giovedì 12 Dicembre 2024

Maltrattamenti e brutali uccisioni di polli in un allevamento per Lidl Italia

Nuove immagini scioccanti mostrano le violenze e i maltrattamenti subiti dai polli all’interno di un allevamento di un fornitore di Lidl Italia. A diffondere le riprese, girate in uno stabilimento dell’Emilia-Romagna, è stata l’associazione Essere Animali, da sempre impegnata nella battaglia contro la pratica degli allevamenti intensivi. Nello specifico, i video mostrano gli animali essere brutalmente uccisi dagli operatori, schiacciati dai trattori e scaraventati a terra o nelle gabbie, dove rimangono agonizzanti in attesa della fine. È solo l’ultima delle inchieste che l’associazione ha condotto negli ultimi anni sulla gestione dei polli allevati per uso alimentare negli stabilimenti della filiera Lidl, che continua a mostrare forti criticità.

La nuova inchiesta di Essere Animali ha documentato polli che subiscono maltrattamenti nel corso di tutte le fasi della loro vita, dallo scarico dei pulcini appena arrivati in allevamento, che vengono scaraventati da un’altezza spesso superiore al metro, fino al carico per il macello. Come dimostrato dalle riprese, gli operatori – costretti a lavorare in velocità e senza alcuna cura per gli animali – lanciano violentemente i polli, in totale spregio delle corrette procedure. Inoltre, i polli scartati in quanto malati o non abbastanza sviluppati vengono presi per la testa e fatti roteare per essere uccisi, sebbene le modalità di abbattimento delineate dalla Commissione Europea prevedano che essi siano sostenuti per le zampe con una mano, mentre con l’altra gli si tira il collo. Peraltro, l’inchiesta dell’associazione ha svelato che, in diversi casi, i polli scartati a fine ciclo sono lanciati ancora vivi e coscienti nel cassonetto insieme a quelli già morti. In ultimo, nei video si vede un operatore dell’allevamento alla guida di un trattore che schiaccia con le ruote alcuni polli giovani. Da due anni, insieme ad altre organizzazioni, Essere Animali è in prima linea nella campagna internazionale #LidlChickenScandal per chiedere al colosso tedesco di mettere in atto azioni concrete al fine di migliorare le condizioni dei polli di allevamento nella sua filiera.

Già nel 2022, Essere Animali aveva svolto un’inchiesta in due allevamenti intensivi del nord Italia appartenenti ad un fornitore della Lidl che aveva fatto emergere risultati inquietanti, testimoniando la sofferenza a cui sono destinati i polli d’allevamento. Le riprese avevano documentato deformazioni ossee provocate dalla crescita rapida cui i polli sono sottoposti, disturbi neurologici dovuti a infezioni o carenza di vitamine, bruciature sul petto dovute allo sfregamento con la lettiera piena di ammoniaca per le deiezioni, nonché le morti degli animali dovute alle condizioni di allevamento estreme, ai maltrattamenti e agli abbattimenti cruenti effettuati dagli operatori. Indagini sotto copertura di questo tipo, che hanno documentato le sistematiche crudeltà sui polli di allevamento, sono state condotte negli ultimi anni anche in altri Paesi europei. L’ondata di indignazione è stata talmente uniforme da condurre all’organizzazione di una forte azione di protesta contro la Lidl che, nella settimana dal 30 ottobre al 5 novembre del 2023, ha riunito migliaia di attivisti in Italia, Regno Unito, Germania, Portogallo, Austria, Polonia e Svezia. Lo scorso febbraio, poi, una nuova indagine di Essere Animali ha attestato che il 90% dei petti di pollo venduti sugli scaffali dei supermercati Lidl è affetto da white striping, malattia indice dello scarso benessere degli animali, che colpisce tra il 50 e il 90% dei polli appartenenti a razze a crescita rapida, largamente utilizzati negli allevamenti intensivi.

[di Stefano Baudino]

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