sabato 27 Aprile 2024

Il presidente Macron, di fatto, sta cercando alleati per l’escalation contro la Russia

Dopo le recenti dichiarazioni inizialmente mal digerite dagli alleati europei, il presidente francese Emmanuel Macron ha rilanciato la discussione sull’eventuale invio di truppe e munizioni d’eccezione in Ucraina, pur sempre senza «prendere mai l’iniziativa». Risulta ancora incerto cosa si celi dietro queste dichiarazioni apparentemente antitetiche, ma, al contrario, l’intenzione di tenere alta l’attenzione sul tema risulta alquanto evidente. Questa aleggiata minaccia di escalation che Macron smentisce continuamente a parole non viene confermata solo dagli sforzi comunicativi del Presidente della Repubblica francese, ma anche e soprattutto dalle iniziative internazionali che sta ultimamente portando avanti. È il caso del vertice a tre tenutosi a Berlino assieme alla Polonia, che ha rilanciato la vecchia iniziativa del “Triangolo di Weimar”, la quale non vedeva i tre leader dei rispettivi Paesi riunirsi da oltre 10 anni. Lungi dall’avanzare il tentativo di instaurare un canale di risoluzione diplomatica, sul tavolo di Weimar è finito anche il dibattutissimo argomento della fornitura di missili a lungo raggio a Kiev, da sempre vista come una delle possibili cause di escalation, e suggerendo dunque un papabile allargamento della guerra.

Il Triangolo di Weimar si è tenuto a Berlino nella giornata di venerdì 15 marzo. In quest’occasione i tre vertici europei di Francia (appunto, Emmanuel Macron), Germania (il cancelliere Olaf Scholz) e Polonia (il Primo Ministro europeista Donald Tusk) hanno discusso del conflitto in corso in Ucraina e di come contribuire in maniera più incisiva alla buona riuscita della campagna militare. Da quanto si apprende dalle dichiarazioni del cancelliere tedesco Scholz, la Germania avrebbe in programma di tenere un incontro con una coalizione degli alleati dell’Ucraina sul tema delle armi a lungo raggio, spesso finito al centro del dibattito sulla guerra. Proprio sulla questione dei missili a lungo raggio, il Bundestag, il Parlamento federale tedesco, si era espresso il giorno precedente, votando contro l’invio di armamenti Taurus a Kiev. La Germania, Scholz compreso, si oppone infatti da tempo contro l’invio di missili Taurus all’Ucraina, tanto per la difficoltà nella formazione del personale adibito al loro utilizzo quanto perché l’eventuale invio viene concepito come un coinvolgimento troppo diretto, e dunque come fonte di possibile escalation militare. I Taurus, infatti, eccellenza bellica tedesca, sono missili ad ampia gittata dall’enorme potenziale, che nelle mani di Kiev potrebbero costituire un’autentica minaccia per Mosca, che rischierebbe di venire attaccata direttamente. Non è ancora chiaro se Scholz con “missili a lunga gittata” intendesse proprio i Taurus, ma se tale ipotesi dovesse realizzarsi le conseguenze potrebbero essere molto gravi: Scholz non andrebbe infatti solo contro le dichiarazioni che porta avanti da mesi, ma contro una decisione del Parlamento tedesco.

Nel corso dell’incontro, i tre leader hanno confermato il pieno sostegno all’Ucraina, negando comunque la possibilità di intervenire direttamente. Nonostante ciò, il Presidente francese ha tenuto aperta la possibilità per l’invio di soldati sul suolo ucraino, che, unita alla questione delle armi a lunga gittata, lancerebbe un segnale a dir poco contrario. A tal proposito va sottolineato come Emmanuel Macron sia diventato, da settimane a questa parte, il leader occidentale che più pone in questione il modus operandi degli alleati nella fornitura di aiuti militari a Kiev, spingendo sempre maggiormente per un ampliamento del sostegno. Oltre alle ripetute dichiarazioni che lasciano aperta la porta dell’invio di contingenti militari in Ucraina, basta a tal proposito fare un giro sul suo profilo di X, in cui risulta facile notare come gli ultimi 14 post siano tutti dedicati alla questione Ucraina, tra risposte a domande, estratti di interviste, repost di alleati, e mezze dichiarazioni di intenti.

