mercoledì 8 Ottobre 2025
Home Blog Pagina 22

USA schierano quarto cacciatorpediniere nei Caraibi, sale tensione con Venezuela

0

Gli Stati Uniti hanno inviato l’USS Stockdale (DDG-106), cacciatorpediniere classe Arleigh Burke con sistema Aegis, nei Caraibi sotto il Comando Sud, portando a quattro le unità navali schierate nell’area. La mossa arriva dopo i recenti attacchi statunitensi contro imbarcazioni venezuelane accusate di narcotraffico e mentre Caracas espone i jet russi ricevuti in segno di deterrenza. Nelle ultime ore il governo Maduro ha accusato Washington di «provocazioni militari», mentre Trump ha ribadito che l’operazione navale mira a colpire le reti del narcotraffico legate a Caracas. La crisi si fa sempre più tesa e continua a far crescere il rischio di uno scontro diretto nella regione.

Vittoria degli ambientalisti: un grande fondo UE lascia Blackrock per le politiche sul clima

1

In una mossa che risuonerà a lungo nei corridoi della finanza globale, il secondo più grande fondo pensione olandese (ed uno dei più grandi dell'UE), PFZW, ha ritirato mandati per 29 miliardi di euro da due colossi dell’asset management – BlackRock e Legal & General – segnando una svolta storica dettata da inaccettabili divergenze sulle politiche di sostenibilità e voto ESG. La decisione, che include la chiusura di un mandato da 14,5 miliardi con BlackRock e la fine di una gestione da 15 miliardi con L&G, non è solo tecnica: è la risposta organica di un grande investitore istituzionale...

Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci 
(al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.

Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.

ABBONATI / SOSTIENI

L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.

Cyberattacco agli aeroporti europei, secondo giorno di disagi

0

Un attacco informatico ai sistemi di check-in di Collins Aerospace ha provocato un nuovo caos negli aeroporti europei, in particolare a Londra Heathrow, Bruxelles e Berlino. Dalla serata di venerdì le compagnie aeree sono state costrette al check-in manuale, con oltre 70 voli cancellati nel weekend e centinaia di partenze in ritardo. A Bruxelles è stato chiesto alle compagnie di sopprimere metà dei voli previsti per lunedì 22 settembre, in attesa di una versione sicura del software. Heathrow ha potenziato il personale, mentre a Berlino si registrano lunghe attese ai banchi.

Donald Trump sta usando l’omicidio di Charlie Kirk per scatenare una caccia alle streghe

6

L’assassinio di Charlie Kirk ha scosso l’America e polarizzato l’opinione pubblica anche oltreoceano. La ricerca della verità sulla morte del giovane volto della destra conservatrice è stata, però, subito messa in secondo piano dal presidente Donald Trump che, anziché limitarsi a chiedere giustizia e chiarezza sull’attentato, ha immediatamente trasformato la tragedia in una crociata politica. Dopo aver elevato Kirk a martire, ha puntato il dito contro la “sinistra radicale”, accusata di aver creato un clima d’odio «direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel nostro Paese...

Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci 
(al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.

Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.

ABBONATI / SOSTIENI

L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.

Manila, migliaia in piazza contro la corruzione: scontri e arresti

0
Dopo che il presidente Marcos ha dichiarato che sono state rilevate anomalie nella maggior parte dei quasi 10 mila progetti di controllo delle inondazioni (dal valore complessivo di 9,5 miliardi di dollari), migliaia di persone sono scese in piazza nelle Filippine per protestare contro la corruzione. Polizia e manifestanti, che hanno eretto barricate di pneumatici incendiati, si sono scambiati lanci di pietre e lacrimogeni. Il sindaco di Manila, Francisco Isko Moreno Domagoso, ha dichiarato che alcuni agenti sono rimasti feriti negli scontri. «Noi viviamo in povertà e perdiamo case, vite e futuro, mentre loro accumulano fortune grazie alle nostre tasse» hanno riferito i manifestanti alla stampa. 

