venerdì 19 Aprile 2024

Cibo senza codice a barre: i reali vantaggi di una scelta di campo

Il cibo “senza codice a barre” è semplicemente quel cibo che non proviene dai supermercati, ma che deriva da una filiera differente, locale o di prossimità. Si tratta di due cibi alquanto diversi sotto numerosi aspetti, per esempio la distanza in chilometri che percorrono lungo il globo, le informazioni che il consumatore riesce ad ottenere su chi ha prodotto l’alimento o la materia prima, non ultimo il sapore e la freschezza del prodotto.

Da questo punto di vista, il pacco di pasta acquistato al supermercato, che è prodotto con un grano coltivato in Nord America o anche in Australia spess...

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4 Commenti

  1. Direi che c’e’ nell’articolo un po’ di confusione tra “biologico” e “di prossimita’”: nulla vieta infatti che anche il contadino sotto casa possa utilizzare pesticidi, ma siccome lo conosci e ti sorride e l’insalata la vedi nella terra invece che sullo scaffale ti innamori di una leggenda che non e’ detto che sia tale. La grande distribuzione garantisce talvolta controlli piu’ seri e standardizzati. Diverso invece per il biologico che deve sottostare comunque a regole molto stringenti. E’ invece vero che filiera piu’ corta e quindi di prossimita’ significa cibo piu’ ricco, cioe’ non deteriorato nelle sue qualita’ nutrizionali da lunghe conservazioni, e’ inoltre spesso raccolto piu’ maturo in quanto destinato ad essere venduto in tempi rapidi risultando quindi piu’ ricco di “fitoterapici” e polifenoli, e’ di stagione e quindi migliore, proviene da un paese europeo evoluto ove e’ piu’ stringente la normativa e il controllo fitosanitario rispetto a produzioni che provengono da chi sa’ dove. L’adesione ad un GAS consente inoltre di calmierare i prezzi evitando che l’astuto contadino spunti da un cittadino ingenuo innamorato dell’ambiente agreste tipo “mulino bianco” prezzi decisamente esosi: filiera piu’ corta deve anche tradursi in un risparmio per il consumatore.

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