domenica 26 Gennaio 2025

Liceo Made in Italy: dopo il clamoroso flop, il governo fa marcia indietro

Dopo il rovinoso numero di iscrizioni al nuovo liceo del Made in Italy, il governo fa un passo indietro, presentando due emendamenti, già approvati in Commissione, che prevedono la cancellazione dell’obbligo di confluenza del Liceo Economico Sociale nel nuovo indirizzo. L’esame è stato approvato l’altro ieri e ora è passato all’Assemblea generale. Le modifiche, presentate da Lega e Fratelli d’Italia, eliminano dal testo della legge un passaggio che sanciva che «l’opzione economico-sociale presente nel liceo delle scienze umane confluisce negli indirizzi liceali del Made in Italy», obbligando di fatto gli istituti che accettavano di proporre l’inedito indirizzo a cancellare un numero di classi di indirizzo economico-sociale equivalente a quelle introdotte.

Gli emendamenti intervenuti sulle norme di avvio del liceo Made in Italy dell’art.8 del DL 160/2024 per l’attuazione del PNRR sono stati presentati in Commissione Istruzione della Camera dai deputati Carolina Varchi e Rossano Sasso, rispettivamente di FdI e della Lega. Le modifiche approvate, che ora aspettano di ricevere il semaforo verde dall’aula del Parlamento, sono frutto delle pressioni esercitate da scuole, docenti e organizzazioni sindacali, che aveva denunciato il rischio di compromettere un percorso consolidato e in crescita. Dal 2010, anno della sua istituzione, il LES è infatti arrivato a rappresentare il 4% delle iscrizioni complessive, superando in alcune aree del territorio anche il Liceo Classico. «Un intervento tardivo con cui il ministro Valditara cerca di rimediare ai propri errori», ha commentato la mossa della maggioranza la segretaria nazionale Flc Cgil, Gianna Fracassi, che ha bollato come «generico nelle finalità» il nuovo Liceo del Made In Italy, puntando il dito contro un piano che sembra avere il solo obiettivo «di plasmare i ragazzi sulla base delle esigenze del mercato del lavoro, senza che vi sia alcuna aspirazione formativa».

Il progetto del Liceo del Made in Italy, promosso dai ministri Adolfo Urso e Giuseppe Valditara con il supporto della premier Giorgia Meloni, era stato sin da subito bersaglio di numerose critiche, culminate nel flop delle iscrizioni registrato nell’anno scolastico 2023/2024. L’indirizzo, inizialmente concepito come alternativa al LES, aveva attirato solo poco più di 400 studenti, ovvero lo 0,1% del totale degli iscritti alle scuole superiori. Solo a novembre è arrivato il regolamento con la definizione del quadro orario, che vede la riduzione delle ore di scienze umane e maggiore spazio nei primi due anni a diritto ed economia politica e nel triennio a scienze giuridiche per il Made in Italy e scienze economiche per il Made in Italy, nonché l’introduzione di storia dell’arte e del desing e il rafforzamento del PCTO (l’alternanza scuola-lavoro). Compaiono poi 180 ore all’anno dedicate a laboratori interdisciplinari su cultura, comunicazione e strategie per il Made in Italy. In tutto, i licei a indirizzo Made in Italy approvati sul territorio nazionale, come riportato sui portali ufficiali dell’esecutivo, sono poco più di un centinaio.

A voltare le spalle ai piani del governo sulle politiche scolastiche – come ampiamente dimostrato dall’ondata di proteste che si sono susseguite nell’ultimo anno – sono stati sia gli studenti sia gli stessi istituti, che non hanno voluto farsi coinvolgere in una sperimentazione fin dall’inizio lacunosa e poco chiara su materie, quadri orari e prospettive di studio o lavorative per gli alunni. La legge sul Made in Italy che, tra le altre cose, ha istituito il nuovo Liceo, ha stanziato 700 milioni per il 2023 e 300 per il 2024 nel settore, con la mission di investire nelle filiere dei settori strategici, introducendo anche la giornata nazionale del “Made in Italy”. Nonostante il palese fallimento del progetto del nuovo indirizzo scolastico, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso lo scorso febbraio ha avuto il coraggio di parlare di «un buon inizio».

[di Stefano Baudino]

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