Le strutture italiane per migranti costruite in Albania sono in linea con la legge dell’UE. A dirlo è un portavoce della Commissione europea, dopo l’approvazione del decreto del governo Meloni che modifica il protocollo Roma-Tirana. Il decreto trasforma le strutture, originariamente pensate per l’accoglienza e il trattenimento dei richiedenti asilo, in Centri per il Rimpatrio, destinati a ospitare persone giĂ munite di ordine di espulsione. Esse sarebbero «conformi al diritto UE» poichĂ© al loro interno si applicherebbe «la normativa nazionale». Malgrado l’ok della Commissione, spetta ancora ai giudici nazionali ed europei verificare l’effettiva validitĂ del decreto e la sua eventuale compatibilitĂ col diritto UE.
Abbiamo letto tutto il piano di riforma della scuola di Valditara (forse siamo gli unici)
Il ministero dell’istruzione ha pubblicato le Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione 2025, che presentano le linee guida per le scuole materne, elementari e medie. Sin da ben prima della sua pubblicazione il documento ha attirato fiumi di analisi, commenti, editoriali e dichiarazioni, provenienti da intellettuali e giornalisti che hanno dato risalto a dettagli di poco conto, dando l’idea che nessuno abbia letto il documento per intero. Come tanti hanno scritto, le Nuove indicazioni avanzano un’idea di cultura tendenzialmente tradizionalista, eurocentrica e nazionalista. Lo fanno, tuttavia, non reintroducendo il latino curricolare o proponendo l’apprendimento di poesie a memoria, bensì riformando la visione disciplinare delle materie e il concetto stesso di insegnamento e studente. Noi de L’Indipendente abbiamo deciso di prenderci il tempo necessario per leggere integralmente il documento, per poter presentare nella maniera più corretta e completa possibile le modalità in cui il governo intende declinare la propria idea di scuola e formazione.
Le modifiche introdotteÂ
Introdotte per la prima volta nel 1999, le indicazioni per la scuola servono a orientare la didattica e organizzare i curricula degli istituti. Il documento di Valditara introduce diverse novitĂ , in primo luogo nell’insegnamento della disciplina storica. Le Nuove indicazioni elencano la lista delle conoscenze obbligatorie attese dagli studenti di elementari e medie, fornendo un lungo catalogo di contenuti da spiegare in classe, suddividendoli anno per anno. Vale la pena notare che questa modalitĂ di presentazione delle conoscenze attese risulta assente in tutte le discipline diverse da quella storica.Â

In generale, alle elementari la storia verrà insegnata sotto forma di narrazione e non più basandosi sulle fonti. Il primo anno deve servire a introdurre l’alunno alla disciplina attraverso lo studio di testi classici come la Bibbia, l’Iliade e l’Odissea; il secondo anno sarà interamente dedicato alla storia d’Italia e la sua costituzione come nazione nel periodo risorgimentale, con abbozzi di educazione civile; dal terzo al quinto anno, infine, lo spazio dedicato alla preistoria e alle società orientali viene ridotto all’osso e l’insegnamento si concentra prevalentemente sulle grandi vicende della storia greca e romana. Alle medie, invece, si partirà da Carlo Magno per arrivare a Mani Pulite, assumendo, come alle elementari, un punto di vista quasi esclusivamente occidentale.
Eurocentrismo e suprematismoÂ
«Solo l’Occidente conosce la Storia». Sono queste le parole con cui viene presentato l’indirizzo della disciplina storica, che mostrano chiaramente l’intento ideologico del documento. Valditara procede così a spiegare, con toni esplicitamente eurocentrici, le presunte ragioni per cui l’Occidente sia l’unica civiltĂ degna di fregiarsi di una cultura storica. Questo approccio viene consolidato dalla cancellazione dell’insegnamento della geostoria: essa, infatti, apre a un’interpretazione interdisciplinare della materia e fornisce le competenze basilari per avvicinarsi a quel campo della storiografia definito “Storia Globale”. Questo metodo, sempre piĂą utilizzato in ambito accademico, mira a studiare gli eventi da un punto di vista mondiale, inserendoli all’interno di una narrazione interconnessa su scala – appunto – globale. Preferirvi l’approccio classico della storiografia nazionale, oltre a essere poco al passo coi tempi, riafferma quella stessa logica eurocentrica – e a tratti suprematista – di cui è intrisa la presentazione della materia.Â
Sempre in termini disciplinari, anche la riduzione all’essenziale dello studio della preistoria mostra la tendenza ideologica del documento. Negli ultimi anni, infatti, lo studio della preistoria sta venendo messo fortemente in risalto, in virtù dell’evolversi delle discipline scientifiche, dell’antropologia e dell’archeologia. All’interno del dibattito accademico c’è chi sta iniziando a riconsiderare la stessa definizione di “storia”, ripensando quella che per decenni è stata fissata come sua simbolica data di inizio, che viene fatta coincidere con l’avvento della scrittura. La riproposizione dell’insegnamento della storiografia nazionale, focalizzata sul solo «Occidente» a scapito della preistoria, costituisce un enorme passo indietro dal punto di vista disciplinare, sottolineando ancora una volta la tendenza eurocentrica e tradizionalista delle Nuove indicazioni.
Nazionalismo

La volontĂ di promuovere una lettura della storia tradizionalista ed eurocentrica si traduce in ultima istanza come una proposizione dell’insegnamento della disciplina in chiave nazionalista. Gli intenti nazionalisti sono ben visibili tenendo a mente la chiave di lettura disciplinare che viene proposta dal documento e guardando le conoscenze attese alla fine del secondo anno di elementari. Spiegare a bambini di sette e otto anni la costituzione dell’Italia in senso nazionale, senza prima avere fornito loro un’adeguata introduzione ai metodi della stessa disciplina storica, sembrerebbe costituire un tentativo di indottrinamento in giovane etĂ . Inoltre, dal punto di vista contenutistico e disciplinare, scegliere di isolare il periodo risorgimentale senza avere prima spiegato il processo che ha portato all’emergere dell’idea di Nazione non può che risultare in una lettura della storia faziosa e parziale, intrinsecamente connotata politicamente.Â
Nei vari moti nazionalisti che hanno investito l’Europa, i teorici della Nazione risignificano in termini politici quel concetto che fino alla rivoluzione francese non era mai stato connotato politicamente. La Nazione diventa l’espressione di una comunità che detiene la sovranità all’interno di un territorio e, precisamente, quella di un popolo che condivide, a discrezione dei pensatori, lingua, religione, sangue, lignaggio, cultura, luogo di provenienza… i concetti di popolo, patria e Nazione, colorati da una nuova sfumatura politica, finiscono così per fondarsi su elementi precostituiti a cui viene attribuito un valore eterno: non sono solo gli uomini dall’Ottocento in poi a essere italiani, ma lo erano anche Dante, Petrarca e Boccaccio, Galileo e Bruno, l’Ariosto e Tasso, in quanto rappresentanti della “cultura italiana” e dotati di quelle stesse caratteristiche che servono a essere definiti italiani. Spiegare il Risorgimento senza avere prima spiegato come si sia arrivati a dare un nuovo significato al concetto di Nazione, presenta tale concetto non più come frutto di un processo storico, ma come quella stessa verità granitica e assoluta che i risorgimentali gli attribuivano, ritraducendolo ideologicamente.
Individualismo, tradizionalismo e conservatorismoÂ
Ultima, ma non meno importante, la visione individualista e conservatrice, ben visibile sin dalle prime pagine delle Nuove indicazioni. Il documento muove infatti i primi passi da un’interpretazione del concetto di “persona” come quello di «una realtà che si costituisce attraverso la possibilità di dire “io”». Valditara passa poi a parlare dell’importanza di valorizzare le relazioni tra bambini in termini estremamente generici, sfruttando il linguaggio intrinsecamente generale del documento per trasformarlo in vaghezza. In molti hanno lamentato come nelle Nuove indicazioni siano assenti riferimenti diretti ai temi dell’inclusività , dell’uguaglianza di genere, dell’educazione sessuo-affettiva, che vengono in ultima istanza risolti con un rimando al concetto di «bona fides»: insomma, per Valditara la soluzione ultima alle discriminazioni razziali e di genere è che ci si comporti bene l’uno con l’altro. L’educazione al rispetto viene piuttosto profilata in maniera definita solo nell’ottica di osservazione delle regole — come nel caso della grammatica, che serve a «introiettare la cultura della regola» — e della gerarchia verticale, come nei confronti dell’insegnante come «magis» e del «principio di autorità », definito «conquista interiore dell’uomo libero».
Secondo specialisti e associazioni sociali, la completa assenza di riferimenti concreti a programmi integrativi che educhino al rispetto, la mancanza strutturale del principio di uguaglianza di fronte a un’esaltazione della «libertà » presentata come trionfo dell’Occidente e l’insistenza con cui si parla delle capacità individuali e dei «talenti» dei singoli senza metterli in relazione al lavoro condiviso promuovono quella classica visione ultra-individualista e competitiva della scuola. Essa si poggia su una contrapposizione tra il sé e l’altro perfettamente delineata dal concetto di persona come quella cosa che può acquisire «consapevolezza di sé» solo attraverso «la differenza con gli altri io e con il mondo».
Malesia, incendio in un gasdotto: 63 ricoverati
Nella mattina di oggi, nei pressi di Kuala Lumpur, capitale della Malesia, è scoppiato un incendio in un gasdotto, in seguito al quale sono state ricoverate 63 persone e ne sono rimaste ferite oltre un centinaio. Da quanto comunicano le autoritĂ , le persone ricoverate hanno riportato ustioni, problemi respiratori e altre lesioni di diversa gravitĂ . Il gasdotto appartiene alla societĂ energetica statale Petronas e, dalle prime ricostruzioni, ci sarebbe stata una fuga di gas. L’incendio ha colpito almeno 49 abitazioni, intrappolando gli abitanti all’interno degli edifici. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso.
La criminale proposta di “pace” israeliana: stop al genocidio in cambio della pulizia etnica
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha chiarito le condizioni israeliane per fermare il genocidio a Gaza: ottenere il controllo della Striscia e implementare il piano di deportazione di Trump. L’annuncio è arrivato in occasione della riunione dell’esecutivo israeliano di domenica 30 marzo, in cui il primo ministro ha discusso delle «menzogne» che si direbbero riguardo a Israele e ai suoi rapporti con Hamas. Il giorno seguente è arrivata la proposta israeliana, che prevede in prima battuta l’instaurazione di una tregua temporanea durante la quale fare rientrare la metĂ degli ostaggi vivi ancora presenti nella Striscia. Nel frattempo, i bombardamenti non si sono fermati. Dalla ripresa delle aggressioni militari, Israele ha ucciso piĂą di 1.000 persone. Solo negli ultimi due giorni l’esercito israeliano ha ucciso 80 persone, e sono stati trovati i corpi di 15 operatori umanitari e sanitari. Le IDF, inoltre, hanno diffuso ordini di evacuazione in quasi tutta la cittĂ di Rafah, nel sud della Striscia, sfollando decine di migliaia di persone.
La proposta israeliana ad Hamas è arrivata ieri ed è stata spiegata al quotidiano israeliano Jerusalem Post da un funzionario anonimo. Il piano sarebbe quello di instaurare una tregua temporanea di 40 giorni, in cui fare rientrare 10 degli ostaggi israeliani ancora vivi e l’ostaggio israelo-statunitense Edan Alexander. Il quadro proposto richiederebbe inoltre ad Hamas di fornire informazioni complete sulle condizioni degli ostaggi rimasti. Durante i 40 giorni di tregua si discuterebbe di come arrivare a una completa cessazione delle ostilitĂ che, in ogni caso, passerebbe dall’istituzione di una zona cuscinetto all’interno della Striscia di Gaza, la smilitarizzazione della zona, la gestione della sicurezza a Israele e l’espulsione dei membri di Hamas. Proprio sulle condizioni israeliane per una tregua finale, Netanyahu è stato piuttosto limpido: «Hamas deporrĂ le armi. Ai suoi leader sarĂ permesso di andarsene. Ci occuperemo della sicurezza generale nella Striscia di Gaza e consentiremo la realizzazione del piano Trump per la migrazione volontaria», ha spiegato. «Questo è il piano. Non lo nascondiamo e siamo pronti a discuterne in qualsiasi momento».
La proposta di “pace” israeliana è arrivata due giorni dopo l’annuncio che Hamas aveva accettato un piano che contemplava, a detta dell’agenzia di stampa Associated Press, la liberazione di 5 ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e l’instaurazione di una tregua di 50 giorni in cui fare entrare aiuti umanitari nella Striscia. Mentre si discute della tregua, come sottolineato dallo stesso Netanyahu, Israele non ha smesso di bombardare e ha, anzi, alzato il tiro nelle violenze come parte di una strategia di pressione per spingere Hamas ad accettare le sue condizioni. Ieri, il numero di persone uccise dalla rottura definitiva della tregua ha superato i 1.000 individui. Solo ieri, Israele ha ucciso 27 persone e sono stati rinvenuti i corpi di 15 operatori umanitari e sanitari appartenenti all’ONU, alla protezione civile e alla Mezzaluna Rossa Palestinese nell’area di Rafah, sepolti in una fossa comune con le luci di emergenza della loro ambulanza. Sempre ieri mattina, il portavoce delle IDF in lingua araba, Avicahy Adraee, ha diramato un ordine di evacuazione per buona parte del governatorato di Rafah, costringendo circa 140.000 persone ad abbandonare i propri rifugi per dirigersi a nord. «Come se la morte, le malattie, la distruzione e la fame non bastassero ai palestinesi di Gaza» scrive Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente, «le persone vengono trattate come flipper e i loro destini e le loro vite vengono costantemente influenzati da ordini militari».
Cina, esercitazione attorno a Taiwan
Oggi le navi della Guardia Costiera cinese (CCG) hanno condotto esercitazioni attorno all’isola di Taiwan «per esercitare la legittima giurisdizione e il controllo sull’isola in conformitĂ con il principio di una sola Cina». Secondo quanto comunica Zhu Anqing, portavoce dell’ufficio del Mar Cinese Orientale della CCG, le flotte hanno eseguito simulazioni di operazioni di «ispezione, cattura, intercettazione e detenzione di imbarcazioni non autorizzate». L’esercitazione cinese a Taiwan arriva in un contesto di generale tensione nel Mar Cinese Meridionale, dove USA e Filippine stanno rilanciando la cooperazione militare.
Svezia, 1,5 miliardi in aiuti all’Ucraina
La Svezia ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 16 miliardi di corone (circa 1,48 miliardi di euro), che costituisce il piĂą grande pacchetto di aiuti offerto dal Paese a Kiev dall’inizio della guerra. Il pacchetto è stato annunciato dal ministro della Difesa PĂĄl Jonson in una conferenza stampa, in cui ha spiegato che la maggior parte dei fondi (circa 850 milioni di euro) sarĂ destinata alla fornitura di nuove attrezzature per potenziare la difesa aerea, il comparto di artiglieria, le comunicazioni satellitari e le capacitĂ marittime di Kiev. Il resto, invece, sarĂ donato all’industria della Difesa ucraina.
Cosa contengono i bastoncini di pesce e perché sono un alimento da evitare
I nutrizionisti consigliano di introdurre il pesce nell’alimentazione dei bambini fin dall’infanzia, almeno due o tre volte la settimana. Eppure non sempre si riesce a portarlo in tavola con questa frequenza e le ragioni sono diverse: ai bambini non piace tanto, i genitori hanno poco tempo per pulirlo e cucinarlo. Invece questo alimento è necessario proprio nell’infanzia e nell’adolescenza perchĂ© è ricco di sostanze preziose per la crescita e lo sviluppo del cervello. Sta di fatto che molti bambini oggi non mangiano il pesce fino a che arrivano all’etĂ adulta. Ma i prodotti impanati preparati dall’industria alimentare i bambini li mangiano volentieri, come mai?Â
Solo il 50-60% di pesce (il resto è panatura)
Analizziamo oggi questi prodotti, in particolare gli amati bastoncini (di merluzzo, salmone), disponibili di varie marche nel reparto surgelati del supermercato. Questi prodotti i bambini li mangiano perché l’industria sa come prendere i piccoli per la gola, aggiungendo nella panatura delle sostanze altamente palatabili (saporite) che sono gradite al gusto. Purtroppo le sostanze che aggiunge l’industria sono però di bassa qualità nutrizionale e spesso anche poco salutari, come ad esempio lo zucchero, l’olio di colza, oppure il sale, che viene aggiunto a quantitativi piuttosto elevati. Ma c’è dell’altro: la prima cosa importante che tutti i lettori dovrebbero tenere a mente a proposito di questi prodotti, è la seguente: quando acquistiamo questi bastoncini, in pratica stiamo acquistando solo il 50% di pesce e il rimanente è farina, acqua, olio, amido, zucchero e sale. A seconda della marca e della tipologia di pesce, si può arrivare al 60% di pesce, ma non oltre.
Si tratta infatti di un prodotto che contiene appena il 50% di salmone, con ingredienti come farina di frumento, zucchero, acqua, olio di colza, lievito, amido di patata ecc. In pratica assieme al salmone si introducono diversi altri “alimenti” non favorevoli alla salute o comunque non desiderati assieme al pesce, facendoli pagare cari come se fosse tutto salmone!Â
Presenza di contaminanti cancerogeni
Sebbene la composizione e la qualità dei prodotti in questione sia già un valido motivo per non indulgere nel consumo di questi alimenti, ciò che tuttavia desta ancora maggiori preoccupazioni è la presenza di contaminanti tossici e cancerogeni come il glicidolo, l’acrilammide e gli esteri di acidi grassi 3-MCPD (3-monocloropropandiolo).
Infatti un recente test di laboratorio condotto dalla rivista svizzera Bon à Savoir, (mensile a tutela dei consumatori), ha sollevato alcune preoccupazioni riguardo la qualità di questi prodotti. Il test ha coinvolto ben 15 diversi marchi di bastoncini di pesce venduti nei supermercati svizzeri, facendo venire alla luce un problema serio: la presenza di glicidolo, una sostanza chimica pericolosa per la salute. SI tratta di una sostanza che può formarsi durante la lavorazione degli oli vegetali, soprattutto quando vengono sottoposti a temperature elevate nella frittura. Questo contaminante è noto per la sua natura potenzialmente cancerogena, e la sua presenza nei bastoncini di pesce ha sollevato una serie di preoccupazioni. Sebbene i livelli rilevati nel test non siano stati ritenuti sufficienti a causare un rischio acuto per la salute, l’accumulo di glicidolo nel corpo umano può comportare pericoli a lungo termine, soprattutto se il consumatore assume regolarmente alimenti contaminati da questa sostanza. Il glicidolo è stato trovato in molti dei campioni analizzati, il che rappresenta una minaccia che non va ignorata. Gli esperti sottolineano che l’esposizione al glicidolo è particolarmente preoccupante se si considera che viene assunto attraverso diversi alimenti quotidiani. Per esempio, oltre ai bastoncini di pesce, il glicidolo può essere presente anche in altri alimenti fritti o lavorati con oli vegetali, aumentando il rischio di accumulo nel corpo.
Un’altra analisi condotta dal mensile tedesco Oekotest ad agosto 2023 aveva esaminato 19 marche di bastoncini di pesce. I risultati avevano rilevato in ben 11 casi su 19 gli esteri di acidi grassi 3-MCPD, anch’essi tossici e legati alla lavorazione di oli e grassi vegetali ad alta temperatura, e in alcuni campioni anche glicidolo.
Queste sostanze tossiche grasse si formano quando i blocchi di pesce impanati vengono fritti in maniera decisa e profonda ad alte temperature per circa 30 secondi. I grassi vegetali da frittura formano solitamente esteri di acidi grassi, per i quali l’AutoritĂ europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito una dose massima giornaliera. Nel sito web di EFSA si legge un’affermazione piuttosto grave e preoccupante, che riporto testualmente:Â
«I livelli di consumo di 3-MCPD tramite gli alimenti sono considerati privi di rischi per la maggior parte dei consumatori, ma esiste un potenziale problema di salute per i forti consumatori delle fasce di età più giovane. Nella peggiore delle ipotesi, i neonati nutriti esclusivamente con latte artificiale potrebbero lievemente superare il livello di sicurezza».

Queste sostanze sono presenti infatti anche nel latte artificiale in polvere, che viene addizionato di grassi vegetali cotti e polverizzati come olio di colza, di girasole, di palma, i quali contengono quantitativi vari di 3-MCPD. Il 3-MCPD è stato classificato dall’EFSA come sostanza «genotossica e cancerogena, cioè che può danneggiare il DNA e provocare il cancro». Secondo il test tedesco del 2023 di Oekotest, un bambino di 30 kg che consuma 5 bastoncini potrebbe superare la dose giornaliera tollerabile stabilita dall’EFSA. Si tenga presente fra l’altro che la presenza di questi esteri degli acidi grassi 3-MCPD è certa anche in tutti gli altri alimenti che presentino fra gli ingredienti gli oli vegetali raffinati (girasole, colza, palma, soia, arachidi, mais), e ovviamente nelle confezioni di oli vegetali che sono presenti nei supermercati e che vengono acquistati dalle persone per friggere o per condimenti e cotture varie. Affinché si formino tali sostanze tossiche è necessario che gli oli alimentari siano portati a temperature superiori ai 200°C, questo è proprio ciò che caratterizza la fase di raffinazione (cioè trasformazione) degli oli vegetali tutti. Sappiamo queste cose da molti anni ma è lo stesso sito web dell’EFSA a confermarcelo, leggiamo infatti testualmente che
«La sostanza chimica 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e i suoi derivati chiamati esteri del 3-MCPD sono contaminanti da processi alimentari presenti in alcuni alimenti e oli vegetali trasformati, principalmente nell’olio di palma. Il 3-MCPD e i suoi esteri si formano non intenzionalmente in tali alimenti, in particolare durante i processi di raffinazione degli oli».
Alla luce di tutte queste informazioni, è evidente che i bastoncini di pesce non siano la scelta migliore per far mangiare il pesce ai nostri figli, e che anche tutti gli alimenti industriali dove all’interno troviamo oli vegetali raffinati, come ad esempio biscotti, brioche da colazione, fette biscottate, piatti pronti, noodles, etc. siano da scartare o limitare fortemente nel contesto di una dieta attenta alla salute. Gli unici oli vegetali salutari, a dire la verità , sono quelli che appunto non vengono raffinati, come l’olio extravergine d’oliva (sempre estratto a freddo) o l’olio di cocco vergine (esiste anche quello raffinato). Già l’olio d’oliva invece, o quello di sansa di oliva, sono oli raffinati in cui si utilizzano macchinari ad alte temperature per estrarre l’olio, e non andrebbero mai usati. Altri oli vegetali non raffinati sono quelli sulla cui confezione è dichiarato espressamente essere «estratto a freddo», e solitamente sono quelli biologici, dove per regolamento si possono utilizzare solo oli vegetali non raffinati ed estratti a freddo (es. olio di girasole, di soia o di lino estratti a freddo). Guarda caso, nel test della rivista svizzera di cui vi ho parlato in questo articolo, l’unica marca di bastoncini di pesce che è risultata priva di glicidolo è stata proprio quella del prodotto biologico Coop Naturaplan, come volevasi dimostrare.
[di Gianpaolo Usai]
Aggiornamento del 28 aprile 2025: A seguito della pubblicazione del nostro articolo, l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) ci ha contattati per una replica, che pubblichiamo di seguito:
«Le accuse mosse ai bastoncini di pesce appaiono false, allarmistiche e prive di fondamento e rischiano di creare un grave danno di immagine al prodotto e, in generale, al settore dei surgelati, creando nei lettori confusione e inutili allarmismi. I bastoncini di pesce che troviamo in commercio in Italia, infatti, sono sicuri per il consumo e rispettano le normative sulla sicurezza alimentare, risultando al di sotto dei livelli massimi previsti dall’UE e delle dosi giornaliere tollerabili (TDI) raccomandate dall’AutoritĂ europea per la sicurezza alimentare per tutti i contaminanti citati.
In particolare, con riferimento ai contaminanti che si generano in fase di lavorazione e cottura del cibo (sia industriale che domestico), un recente studio: Home-made vs industry-made: Nutrient composition and content of potentially harmful compounds of different food products, pubblicato sulla rivista Science Direct, a firma di un gruppo di ricercatori dell’Università di Wageningen e dell’Università degli Studi di Milano, ha messo a confronto proprio un bastoncino di pesce surgelato prodotto industrialmente con uno preparato in casa, con l’obiettivo di analizzarne sia i valori nutrizionali che i livelli di contaminanti generati durante le fasi di lavorazione. Ebbene, lo studio ha dimostrato che dopo la cottura (in padella o in forno), il bastoncino industriale presenta un contenuto di acrilammide inferiore rispetto al bastoncino domestico, grazie alla sua maggiore umidità negli strati esterni. Pertanto, anche nelle produzioni domestiche si generano contaminanti, ma nel caso dei prodotti industriali, come i bastoncini di pesce, questi livelli vengono tenuti sotto controllo, grazie alle conoscenze e competenze (cosa più difficile a livello domestico).
Definire “tossici” o addirittura “cancerogeni” questi prodotti è dunque scorretto e peraltro non corrispondente a verità . In Italia la produzione dei bastoncini di pesce, come peraltro quella dei surgelati in generale, è sottoposta a molteplici e rigorosi controlli, sia da parte delle aziende che delle pubbliche autorità , con l’obiettivo di garantire la massima salubrità  di ogni prodotto, in ogni fase di lavorazione, e questa è la più grande conferma di qualità e sicurezza per il consumatore.
In alcuni articoli, inoltre, si afferma che questi prodotti contengono additivi che ne comprometterebbero la qualità , mentre i bastoncini di pesce in commercio, realizzati dalle aziende del nostro comparto, proprio perché rispettano la normativa vigente, non contengono né conservanti (non possono neppure farlo per legge) né additivi, come riscontrabile sui siti aziendali e nell’elenco ingredienti relativi al prodotto. L’assenza di conservanti, in particolare, è possibile perché la surgelazione è sufficiente a garantisce la conservazione degli alimenti: grazie al processo di surgelazione, che porta gli alimenti a temperature bassissime (mai superiori ai -18 °C, con picchi fino a -80 °C), le caratteristiche nutrizionali del pesce fresco vengono mantenute intatte.
IIAS tiene infine a ribadire che, da sempre, la tutela dei consumatori è la prioritĂ delle aziende del settore, che si impegnano a garantire la massima trasparenza in tutte le fasi della produzione, utilizzando solo materie prime di qualitĂ Â (come nel caso dei bastoncini, in cui la presenza di pesce in Italia supera mediamente il 60% e la materia prima utilizzata – filetti di merluzzo – è sempre di elevata qualitĂ ).
I bastoncini di pesce industriali sono un prodotto controllato e sicuro al consumo e possono essere inseriti nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata, supportando l’assunzione di un alimento importante come il pesce e favorendone il consumo anche da parte dei bambini, che grazie all’apporto degli Omega-3, fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso centrale e per il corretto funzionamento di neuroni e sinapsi, maturano migliori capacità di relazione e socializzazione».
Spagna, esplosione in miniera di carbone: 5 morti
Cinque persone sono morte e quattro sono gravemente ferite a causa di un’esplosione verificatasi questa mattina in una miniera di carbone a Cerredo, nelle Asturie, nel nord della Spagna. I motivi dell’incidente non sono ancora stati chiariti, ma si ritiene che l’esplosione sia stata provocata da una sacca di grisù, gas che si sviluppa nelle miniere di carbone e che diventa infiammabile ed esplosivo a contatto con l’aria. Nella miniera di Cerredo sono già avvenuti diversi incidenti in passato, tra cui il crollo di un tunnel nel 2015, dove un uomo perse la vita.