L’ultimo tentativo di assalto alla Corte Suprema per ribaltare il risultato elettorale, da parte di Donald Trump, è fallito. L’esito delle elezioni del 3 novembre non varia in Georgia, Pennsylvania, Wisconsin e Michigan. Il massimo organo giudiziario ha respinto il ricorso promosso dal Procuratore del Texas, Ken Paxton, appoggiato dai colleghi di altri 17 Stati, da 126 repubblicani e da Trump.
L’oggetto del contendere sono le modalità con le quali i 4 stati, essenziali per l’esito delle urne, avevano condotto il voto di novembre. Il Texas aveva sostenuto, di fatto, che gli Stati avevano rafforzato illecitamente il voto postale, esponendo le urne a brogli ed aveva chiesto alla Corte Suprema di invalidare quei voti. Avrebbe significato l’annullamento di 20 milioni di schede e consegnato una rielezione a Trump, strappando il successo al democratico Joe Biden.
Molti tra gli esperti legali e costituzionali statunitensi, avevano già indicato che il ricorso e le documentazioni a suo supporto erano fragili. La Costituzione, infatti, affida ai singoli stati l’organizzazione del processo elettorale. Gli atti d’accusa contenevano anche numerosi errori ed affermazioni arbitrarie sulle presunte scarse chance di vittoria di Biden.