giovedì 12 Dicembre 2024

Udine: il TAR condanna l’Università per la sospensione del docente non vaccinato

Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha accolto il ricorso contro la sospensione di un ricercatore del Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’Università di Udine, non vaccinato.

Era il 10 febbraio dello scorso anno quando il Dottor Vittorino Talamini ricevette dal rettore dell’ateneo friulano, Roberto Pinton, un decreto di sospensione dal servizio, senza diritto alla retribuzione.

Infatti, con l’introduzione a settembre 2021 del greenpass obbligatorio (decreto legge del 5 agosto 2021) anche per il personale scolastico e universitario, i docenti che non si sottoponevano alla vaccinazione venivano sospesi, a meno che non dimostrassero di essere guariti dal Covid o avessero motivi per l’esenzione o un suo differimento.

Il Dottor Vittorio Talamini pensava di trovarsi in quest’ultima condizione, pertanto il 7 febbraio 2022 presentò al rettore un certificato medico attestante il necessario differimento dalla vaccinazione anti Sars-Covid19, per precedenti effetti allergici ed in previsione di una visita allergologica presso una struttura pubblica (fissata per l’1 luglio successivo). L’Università ritenne che il docente non avesse fornito “una motivazione idonea a comprovare la sua esenzione dall’obbligo vaccinale o il differimento dello stesso” e decise di sospenderlo dal lavoro e dalla retribuzione dal 10 febbraio successivo. Il 25 febbraio, dopo aver ricevuto ulteriore documentazione a integrazione della precedente, l’università ha riammesso il ricercatore al lavoro, senza però corrispondergli il trattamento economico relativo al periodo in cui non aveva lavorato.

Lunedì il Dottor Talamini ha finalmente potuto cantar vittoria. Il Tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia ha accettato il ricorso che aveva presentato, dichiarando che l’università avesse agito illegittimamente e “con eccessivo formalismo, conducendo un’istruttoria non adeguata all’importanza del provvedimento e al rango degli interessi in gioco, né improntata ai principi di collaborazione e buona fede.” É stato sottolineato, inoltre, che nonostante la mancata presenza di alcune indicazioni nella documentazione presentata dal ricercatore, queste non avrebbero dovuto portare alla sospensione immediata del lavoratore.

Il Tribunale amministrativo ha perciò riconosciuto la violazione dei diritti del Dottor Talamini da parte dell’università di Udine, che non gli ha permesso di svolgere la propria attività professionale, condannandola a “rifondere al ricorrente le spese del presente giudizio, che si liquidano nella somma di € 1.500,00, oltre spese generali e accessori di legge”.

La sentenza rappresenta un importante precedente per i migliaia di lavoratori che si sono trovati nella stessa situazione del ricercatore e che, ora, possono far valere i propri diritti.

[di Iris Paganessi]

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6 Commenti

  1. Una buona notizia cui ne seguiranno certamente altre, anche se in questo caso, oggettivamente, sarebbe stato difficile non accogliere il ricorso.
    E per quanto riguarda la pagina di storia che stiamo vivendo, oltre a tutto quanto avviene di negativo, una buona parte dell’umanità inizia a svegliarsi, interrogandosi sulle cose più “ovvie” senza più bersi quel che ci raccontano e prendendo coscienza che siamo ben mescolati con persone (per non parlare di istituzioni, aziende e gruppi di persone a vario titolo) pronte all’obbedienza incondizionata a qualunque ordine di chiunque abbia il potere. E per questo estremamente pericolose.

    • Sono contento di leggere notizie e commenti del genere! Sono solo un poco più pessimista.. Per me, la stragrande maggioranza non si sveglierà più ed anzi andrà ad ingrossare le fila di quella che Tu (mi permetto di darti del Tu), Stefano, perfettamente inquadri come singoli, gruppi ed enti(tà?), pericolosamente, sempre pronte all’obbedienza incondizionata… Le ragioni di ciò sono, a seconda dei casi, diverse.. Ma non è ora, qui, importante discuterne. Spero di sbagliarmi. Cordiali saluti. Gianni

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