Lobbismo, oppressione, militarizzazione dell’economia: la lista delle aziende peggiori al mondo

2

Alcune delle aziende più grandi del mondo possono influenzare in modo determinante il processo democratico attraverso un’intensa attività di lobbismo, lo sfruttamento dei lavoratori e facendo leva sugli ingenti profitti che ricavano per finanziare un’agenda politica improntata al controllo tecnologico e alla militarizzazione dell’economia. È quanto emerge dal rapporto annuale Corporate Underminers of Democracy: si tratta di una lista annuale di aziende che violano i diritti umani e dei lavoratori, consolidano il potere dell’industria bellica e evadono le tasse, redatta dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), la cui missione è la promozione e la difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori, attraverso la cooperazione internazionale tra sindacati, campagne globali e attività di sensibilizzazione. Nella lista stilata quest’anno compaiono Amazon, Anduril Industries, Meta, Northrop Grumman, Palantir Technologies, Space Expolration Technologies e Vanguard. Questi colossi informatici e tecnologici stanno favorendo un crescente militarismo, facendo pressioni per un’ampia deregolamentazione nel settore della difesa, non rispettano i diritti umani e dei lavoratori e, attraverso l’accentramento della ricchezza, riescono a imporre nuove forme di governo, basate sul sempre maggiore controllo tecnologico e digitale e sulla profilazione degli utenti. Sono i dati, infatti, la vera miniera d’oro delle società tecno-capitaliste.

Amazon

Il proprietario del gruppo Amazon, Jeff Bezos

L’azienda del miliardario Jeff Bezos, nota in tutto il mondo e dalla quale i consumatori occidentali acquistano e ricevono direttamente a casa innumerevoli beni di tutti i generi ogni anno, organizza regolarmente eventi nel settore della difesa e ha stipulato un accordo da 1,2 miliardi di dollari con Google e il governo israeliano di estrema destra per intensificare la sorveglianza dei palestinesi nei Territori Occupati. Secondo un rapporto del Relatore Speciale delle Nazioni Unite, Amazon sostiene l’infrastruttura cloud israeliana Project Nimbus, che i funzionari militari hanno descritto come «un’arma in tutti i sensi» per la sorveglianza e la presa di mira. L’azienda di Bezos ha inoltre speso almeno 19,1 milioni di dollari per fare lobbismo presso il governo degli Stati Uniti nel 2024, al fine di mantenere lo status di Amazon Web Services (AWS), ossia di principale fornitore di cloud computing per l’industria degli armamenti. E nel 2025 ha esercitato pressioni per impedire la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Ma il potere d’influenza di Amazon non finisce qui, estendendosi anche all’ambito delle agenzie di intelligence: il colosso di vendita online ha, infatti, un contratto da 10 miliardi di dollari con la National Security Agency, diversi contratti a supporto della Joint Warfighting Cloud Capability del Dipartimento della Difesa e centinaia di milioni di dollari in contratti con la CIA (Central Intelligence Agency). Ciò significa che Amazon collabora direttamente nelle attività di intelligence nazionali, avendo probabilmente anche voce in capitolo rispetto alle decisioni e all’operato dei servizi segreti.

Sul piano dell’equità e della giustizia sociale, si osserva un’enorme sproporzione tra i compensi percepiti dai vertici e quelli dei lavoratori: basti pensare che l’attuale amministratore delegato di Amazon, Andy Jassey, percepisce uno stipendio 43 volte superiore a quello medio di un dipendente Amazon, mentre l’azienda investe milioni di dollari in consulenti antisindacali per reprimere l’organizzazione e le proteste dei suoi dipendenti in tutto il mondo.

Industrie Anduril e Meta

Anduril, probabilmente la meno nota delle aziende incluse nella lista, è una società statunitense specializzata in sistemi di difesa basati sull’intelligenza artificiale, tra cui droni autonomi, torri di sorveglianza, IA per il processo decisionale sul campo di battaglia, sistemi di sicurezza delle frontiere e software di simulazione per l’addestramento militare virtuale. In breve, è l’azienda che sta costruendo l’infrastruttura per la guerra automatizzata – in cui le macchine possono uccidere in modo autonomo – e la sorveglianza digitale, in modo rapido e su larga scala. La società lavora per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la Border Patrol e le forze militari degli alleati della NATO.

Per quanto riguarda Meta, la società di Mark Zuckerberg che controlla Facebook e Instagram, la compagnia era già finita nel mirino per avere censurato diversi utenti sui suoi social media in particolare durante il periodo della pandemia di Covid19, anche in base alle direttive del governo statunitense. Recentemente, Meta ha censurato i contenuti che denunciano il genocidio a Gaza ed esprimono sostegno nei confronti della resistenza palestinese. Arrivando al punto di denunciare chi, all’interno della stessa azienda, si opponeva alla censura. Allo stesso tempo ha permesso sulle sue piattaforme social la pubblicazione di annunci pubblicitari da parte di agenzie immobiliari israeliane che promuovono la vendita di abitazioni in villaggi e località della Cisgiordania occupata. Anche il colosso di Zuckerberg, inoltre, sta virando sempre più verso l’uso militare delle sue tecnologie: ad esempio, ha revocato il divieto di utilizzo militare della sua IA Llama per le aziende statunitensi e ha annunciato un partenariato con le industrie Anduril, con l’obiettivo di sviluppare visori per la realtà virtuale per il controllo di macchinari da campo senza pilota. Anche il Pentagono utilizza l’IA di Meta: si tratta di un modello linguistico di grandi dimensioni che si basa su dati pubblici e concessi in licenzaottenuti anche da post condivisi pubblicamente dagli utenti su Facebook e Instagram e interazioni degli utenti con l’intelligenza artificiale di Meta. Questi dati possono ora essere utilizzati dall’esercito statunitense e dagli appaltatori dell’industria bellica per scopi di sorveglianza e guerra.

Tecnologie Palantir e Vanguard

In foto: il CEO di Palantir. Alex Karp

Nel corso di un ventennio, Palantir, di proprietà del miliardario Peter Thiel, è diventata di fatto il sistema operativo di dati per la guerra, le attività di polizia, il controllo dell’immigrazione e l’analisi di intelligence. Palantir ha accumulato almeno 1,3 miliardi di dollari in contratti militari statunitensi per la costruzione di piattaforme di sorveglianza di nuova generazione utilizzate sia dalle forze armate che dalla polizia nazionale. L’azienda specializzata nell’analisi di big data sta peraltro svolgendo un ruolo determinante nella Striscia di Gaza assediata, dove i suoi prodotti supportano l’applicazione, da parte di Israele, di un sistema di puntamento basato sull’intelligenza artificiale noto come Lavender. Il consiglio di amministrazione dell’azienda è apertamente filoisraeliano e a gennaio, per la prima riunione del 2025, si è riunito a Tel Aviv dichiarando esplicitamente il suo sostegno a Israele. Per tutto il mese di maggio, le azioni di Palantir sono esplose, rendendola la società con le migliori performance nell’indice S&P 500. Il sistema di spionaggio Palantir permette inoltre la sorveglianza di massa anche dei civili americani attraverso la raccolta dei dati personali della popolazione.

La società consulente d’investimenti statunitense Vanguard, invece, risulta il più grande investitore al mondo nella produzione di armi nucleari. Nel 2022, Vanguard ha investito la cifra da capogiro di 68,2 miliardi di dollari in aziende produttrici di armi nucleari, tra cui Aerojet Rocketdyne (Stati Uniti, Regno Unito), Airbus (Paesi Bassi), BAE Systems (Regno Unito), Boeing (Stati Uniti), General Dynamics (Stati Uniti), Honeywell (Stati Uniti), L3Harris (Stati Uniti), Leonardo (Italia), Lockheed Martin (Stati Uniti), Northrop Grumman (Stati Uniti), RTX (Stati Uniti), Safran (Francia) e Thales (Francia). È inoltre tra i primi due azionisti di Amazon (7,97%), Palantir (9,43%), Northrop Grumman (9,37%) e Meta (8,88%).

L’operato di queste aziende mostra come la concentrazione di ricchezza nella mani di pochi miliardari comporti anche una concentrazione di potere che svuota immediatamente di significato e di credibilità le società cosiddette democratiche, in cui le decisioni che contano non sono prese dai cittadini, ma sono fondate sul potere del denaro. È quella che viene definita plutocrazia e trova il suo centro pulsante nelle grandi società tecnologiche, nella Silicon Valley e nella potente finanza internazionale. Inutile dire che questa oligarchia porta avanti un’agenda distopica di controllo tecnologico e profilazione digitale della popolazione e sta ora virando radicalmente verso il settore bellico, considerato anche l’inquieto e incerto scenario geopolitico. Il tutto mostra anche come la tecnologia – considerata una conquista della civiltà moderna – possa essere impiegata velocemente in settori di guerra provocando distruzione e morte come sta dimostrando il caso di Gaza. Tale concentrazione di potere in una ristretta cerchia di persone – che spesso sposa l’ideologia transumanista e tecnoscientista – non potrà che erodere ulteriormente i diritti dei lavoratori e influenzare l’agenda politica globale in una direzione autoritaria e fortemente propensa alla guerra, all’oppressione e alla militarizzazione. Il tutto mentre le economie occidentali subiscono un brusco declino.

USA-Afghanistan, tensioni su base Bagram

0

«Se l’Afghanistan non restituisce la base di Bagram agli Stati Uniti, succederanno cose brutte»: sono le dichiarazioni che il presidente USA Trump ha pubblicato sul suo social media Truth. Il riferimento è alla base statunitense che i militari hanno dovuto abbandonare nel 2021 e attualmente sotto il controllo dei talebani. Le autorità talebane hanno escluso qualsiasi ritorno delle truppe militari americane nel Paese.

Gli utili delle banche continuano a crescere mentre diminuiscono sportelli e lavoratori

1

Nonostante un contesto economico complesso, i primi sette gruppi bancari italiani hanno chiuso il primo semestre del 2025 con un utile netto in forte crescita, toccando i 15 miliardi di euro, in aumento del 15,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa performance, trainata da commissioni e risultati finanziari, si scontra però con un continuo e preoccupante ridimensionamento della presenza sul territorio e della forza lavoro. Il numero degli sportelli, per la prima volta, è sceso sotto la soglia psicologica delle diecimila unità, mentre i dipendenti in Italia sono diminuiti di altre 5.000 unità. Le statistiche, elaborate dall’Ufficio Studi e Ricerche della FISAC CGIL, evidenziano dunque un paradosso: mentre i profitti continuano a salire, il presidio del territorio e l’occupazione si riducono.

I dati dipingono un quadro chiaro: la redditività del sistema bancario rimane sostenuta, ma la sua natura sta cambiando. Il tradizionale motore del margine d’interesse è infatti in flessione (-5,1%), segnale di una normalizzazione dei tassi dopo i picchi del 2023-2024. Questo calo è stato però più che compensato da un’impennata delle commissioni nette (+5,5%), spinte dall’aumento della raccolta amministrata, e da risultati eccezionali nell’area finanza (+45,7%) e nelle attività assicurative (+7,6%). In sintesi, le banche stanno compensando la minore redditività del credito con un aumento dei ricavi da servizi e investimenti. A contribuire in maniera decisiva al risultato finale è stato anche un significativo contenimento dei costi. Le spese per il personale sono diminuite del 2,0%, un dato direttamente collegato alla riduzione di 6.000 dipendenti a livello globale, di cui circa 5.000 solo in Italia. Parallelamente, gli altri costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,8%), mentre è calato in modo consistente (-15,9%) l’accantonamento per le rettifiche sul rischio di credito, un elemento su cui – come sottolinea il rapporto – è difficile esprimere un giudizio definitivo data l’incertezza macroeconomia.

Il trend più preoccupante, evidenziato con forza dalla FISAC CGIL, è però quello della progressiva rarefazione della presenza fisica delle banche sul territorio. Gli sportelli dei sette grandi gruppi sono scesi a 9.873, toccando per la prima volta un livello inferiore alle diecimila unità. Si tratta di un calo drammatico: negli ultimi sette semestri sono state chiuse 2.026 filiali, un disimpegno che priva intere comunità di un servizio essenziale e di un presidio sociale. Questo processo di contrazione non accenna ad arrestarsi, confermando una strategia di business sempre più orientata al digitale e sempre meno legata al rapporto diretto con il cliente e i territori. Il quadro complessivo che emerge è quindi di una profonda contraddizione. Da un lato, un sistema bancario robusto e capace di generare profitti record in qualsiasi congiuntura, anche grazie a un regime di tassazione favorevole. Dall’altro, un costante deflusso di risorse – umane e fisiche – dalle comunità che queste stesse banche dovrebbero servire.

Il trend che fotografa l’aumento dei profitti degli istituti bancari è partito dalla fase post-pandemica. Secondo un’analisi della Fabi, in particolare, il sistema bancario italiano ha vissuto un «triennio d’oro» tra il 2022 e il 2024, sostenuto dalla stretta sui tassi decisa dalla Banca centrale europea a partire dalla metà del 2022. Nel 2024 gli istituti hanno realizzato utili aggregati per 46,5 miliardi di euro, +14% rispetto al 2023, e la somma degli utili pre-tasse nel triennio supera i 112 miliardi. Il punto di svolta è il 2022, con un utile netto balzato a 25,5 miliardi, dopo anni (2018-2021) di risultati più contenuti — medi tra 15 e 16 miliardi — e il crollo del 2020 a soli 2 miliardi. Il 2021 segnò un primo recupero (16,4 miliardi), ma è stato il biennio 2022-2024 a determinare la forte ripresa: addirittura +55% nel 2023 rispetto al 2022 e un ulteriore +14% nel 2024.

Proprio per compensare l’aumento degli utili delle banche, nel 2023 il governo Meloni aveva approvato una tassa sugli extraprofitti la cui efficacia si è dimostrata inversamente proporzionale all’enfasi propagandistica con cui era stata presentata. L’esecutivo Meloni, infatti, aveva depotenziato la norma attraverso un emendamento con cui si consentiva alle banche di non pagare il tributo, purché destinassero un importo di 2,5 volte superiore al consolidamento del proprio patrimonio. È quello che hanno fatto i principali istituti di credito, tra cui Unicredit, Intesa Sanpaolo, BPM, BPER, Credem, Mediobanca e Mediolanum, la banca controllata per il 30% dalla famiglia Berlusconi. I principali istituti di credito hanno deciso di non pagare, rafforzando invece il patrimonio.

Torino, migliaia di persone da tutto il Piemonte per la Palestina

0

In attesa dello sciopero generale previsto per lunedì 22 settembre, a Torino migliaia di persone si sono radunate provenendo da tutto il Piemonte per manifestare a sostegno del popolo palestinese. Lo riporta la stampa locale, aggiungendo che il corteo è partito da piazza Statuto e si è concluso in piazza Vittorio Veneto dopo aver attraversato Porta Nuova e la Prefettura di via Pietro Micca, dove è stata issata la bandiera palestinese accanto a quella italiana e piemontese. I manifestanti sono stati accompagnati da decine di associazioni italiane e straniere che hanno sfilato al grido di «No armi no guerre» e «Stop al genocidio» e da diversi sindacati e partiti: Cgil, Potere al Popolo, Movimento 5 Stelle, Pci e Rifondazione Comunista.

La nuova legge italiana sull’IA, tra vuoti normativi e rischi di sorveglianza

1

Mercoledì 17 settembre 2025, il Senato ha approvato in via definitiva la legge italiana sull’Intelligenza Artificiale. Il pacchetto normativo anticipa l’avvento dell’AI Act europeo, ponendo l’Italia in una posizione di avanguardia amministrativa, con l’intento di stimolare l’innovazione e rafforzare l’economia nazionale. L’opposizione e i difensori dei diritti digitali si ritengono però insoddisfatti del testo della legge, accusandolo di essere privo di mordente, più adatto a garantire al Governo degli strumenti di sorveglianza che a tutelare davvero gli interessi dei cittadini.
Impresa, lavor...

Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci 
(al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.

Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.

ABBONATI / SOSTIENI

L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.