venerdì 13 Dicembre 2024

Cina, ondata di Covid al tramonto: smentite ancora una volta le profezie delle virostar

Molto terrore per nulla. Dalla Cina arriva una rassicurazione sull’ondata di infezioni Covid-19: “Sta per finire e non c’è stata una ripresa significativa dei casi durante le vacanze del Capodanno lunare”. Così, nel suo ultimo bollettino settimanale, il Centro Cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC) tranquillizza in merito all’andamento della crisi emersa nel Paese dagli inizi di dicembre e dalla fine della strategia della “tolleranza zero” al virus. Eppure, per un mese e mezzo, la narrazione pandemica sulla situazione in Cina aveva assunto toni apocalittici, inondando l’etere con scenari catastrofici e capaci di terrorizzare l’opinione pubblica.

E non è neppure la prima volta che costoro si sono spinti a diffondere allarmi infondati su quei Paesi che hanno deciso di allentare le restrizioni anti-Covid. Nell’ottobre del 2021, il l’allarmismo mediatico aveva colpito, con una serie di infauste congetture, la Gran Bretagna; Londra aveva resistito alle stime catastrofistiche, registrando più contagi che da noi, ma meno ricoveri e soprattutto meno morti pur in assenza di lockdown diffusi. Lo stesso copione è andato in scena nelle ultime settimane con la Cina. Per più di un mese, gli esperti, orfani di lockdown e green pass, sono tornati alla ribalta per vaticinare disastri e riproporre chiusure e restrizioniDopo Burioni che su Repubblica aveva accusato Pechino di aver vaccinato «poco e male» e Ricciardi che su La Stampa aveva rilanciato la disanima del collega, «Senza vaccini a Rna sono indifesi. Serve un trattato pandemico internazionale per intervenire», è intervenuto anche Remuzzi. Sul Corriere della Sera, il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha condannato l’allentamento delle restrizioni come «un errore inammissibile a quasi tre anni dall’inizio della pandemia». Secondo Remuzzi, ricorrere alle restrizioni, per poi allentarle, sarebbe stato un errore. Una volta intrapresa la strada dei lockdown e delle limitazioni alle libertà personali, non si sarebbe dovuto fare marcia indietro in maniera tanto repentina, nonostante le proteste che infuocavano la nazione asiatica. 

Se ad Adnkronos aveva confidato la sua preoccupazione per la situazione in Cina, su Twitter, Bassetti aveva rincarato la dose, arrivando a parlare nientemeno che del rischio di una bomba biologica: «La situazione Covid-19 in Cina rischia di rappresentare una futura bomba biologica. Anziché tacere per sempre, visto che per loro la Cina rappresenta una vera tomba e le loro teorie si sono dimostrate false e infondate, i no vax hanno ripreso a mistificare. Che pena». 

I media di massa non sono stati da meno: “Covid, la Cina ripiomba nell’incubo del 2020” titolava Skytg24 mentre Repubblica parlava di “tempesta perfetta”, accusando «Le politiche sbagliate di Pechino, la campagna immunitaria poco estesa, i vaccini meno efficaci di quelli occidentali alla base della situazione difficile nel Paese di Xi Jinping». In particolare, citando una proiezione di tre docenti dell’Università di Hong Kong, pubblicato dalla Cnn, i mezzi di informazione hanno stimato che la brusca uscita della Cina dalle restrizioni avrebbe potuto causare un sovraccarico del sistema sanitario e un milione di morti (che avrebbe rappresentato lo 0,07 della popolazione globale cinese che ammonta a 1,412 miliardi). 

Così, agenzie di stampa, TG e quotidiani hanno tratteggiato uno scenario catastrofico, aprendo il varco agli “esperti” che, forse soffrendo la lontananza dalle luci della ribalta, erano prontamente tornati nei salotti televisivi sciorinando inverosimili conteggi di morti. Come se non bastassero i toni apocalittici, ci hanno pensato le immagini satellitari delle lunghe fila davanti ai forni crematori cinesi – riprese con la consueta morbosità dai media – per far correre la memoria ai camion militari che a Bergamo portavano via le bare dei morti per Covid.

Nonostante ciò, la Cina non si è trasformata nella “bomba biologica”, né tantomeno uno sciame di nuove famigerate varianti ha per ora travolto la nazione asiatica o investito il resto del mondo. Noi tutti, però, siamo stati nuovamente investiti dall’allarmismo mediatico.

[di Enrica Perucchietti]

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6 Commenti

  1. 3/4 giorni di terrorismo mediatico, giusto per tornare a fare serrare i ranghi al gregge e poi .. il nulla cerebrale. Si torna a Cospito, un altro “colpetto sinistroide” verso la degenerazione sessuale e l’agenda transgender con Sanremo, e poi le solite inutili chiacchiere: Salvini ha detto che.. quello a risposto che .. il Papa richiama su.. ecc.. L’unica speranza è che la maggioranza delle persone non abbocchi più alle tecniche: di distrazione, di svuotamento sui contenuti e sulle cause, e di leva sull’emotività e sulla paura. Astensione da questo circo!

  2. Ricordo, come se fosse ieri, un’ intervista al Bassetti nel marzo 2020…la mortalità da SarsCo2 arriverà al 10%(sic!). Anche il Draghi e il Mattarella, nell’ estate del 2021, ci misero del loro affermando che chi non si vaccinava (con l’mRNA) sarebbe morto. Il premio Nobel Montagnier lo disse subito che questo virus ingegnerizzato non sarebbe sopravvissuto a lungo. Personalmente non ho conosciuto nessuno, tra i miei coetanei, che sia morto di Covid19 (vaccinati e non). Purtroppo ho conosciuto due care persone, sulla settantina, morte entro una settimana dalla fatidica inoculazione per arresto cardiaco (cosí il referto spiccio) ed una terza, sulla cinquantina, finita in terapia intensiva, dieci giorni dopo l’inoculazione, con una trombocitopenia autoimmune…

  3. E questo accade dopo che le inoculazioni sono state finalmente snobbate alla grande.
    Se fossero riusciti a siringare come hanno fatto lo scorso anno a quest’ora avremmo i telegiornali pieni di notizie che cominciavano con “grazie ai vaccini …”.

    Adesso invece religioso silenzio.
    Meglio parlare di Sanremo.

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