sud tra cortei e atti di sabotaggio. Oggetto principale del boicottaggio turistico sono le cosiddette keybox (anche dette lockbox, o smartlock), piccole scatole chiuse contenenti le chiavi di un appartamento, sbloccabili unicamente attraverso un codice di verifica fornito dal proprietario dell’alloggio. Negli ultimi mesi, questo genere di “lucchetto intelligente” ha iniziato a comparire in grandi quantità in tutte le maggiori destinazioni turistiche del Paese, venendo affisso fuori dalle case o nelle aree a esse circostanti; a Roma, addirittura, ne sono stati messi alcuni sopra i pali della segnaletica stradale.

Tra chi si limita a segnalare i lucchetti con adesivi, come a Milano e a Firenze, e chi li rimuove con le tronchesi, come a Roma e a Bologna, il sabotaggio dei lockbox sembra ormai diventare strutturale. Gli attivisti cittadini, tuttavia, non si limitano a colpire gli smartlock, ma si stanno mobilitando anche attraverso cortei e altre azioni dimostrative. A Napoli, due mesi fa, un gruppo di attivisti mascherati ha affisso manifesti sulle serrande di un’edicola dismessa come segno di protesta contro i troppi b&b in città, lanciando una campagna di mobilitazione cittadina. Nello stesso periodo, a Bologna, i cittadini hanno bloccato un autobus per turisti «per denunciare la turistificazione e le contraddizioni dello sviluppo» della città. A Roma, al posto degli smartlock, sono comparsi dei cappelli di Robin Hood, per costruire un «Giubileo dei poveri» con cui soppiantare il «Giubileo dei ricchi», iniziativa poi ripresa anche a Bologna, «perché non diventi solo una città per ricchi». A Milano, invece, lo scorso sabato il comitato dei Navigli, lo stesso che ha promosso la mappatura dei lucchetti intelligenti, ha organizzato un corteo per ricordare a tutti che «questa città non è un albergo».

Mentre le proteste crescono e giungono in tutta Italia, la lotta all’overtourism inizia a ottenere i primi risultati. A Firenze, la sindaca, Sara Funaro, ha presentato un piano di dieci punti per contrastare il turismo di massa nel centro della città: questo prevede misure che vanno dal divieto di utilizzo delle keybox in area Unesco, alla limitazione dei veicoli atipici, fino al divieto di utilizzo di amplificatori e altoparlanti. Nella stessa Firenze, come a Genova e a Bologna, sono stati introdotti regolamenti per limitare le affittanze brevi. A Milano, invece, come nel capoluogo toscano, verrà vietata l’installazione di lucchetti intelligenti nello spazio pubblico urbano; una prima piccola vittoria, che però gli attivisti intendono fare seguire ad altre: «Ora, come Chiediamo Casa, ci aspettiamo di andare avanti nei lavori sul tema degli affitti brevi attraverso la sperimentazione di una normativa locale che sappia immaginare, come già avvenuto nei comuni di Firenze, Genova e Bologna, l’approvazione di provvedimenti innovativi che mettano dei limiti all’esplosione degli alloggi turistici», hanno rivendicato gli attivisti.

[di Dario Lucisano]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria