La joint venture tra Leonardo S.p.A. e Rheinmetall AG ha ottenuto il primo contratto per la fornitura di 21 veicoli corazzati “A2CS Combat” destinati all’Esercito Italiano, con consegna del primo mezzo prevista entro fine 2025. Il pacchetto prevede 5 unità modello Lynx KF-41 con torretta Lance e 16 mezzi configurati con torretta Hitfist 30 mm. L’accordo include anche l’aggiornamento di ulteriori 30 veicoli opzionali e sistemi di addestramento. La JV, detenuta al 50% da Leonardo e da Rheinmetall, si propone come nuovo polo strategico europeo per mezzi da combattimento.
Attacchi israeliani a Gaza: 3 morti
Il ministero della Salute di Gaza ha riportato che oggi, martedì 4 novembre, in seguito ad attacchi israeliani sono stati uccisi tre palestinesi. Il ministero ha aggiunto che altre sette persone sono state ferite e accolte negli ospedali della Striscia; è stato, inoltre, trovato un corpo sotto le macerie. Il ministero riporta che dall’inizio del cessate il fuoco, lo scorso 11 ottobre, Israele ha ucciso 240 persone ferendone altre 607. In totale, le operazioni di soccorso hanno recuperato i corpi di altri 511 gazawi. Dal 7 ottobre 2023, Israele ha ucciso per via diretta almeno 68.872 persone.
Cinema e potere: la propaganda nei film di Hollywood (un libro di Federico Greco)
Hollywood e l’industria cinematografica sono stati – e sono tutt’ora – oleate macchine della propaganda statunitense che nella proposizione di prodotti apparentemente innocui «vendono un’idea di mondo». È questa la tesi di fondo che Federico Greco propone in Cinema e Potere, testo edito da Poets & Sailors uscito lo scorso luglio. Il libello raccoglie e redige 11 puntate della rubrica Desaparecinema curata dallo stesso Greco per il media indipendente Ottolina Tv. Greco, filmmaker, docente e saggista, presta la sua competenza nella settima arte a un’analisi del cinema hollywoodiano, svelandone i meccanismi propagandistici e speculativi: se sul lato “materiale” esso è parte di un’industria che genera miliardi, su quello “ideale” mira a mantenere lo status quo e a promuovere una narrazione americanocentrica del mondo, elevandone velatamente gli ideali imperialisti e suprematisti.
«Il modo più semplice per iniettare un’idea propagandistica nella mente della maggior parte delle persone è farla passare attraverso un film di intrattenimento, quando non si rendono conto di essere oggetto di propaganda». Queste poche parole, che aprono l’Introduzione di Cinema e Potere, descrivono plasticamente il contenuto dell’indagine di Greco. A pronunciarle non è stato l’autore, ma Elmer Davis, Direttore dell’Ufficio per l’informazione bellica degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Una vera e propria ammissione di colpe, che rivela l’esigenza del libello: «Una delle convinzioni che questo libro vuole ribaltare è quella secondo la quale certo cinema e certa TV siano inoffensivi. Non è vero». Nel corso del testo, Greco passa al vaglio innumerevoli esempi di come come il cinema hollywoodiano sia stato nel corso degli anni un potente e pervasivo, quanto «sottile e sofisticato», strumento ideologico. È il caso dello stesso cinema italiano, che «nella sua vuotezza e apparente innocuità, è uno strumento pericoloso di indottrinamento a favore dello status quo». Parimenti, quello statunitense è uno «strumento di propaganda imperialista».
Il libello analizza gli aspetti tecnici e morfologici di grandi classici e pietre miliari dell’intrattenimento della storia hollywoodiana, mettendoli in relazione con il periodo in cui furono concepiti; esso finisce, così, per usare la storia del cinema come chiave di lettura per analizzare la storia contemporanea. Un esempio paradigmatico presente nel testo è quello di Guerre Stellari. La pellicola, spiega l’autore, ruota attorno alla cosiddetta “Struttura Conservatrice in Tre Atti”, «caratterizzata da uno scioglimento chiaro e logico»; una «modalità conservatrice di narrazione» che non a caso si era affermata tra la classe media francese e inglese dell’età post-napoleonica. Questa linearità a tratti riposante finisce, secondo Greco, per appiattire la complessità dandone al pubblico un piccolo assaggio, giusto quanto basta per tenerlo sotto controllo. Nella sua stessa struttura narrativa, la trilogia di Guerre Stellari finisce per rappresentare «una guerra (i ribelli contro l’impero galattico di Darth Vader) senza mettere in discussione nulla della società che l’ha procurata». Non è un caso, nota Greco, se il primo film uscì qualche anno dopo la Guerra del Vietnam.
Il caso di Guerre Stellari è uno dei tanti in cui Greco inquadra il cinema come uno «strumento del potere contro il popolo», o, in termini più tecnici, di quella che Antonio Gramsci chiamava “egemonia culturale”, ossia del dominio intellettuale e morale esercitato dai vertici della società. Tale dominio non si afferma con la forza, ma con la manipolazione; per esercitare un reale controllo sulla società si deve penetrare a fondo nelle menti della popolazione, facendole interiorizzare un senso comune che riflette il punto di vista e gli ideali della classe dominante. Una delle più sofisticate armi dell’egemonia è la propaganda, e uno dei mezzi di propaganda più efficaci è il cinema.
All’interno di questo meccanismo, per comprendere quale sia l’obiettivo di una pellicola basta guardare chi l’ha finanziata e, soprattutto, chi l’ha girata: un regista o un filmmaker: il regista «va ovunque ci sia un film qualunque che gli permetta di fare soldi»; il filmmaker «va ovunque ci siano soldi che gli permettano di fare il suo film». È in questo, forse, che quell’intento divulgativo e per certi versi didattico del testo finisce per assumere una sfumatura a tratti morale: squarciando il velo della propaganda e mettendone a nudo i meccanismi, il testo si pone l’obiettivo di proporre una contronarrazione che contrasti il pensiero dominante. Come spiega Greco stesso: «Quello che avete tra le mani vuole essere, dunque, un libro di controegemonia».
Filippine colpite da un tifone: almeno 40 vittime
Le Filippine sono state colpite da un tifone che ha causato forti piogge nelle regioni centrali del Paese, e ucciso 40 persone. Il tifone, ribattezzato Kalmaegi, ha toccato terra questa mattina, e si è indebolito una volta raggiunto il Paese; nonostante ciò, ha continuato a imperversare per l’arcipelago con venti a 130 km/h e raffiche a 180 km/h, portando con sé inondazioni che hanno sommerso case e costretto migliaia di persone a evacuare. La maggior parte dei danni si stanno registrando nella provincia di Cebu. Giovedì Kalmaegi dovrebbe arrivare in Vietnam.
Pericolo salmonella nei pomodorini siciliani? Come stanno realmente le cose
In questi giorni sta circolando su tutti i giornali e media europei una notizia abbastanza sorprendente: in Europa sarebbe in corso un “focolaio transfrontaliero prolungato” di casi di infezione da Salmonella Strathcona, che avrebbe provocato diversi casi di intossicazione in 17 Paesi dell’UE. I dati raccolti nel monitoraggio degli ultimi tre anni (2023-2025) avrebbero identificato addirittura un colpevole preciso come fonte dell’infezione: i pomodorini prodotti in Sicilia (datterino e ciliegino). Lo scrive in un report europeo l’ECDC (Agenzia UE dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie infettive). Un rapporto ripreso ampiamente da decine di testate giornalistiche e rilanciato con titoli allarmisti. Al solito, su L’Indipendente ci siamo presi il tempo necessario per leggere tutto il rapporto e non ricopiare i lanci delle agenzie di stampa. E, al solito, è emerso che le cose sono piuttosto diverse da come i più hanno riportato.
Cosa sappiamo di preciso
Nel 2025, 14 Stati hanno segnalato 93 nuovi casi confermati di infezioni gastrointestinali da Salmonella Strathcona. I tre Stati con il maggior numero di casi nel 2025 sono Austria (22), Germania (16) e Italia (25). In totale, dal 1° gennaio 2023 al 30 settembre 2025, sono stati identificati 437 casi confermati in 17 Paesi UE: Austria (76), Francia (43), Germania (113) e Italia (123) hanno registrato il numero maggiore di casi. E dal momento che fra tutti i Paesi europei l’Italia risulta quello in cui sono stati effettuati la maggior parte dei viaggi da parte di cittadini europei che hanno avuto un episodio di infezione gastrointestinale, le indagini si stanno concentrando su veicoli di infezione (in particolare di tipo alimentare) la cui origine sarebbe italiana.
Se la notizia che circola da giorni è che in Europa c’è un focolaio transfrontaliero di infezioni gastrointestinali dovute ad un particolare tipo di Salmonella proveniente dai pomodorini siciliani, allora ci si aspetta che esista un forte nesso di causalità tra questo alimento prodotto in Sicilia e le infezioni che sono presenti in tutta Europa. Se questo legame causa-effetto ad oggi però non esiste, allora si tratta solo di becero allarmismo e sensazionalismo. Cerchiamo di capire meglio dunque se davvero questi pomodorini prodotti in Sicilia sono da imputare per i casi di tossinfezioni gastrointestinali sparse in giro per l’Europa.
Cosa si è trovato in Italia nelle indagini microbiologiche

Le autorità sanitarie italiane responsabili della sicurezza alimentare (Ministero della Salute e ASL locali) hanno avviato alcune procedure di controllo nel territorio italiano, prelevando e analizzando in laboratorio dei campioni di pomodorini sia direttamente tra quelli in vendita sul mercato, sia tra quelli di alcuni siti produttivi in varie regioni italiane e specialmente in Sicilia. Complessivamente, sono stati raccolti 122 campioni, nel periodo compreso tra il 30 settembre e il 10 dicembre 2024. I 122 campioni ufficiali consistevano in 71 pomodorini e 51 pomodorini datterini. Il numero più elevato di campioni è stato raccolto in Sicilia, seguita dalle altre regioni italiane. Dei 122 campioni di pomodoro, un campione proveniente dalla Sicilia e rilevato nell’Italia settentrionale, è risultato positivo alla Salmonella Infantis. Si tratta di uno dei centinaia di tipi di Salmonella, tuttavia non corrisponde alla S. Strathcona di cui si sospetta una epidemia estesa.
L’analisi di tracciabilità del campione risultato positivo a S. Infantis ha permesso l’identificazione del produttore siciliano, che è stato ulteriormente ispezionato. Il campionamento ufficiale effettuato presso questo produttore primario ha portato al rilevamento, nel gennaio 2025, di S. Strathcona da un campione di acqua di irrigazione prelevato da un pozzo. I produttori siciliani di pomodori controllati sono stati 12, e il numero complessivo di controlli su terreni, acqua di irrigazione, fertilizzanti e piante di pomodoro sono stati 328 (Tabelle 2 e 4 del Report ECDC). I test hanno rilevato la presenza di Salmonella Strathcona soltanto nel sito produttivo di un singolo produttore (nel pozzo dell’acqua di irrigazione). Nel sito produttivo di altri 2 produttori sono state trovate tracce di salmonella ma si trattava di un tipo diverso dalla Strathcona. Su 12 produttori siciliani dunque soltanto in un sito produttivo è stato rilevato questo particolare tipo di salmonella, ma ciò non significa ovviamente che poi tutti i casi segnalati in Europa di intossicazioni alimentari dovuti a Salmonella Strathcona siano da ricondurre a questo produttore siciliano o ad altri produttori della Sicilia, e questo è evidente per almeno due aspetti:
- l’infezione di salmonella che ha colpito alcune persone in vari Paesi europei può essere dovuta in primis anche ad altri alimenti che essi hanno ingerito assieme o separatamente ai pomodorini italiani, dal momento che non è stato riferito di persone che abbiano mangiato solo i pomodorini e poi abbiano avuto un episodio di infezione intestinale. Altri alimenti come latticini, conserve come pesto, cereali, carni crude o poco cotte, pesce, uova, ma anche frutta e ortaggi di vario tipo, sono tutti possibili veicoli di salmonella.
- La proliferazione di salmonella può essere avvenuta anche in un secondo momento lungo la filiera di produzione, trasporto, stoccaggio e consumo dei pomodorini siciliani, e non necessariamente nel sito produttivo in Sicilia. Vale a dire che un pomodorino siciliano può essere esente da contaminazione batterica nel momento in cui lascia il sito di produzione, ma poi lungo il percorso che fa per giungere in Germania, Danimarca, Austria o altre regioni italiane diverse dalla Sicilia, può benissimo essere oggetto di contaminazione e proliferazione di salmonella.
I due focolai di salmonellosi in Italia del 2024

I casi più rilevanti di infezioni gastrointestinali si sono registrati proprio in Italia nel 2024, ma con la particolarità di riguardare sempre dei pasti somministrati in mense scolastiche, che hanno coinvolto specificatamente 2 regioni italiane: Umbria e Toscana. Nel dettaglio si tratta di 224 casi nelle scuole di Firenze e provincia nell’Ottobre 2024, in cui il veicolo di infezione è stato identificato in un pasto a base di farro, pesto verde e pomodorini, consumato in diverse mense scolastiche del territorio toscano. Le ASL di riferimento hanno parlato di «possibile mancato o sbagliato lavaggio dei pomodorini consumati crudi», ma in realtà alla data odierna non vi è certezza che sia stato proprio questo alimento a trasmettere il batterio, infatti anche i cereali come il farro o le conserve come il pesto, se conservati o manipolati secondo regole igieniche scorrette, possono subire proliferazioni batteriche di salmonella. Nessuno ad oggi ha escluso che i 224 casi della Toscana siano dovuti al farro o al pesto verde, anziché ai pomodorini. Il pasto è stato preparato da una cooperativa toscana, che ha lavorato tutti e 3 questi cibi (e ovviamente anche altri alimenti e sostanze alimentari), ma non ci sono dati tecnici tossicologici certi ad indicare quale di questi alimenti fosse effettivamente contaminato da Salmonella Strathcona. Anzi sappiamo che, al contrario, si è riusciti a tracciare la provenienza dei pomodorini di questo pasto e che sono state fatte analisi microbiologiche nei siti di produzione. Il risultato? Leggo testualmente dal report europeo:
«Le indagini di tracciabilità condotte dall’Autorità per la sicurezza alimentare in Italia hanno identificato due produttori di pomodori (il produttore italiano C e il produttore italiano D). I controlli ufficiali effettuati presso i locali del produttore italiano D non hanno rilevato alcuna non conformità nello stabilimento. Durante l’ispezione, sono stati campionati i pomodori della serra. I pomodori sono stati raccolti direttamente dalla coltura e l’analisi microbiologica ha prodotto un risultato negativo per Salmonella. Nel dicembre 2024 sono stati raccolti anche due campioni ufficiali di acqua di irrigazione, i quali sono risultati negativi alla Salmonella». L’altro produttore siciliano fornitore della partita di pomodori (produttore C) è stato ispezionato a Dicembre 2024 e non è stata trovata traccia di salmonella nel suo sito produttivo, come mostrato nel report ECDC nella tabella 2.
Nessuna evidenza dunque che fossero i pomodorini arrivati dalla Sicilia il vettore di infezione dei casi in Toscana. Come ho già detto, la contaminazione può benissimo essere avvenuta in un secondo momento, successivo alla produzione, lungo la filiera e il trasporto/stoccaggio del prodotto. Fra l’altro nel report europeo ECDC si legge che i pomodorini hanno fatto la spola fra vari grossisti e rivenditori prima di giungere agli operatori del settore alimentare, e questo non è un caso isolato ma la prassi oggigiorno per qualsiasi materia prima di origine alimentare. Più i tempi sono lunghi, più il prodotto passa di mano in mano lungo la filiera, e più aumentano le probabilità di contaminazioni e proliferazioni batteriche, ovviamente.
L’altro caso è quello dell’Umbria, avvenuto tra Settembre e Ottobre del 2024, ha riguardato 63 casi di infezioni in gran parte fra i bambini che avevano mangiato alla mensa scolastica. E anche in questo caso, secondo i campionamenti effettuati dai tecnici della Asl, l’elemento che ha scatenato il focolaio sarebbe riconducibile alla fornitura dei pomodorini usati in una mensa che forniva pasti alle diverse scuole. Ma anche in questo caso, come in Toscana, il pasto incriminato era un piatto di pasta fredda condito con pomodorini, come risulta dal report europeo ECDC. Anche in questo caso si è potuti risalire ai produttori siciliani del pomodorino e non è stata trovata alcuna traccia di Salmonella nei siti di produzione.
Impossibile quindi addebitare l’intera faccenda ai pomodorini siciliani, come invece stanno facendo tutti ma proprio tutti i siti di informazione e quotidiani italiani in questi giorni, con titoli perentori e accusatori del tipo Focolaio di salmonella, l’Europa punta il dito contro i pomodorini siciliani (QuiFinanza.it) o Salmonella nei pomodorini siciliani, la Ue conferma l’ipotesi: tre anni di casi e indagini in 17 Paesi (Corriere.it).
Il Report europeo dell’ECDC, in realtà, come abbiamo appena visto, non conferma definitivamente l’ipotesi e sostiene che sono necessari ulteriori accertamenti e verifiche sull’intero sistema alimentare e sul processo di controlli. Queste le conclusioni testuali dal report europeo: «Questi risultati hanno inoltre evidenziato la necessità di una strategia multidisciplinare per mitigare il rischio di contaminazione da Salmonella. Tale necessità è confermata anche dal rilevamento del ceppo epidemico in altre matrici connesse agli ambienti acquatici (ad es. fiume, molluschi bivalvi, acqua corrente, acqua di irrigazione). Ulteriori indagini dovranno proseguire per verificare l’ipotesi che i pomodorini siciliani siano il veicolo delle nuove infezioni segnalate in tutti i Paesi, poiché anche altri alimenti potrebbero essere coinvolti nella trasmissione».
Infine va sottolineato con chiarezza che le contaminazioni e proliferazioni batteriche – come avviene anche per quelle dei virus di cui siamo tutti venuti a conoscenza negli ultimi tempi – fanno parte di un quadro generale che non chiama in causa solo le tecniche agricole. Infatti sono dovute a un insieme e di variabili che agiscono spesso sinergicamente: cambiamenti climatici, siccità, stress idrici e alluvioni sono citati dagli esperti come fattori che possono favorire la contaminazione delle acque per esempio, specie in aree agricole ad alta intensità. Non un problema locale, quindi, ma sistemico, che richiede investimenti e tracciabilità sempre più precise e accurate. Accusare i produttori siciliani in blocco in questa vicenda appare a chi scrive come la cosa più ignobile e scorretta che i mass media possano fare. Serve invece precauzione nelle affermazioni onde evitare inutili allarmismi, e sospensione del giudizio fino a che il quadro non sia un po’ più chiaro di quello che ad oggi abbiamo di fronte.
USA, è morto l’ex vicepresidente Dick Cheney
È morto a 84 anni Dick Cheney, ex vicepresidente degli Stati Uniti e figura chiave della politica americana contemporanea, a causa di complicazioni dovute a una polmonite. Considerato il più influente vice presidente dell’era moderna, fu insieme a George W. Bush l’artefice della “guerra al terrorismo” seguita all’11 settembre, che portò all’invasione dell’Iraq. Al potere per due mandati, dal 2001 al 2009, Cheney ha esercitato un’enorme influenza a Washington. Negli ultimi anni era stato emarginato dal Partito Repubblicano per le sue dure critiche a Donald Trump, definito un «codardo» e la più grave minaccia alla democrazia americana.
Trump, ultimatum al Venezuela: “il presidente Maduro ha le ore contate”
Nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente CBS, il presidente statunitense Donald Trump ha lanciato al Venezuela un ultimatum: alla domanda della giornalista «I giorni di Maduro come presidente sono contati?», il presidente ha risposto «Sì, direi di sì». Le dichiarazioni arrivano dopo che, nel corso del finesettimana, Washington ha schierato il più imponente dispiegamento navale dalla crisi dei missili di Cuba del 1962 e dopo che Trump ha ammesso di aver autorizzato la CIA a condurre operazioni segrete, anche «letali», in Venezuela – e aprendo alla possibilità anche di attacchi via terra. Nelle ultime settimane, sono decine le persone uccise dagli attacchi statunitensi, condotte contro le imbarcazioni, in quanto sospettate di essere trafficanti di droga.
Alla domanda diretta della giornalista, Trump ha negato che gli Stati Uniti si stiano infilando in una guerra con Caracas. «Si tratta di fermare il traffico di droga o di liberarsi del presidente Maduro?» ha poi chiesto la giornalista al presidente, il quale ha risposto che la ragione principale delle mosse USA è il fatto che il Venezuela è un Paese che «svuota le sue carceri nel nostro Paese». Secondo Trump, dunque, i giorni del presidente Maduro sono contati. Pur dubitando dell’eventualità di un’aggressione militare, gli Stati Uniti si stanno già infilando, di fatto, sul suolo venezuelano. Lo stesso presidente ha infatti ammesso di aver autorizzato la CIA a compiere operazioni segrete anche «letali» nel Paese, per fare pressioni sul presidente Maduro, alludendo anche alla possibilità di attacchi terresti. Nell’ultimo finesettimana, inoltre, Washington ha schierato nel Mar dei Caraibi la più grande portaerei della flotta USA insieme ad altre tre navi da guerra, per un totale di circa 4 mila militari. I mezzi si aggiungono alle navi lanciamissili dotate di Tomahawk, caccia F/A-18 e aerei da guerra elettronica EA-18 Growler che stanno pattugliando la regione e ai bombardieri B-52 e B-1 che hanno effettuato missioni di ricognizione sulle coste e che hanno spinto la vicina Repubblica di Trinidad e Tobago a mettere il proprio esercito in stato di allerta. Sono decine, inoltre, i “sospetti trafficanti” uccisi nelle ultime settimane: l’ultimo, avvenuto lo scorso finesettimana, è stato condotto contro un’imbarcazione che si ipotizza stesse trafficando droga. Tre persone sono state uccise: per il governo si trattava di appartenenti a un cartello del quale, però, non è stato fatto il nome.
Nel frattempo, la premio Nobel per la pace Maria Corina Machado, leader dell’opposizione in Venezuela, ha ribadito il proprio completo sostegno alle operazioni di Trump, in particolare alla decisione del governo di imporre una taglia di 50 milioni di dollari sulla testa del presidente Maduro. Ribadendo le accuse di vittoria fraudolenta di Maudro, Machado ha dichiarato a Fox News che «la popolazione venezuelana sostiene Trump». «Renderemo il Venezuela il miglior alleato degli Stati Uniti», ha assicurato.









