martedì 10 Dicembre 2024

Amazonia 2.0: tecnologia e comunità locali unite per l’ambiente

Le comunità indigene sono l’anima della foresta amazzonica. Loro la vivono, la abitano, la conoscono meglio di chiunque altro. Gli indigeni sono i primi a percepire subito i cambiamenti ambientali rilevanti, come quelli causati dal clima. Per questo motivo è stato fatto in modo di rafforzare e valorizzare il ruolo di queste popolazioni attraverso la tecnologia. Nel 2017 infatti, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha dato vita ad Amazônia 2.0 per salvaguardare il territorio forestale in Ecuador, Perù, Colombia, Guyana, Suriname e, dal 2019, Brasile. Il progetto coinvolge, rispettandone l’autonomia, le popolazioni indigene locali per la raccolta di informazioni di monitoraggio dell’ambiente in cui vivono.

Entrando più nel dettaglio, Amazônia 2.0 sceglie dei punti di riferimento tra i membri più importanti delle comunità, i quali vengono inseriti in un vero e proprio programma di formazione che insegna loro ad utilizzare i dispositivi tecnologici e la connessione a internet per l’invio degli aggiornamenti ambientali. Le informazioni da loro inviate in tempo reale vengono elaborate da degli esperti che, a seconda dei casi, decidono se mettersi in contatto con le autorità locali per la ricerca di soluzioni. Inoltre, periodicamente sono previsti degli incontri – online dallo scoppio della pandemia – tra i coordinatori del progetto e i membri delle comunità atti al monitoraggio, al fine di confrontarsi sui rapporti ambientali.

Di recente, Amazônia 2.0 ha portato a una grandiosa vittoria contro i taglialegna illegali nella Riserva Comunale di El Sira, nella provincia di Atalaya, Perù. La legislazione peruviana consente alle popolazioni locali di raccogliere la legna per il proprio tornaconto economico entro limiti stabiliti e aree determinate. Grazie al progetto, i membri indigeni “addetti al monitoraggio” del territorio, sono venuti a conoscenza di alcuni taglialegna che fingevano di essere partner commerciali delle comunità. Seppur le loro azioni illegali avessero superato i limiti consentiti di deforestazione, per un lungo periodo sono stati gli abitanti delle foreste a essere puniti dalle autorità con multe salate. 

Da quando è nato, il progetto Amazônia 2.0 – che gode anche del contributo dell’Unione Europea – è riuscito a costruire un sistema di monitoraggio capillare con 57 “osservatori” formati e autorizzati nelle comunità locali, grazie a cui sono già stati redatti più di 1800 rapporti. Ma cosa ancora più importante, è che questa iniziativa ha sensibilmente aumentato la consapevolezza delle popolazioni indigene sull’importanza di collaborare per preservare la loro terra, al fine di far valere i propri diritti.

[di Eugenia Greco]

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