mercoledì 4 Dicembre 2024

UANI: la “non profit” dell’elité israelo-americane che vuole la guerra all’Iran

C’è un organizzazione senza scopo di lucro americana che risulta essere poco conosciuta ma decisamente ben finanziata e che annovera tra i sui membri personalità di spicco del mondo politico, diplomatico e dei servizi segreti, inclusi ex capi della CIA e del Mossad israeliano. L’organizzazione è nata semplicemente per contrastare un nemico: l’Iran, il suo nome è United Against Nuclear Iran (Uniti contro il nucleare iraniano), e il suo obiettivo è fare pressione sull’amministrazione americana affinché faccia tutto quanto in suo potere per difendere Israele e, più in generale, gli interessi occidentali in Medio Oriente, opponendosi senza compromessi all’Iran e a tutte le organizzazioni della “resistenza islamica”.

United Against Nuclear Iran (UANI), fondata nel 2008, ha come obiettivo dichiarato quello di “educare il pubblico, i responsabili politici e le imprese sul pericolo rappresentato dal regime iraniano e progetta programmi per garantire l’isolamento economico e diplomatico del regime fino a quando non abbandonerà la sua ricerca di armi nucleari, il sostegno al terrorismo, la destabilizzazione regionale e le violazioni dei diritti umani”. Il lavoro di “UANI utilizza strumenti educativi, di advocacy e di comunicazione per informare il pubblico, i media, il mondo accademico, i leader aziendali e i responsabili politici sui pericoli posti dal regime iraniano, compreso il suo desiderio e l’intento di possedere armi nucleari, nonché il ruolo dell’Iran come stato sponsor del terrorismo globale e uno dei principali violatori dei diritti umani in patria e all’estero”.

Dunque, l’organizzazione guida gli sforzi per fare pressione sui politici ma anche sulle aziende affinché smettano di fare affari con l’Iran, come mezzo per fermare il programma nucleare del governo iraniano e il presunto sviluppo di armi nucleari. Nel tentativo di raggiungere tale scopo, l’organizzazione fa anche altro: aizza il governo USA e il suo apparato burocratico-militare contro l’Iran e gestisce una rete di gruppi che cercano di creare i presupposti per un cambio di regime. L’Amministratore delegato (CEO) di UANI è Mark Wallace, uomo d’affari, ex diplomatico e avvocato statunitense che ha ricoperto una serie di incarichi governativi e politici, oltre che nel settore privato; è stato ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite. Il Presidente di UANI è invece J. Lieberman che per 24 anni è stato senatore degli Stati Uniti; alla fine del suo servizio, nel gennaio 2013, è stato presidente del Comitato per la sicurezza interna e gli affari governativi e membro anziano del Comitato per le forze armate.

Tra gli altri, fanno parte del comitato consultivo di UANI personalità di spicco della politica, dei servizi segreti e dell’apparato militare: John Bolton, ex Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti; Norman Roule, ex direttore della CIA per l’Iran; Zohar Palti, ex direttore del Mossad ed ex capo dell’Ufficio politico-militare presso il Ministero della Difesa israeliano; August Hanning, ex direttore del Servizio Federale di Intelligence (BND) tedesco; Tamir Pardo, ex direttore generale del Mossad israeliano; Francesca Townsend, ex consigliere per la sicurezza interna degli Stati Uniti; Charles Guthrie, ex capo di stato maggiore delle forze armate britanniche; Graeme Lamb, ex direttore delle forze speciali britanniche e comandante dell’esercito britannico; Irwin Cotler, parlamentare canadese, ex Ministro della Giustizia ed ex procuratore generale del Canada; Giulio Terzi di Sant’Agata, Ministro degli Esteri italiano nel governo Monti, ex Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, ex Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite. Tra gli ex membri del consiglio figurano R. James Woolsey, ex direttore della CIA, Meir Dagan, a capo del Mossad tra il 2002 e il 2011 e Richard Dearlove, ex capo dell’agenzia di spionaggio britannica MI6.