L’insistenza con cui il Presidente francese torna sull’argomento dell’invio di soldati, unita alla firma dell’accordo bilaterale con l’Ucraina, suggeriscono quanto meno che egli si stia preparando al peggio, radunando almeno in misura preventiva alleati per far fronte a una possibile escalation. Lo stesso vertice di Weimar, di cui è stato annunciato un secondo incontro estivo in Polonia, è in tal senso un chiaro segnale di volere fare di più sulla questione ucraina. Il Triangolo, nasce infatti all’inizio degli anni ’90, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, con l’intenzione di sconfiggere definitivamente l’influenza russa nell’Europa dell’est. Negli ultimi anni, però, gli incontri si sono susseguiti sempre più di rado, e hanno coinvolto solo i Ministri degli Esteri dei tre Stati, senza vedere mai la partecipazione diretta dei vertici di Stato. In tal senso, il più recente incontro trilaterale tra i leader dei Paesi è avvenuto nel 2011. È forse anche per questo che le dichiarazioni e i suggerimenti di Macron paiono più puntare non tanto a una preparazione se succede qualcosa, ma a una preparazione a fare qualcosa.

Le risposte degli alleati occidentali al Triangolo di Weimar e alle dichiarazioni di Macron non si sono lasciate attendere. Dopo le dichiarazioni di fine mese, tutti i Paesi NATO, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Spagna, Italia e Repubblica Ceca hanno preso le distanze dall’idea di poter mandare truppe su suolo ucraino. In Italia, dopo il vertice berlinese, Tajani ha rilasciato una intervista sul Corriere apparsa anche sul sito della Farnesina, in cui prende con fermezza le distanze dalle insistenti dichiarazioni di Macron, e affermando di ignorare le motivazioni che lo spingono a tornare tanto spesso sul tema. Che a «incidere sia la campagna elettorale» o meno non è dato sapere, ma in ogni caso secondo Tajani l’ipotesi di inviare soldati e venire direttamente coinvolti potrebbe avere «conseguenze pericolosissime, anche una terza guerra mondiale».

[di Dario Lucisano]

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6 Commenti

  1. Incredibile veramente come l’Europa sia ceca su questo argomento. la cosa a cui tutti i governi dovrebbero tenere più di ogni altra cosa è la sicurezza della propria popolazione e qui si va dalla parte opposta inimicandosi sempre di più il vicino di casa. Veramente roba da matti

    • Tutto regolare: per quasi ogni Governo (tranne qualche raro caso di Governi Illuminati, vedi p.es Pepe Mujica in Uruguay ) la Popolazione è solo una mandria da mungere. Certamente sacrificabile, se occorre, per interessi superiori. Scusi ma chi si scandalizza di mandare a morire i nostri figli, come militari, se è necessario? Nell’opinione comune nessuno, o quasi: è un sacrificio necessario, la Difesa della Patria è un Principio Costituzionale. Qualche remora per la popolazione civile, ma i militari è normale che vengano macellati. Poi però anche la Difesa (unica opzione di impiego della forza per un Paese che ripudia la Guerra) passa in secondo piano, quando appare chiaro come gli Stati Occidentali siano tutti a fomentare e alimentare guerre per interessi economici sovra-ordinati. Poi in democrazia, se si può, oltre al pane è concesso qualche sollazzo, con cui inebetire le masse, facendole loro credere che tutto sommato si stia bene. Ma è bene ricordarsi come ci vedono i nostri capi di Stato: mandrie da mungere e certamente macellabili. E questo è così da sempre…

  2. Gli brucerà essere stato cacciato a pedate dalle ormai ex colonie francesi in Africa e adesso si crede il piccolo Napoleone . Che qualche suo consigliere gli spiegasse cosa ha detto ,non poi così tanto velatamente, Putin nel recente discorso alla nazione .
    I Russi come i cinesi parlano poco ma quando lo fanno mandano messaggi ben chiari per chi dovrebbe capire il linguaggio politico . Ma evidentemente i capi di governo occidentali sono bravi a starnazzare e parlare a sproposito per cui non recepiscono .

  3. Che disastri immani siano una manna per il pensiero neoliberista che fa capo a Davos non è un segreto. Così come non è un segreto che Macron sia uno dei suoi discepoli. Forse si prepara (o si tenta di preparare) una cosidetta autonomia europea, sulla questione ucraina, in vista della temuta (da loro) ascesa di Trump che come tutti sanno non ama la Nato nè l’Europa. Chi vivrà vedrà.

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