giovedì 18 Aprile 2024

Ora anche i virologi da TV raccontano che le morti Covid in Italia sono sovrastimate

«Non è possibile che un malato che è risultato positivo al tampone ma che soffre di una patologia differente venga catalogato come Covid»: è quanto affermato dal primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, durante una puntata del programma “L’Aria che Tira”, andata in onda sul La7. Bassetti ha infatti messo sotto accusa il modulo per la refertazione dei decessi causati dal Covid affermando che «ci sono delle cause primarie e delle cause accessorie, ma se il medico che compila il modulo scrive positivo al tampone, il decesso viene automaticamente classificato come decesso avvenuto per Covid». Dunque secondo Bassetti si dovrebbe cercare di capire «quanti dei decessi sono realmente legati alla polmonite da Covid e quanti ad altre problematiche».

Tali affermazioni hanno sostanzialmente lasciato di stucco l’altro ospite del programma, il giornalista e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone, il quale ha dichiarato che «ci metteremmo in un guaio, perché dovremmo rivedere tutte le statistiche degli ultimi due anni». Una obiezione a cui Bassetti ha risposto dicendo che sarebbe «proprio questo quello che si dovrebbe fare»: potrebbe infatti essere questo il motivo per cui vi sono alcune anomalie rispetto a paesi come la Spagna, dove il numero di decessi da Covid registrati nell’ultimo periodo è più basso di quello riportato in Italia nonostante non vi siano le restrizioni presenti nel nostro paese.

Insomma Bassetti, spesso presente nei salotti dei talk show televisivi a tema Covid, ha di fatto affermato che probabilmente sono stati sovrastimati i morti causati dal virus. Eppure, tutto ciò fino a poco tempo fa non era stato preso assolutamente in considerazione da parte dei media mainstream, che anzi hanno spesso screditato i sostenitori di tale tesi.

La possibilità che si tratti di una ipotesi concreta, inoltre, è emersa anche da un recente servizio del programma Rai “Re Start”, il quale ha raccolto le testimonianze di alcuni sanitari secondo cui dietro al modo di contare pazienti e morti covid ci sarebbero ragioni utilitaristiche per gli ospedali. «È frequente che venga scritto sulla cartella – ha spiegato a volto coperto un medico di un ospedale romano – che un paziente è morto di Covid quando in realtà non lo è in modo che salga il numero dei positivi, e la stessa cosa accade con i ricoveri: se un malato oncologico entra in ospedale e poco dopo si rivela positivo, anche se non ha sintomi diventa immediatamente un paziente Covid». Il tutto servirebbe a «fare soldi», dato che «l’ospedale prende dei rimborsi in proporzione al numero di ricoveri». Come spiegato da Restart, un decreto ministeriale prevede infatti oltre 3.000 euro per i ricoveri in area medica e oltre 9.000 euro per ogni paziente in terapia intensiva per Covid, con l’intera degenza a venire contabilizzata come Covid. Tuttavia non  si può non notare che, nonostante l’importanza fondamentale di tale ipotesi, il servizio non è stato ripreso dai media mainstream.

[di Raffaele De Luca]

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4 Commenti

  1. Una ricerca americana conferma questa tesi, infatti il 75% dei morti erano morto per le problematiche di salute che portavano in sé e non per il Covid…solo il ,25% sarebbe morto per Covid…. Statistiche che confermano l’ assurdità di tutta la pandemia, che era soprattutto una manovra politica/ finanziaria….. Un giorno…spero presto… verrà a galla questo gioco sporco mondiale!!!

  2. Confermo, due persone che conosco che sono decedute per altre patologie sono state considerate come morti COVID…non immagino quindi quante possano essere in tutta Italia! Una vergogna!

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