lunedì 2 Dicembre 2024

Commissione Covid alla Camera: sindacato di polizia si scusa per la repressione di Trieste

C’è tanta voglia di «far emergere la verità e che venga fatta giustizia», l’esigenza «di chiedere scusa a tutti i cittadini italiani» per quanto subito nel periodo pandemico e il particolare riferimento a quanto accaduto ai portuali di Trieste il 18 ottobre 2021, quando «gli idranti della Polizia di Stato sono stati utilizzati su manifestanti inermi seduti in preghiera»: si possono riassumere così i punti salienti dell’intervento di Antonio Porto, segretario nazionale del sindacato di Polizia OSA ascoltato presso la Commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione Covid-19. Il portavoce ha aggiunto che durante la pandemia sarebbero emerse le prove che delineerebbero come, in alcuni casi, sia stata netta la «divergenza tra realtà e quanto comunicato attraverso i media», che mostrerebbero che alcuni vaccini inoculati erano «sperimentali e senza studi» e che le linee guida diramate non erano ottimali, aggiungendo che «le procure non hanno fatto quello che dovevano fare».

L’audizione si è aperta con la dichiarazione iniziale del segretario Antonio Porto, che ha affermato: «Nasce in me, in quanto rappresentante di OSA polizia l’esigenza di dover chiedere scusa a tutti i cittadini italiani per quanto hanno subito in quel periodo per opera e volere della loro istituzione governativa, perché appare chiaro oggi che l’incontrollata emanazione di provvedimenti amministrativi governativi ha sconfinato nell’eccesso di potere e nella violazione contestuale dei diritti costituzionali inviolabili limitabili solo a date condizioni e per riserva di legge». Il crescendo di tali ordini eccentrici avrebbe generato una «vera e propria frattura» tra forze dell’ordine e popolo, che si sarebbe palesata con quanto accaduto ai portuali di Trieste: «Emblematico è ciò che è accaduto a Trieste il 18 ottobre 2021, quando gli idranti della polizia di Stato sono stati utilizzati sugli inermi manifestanti seduti in preghiera. Tale fatto costituisce l’apice di una pagina buia della storia della democrazia italiana, perché non si conosce ancora – né pare interessi a nessuno – sapere chi diede l’ordine di usare la forza contro un dissenso talmente pacifico e simbolico che avrebbe meritato di sicuro la levata dei caschi e non certamente la carica». Il tutto mentre, d’altra parte, non sarebbe stato fatto abbastanza per tutelare la salute degli agenti, in quanto sarebbero state distribuite mascherine «inadeguate, inefficaci e addirittura dannose per la salute dei poliziotti», in aggiunta alle lacune riguardanti la distribuzione dei termoscanner e alla sanificazione degli uffici. Infine, secondo quanto dichiarato esisterebbero prove che mostrerebbero come, almeno all’inizio della campagna vaccinale, alcuni agenti sarebbero stati inoculati con farmaci «sperimentali e senza studi» e, anche per questo, servirebbe indagare su quanto svolto dall’ex ministro Roberto Speranza.

In seguito, il senatore leghista Claudio Borghi ha chiesto al segretario se le perplessità riguardanti l’irragionevolezza di alcune disposizioni diramate durante il periodo pandemico siano mai state comunicate ai vertici delle forze dell’ordine, e Porto ha risposto che, «purtroppo», molti hanno dovuto obbedire: «Bisognava andare per vie gerarchiche e gli ordini erano quelli. Qualcuno è anche stato punito disciplinarmente». Successivamente, la deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri ha chiesto se quanto riferito fosse stato segnalato alle istituzioni governative e, se si, quale tipo di riscontro c’è stato. «È stato fatto all’interno delle procure, perché la competenza era loro, ma il problema è che le procure non hanno fatto quello che dovevano fare», ha risposto Porto, che ha continuato con un esempio: «Nel primo periodo non c’erano neanche i tamponi. Si portava in auto un fermato che magari a livello di igiene non era il massimo, non sapendo se infetto o meno, e l’auto non veniva sanificata subito dopo, ma utilizzata da altri operatori». Infine, il segretario ha concluso denunciando la confusione creata dalle linee guida e dai Dpcm diramati in quel periodo e citando alcuni dati sui contagi raccolti: «Dall’inizio della pandemia al 9 febbraio 2022 sono stati registrati 25.820 contagi, mentre dal 15 dicembre 2021 – quindi dal giorno dell’obbligo vaccinale – alla stessa data 9 febbraio 2022 abbiamo avuto 12.688 contagi. Quindi in due mesi abbiamo avuto quasi il 50% di contagiati sul totale di due anni», i quali, visto il periodo, erano vaccinati con tre dosi di vaccini anti Covid.

[di Roberto Demaio]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

6 Commenti

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria