martedì 19 Marzo 2024

(Monthly report n.10) Covid: è finita l’emergenza, ora è tempo di risposte

È uscito il decimo numero del Monthly Report: la rivista de L’Indipendente che ogni mese fa luce su un tema che reputiamo di particolare rilevanza e non sufficientemente trattato sul mainstream. Il numero di maggio è il primo che è stato reso disponibile anche in formato cartaceo e ricevuto direttamente a casa dai nostri abbonati (tutte le info su come riceverlo a questo link), ma naturalmente rimane disponibile anche in formato digitale. Per l’occasione siamo tornati a parlare di Covid-19, e c’è una ragione molto precisa per la quale lo facciamo ora, appena in Italia è terminata ufficialmente l’emergenza e anche i media sono completamente assorbiti dalla nuova emergenza, quella della guerra.

L’editoriale del nuovo numero: Emergenza scaccia emergenza

Tra le dinamiche storte del mondo dell’informazione ce ne sono due che più di altre hanno conseguenze negative sulle possibilità dei cittadini di comprendere realmente le cose e di costruirsi un’opinione compiuta. La prima è che il sistema dei media è pensato e progettato per non fermarsi mai a ragionare, ad allargare il discorso, ad analizzare in profondità le cause e gli effetti di un determinato fatto. La seconda è che tutta l’informazione gira attorno all’emergenza del momento, in un eterno presente dove l’ultimo accadimento cancella quello precedente. Per due anni si è parlato solo di pandemia, ora si parla solo di Ucraina e l’argomento scomparirà dai radar non necessariamente quando il conflitto sarà terminato, ma quando ci si renderà conto che una nuova emergenza interesserà maggiormente il pubblico. Queste due dinamiche sono in realtà profondamente collegate e si alimentano a vicenda in un circuito perverso per la buona informazione. Un giornalismo del tutto schiacciato sull’emergenza del momento è funzionale a un sistema mediatico che non vuole mai fermarsi a ragionare sulle cause e sugli effetti profondi dei fatti e delle decisioni pubbliche.

Mentre l’emergenza è in corso il popolo è chiamato a stringersi a coorte, il governo ad agire rapidamente e senza esitazione e i media ad essere “responsabili”, ovvero a non alimentare la sfiducia e a non porre domande inopportune. Ogni voce disallineata è messa a tacere e non sono ammessi troppi ragionamenti sulle cause dei fatti e sui possibili effetti delle decisioni: per parlare di queste cose ci sarà tempo, si dice, ora bisogna rimanere uniti e vincere la battaglia contro il nemico, che sia un virus o un esercito. Il problema è che alla fine il momento non arriva mai. Perché finita l’emergenza subito ne comincia un’altra e se non c’è la si fabbrica, come delle volte accade con i migranti o con alcuni fatti di cronaca nera. Il risultato è sempre lo stesso: l’informazione gira su sé stessa, lasciando i cittadini storditi peggio di un criceto sulla ruota.

È per contrastare questo modello nocivo di informazione che torniamo sulla questione della pandemia da Covid-19 e lo facciamo ora che in Italia è ufficialmente terminato lo stato di emergenza. D’altronde è da due anni che i media e le istituzioni ci preparano all’idea che stiamo entrando nell’era delle pandemie, come se dovessimo dare per scontato che questi due anni siano stati l’antipasto di una lunga e pesantissima cena. Sarà quindi il caso che alcune domande trovino una risposta onde evitare di ripetere gli stessi errori: lockdown e mascherine sono serviti sul serio o si sono rilevati inutili restrizioni? Le cure domiciliari precoci alla fine erano una bufala cara ai no vax o sono state ingiustamente non considerate? Di laboratori biologici come quello di Wuhan dal quale (forse) si è diffuso il virus quanti altri ne esistono, cosa si fa al loro interno e con quali rischi? Le autorità che approvano farmaci e vaccini, come Ema e Aifa, sono enti indipendenti dei quali possiamo fidarci? E l’Organizzazione mondiale della sanità come se la passa visto che dovrebbe proteggere la salute mondiale? Sono domande fondamentali da porsi e alle quali cercare una risposta in modo onesto. Così come è fondamentale cercare di capire se la legislazione di emergenza adottata durante la pandemia (dal green pass alle limitazioni al diritto di protestare) sia in via di smantellamento insieme alla fine dell’emergenza o se i governi del mondo, incluse le democrazie occidentali, vogliano solo cambiare nome a certi meccanismi di potere per continuare ad utilizzarli. Troppe sono le domande rimaste sul tavolo, è tempo di cercare (e di pretendere) le risposte.

L’indice del nuovo numero:

  • Il labile confine tra misure di emergenza e abuso di potere
  • Lontano da dove
  • Non solo green pass: gli strumenti del biopotere nell’era delle emergenze
  • La veritа sull’OMS raccontata da un ex capo ricercatore: intervista a Francesco Zambon
  • Tra filantropia e interessi geopolitici: il fallimento del progetto COVAX
  • Gli enti di controllo che approvano i farmaci sono realmente indipendenti?
  • Un mondo sospeso tra biolab e gain of function
  • Cure precoci: tutto quello che sappiamo dopo due anni di pandemia
  • Mascherine e lockdown: le restrizioni anti-covid, in definitiva, hanno avuto senso?
  • Giovani, le vittime dimenticate delle politiche pandemiche
  • Coronation, il documentario che nessuna piattaforma vuole trasmettere

Il mensile, in formato PDF, può essere scaricato dagli abbonati a questo link: lindipendente.online/monthly-report/

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