sabato 20 Aprile 2024

Sfattoria: il Tar sospende l’uccisione degli animali, per ora

Nel pomeriggio di sabato 13 agosto il Tar del Lazio ha infine accolto la richiesta di sospensiva urgente del provvedimento di abbattimento dei 140 animali accolti dal rifugio La Sfattoria degli Ultimi, richiesto dall’Asl Roma 1 perché i suidi sarebbero stati a rischio di contrazione di peste suina. Fissata per il 14 settembre l’udienza nella quale l’Asl dovrà presentare ulteriori documenti a sostegno del provvedimento: fino a quella data, quindi, l’ordinanza di abbattimento non sarà eseguibile. I volontari del rifugio, nel tirare un respiro di sollievo, hanno invitato tutti coloro che sostengono la causa della Sfattoria a riunirsi davanti al Tar, la mattina dell’udienza, in segno di protesta contro l’abbattimento degli animali.

L’associazione aveva presentato un ricorso ordinario dopo che nella giornata di venerdì 12 era stata rigettata la medesima richiesta, motivata dal Tar con l’assenza di pericolo di danno irreparabile in caso di esecuzione dell’ordinanza. Il provvedimento dell’Asl determinava anche la modalità di abbattimento dei suidi presenti nel rifugio, ovvero l’elettroshock. Il motivo: gli animali si trovano in zona rossa, ovvero zona di alto rischio di contrazione della peste suina, patologia che potrebbe incidere “in modo significativo sulla produttività del settore agricolo a causa di perdite sia dirette che indirette con possibili gravi ripercussioni economiche”, secondo quanto riportato dall’ordinanza.

«I nostri animali, come tutti quelli degli allevamenti che stanno abbattendo, sono strasani» aveva dichiarato Paola Samaritani, responsabile del rifugio. Nonostante ciò, e al fatto che tutti gli animali presenti all’interno nel santuario fossero registrati come animali da affezione e quindi non destinati al consumo umano, l’Asl aveva comunque determinato l’esistenza di un rischio tale da giustificare l’uccisione di tutti gli esemplari – adulti e cuccioli. «Noi vogliamo un dialogo con la politica, affinché si possano risolvere tutta una serie di lacune normative che implicano noi in quanto rete di santuari» ha dichiarato Samaritani. Nel frattempo, la petizione per salvare gli animali della Sfattoria ha già superato le 200 mila firme.

[di Valeria Casolaro]

 

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