giovedì 18 Aprile 2024

La Finlandia è entrata a far parte della NATO

La Finlandia, da oggi, è ufficialmente un membro della Nato. Dopo mesi di trattative, inaugurate nella primavera dello scorso anno dalla premier socialdemocratica Sanna Marin – appena battuta dai conservatori alle elezioni nazionali -, la domanda di adesione avanzata da Helsinki è stata approvata. La Turchia di Erdogan, ultimo Paese dell’Alleanza Atlantica a non aver ancora ratificato il protocollo di adesione della Finlandia, ha infatti fatto cadere il suo veto. Dal canto suo, Mosca ha subito risposto per le rime, preannunciando il potenziamento delle sue forze militari in direzione della nuova porzione territoriale annessa alla Nato.

L’ingresso formale della Finlandia sarà suggellato oggi pomeriggio. Al quartier generale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles, si terrà infatti una cerimonia a cui parteciperà anche il presidente finlandese Sauli Niinisto, in cui la bandiera dello Stato scandinavo verrà issata di fianco a quelle degli altri 30 alleati. «Sarà un bella giornata per la sicurezza della Finlandia, del Nord Europa e per la Nato nel suo complesso», ha affermato il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. «Putin ha intrapreso la guerra contro l’Ucraina con il chiaro obiettivo di avere meno Nato – ha detto, rincarando la dose – e sta ottenendo esattamente il contrario».

La risposta di Mosca non si è fatta attendere. In seguito all’annuncio che le armi nucleari tattiche russe sarebbero state collocate al confine con la Polonia, il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha infatti dichiarato che il governo rafforzerà il proprio potenziale «nelle direzioni ovest e nord-ovest» e che, «se forze e mezzi di altri membri della Nato verranno dispiegati sul territorio finlandese», saranno adottati «passi ulteriori per garantire la sicurezza militare della Russia».

A temporeggiare sulle operazioni di ratifica del protocollo erano stati i due Paesi Nato meno “schierati” nel quadro del conflitto in corso, l’Ungheria e la Turchia. La settimana scorsa, il parlamento di Budapest aveva approvato l’annessione della Finlandia, dando l’ultima parola a Erdogan. Il quale, dopo aver assicurato che la Finlandia aveva compiuto «passi autentici e concreti» per adempiere agli impegni presi con la Turchia (riguardanti in particolare accordi per la consegna ala Turchia di militari curdi rifugiatisi in Nord Europa, individuati come “terroristi” dal governo di Ankara), pochi giorni fa ha infine dato il via libera.

Fino a ieri, la Nato confinava con la Russia per 1300 km attraverso Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e un piccolo pezzo della Norvegia. Con l’odierno ingresso della Finlandia, il confine diretto tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione russa è quantitativamente raddoppiato, arrivando a contare 2600 km. Ciò significa che, a raddoppiare, saranno ovviamente anche le basi militari Nato a ridosso del territorio russo.

In una fase in cui i negoziati sono fermi e in cui, sul campo, si attendono ormai solo le offensive e le controffensive degli eserciti in battaglia, questa nuova mossa di Risiko non può che avere il sapore dell’ennesima provocazione lanciata all’indirizzo del Paese che detiene il maggior numero di testate nucleari al mondo. Rappresentando, probabilmente, un nuovo emblematico tassello sul binario dell’escalation.

[di Stefano Baudino]

 

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