Il 28 dicembre scorso John Bolton, nell’ambito del conflitto contro i palestinesi di Gaza, ha scritto sulle pagine del britannico Daily Telegraph che «l’Occidente potrebbe ora non avere altra scelta che attaccare l’Iran». Nel frattempo, in un’intervista con Iran International (legata a UANI e all’Arabia Saudita), Mark Wallace ha detto: «Questo è il lavoro dell’Iran. L’Iran soffrirà per mano la punizione e subirà le conseguenze del sostegno a questo gruppo terroristico e al suo orribile attacco contro Israele».

UANI, nel corso del tempo, si è schierata a favore delle sanzioni all’Iran e ha osteggiato ogni accordo sul nucleare che facesse anche concessioni minime al Paese; inoltre pubblica frequentemente rapporti e comunicati stampa su aziende che fanno affari illeciti con l’Iran, grazie al supporto di un database dedicato, e messo in piedi una vera e propria campagna di boicottaggio contro il Paese sciita. Per essere un’organizzazione così vasta e composta da personaggi influenti, United Against Nuclear Iran mantiene un certo anonimato finanziario. Tuttavia, già tra il 2014 e il 1015, il giornalista Eli Clifton ha raccontato come i maggiori finanziatori risultassero essere il miliardario newyorkese Thomas Kaplan e il magnate dei casinò israelo-americano Sheldon Adelson, morto nel 2021.

Interessi finanziari e ideologia sionista

Kaplan, la cui donazione di 843.000 dollari ha fornito circa la metà dei finanziamenti del gruppo nel 2013, è un investitore venture capitalist che si concentra sui metalli, in particolare sull’oro. È presidente di Tigris Financial Group e di Electrum Group LLC., e in entrambe le aziende ha lavorato con posizioni apicali Mark Wallace, il CEO di UANI.

Un articolo del Wall Street Journal del 2010 ha osservato che Tigris Financial Group, la società di Kaplan, aveva scommesso circa due miliardi di dollari sull’aumento del prezzo dell’oro. Come ha fatto notare Eli Clifton, sia Kaplan che Wallace hanno commercializzato l’oro ai propri clienti come bene da detenere in caso di aumento dell’instabilità in Medio Oriente, poiché il suo valore sarebbe aumentato. Sia Kaplan che Wallace avrebbero quindi guadagnato con un aumento di instabilità nella regione mediorientale; e ricordiamo che l’anno successivo, il 2011, fu segnato dall’avvio delle così dette “primavere arabe” che infiammarono diversi Paesi dal Maghreb al Medio Oriente. Alla metà del 2011, il valore dell’oro schizzò molto in alto.

Sheldon Adelson, tra i primi 20 individui più ricchi al mondo al momento della sua morte nel 2021, forniva il resto dei finanziamenti riscontrabili di UANI. Adelson era un fervente sionista e tra il 2010 e il 2020, lui e sua moglie, hanno donato più di 500 milioni di dollari al Partito Repubblicano, diventandone i maggiori finanziatori. Adelson ha finanziato numerosi progetti di lobby pro-Israele, come l’AIPAC, One Jerusalem e Taglit Birthright. Egli era anche proprietario del giornale israeliano Israel HaYom, tra i quotidiani più letti di Israele. Il falco Adelson, con la sua influenza, è stato una delle forze trainanti dell’ostilità repubblicana nei confronti dell’Iran. Nel 2013, durante una conversazione con il rabbino Shmuley Boteach, Adelson ha suggerito agli Stati Uniti di porre fine alle negoziazioni e di sganciare una bomba nucleare sull’Iran per dimostrare che «facciamo sul serio».

Stando ad alcune email di Wallace e Townsend, nel passato sembra che una potenziale terza fonte di finanziamento fossero le monarchie del Golfo, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti su tutte. Le e-mail trapelate mostrano come Mark Wallace e Frances Townsend sollecitino il sostegno della famiglia reale degli Emirati, e come vengano dettagliate le stime dei costi di eventi pubblici, chiedendo informazioni sul supporto degli Emirati Arabi Uniti.

[di Michele Manfrin]

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